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NdA: storia che poteva essere infinitamente più lunga, ma che a dire il vero mi piace.
Quasi allo scadere della challenge Rimpianti e Rimorsi del gruppo FB @Komorebicommunity 

Sperando che vi piaccia.

Alla prossima xoxo



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"Waaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah"

"Che succede Bokkun?"

"Tu e Kageyama avete lo stesso tatuaggio!"

Bokuto, come tutti i MSBY, aveva già visto il tatuaggio di Hinata e non era la prima volta che questa formazione si cambiava insieme, ma la casualità, o forse la riservatezza di Tobio gli avevano sempre nascosto quel dettaglio.

Lo spogliatoio della Nazionale giapponese era caduto nel silenzio completo, forse per il timore di una reazione da parte dell'altro palleggiatore, a cui andò lo sguardo dei più.

Atsumu era, contro ogni pronostico, del tutto tranquillo e -anzi- gongolante.

In quello aveva battuto quel bravo bambino e non c'era un campo in cui avrebbe voluto vincere maggiormente.


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"Kageyaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaama!"

"Che vuoi Boke?!" sospirò, con gli occhi pieni d'affetto.

"E se ci facessimo un tatuaggio?"

"Ti sei bevuto quel poco di cervello che avevi? Non abbiamo l'età per farlo!"

"Dì la verità, hai pauraaaaaaaaaaaaaa..."

"NO!"

"E INVECE Sì!"

"NO!"

"Sì!"

"NO!"

"Sì!"

"NO!"

"Sì!"

"NO!"

"Sì!"

"NO!"

"Sì!"

"NO!"

La lite era proseguita a oltranza per ore.

Hinata sapeva che sarebbe stato sufficiente un "Allora dimostralo!" per convincere l'altro, ma in realtà non voleva.

Voleva davvero fare quel tatuaggio, era qualcosa a cui pensava da tutto l'anno, ma non lo voleva senza averne parlato davvero, non voleva l'ennesimo risultato di una sfida, ma qualcosa di cui entrambi comprendessero e accettassero l'importanza.


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"Cosa?" chiese Atsumu, guardando il resto della squadra.

"È solo... è strano..." mormorò qualcuno.

"Non sei geloso?" chiese Sakusa, in modo che solo i MSBY e Kageyama potessero sentire.

"No" scosse le spalle.

Era sincero.

Si vedeva che lo era, soprattutto visto che non lo era quasi mai.

I suoi compagni di squadra conoscevano ormai ogni sua maschera e tutte le insicurezze che nascondeva dietro ad esse, in quel momento non ve ne era traccia.

Sakusa non capiva.

La gelosia era da sempre il suo più grande cruccio, poiché la trovava una cosa insensata, illogica, lontana dalla propria natura, eppure non era mai riuscito a liberarsene.

L'unica cosa che trovava ancora meno logica era che una persona emotiva, fumina e intimamente insicura come Atsumu potesse non provarla.

"Come?" chiese.

"Fiducia"

"Che cazzo dovrebbe significare?" chiese frustrato, strabuzzando gli occhi quando vide Bokuto tra tutti annuire in accordo con il palleggiatore.

"Omi-omi sei una persona gelosa? Comunque non credo c'entri niente con la logica, è questione di carattere. Io ho una fiducia incrollabile in Shoyo e nella nostra relazione, molta di più di quanta non ne abbia nelle mie alzate, quindi perché dovrei essere geloso?"

Bokuto annuiva ancora.

"Voi due non avete alcun senso!"


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"Shoyo un tatuaggio non è qualcosa su cui puoi cambiare idea tra qualche mese..."

"Ti sembro una persona che cambia idea facilmente?"

Kageyama si era fermato a riflettere.

No, Hinata non era persona da cambiare idea con leggerezza, la sua intera vita ne era una dimostrazione: dalla decisione di giocare a pallavolo, come schiacciatore, nonostante l'altezza, alla sua decisione di partire per il Brasile un anno dopo il diploma, passando per la sua tenacia nel convincerlo a trovare soluzioni impossibili per le loro schiacciate, o nel rimanergli accanto quando non riusciva ad ammettere i propri sentimenti per lui...

No, Hinata non era persona da cambiare idea con leggerezza.

Hinata se voleva qualcosa la perseguiva fino allo sfinimento.

Hinata era una persona senza rimpianti.

Se non fare quel tatuaggio fosse diventato il primo?

Se invece farlo fosse diventato un rimorso?

"E se poi te ne penti?"

"Non me ne potrei mai pentire Tobio, se anche tra noi non funzionasse, questi anni saranno sempre un ricordo importante e meraviglioso per me, che sarò felice di portare sulla mia pelle"

"Te ne sei mai pentito?" erano rimasti soli.

Hinata era partito per il Brasile pieno di rimorsi, con la paura di essersi arreso troppo in fretta, con la paura di non aver capito davvero Tobio, ma-

"Mai e tu?"

Tobio aveva convissuto per anni con il rimpianto, chiedendosi se la loro rottura non fosse stata tutta colpa sua e della sua incapacità di dimostrare affetto, ma-

"Mai"

In quell'anno trascorso tra il diploma e la partenza per il Brasile, qualcosa tra loro si era incrinato... no incrinato non era il termine giusto, perché in realtà non c'era niente che non andasse e l'amore tra loro non era minimamente diminuito, semplicemente era cambiato.

Molti avevano creduto che la loro rottura potesse essere dovuta alla paura di non reggere una relazione a distanza, così tanto a distanza, ma non aveva mai spaventato nessuno dei due, era semplicemente qualcosa di naturale e già messo in conto nel grande piano per raggiungere la vetta del mondo.

Si erano ritrovati gradualmente a vedersi e comportarsi più come fratelli che come amanti e avevano deciso che doveva andare così, che quella era la strada giusta per loro.

Col senno di poi era stata la scelta migliore, ma negli anni non li aveva risparmiati di "se" e "forse" disseminati per strada.

Si scambiarono un sorriso complice.

Quella reazione esagerata, ma innocente di Bokuto, a quel loro piccolo grande gesto passato, ne aveva dissipato ogni residuo.

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