23- Lily Doove
Esiste un detto che recita: tre persone sanno tenere un segreto, solo se due di loro sono morte.
Non riesco a ricordare il giorno in cui uno dei miei segreti è rimasto nell'ombra, ricordo quando rivelai a mia cugina che avevo nascosto io i biscotti di nonna, per mangiarli di nascosto, e ricordo anche come lo stesso giorno mia madre mi inseguì con una scopa per punirmi del furto.
Ricordo quando avevo detto a mio padre che avevo la mia prima ragazza alle elementari, Susie Mcgrier, la quale non voleva far sapere a nessuno di noi, e ricordo perfettamente come una settimana dopo colui che mi mise al mondo si presentò a scuola urlando; cerco mio figlio e la sua fidanzatina Susie.
Ricordo ancora meglio quando dissi a Rebecca due anni fa di non dire a Michael che ero stato io a rompere il suo forno a microonde per sbaglio, e ricordo anche di non essere rimasto sorpreso quando lei lo disse a Calum il quale lo disse per sbaglio a Michael.
Allo stesso tempo però non ricordo la volta in cui ho rivelato un segreto altrui, nel passato, quando ero al liceo, non molti venivano da me e mi confidavano i loro segreti più oscuri, forse perché conoscevo tante persone o forse perché ero una persona diversa, meno sentimentale e curante delle persone. Ora, invece ho avuto il piacere e la condanna di dover mantenere molti segreti, da parte specialmente di Rebecca, la quale si fida di me e mi confida cose che in realtà non vorrei sapere, anche Michael spesso mi rivela piccoli dettagli sulla sua vita, ma mai più di tanto, ed infine, in questo momento sto mantenendo i segreti più grandi di tutti.
L'esistenza di Mahinete e il fatto che sia in grado di parlare la nostra lingua, capire e avere doti sovrannaturali.
Un segreto che nascondo al mondo e uno che nascondo a Luke.
Il quale non può sapere, almeno fino a quando Mahinete non deciderà il contrario, che lei riesce a parlare e capire.
"Sono le nove" Dice Mahinete guardando l'orologio appeso al muro, ha imparato a leggere l'ora come ha imparato a parlare, non da noi, e da questa certa Emma.
"Si?" Chiedo e lei porta i suoi occhi su di me.
"Luke è in ritardo, lui non essere mai in ritardo" Commenta guardando la sua tazza di cereali ed io annuisco, non ha tutti i torti, Luke non è mai arrivato in ritardo, alle nove in punto la porta si apre ogni mattina, eppure oggi non è stato così.
Ripenso a quello che è successo stamattina presto, a Michael che è entrato in casa come una furia, a lui che non riesce a spiegarmi cosa è successo e ovviamente a quel messaggio.
Ho fatto finta di niente di fronte al mio coinquilino, non voglio fargli domande scomode e private, non avrei dovuto guardare i suoi messaggi e non ho il diritto di chiedere cosa sia successo, ma come amico sono preoccupato.
E perché Luke? Cosa ha a che fare con lui? Cosa può essere successo in una notte?
"Stai pensando troppo" Ridacchia Mahinete ed io mi riprendo per poi guardarla confuso, soffermandosi sulle tenere fossette che le sono appena spuntate accanto alle labbra.
"Quando pensi troppo i tuoi occhi si puntano su niente, e tue dita cominciare a diventare dei tamburi" Dice imitando il movimento delle mie dita sul tavolo, non ci avevo mai fatto caso effettivamente.
"Cosa stai pensando?" Chiede curiosa ed io alzo le spalle.
"Strano che Luke non sia qui" Dico e lei annuisce per poi ingoiare una cucchiaiata di cereali.
"Michael forse sapere" Dice sottovoce ed io la guardo confuso mentre lei mi fa un sorrisetto furbo, come se avesse capito tutto.
"Ata pai (buongiorno)" Dice Calum entrando nella stanza di fretta con lo zaino sulle spalle e allungandosi verso il tavolo afferrando una fetta biscottata mentre Mahinete ricambia il saluto nella loro lingua.
"Dove vai così di fretta?" Chiedo e il ragazzo si ferma per poi deglutire.
"Emh, il mio coinquilino è tornato, grazie per l'ospitalità, ci si vede" Dice per poi uscire di corsa.
"Mattina strana" Commenta Mahinete esprimendo il mio stesso pensiero.
"Qui è sempre una mattina strana" Rispondo e lei mi guarda con un sopracciglio alzato ed un'espressione spocchiosa.
"Mai provato a svegliarti con indigeni pronti a tagliare tua gola?" Chiede lei ed io ci penso qualche secondo facendola sorridere.
"No, ma se ricordi ho passato un'incantevole serata attaccato ad un palo pronto per essere fatto allo spiedo" Rido e lei ridacchia insieme a me, mentre il fossa scuote la testa, deluso da me.
Quel gatto non mi ama, si fa coccolare da Rebecca, Calum e perfino Michael, ma nel momenti in cui io mi avvicino a lui, si sposta o mi soffia, se mi avvicino a Mahinete, soffia, mi guarda male, scuote la testa, e nei suoi occhi azzurri vedo così tanta delusione e ribrezzo nei miei confronti che credo che se potesse parlare mi direbbe qualcosa come; fai schifo o meglio; sei solo un fallimento per me.
"Pianto" Dice sottovoce Mahinete guardando nella sua tazza di cereali ed io la guardo confuso.
"Cosa?" Chiedo e lei si volta verso la camera di Rebecca.
"Sento una persona triste" Mi spiega ed io rimango in silenzio, io non sento niente, assolutamente niente.
"Vai da lei" Mi consiglia la ragazza ed io alquanto confuso mi alzo lentamente spostando la sedia e facendola strusciare sul pavimento in legno, guardo Mahinete la quale annuisce come se sapesse esattamente quello che sta succedendo.
Cammino fino alla porta di Rebecca e busso lievemente, non vorrei svegliarla, anche se penso sia ancora sveglia dal raptus di Michael, rimango in silenzio non sentendo una risposta per poi bussare ancora più forte.
"Sto dormendo" Risponde la mia coinquilina con una voce spezzata ed io sorrido leggermente per poi aprire la porta e richiuderla alle mie spalle.
"I dormienti non parlano" Rispondo e lei rimane in silenzio nel suo letto con le lenzuola che le coprono anche il volto, mentre il suo corpo rimane voltato verso il muro, dandomi le spalle.
Mi guardo attorno notando la camera più disordinata del solito, vestiti per terra, letto sfatto, cose per terra, Rebecca non è una persona ordinata, ma vi posso assicurare che mai i suoi vestiti stanno per terra, ci tiene troppo.
"Parlo nel sonno" Rispondo per poi tirare su con il naso, scuoto la testa per poi sedermi sul letto mentre lei rimane immobile.
"Ah sì? Vivo con te da quattro anni e mai ti ho sentita parlare nel sonno, e fidati ti sei addormentata accanto a me sul divano un migliaio di volte" Dico e lei sbuffa rimanendo immobile ma arrendendosi.
"Non ho molta voglia di parlare Ash" Dice quasi sottovoce ed io rimango in silenzio.
"Mi sono rotto le palle" Dico facendo voltare Rebecca confusa, guardo i suoi occhi lucidi e gonfi, le sue guance bagnate ed i suoi capelli arruffati mentre il suo sguardo mi suggerisce che è spaesata.
"Mi sono rotto le palle che qui tutti possono fare le dive, piangere, rompere oggetti, urlare, continuare a piangere, voler stare da soli, facendo tutta questa scena per poi dirmi sempre la stessa frase, non ho voglia di parlare Ashton" Spiego irritato e lei rimane in silenzio.
"Abito qui anche io, vedo le cose anche io, eppure quando io voglio fare la diva non mi è concesso, solo tu e Michael e Mahinete, ma io mi sono rotto, basta con questi silenzi" Continuo e lei continua a guardarmi come se fossi pazzo.
"Mi sono rotto perché una persona molto ipocrita due anni fa, quando mi sentivo solo e non volevo parlare con nessuno, mi disse; Non esiste cosa come non aver voglia di parlare, quello che rimane dentro di te marcisce, prima si butta fuori e prima si può stare meglio" Dico citandola e lei sorride leggermente.
"Ero io quell'ipocrita" Risponde ed io annuisco, mi allungo verso il suo comodino per poi afferrare un fazzoletto e passarlelo.
"Sei sempre stato uno tenace Irwin" Dice ridacchiando per poi afferrare il fazzoletto e sedersi appoggiando la schiena al muro invitandomi a fare lo stesso.
"Altri mi definirebbero rompipalle, ma grazie" Rispondo e lei mi guarda divertita.
"Non era un complimento"
"L'ho visto uscire Rebecca, cosa sta succedendo?" Chiedo andando al punto e lei inspira profondamente.
"Hai mai la sensazione di aver fatto una cazzata incredibile?" Domanda lei ed io sorrido.
"Hey, abbiamo come quarta coinquilina una ragazza indigena con i super poteri, con chi pensi di parlare?" Scherzo e lei scoppia a ridere.
"Ho sbagliato qualcosa Ash, non so cosa, non so se ho sbagliato a pretendere che la mia tazza venisse riempi.. oh già tu non sai la storia" Dice lei ed io sorrido.
"La conosco la storia, storia accurata per una ragazza che non ha mai provato amore" Dico io riferendomi a Mahinete e lei annuisce.
"Non so se ho sbagliato a lasciarlo o se ho sbagliato a avvicinarmi di nuovo" Dice lei mentre i suoi occhi si fanno lucidi di nuovo.
"Perchè credi di aver sbagliato?" Chiedo e lei lascia scorrere una lacrima sulla sua guancia.
"Perchè provo qualcosa di forte per lui, ma quello che avevamo ora è cambiato, non è più come lo era prima" Dice lei piangendo ed io ripenso alle parole di Mahinete.
Strano come lei possa sapere sempre le cose giuste da dire in esperienze che lei non ha mai provato.
"Chi ha detto che cambiare è sbagliato?" Chiedo e lei mi guarda confuso.
"Niente è più normale che avere paura dei cambiamenti Rebecca, e niente è più stupido di pensare che una volta fatto uno strappo si possa ricucire la cosa facendola tornare esattamente uguale, ma il cambiamento non è un male." Spiego e lei ispira a fondo.
"Ma se lui fosse cambiato? E se non mi volesse più?" Chiede lei ed io annuisco.
"Tu lo vuoi indietro?" Domando e lei ci pensa qualche istante.
"Anzi non rispondermi, stai piangendo in un letto dopo che lui se ne è andato, so già la risposta" Dico e lei sorride leggermente per poi scuotere la testa.
"Ma non sono ancora felice, non voglio.." Inizia ma io la blocco.
"Rebecca, la felicità può venire solo da te, io non so cosa tu stai aspettando, che ti cada dal cielo? Che ti venga regalata da uno sconosciuto? Vuoi essere felice? Allora smetti di aspettare, e non c'è nessuna regola che per essere felice devi compiere il tuo sentiero da sola" Dico e lei mi guarda confusa.
"Tu sei felice?" Chiede ed io alzo le spalle.
"Sai cosa? Non so se sono felice Rebecca, ma sicuramente sto meglio di ieri, e di due anni fa, e di quattro anni fa, comincia a pensare così" Dico e lei ci pensa qualche istante.
"Io sono più felice di ieri" Dice lei ed io annuisco.
"Perchè?" Chiedo e lei guarda il letto disfatto.
"Perchè lui era qui" Risponde ed io sorrido.
"Perchè spingi via qualcosa che ti rende leggermente più felice? Tu hai la responsabilità di badare alla tua tazza Rebecca, questo non significa però che tu debba farlo da sola in solitario, se Calum ti rende felice, se Calum ti ha migliorato la giornata, allora non respingerlo, lascialo restare nella tua vita" Le dico per poi alzarmi e lei mi guarda confusa.
"Perchè oggi sei più felice di oggi?" Chiede lei curiosa ed io penso alla notte passata con Mahiente tra le braccia, per poi scuotere la testa.
"Perchè come colazione ho avuto degli ottimi pancakes" Rispondo velocemente ma Rebecca non se la beve e sorride leggermente.
"Per lei" Dice sottovoce ed io la guardo male per poi uscire dalla sua camera chiudendo la porta dietro di me.
Non è per lei, no, no, sono decisamente i pancakes, a me piacciono le frittelle, tantissimo, sì.
Mi giro verso il corridoio ancora sorridendo per la breve conversazione con Rebecca, per quanto prima della nostra convivenza io non la conoscessi affatto, sapevo solo che era la ragazza di Calum, ora abbiamo un legame molto forte, uno di quello che va oltre la semplice convivenza in cui dobbiamo comportare bene ed essere gentili. Lei è se stessa, nella buona e nella cattiva sorte ed io sono me stesso sia con lei e sia con Michael.
Girandomi incontro due paia di occhi marroni che mi guardano stupiti, osservo confuso Mahinete, è rimasta a origliare tutto questo tempo? I suoi occhi mi guardano come se le facessi paura, come se avesse appena visto un fantasma alle mie spalle.
"Tutto bene Mahi?" Chiedo io e lei si riscuote per poi annuire lentamente.
"Sì, lei stare bene?" Domanda cambiando argomento ed io sorrido.
"Sì, penso sia solo mal d'amore" Le dico e Mahinete abbassa lo sguardo per poi portarsi una mano alla fronte improvvisamente cominciando a scuotere la testa spaventata.
"Hey, tutto bene? Cosa succede?" Chiedo afferrandole le mani e i suoi occhi si alzano verso di me pieni di terrore per poi sfuggire dalle mie mani e allontanarsi da me spaventata.
"Non toccarmi, mai, via" Dice lei con il fiatone mentre io continuo a non capire, potrebbe aver avuto un attacco di emicrania.
Osservo la ragazza mentre entra nella mia camera tenendosi la testa tra le mani per poi con un gesto chiudere la porta alle sue spalle, sbattendola così forte da far tremare i muri, cosa sta succedendo? Perché sono tutti così strani oggi?
Abbasso lo sguardo e osservo il fossa abbassare lo sguardo affranto, ora non posso definirmi un genio, non lo sono affatto, e non sono mai stato un maestro in deduzione, ma ogni volta che Mahinete si comporta in modo strano, cambia umore improvvisamente anche il suo gatto, come se sapesse molto più di me, non è empatia tra padrone e animale, è di più.
"Sembrerebbe che tu sia l'unico sopravvissuto in questa casa" Commenta Michael uscendo dalla sua stanza ancora assonnato verso le due del pomeriggio, guardandosi attorno.
"Cosa?" Chiedo alzando lo sguardo dal mio computer in cui sto scrivendo l'inizio della mia tesi, partendo dall'arrivo all'isola.
"Stanno tutti dormendo o comunque sono tutti chiusi nelle proprie stanze" Dice afferrando il suo berretto e mettendoselo in testa, io annuisco per poi guardarlo mentre si dirige verso la porta d'ingresso per uscire.
"Dove vai? Se stai andando a fare la spesa l'ho già fatta io prima" Dico fermandolo e il ragazzo scuote la testa per poi mordersi il labbro, facendo quella faccia che fa sempre ogni volta che deve dire una bugia.
"Mi ha chiamato il lavoro per un'emergenza, per sbaglio hanno attivato l'allarme della sala del novecento e non si ricordano il codice per spegnerlo, devo andare io a farlo, sono degli idioti" Dice ed io annuisco, non credendo a mezza parola.
"Okay, ci sei per cena?" Chiedo e lui annuisce.
"Sì, sì, non ho il turno stanotte, potremmo andare al sushi" Propone ed io annuisco.
"Sì, ci si vede dopo allora" Dico e lui sorrido per poi uscire dalla porta tranquillamente.
Non dovrei.
Non posso.
Michael è mio amico, ha la sua privacy, devo rispettarla.
Ma allo stesso tempo Luke è scomparso e so che Michael ha qualcosa a che fare.
Ma ancora non dovrei.
"Cosa fai fermo lì impalato? Muoviti dobbiamo seguirlo" Dice Rebecca lanciandomi un berretto nero simile a quello che sta indossando.
"Cosa?" Chiedo mentre lei apre la porta leggermente controllando il corridoio del nostro pianerottolo.
"Dobbiamo seguire Michael, sta facendo qualcosa di losco, lo so, andiamo" Mi sprona ed io guardo la stanza in cui è chiusa Mahinete.
"Ho già pensato a lei, sta bene, ha detto che è stanca, andiamo" Urla la mia coinquilina ed io mi alzo decidendo di seguirla in questa impresa da stalker, o meglio, da Rebecca.
"Questa non è decisamente la zona dei musei" Commenta Rebecca seguendo a testa bassa Michael il quale è esattamente a cinquanta metri da noi, mentre cammina conoscendo bene uomini sedutiqueste vie e aggirandosi tranquillo con le mani in tasca.
Mi guardo attorno, siamo nella zona ovest di Sydney, in un quartiere che alcuni ragazzi della mia facoltà frequentano perché ci sono alcuni locali in cui puoi avere erba a poco prezzo e dei club in cui anche i minori possono bere.
Di sicuro molto lontano da ogni tipo di museo, a parte il museo dei bong e delle malattie sessuali.
"Che diamine ci fa Michael qui?" Chiede la ragazza la mio fianco mentre io abbasso lo sguardo di fronte ad alcuni uomini grossi e tatuati.
"Non lo so, e sinceramente sto cominciando a preoccuparmi, spaccia?" Chiedo e Rebecca scuote la testa.
"No, Michael non potrebbe mai spacciare, ricordi quando ho portato a casa un po' di erba, ricordi come l'aveva buttata nel water dopo tre secondi?" Chiede lei ed io annuisco.
Osserviamo Michael girare a destra in una via un po' più larga, mi guardo attorno notando locali come strip club, night club, pub con insegne luminose, molti market di alcolici e gente rumorosa per le strade, comprese prostitute.
"Mi sto preoccupando Ash" Sussurra Rebecca ed io la blocco contro il muro quando noto Michael fermarsi, mi metto davanti a lei come se la stessi baciando mentre lei continua ad osservare il nostro amico il quale, non facendo caso a noi, entra in un locale.
"Bravo, anche io avrei usato questa tecnica, tipica dei film" Dice lei staccandosi dal muro e seguendo il nostro amico fino a fermarci davanti al locale in cui è entrato.
"Star's Dust NightClub" Leggo io l'insegna e Rebecca si guarda attorno sempre più confusa.
"Non avrei mai detto che Michael è una persona da lap dance" Dice lei ed io alzo le spalle per poi entrare nel locale, che nonostante sia pomeriggio è comunque attivo, ci sono spogliarelliste che ballano, uomini seduti su alcuni divanetti a guardare, camerieri e cameriere che portano drink.
"Carta d'identità, solo i maggiorenni possono entrare" Una guardia di sicurezza ci blocca e Rebecca sbuffa per poi indicarci.
"Abbiamo ventidue anni quasi, ti sembriamo per caso minorenni?" Chiede la ragazza mentre io guardo Michael il quale saluta le spogliarelliste passandogli davanti e loro ricambiano gentilmente, lo guardo mentre tutti lo riconoscono, come se fosse abituale.
Magari è un cameriere.
"Non mi toccare, non ho un documento, ma fidati, non ho diciassette anni" Continua Rebecca mentre io guardo il nostro amico fermarsi al bar e parlare con un uomo grande, sulla cinquantina, capelli bianchi, ben curato, di bell'aspetto.
"Perfetto, devi iniziare a prepararti, lo spettacolo inizia alle cinque oggi" Dice l'uomo con un sorriso e porgendo a Michael una bottiglietta d'acqua.
"Sì, lo so, c'è anche Jacquiline?" Chiede il ragazzo e l'uomo scuote la testa.
"Sei solo tu, puoi fare il numero di Madonna" Dice ed io continuo a rimanere sempre più confuso, cosa vuol dire? Che diamine di lavoro fa?
"Ve ne dovete andare, ora" Dice infine la guardia per poi spingerci fuori con forza mentre Rebecca protesta, io rimango immobile davanti all'entrata mentre la ragazza cerca di rientrare per poi farsi sbattere la porta in faccia dal butta fuori.
"Ma che modi sono?! Vi darò una sola stella su TripAdvisor, stronzi!" Urla lei mentre io sposto la mi attenzione su un volantino appeso alla destra della porta del locale, mi prendo qualche secondo per leggerlo e collegare il tutto.
"Come puoi non vedere che abbiamo più di diciotto anni? Insomma, guardaci!" Continua Rebecca ma io la fermo.
"Lily Doove" Dico lentamente e Rebecca mi guarda confusa.
"Chi?" Chiede ed io le indico il poster.
"Lily Doove, speciale esibizione alle cinque, Drag Queen" Dico io e Rebecca si avvicina al poster leggendo meglio e guardando il volto stampato su quel volantino.
" Ma quello è.." Inizia lei confusa ed io annuisco.
"Michael, sì"
Hey Everybody
Piccola sorpresa, non penso nessuno qui ci fosse arrivato, eppure è così, Michael è una drag queen, vedrete come si evolverà la trama.
Molto interessante fidatevi.
Questo non è il plot twist, no il plot twist è molto più spietato.
Love You.
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