2- Pale ass
Sono un genio.
Sì, lo so, so cosa state pensando, state pensando, oddio è davvero così pieno di sé questo ragazzo da definirsi un genio da solo?
Sì, ma lasciatemi dire che c'è una motivazione dietro.
Sono un ragazzo prodigio, uno di quelli che nascono una volta su cento, o almeno così mio nonno mi chiamava, non sono Einstein né un talento come Mozart, ma diciamo che sono una persona che apprende velocemente, perché? Semplice mi piace imparare.
Ho imparato a pochissimi anni a leggere, ad ancora meno a parlare correttamente, sin da piccolo ho preferito romanzi veri a storielle della Disney, ho sempre amato arrivare primo alle competizioni di spelling, ma per quello non mi ritengo un talento, diciamo che vincevo facile, del resto i miei avversari avevano difficoltà a fare lo spelling di gatto.
Sono bravo negli sport, a scuola me la sono sempre cavata molto bene, con le ragazze pure, non mi considero uno sfigato mai notato, le ragazze mi hanno sempre notato anche se ero il ragazzo intelligente con gli occhiali, forse piacevo per il fatto che ancora adesso va di moda lo stile hipster al quale non mi relaziono ma a quanto pare sono un esponente per il mio modo di essere.
Ho imparato presto a giocare a tennis, a calcio, a suonare la chitarra, la batteria a riparare i problemi dei computer perfino i problemi elettrici che qualche volta capitavano a casa, insomma, ho sempre amato imparare e le cose sono sempre state facili da imparare per me.
Eccetto per due cose.
1- Come funziona il sito dell'università, ancora dopo quattro anni non capisco come caspiterina cercare le cose.
2- Nuotare.
"Bianco smidollato, non muoia così, sa che i neri vanno sempre in prigione, mi accuseranno del suo omicidio, oh signore, bianco cretino, respira"
Già, non imparare a nuotare per me è sempre stato un gran dilemma, punto primo perché alle feste in piscina non potevo divertirmi con i miei amici a sguazzare nell'acqua e punto secondo perché forse se sapessi nuotare ora non verrei preso a schiaffi da Hihu.
"Okay, signore, sto per baciarla" Urla l'uomo prima di poggiare le sue labbra sulle mie per farmi il respiro bocca a bocca ma prima che possa soffiare dentro di me spalanco gli occhi guardando Hihu con gli occhi chiusi e la sua lingua pronta a limonarmi.
"No" Urlo spingendolo via e cominciando a sputare acqua di mare e saliva del non troppo vecchio marinaio che mi ha salvato la vita, chiudo gli occhi sentendo tutta l'acqua del mare uscire dal mio corpo ma non lasciare i miei vestiti.
Abbasso lo sguardo notando la mia camicia bianca totalmente bagnata e con qualche alga appoggiata sopra ed i miei pantaloncini anche essi totalmente bagnati e ricoperti dalla sabbia su cui sono seduto.
Aspetta, sabbia?
Spalanco gli occhi guardandomi attorno vedendomi attorniato da una sabbia molto chiara, tendente al bianco e molto fine, alzo lo sguardo vedendo davanti a me il mare tranquillo e limpido come quello presente nelle foto delle brochure per le vacanze di famiglia, confuso mi volto non capendo per poi spalancare incredulo la bocca nel vedere dietro a me una grande foresta fitta e verde.
Osservo oltre la foresta una specie di montagna, forse un vulcano a giudicare dalla forma arrotondata sulla punta, e la fitta vegetazione presente ovunque attorno a noi e...
"Ahia, perché diamine mi hai dato uno schiaffo" Urlo nel momento in cui Hihu senza alcuna ragione mi tira uno schiaffo in pieno viso facendomi smettere di osservare la foresta.
"Perché non può svenire altre volte, sono stufo di rianimarla e baciarla, basta morire per oggi" Dice l'uomo prima di sedersi sulla sabbia accanto a me e guardare davanti a sé l'acqua infrangersi in piccole onde sulla spiaggia perlata.
"Cosa è successo? Dove siamo?" Chiedo io non ricordando niente, beh, ricordo molto bene la tempesta, ma dopo quella più niente.
"Siamo naufragati, bianco idiota, la mia barca si è distrutta in quella tempesta, tu stavi annegando, io ti ho salvato, tu svenuto tre volte, io baciato due" Dice riassumendo mentre io contorco il naso all'idea delle sue labbra sulle mie per due volte per poi toccare la sabbia e osservare i granelli bianchi scivolare tra le mie dita.
"E dove siamo?" Chiedo ancora e Hihu guarda alle sue spalle prima di alzare gli occhi al cielo e alzare le braccia per mostrarmi attorno a me.
"Benvenuto a Nui Ka Nalu" Dice con un finto tono felice ed esaltato per poi abbassare di scatto le braccia e sbuffare mentre io incredulo mi guardo attorno, questa è Nui Ka Nalu? L'isola bioluminescente? Ci sono davvero arrivato? Vivo per di più?
Aspetta... e ora?
"Hihu, e ora che facciamo? Non possiamo chiamare qualcuno per farci venire a prendere?" Chiedo io preoccupato di poter rimanere bloccato su quest'isola insieme ad uno svitato come Hihu per poi finire a lottare uno contro l'altro per la sopravvivenza e per poi finire con il parlare con delle noci di cocco.
"Giusto, ora io chiamare aiuto" Dice battendosi una mano sulla fronte ed io sorrido sollevato mentre lo guardo alzarsi in piedi afferrando a pochi metri da noi un legnetto cominciando a fingere di premere tasti immaginari facendo dei suoni elettronici con la bocca per poi portarsi il legnetto all'orecchio sinistro rimanendo qualche istante in silenzio.
"Pronto? Parlare con aiuti? Salve, io essere Hihu, io e bianco idiota che credere di poter chiamare soccorsi da un isola senza corrente e lontana miglia e miglia di civiltà, ci troviamo su isola sperduta di cui nessuno ha coordinate, potere voi inviare aiuto? Sì, e anche due modelle e per me un hamburger, bianco idiota volere qualcosa?" Chiede mettendo una mano sulla finto microfono del telefono mentre io lo guardo male per la sua ironia.
"No, bianco idiota, essere dieta, per lui niente" Dice ed io alzo gli occhi al cielo frustrato prima di portarmi le mani trai capelli e tirarli volendoli strappare per il nervoso.
Sono bloccato su una fottuta isola sconosciuta al mondo, eccetto per poche e rare persone, senza telefono, senza una barca e senza un modo per tornare a casa.
E tutto ciò per una stupida tesi.
L'ho sempre detto che la scuola uccide.
"Siamo fottuti" Dico io mormorando e parlando la solo mentre mi continuo a mettere le mani in faccia nel tentativo di svegliarmi da questo incubo orribile.
"Moriremo su questa fottuta isola, isola dove non ci vive nessuno, dove nessuno può sentirci, moriremo di fame o di sete o peggio ancora arriveranno delle bestie fameliche a ucciderci o no, peggio, tu mi ucciderai per mangiarmi" Dico disperato prima di guardarmi le braccia e lamentarmi.
"Tu scambierai queste braccia per delle braccia paffute e ricorderai il sapore delle coscia di pollo per poi uccidermi farmi a pezzi, condirmi con un po' di sale a mangiarmi allegramen... Hihu?" Mi blocco nel momento in cui alzo lo sguardo in cerca dell'uomo ma rimango stupito nel non trovarlo.
"Io essere vegetariano, bianco idiota" Dice una voce alle mie spalle, mi volto di scatto notando Hihu dirigersi a passi sicuri verso la foresta, spalanco gli occhi prima di correre verso di lui e afferrargli la gamba ancorandomi ad essa come un bambino di tre anni terrorizzato, gli occhi di Hihu si posano su di me annoiati nel momento in cui non riesce più a camminare per il mio peso.
"Cosa stai facendo? Vuoi lasciarmi solo qui? Vuoi andare a suicidarti? Che fai?" Urlo preoccupato e Hihu alza gli occhi al cielo prima di indicarmi la foresta.
"Noi necessitare fuoco per notte e rifugio in cui dormire al sicuro da animali, io andare a cercare cibo legno e rifugio, tu restare qui" Dice cercando di liberarsi la gamba dalla mia presa ma io continuo a tenermi a lui con tenacia.
"Vuoi lasciarmi qui da solo?" Chiedo incredulo e lui alza le spalle.
"Sì" Dice secco cercando ancora una volta di liberarsi ma io faccio resistenza.
"No, no, no non voglio rimanere solo e morire solo, io vengo con te" Dico convinto e lui mi guarda non troppo sicuro prima di alzare gli occhi al cielo.
"Tu essere stupido bianco debole, tu potere essere sbranato da maiale" Risponde ed io spalanco gli occhi.
"Proteggimi" Lo supplico continuando a tenere stretto il suo polpaccio.
"Senti brutto idiota pallid..." Prima che possa finire il suo insulto una specie di suono simile a quello di un corno lo interrompe facendolo bloccare immediatamente e facendolo voltare come me completamente verso la foresta mentre ascoltiamo il suono profondo e ben udibile pur se a distanza.
"Q-questo è un richiamo umano?" Chiedo incredulo e Hihu guarda la foresta preoccupato prima di annuire, io sorrido incredulo prima di alzarmi in piedi di scatto lasciando il piede dell'uomo e correndo verso la foresta.
"Ci sono umani, ci salveranno, mi riporteranno a casa..." Corro verso la foresta pronto per chiedere aiuto ai cordiali abitanti dell'isola ma prima che possa farlo Hihu mi afferra per la maglietta tirandomi bruscamente indietro con le sue braccia muscolose per poi farmi cenno di tacere.
"Bianco idiota, questi no essere persone civili, questi essere indigeni" Dice ed io rimango qualche istante in silenzio.
"Sono pericolosi?" Chiedo sperando che non siano come la tribù Sentinelese che vive in un isola nell'oceano indiano e che uccide ogni tipo di visitatore che cerca di avvicinarsi all'isola.
"Io non volere scoprire" Dice Hihu prima di oltrepassarmi e cominciare a camminare nella foresta fitta e verde.
"Dove stai andando?" Chiedo sussurrando e urlando allo stesso tempo, sì, ossimoro, ho già detto che ero bravo anche in letteratura?
"Tuo culo pallido e mio culo bruciato ancora necessitare cibo e rifugio" Dice Hihu prendendo da terra un ramo leggermente appuntito prima di addentrarsi nella foresta.
"Mio culo pallido non vuole morire" Dico spaventato prima di inseguire l'uomo conosciuto neanche due giorni fa al cui ora sto affidando la mia intera vita.
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Quando avevo diciotto anni e mi sono diplomato con il massimo dei voti e la lode, davanti a me si sono aperti tre grandi portoni, ovvero tre grandi università australiana che erano più che felici di accogliermi come studente meritevole, c'era giurisprudenza, medicina e economia, tre delle più prestigiose facoltà, dove al 78% ne esci come ricco o me persona economicamente agiata.
Ma, detto onestamente, a me quelle cose facevano schifo.
Io sin da piccolo sognavo di perdermi in foreste con il mio cappello da esploratore, di studiare le piante come spesso facevo nel mio giardino incontrando più volte la maledetta ortica, il mio sogno era studiare la vegetazione e tutto quello che la riguarda.
Ed è per questo che quattro anni fa ho chiuso tutte le tre porte, ho detto ciao a giurisprudenza, bye bye a medicina e Sayonara ai numeri di economia per abbracciare con gioia la quasi sconosciuta laurea in ecologia e conservazione della natura.
Ma ora mi pento di ogni fottuta scelta che quel cretino di quattro anni fa ha fatto.
"Ma io dovevo fare giurisprudenza, a quest'ora sarei al sicuro seduto su una comoda sedia in pelle a trascrivere verbali scritti malissimo da un vecchio notaio mentre apprendo il mestiere pronto per essere ricoperto di soldi" Dico tenendo sempre un tono di voce non troppo alto mentre seguo nella foresta tutta uguale e fitta Hihu il quale neanche mi ascolta mentre si fa strada tra la fitta vegetazione.
"O medicina, ora sarei nel mezzo di un'operazione importante mentre cerco di salvare un paziente con dei calcoli grandi come polpette, certo, mi farebbe schifo il sangue, ma tutto è meglio di questo, giusto?" Dico indicando attorno notando attorno a me una grande vastità di colori e fiori dati dagli Hibiscus e gli Ylang-Ylang fiori con una forte essenza dolce usata molto per i profumi e tipici di queste isole.
"Perché tu non stare zitto?" Chiede Hihu voltandosi per qualche istante verso di me mentre io sbuffo seguendolo facendo attenzione a non cadere sulle radici presenti sul terreno date dagli alberi del pane attorno a noi, anche denominato artocarpus, ma chiamato del pane per il sapore dei suoi frutti usato dalle popolazioni della Polinesia come vero e proprio carboidrato, sono piante monoiche e tipicamente di genere legnoso con la caratteristica di avere foglie grandi, ovali o lobate ma questo dipende molto dalla specie....
"Tacere tu culo pallido"Dice Hihu colpendomi leggermente con il bastone facendomi rendere conto solo ora di aver fatto la mia riflessione sulla pianta a voce alta.
"Sto solo cercando di mantenere attiva la conversazione visto che le uniche cose che dici tu sono; tu stare zitto, tu andare più veloce, culo pallido, io invece sto cercando di portare la conversazione ad un livello intellettuale..." Inizio ma Hihu spalanca gli occhi voltandosi dietro di se mentre io lo guardo male.
"Ah, ora mi ignori anche?" Chiedo offeso ma l'uomo mi poggia una mano sulle labbra facendomi tacere e assaggiare il sapore salato del suo palmo.
"Sentire?" Chiede ed io confuso mi metto in ascolto.
"Cosa? Io sento solo tanti uccelli starnazzare" Dico scocciato e lui annuisce.
"Esatto" Dice per poi alzare lo sguardo e indicarmi gli alberi fitti vivi e in frutto con tanti tipi diversi di uccelli tropicali e colorati.
"Tu essere scienziato, tu capire cosa questo vuole dire" Dice lui ed io confuso alzo le spalle guardando gli uccelli e le piante più fitte rispetto a prima e anche più rigogliose.
"C'è una varietà di uccelli tropicali e una vegetazione più rigogliosa rispetto prima probabilmente data dalla vicinanza da una risorsa di acqua" Dico constatando l'ovvietà e Hihu sorride.
"Esatto, culo pallido, noi avere trovato, acqua" Dice sorridendo prima di continuare a camminare con un passo più spedito rispetto a prima ed io sorrido leggermente seguendolo, okay, forse saremo bloccati in quest'isola, ma almeno non moriremo di sete.
"Sentire? Questa essere cascata" Dice Hihu battendo le mani esaltato ed io annuisco felice continuandolo a seguire mentre seguiamo il rumore forte dell'acqua mentre si infrange su altra acqua con violenza.
"Pensavo che sentire una donna gemere il proprio nome fosse uno dei suoni migliori al mondo ma ho cambiato idea ora credo che questo sia il mio suono preferito" Dico esaltato ed Hihu si blocca prima di guardarmi disgustato.
"Tu avere rovinato momento" Dice secco facendomi smontare tutto il mio entusiasmo.
Continuiamo a camminare in silenzio per altri tre minuti prima che Hihu mi appoggi il bastone sul petto facendomi fermare ed alzare lo sguardo Dale radici che stavo studiando sul terreno ed indicarmi proprio davanti a me, illuminata dalla luce tendente al rosso del tramonto, in tutta la sua bellezza e purezza, una cascata.
Non è molto alta, sarà forse cinque metri ma la corrente d'acqua sembra essere molto forte e a giudicare dalla conformazione dell'isola potrei scommetterci le palle che la fonte di quest'acqua viene dal vulcano.
"Oh mio Dio, è acqua vulcanica, pura, appena sgorgata e filtrata dalla roccia, senza contaminazione dalle piogge acide o dall'inquinamento, bello mio, questa è praticamente acqua Fiji, ma gratis" Dico io esaltato e Hihu si limita ad alzar egli occhi al cielo prima di spostare il bastone dal mio petto e lasciarmi avvicinare alla pozza d'acqua in mezzo alla natura.
Lentamente ed ancora incredulo per lo spettacolo che ho davanti mi inginocchio sui sassi che fanno da sponda della piccola oasi e prendo un po' d'acqua con le mani prima di berne tre grandi sorsi sentendo il sollievo dell'acqua fresca giungere nella mia gola lasciata arida da almeno un giorno intero.
Mi passo una mano sulle labbra bagnate assaporando ancora la bontà di quest'acqua limpida e priva di batteri per poi voltarmi verso Hihu sorridendo esaltato.
"Hihu, vieni qui e bevi da questa fonte pura e vergine" Dico porgendogli le mie mani ma Hihu mi guarda incerto per poi spostare lo sguardo alla nostra sinistra spalancando gli occhi e con uno stato afferrarmi per la maglietta e tirarmi indietro nascondendoci nella vegetazione fitta.
"Ma che cosa fa...Oh cazzo" Dico nel momento in cui i miei occhi si posano sul motivo dello scatto di Hihu, incredulo osservo i due indigeni, alti come armadi e muscolosi mentre si avvicinano alla fonte, incredulo osservo i loro tatuaggi neri sulle loro braccia e sui loro visi, forse necessari per indicare il grado nella catena sociale della tribù, i mie occhi si posano poi sui loro costumi, indossano una stoffa rossa attorno alla vita, sono a piedi nudi e sul capo portano un cappello formato di piume rosse ed arancioni e proprio tra le loro mani, anche esse tatuate, tengono strette delle lance.
"Indigeni" Dice sottovoce Hihu mentre osserva i due i quali si guardano attorno ed io annuisco.
"Probabilmente sono venuti a bere dalla fonte limpida" Dico io costatando l'ovvio ma rimango a bocca aperta nel momento in cui i due si alzano la stoffa rossa usata come mutanda e rilasciano i loro liquidi corporei proprio nella pozza da cui io ho bevuto.
"Idiota bianco, quella no essere fonte, quello essere cesso" Dice divertito Hihu mentre io schifato sento la necessità di lavarmi le interiora con la candeggina, ho bevuto pipì di indigeni.
Mentre continuo a pulirmi la lingua con le mani sperando quasi di poter rimuovere le tracce di urina umana dal mio corpo, Hihu continua ad osservare i due mentre parlano una lingua formata da versi quasi incomprensibili a noi, o meglio a me, ma essendo sincero neanche sto prestando attenzione a loro, ho della fottuta urina umana sulla lingua.
"Bianco idiota, guarda" Dice Hihu colpendomi leggermente ed io lo guardo male.
"Non ho intenzione di guardare i loro peni tatuati di nuovo" Dico scorbutico e sussurrando temendo possano sentirci e Hihu alza gli occhi al cielo prima di prendermi per i capelli e farmi girare la testa verso di loro guardandoli mentre si avvicinano ad una zona verde formata da arbusti che non saprei distinguere, non li ho mai visti di quelle dimensioni.
"Pescatori" Dice sussurrando Hihu ed io lo guardo confuso, come fa a sapere che sono pescatori? Li capisce? Hanno del pesce? Io ho visto due grandi pesci ma di certo non avevano branchie e pinne.
"I tatuaggi, essere tatuaggi di pescatore" Dice indicandomi le onde presenti sui loro colli ed io annuisco per poi osservarli mentre si avvicinano agli arbusti continuando a parlare, forse per via della forma potrebbe essere un bartlettina sordida anche chiamato asteraceae, ma non sembra avere i tipici colori rossastri dell'arbusto in questione e soprattutto non siamo in Messico, paese origine per questo arbusto.
Continuo a chiedermi che razza di piante siano finché i due pescatori afferrano l'arbusto tirandolo e rivelandomi che quello che io pensavo un arbusto tropicale messicano, altro non è che una rete di liane e foglie che hanno creato una specie di coperta mimetica.
"Barca" Sussurra Hihu indicandomi quello che viene rivelato dai due, ora, vorrei prendere una pausa da questo racconto per descrivere quello che quest'uomo ha appena osato definire barca, non so nel suo paese, ma nel mio, una barca è un mezzo di trasporto in grado di stare a galla e navigare in acqua, quello, che io preferisco chiamare tronco scavato con buchi, non è una barca, quello, è un modo per morire definitivamente.
"Waiho i konei" Dice uno di loro prima di lasciare le lance dentro al barca, anche dette ramoscello instabile, e ricoprire il tutto con la stessa coperta per poi tornare da dove sono venuti.
"Io su quella cosa non ci salgo" Dico sussurrando e Hihu mi guarda male.
"Quella essere nostra unica salvezza" Dice puntandomi il dito contro ed io scuoto la testa.
"No quello essere suicidio" Dico io imitando il suo accento e lui sbuffo.
"No"
"Si"
"No"
"SI"
Alzo la voce e Hihu spalanca gli occhi per il mio tono alto perfettamente udibile di due indigeni ancora troppo vicini a noi, di scatto entrambi ci acquattiamo dietro la felce che ci fa da nascondiglio, pregando ogni santo affinché i due pescatori non mi abbiano sentito.
Lentamente mi sporgo verso gli indigeni per vedere se si sono accorti e li noto entrambi voltati nella nostra direzione con uno sguardo in allerta e le mani appoggiate ai loro coltelli che tengono in vita.
"Konei hei noho i tetahi (c'è qualcosa)" Dice quello più alto guardandosi attorno ad io mi mordo il labbro chiudendo gli occhi e cominciando a pregare che non ci vedano, sento i loro piedi affondare nella terra bagnata vicino a noi e i loro respiri pesanti sempre meno distanti mentre ci cercano, ed io continuo a pregare.
Dio porta il mio culo pallido a casa e io giuro che ogni domenica all'offertorio do tre dollari.
"He mea rereke i konei ( qui c'è qualcosa di strano)" Dice uno di loro avvicinandosi con la mano all'arbusto che ci sta coprendo ed io sento il mio cuore battere all'impazzata, sto per morire per mano di un indigeno, ci troveranno e ci faranno a pezzi per poi mangiarci in salamoia...
Prima che possa cominciare a pensare al mio tipo di cottura il suono del corno che abbiamo sentito prima fa alzare la testa di scatto ai due indigeni.
"Uh Kia rite te kai (Uh la cena è pronta)" Dice uno di loro sorridendo all'altro il quale rinuncia all'avvicinarsi al nostro arbusto per poi voltarsi verso l'amico.
"Te ti'aturi nei au e kore i tunu i to hugna-hunga (spero non abbia cucinato tua suocera)" Conclude l'altro ridendo per poi tornare sulla loro strada ed io sospiro di sollievo sentendo il mio cuore tornare ad un battito normale.
"Uh noi essere salvi, io avere paura solo di due cose" Dice Hihu sospirando come me ed io lo osservo.
"Morire e vesp..." L'uomo nn fa in tempo a concludere la sua frase che una vespa si avvicina a noi attirata dai fiori dell'arbusto che ci nasconde, osservo Hihu mentre spalanca gli occhi e non faccio in tempo a bloccarlo che l'uomo esala un forte urlo femminile e per niente virile alzandosi in piedi nel tentativo di scappare dall'innocuo animale.
"Hihu ora ci trov..." Sussurro ma non faccio in tempo a finire che una lama fredda ed appuntita si appoggia al mio collo facendomi paralizzare mentre guardo un'altro indigeno puntare una lancia sul collo di Hihu bloccandoci entrambi mentre i ci scrutano con fare minaccioso.
"Uccidete prima culo bianco"
Hey Everybody
Che ne dite? Fa schifo? Non vi piace? Confusi? Fa ridere? Fa pena? Vabbè tanto non la smetterò di scrivere perché mi piace.
Tenete duro amici, le avventure di Ashton Irwin neanche sono iniziate, in più tenetevi pronti per quello che succederà, spero vi piacciano i fantasy.
Perché io ne vado matta.
Twitter/Instagram; rebeccaneedfood
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