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Magic Kaito

Non solo mi ero fatto prendere in giro da un mago che aveva rubato in tutto e per tutto il mio favoloso stile e il mio fascino, adesso quell'idiota di Aoko aveva avuto pure la geniale idea di creare un club per catturarmi, o meglio, per catturare Kaito Kid. Non potete neanche immaginare quanto mi saltassero i nervi nel vedere il sorrisetto supponente di quell'arrogante di Hakuba e lo sguardo malizioso di quella svitata di Akako. Sarebbero stati veramente una bella coppietta: un detective improvvisato e una convinta di essere una strega; avrebbero persino avuto un'alta probabilità di essere incoronati re e reginetta alla festa di carnevale di mio cugino di cinque anni con quei costumi ridicoli che si ostinavano a indossare, posso immaginare la scena: 'E i vincitori di quest'anno sono: lo Sherlock Holmes dei poveri e la strega mezza nuda!' Già, sarebbe andata sicuramente così.

Diciamo che avrei molto da ridire sul piano ideato da Aoko per acciuffarmi, la sua tesi faceva acqua da tutte le parti e dovetti sforzarmi per tenere i miei pensieri per me. "Hakuba è un grande detective e ha già dato a quel ladro del filo da torcere, indagherà su di lui e anticiperà tutte le sue mosse" Come se non ci avesse già provato una ventina di volte. Sul serio, quando si arrenderà al fatto che non è alla mia altezza e tornerà finalmente in Inghilterra? Ultimamente ci sono abbastanza detective in Giappone e la cosa non mi aiuta. "E Akako è bellissima, potrebbe sedurre Kid" Vi prego, non fatemi commentare una simile affermazione...e quella maledetta ha avuto pure il coraggio di rispondere: "Sarebbe un gioco da ragazzi" Nei suoi sogni forse! Ma per favore che non ci sta credendo neanche lei, e in caso contrario le consiglierei un bravo psicologo...ok, effettivamente glielo consiglierei in ogni caso. "Io invece potrei ottenere informazioni su Kid da mio padre!" Sarebbe un'ottima mossa, se solo non facessi esattamente la stessa cosa per essere al corrente dei sistemi di sicurezza adottati per i miei furti. Per quanto ridicola fosse questa squadretta di esaltati sarebbero sicuramente risultati fastidiosi, soprattutto considerando il fatto che, non so come, quei due ingaggiati dalla mia amica avevano scoperto il mio segreto nonostante io continui a negare. Meglio togliersi questa seccatura di dosso al più presto: "Sei un'idiota? Credi davvero di poter catturare Kaito Kid in questo modo?"

"Io invece credo che sia una splendida idea. Soprattutto la parte che riguarda te" serrai i denti. Davvero Hakuba? Te la vuoi davvero giocare così? Spero ci siano gironi all'inferno per quelli com- "Tu sarai incaricato di analizzare i trucchi di Kid e renderli inefficaci" Mentre io avrei tanto voluto sbattere ripetutamente la testa sul bancone quei due maledetti ebbero la faccia tosta di ridacchiare. Non ho idea di che espressione avesse assunto il mio volto mentre Aoko parlava, sperai solo di aver mantenuto un briciolo della mia poker face. Cercai di ricomporre quei pochi pezzettini rimasti quel tanto che bastava per farmi uscire da quella situazione imbarazzante: "Scordatelo, perché dovrei entrare nel tuo club?"

"Non essere cos' altezzoso. Solo perché sei un po' bravo a fare trucchi di magia!"

"Un po'?!" Scusate, ma qui me la prendo sul personale: "Come osi sfidare il grande Kaito Kuroba in questo modo?"

"Beh, non ha mica catturato Kid, giusto?" Akako e Hakuba sussultarono per l'improvvisa piega che aveva preso la conversazione e il povero nonnino dovette usare una decina di fazzoletti per asciugarsi il sudore dalla fronte. Il tutto stava degenerando: "Cosa?! Se facessi sul serio... se facessi sul serio..." dalla sfida con Corbeau non mi ero ancora tolto dalla testa mio padre, l'idea che mio padre fosse ancora vivo o semplicemente l'idea che ci fosse qualcosa sul suo conto di cui non ero al corrente. Il solo pensare a lui mi riempì di nostalgia, felicità e motivazione: "Se facessi sul serio diventerei un Kaito Kid in grado di superare Kaito Kid stesso" Aoko mi guardò confusa mentre i due dietro di lei sembravano essere in imbarazzo per me credendo di sapere tutto e pensando che avessi detto una frase insensata. Non hanno capito e non devono capire. Quella era una promessa, non so dirvi se a me o a mio padre, ma avrei tenuto fede al mio giuramento. E mi sarebbe servito un aiuto per mantenerla.

Mi ritrovai a rigirare la matita tra le mani durante la lezione di matematica. Non so cosa sia successo esattamente nel periodo tra la mia chiacchierata con Aoko e il presente, fatto sta che rimangono comunque almeno quattordici ore di cui non ho memoria. Sto iniziando a pensare che prendo le sfide troppo seriamente, e non perché quando il vecchio Suzuki mi avverte di essere in possesso di un gioiello alle 16.02 io sono già pronto a rubarlo alle 16.05, più che altro perché da quando mi ero ripromesso di venire a capo del mistero di mio padre la sera prima non avevo pensato ad altro. E se durante la mia trance Aoko mi avesse fatto mangiare del pesce?! Improvvisamente non ero più così sicuro di voler indagare.

Almeno durante il mio lungo periodo di riflessione ero arrivato a una conclusione. L'unico con le capacità per scoprire qualcosa su mio padre e che non mi avrebbe creato troppi problemi con domande e spiegazioni era il detective in mignatura. Almeno non mi avrebbe irritato il fatto di chiedergli aiuto e non me lo avrebbe fatto pesare ad ogni nostro incontro come probabilmente farebbe quell'arrogante di Hakuba...almeno non così tanto. Non che ce ne sarebbe voluto bisogno, ma ad ogni evenienza avrei potuto fare leva sulla sua curiosità; non avrebbe mai rifiutato un caso del genere e io avrei ottenuto il servizio di uno dei detective più in gamba del Giappone a costo zero. Rimaneva solo un problema, e cioè come contattarlo.

Non potevo di certo fermarlo per strada visto che sta sempre con i suoi amichetti delle elementari o con quella che teoricamente non è la sua ragazza ma che in pratica lo è, e se si trova da solo solitamente sta sfrecciando a 1412 kilometri all'ora su una tavoletta di legno con le ruote per impedire qualche sterminio di massa. L'alternativa era spedirgli un messaggio, ma non potevo rischiare che venisse intercettato e aspettarlo a casa di quel dottore pazzo era fuori questione, non volevo mettere in pericolo più persone del necessario....non che non mi importasse della salvezza del detective, ma da quel poco che ho visto credo che sia immischiato con organizzazioni peggiori della mia.

Per una volta la voce acuta di Akako che mi perforava le orecchie non fu una brutta cosa "Allora kaito, cosa pensi di fare sta volta?" si stava avvicinando pericolosamente a me con un tono che non mi convinceva: "Seguire la lezione di matematica?" solitamente le avrei dato una risposta del genere per fare il finto tonto ed evadere le sue insistenti domande su Kid, ma stavolta non sapevo davvero a cosa si riferisse e a quanto pare ero l'unico a non esserne al corrente: "Ma come, ne parla tutta Tokyo. Sai, il fatto che tu non abbia sentito parlare della sfida che il vecchio Suzuki ha lanciato a Kid ti rende piuttosto sospetto" come al solito Hakuba stava prendendo un granchio, vorrei dire che non voglio mostrarmi interessato alla questione per non far saltare la mia copertura, ma quei due mi stavano decisamente sopravvalutando. Quanto tempo avrebbero impiegato a capire che non stavo recitando in modo da smettere di dire mezze frasi e darmi qualche informazione utile? "Oh, come al solito Kaito! Fammi indovinare, ti sei svegliato tardi un'altra volta. E non inventare scuse, se tu ti fossi alzato a un orario decente avresti sicuramente assistito all'intervista di Suzuki al telegiornale" Aoko sbattè i libri sul banco davanti al mio, evidentemente infastidita dal fatto che non prendessi sul serio il mio ruolo da cacciatore di ladri. Almeno ora sapevo come avessi fatto a non venire a conoscenza della notizia, dopotutto non mi ricordo neanche di aver vissuto in quell'intervallo di tempo, figuratevi se mi è rimasta impressa una cosa come il telegiornale.

Non che i miei compagni mi avessero dato molto materiale su cui lavorare, ma mi avevano riferito abbastanza. Suzuki voleva che rubassi un gioiello, la nipote avrebbe portato sicuramente la sua amica e con la sua amica.......lui sarebbe stato lì.

Pistola? C'è. Carte? Presenti. Piano super geniale? C'è bisogno di chiedere? Liceale trasformato in marmocchio con cui mi diverto troppo a giocare a gatto e topo? Mi girai intorno scrutando la folla finchè individuai un paio di occhiali e un papillon inconfondibile...già, purtroppo nel pacchetto erano comprese anche le scarpe potenziate, ma non potei fare niente se non pregare di non prendermi una pallonata nel didietro.

"Ti ho scoperto imbroglione da quattro soldi!" saltai letteralmente dalla paura lanciando anche qualche urletto poco virile su cui possiamo semplicemente sorvolare. Mi voltai lentamente aspettandomi di trovare un'intera squadra di polizia pronta ad assalirmi, ma fortunatamente (per modo di dire) era soltanto Aoko: "Lo sapevo! Hai fatto tante storie per venire con noi stasera per catturare kid perché vuoi prenderti tutto il merito. Come se un semplice liceale potesse riuscire dove mio padre ha fallito". Ma perché, lei cosa credeva di essere? Guardai dietro di lei e non potei fare a meno di constatare che aveva portato con se quel pallone gonfiato di un detective: "Oh per favore, non venire a fare la morale a me. Neanche Akako è venuta o sbaglio?"

"Ti sbagli, infatti sono proprio dietro di te" sentii una risata acuta che mi fece venire la pelle d'oca. A giudicare dalla voce era fin troppo vicino a me per i miei gusti quindi mi girai pronto ad allontanarla. Non ero ancora pronto a una cosa del genere: "Ma che diamine ti sei messa?!" Indossava un vestito che avrebbe potuto fare invidia a quello da strega per assenza di tessuto. Andai letteralmente in crisi. Dentro di me combattevano il mio istinto da uomo e i miei principi morali, ma fortunatamente vinsero quest'ultimi e distolsi velocemente lo sguardo. Visto che Akako non avrebbe dato una risposta alla mia domanda mi rivolsi ad Aoko che ebbe il coraggio di affermare con tutta la convinzione del mondo: "Non è geniale? Con un look del genere Kaito kid non potrà non distrarsi, ed è lì che agiremo" Sbattè il pugno sul palmo della mano mentre guardava in alto con determinazione. Sarebbe stato difficile sbarazzarsi di quelle palle al piede e non potevo neanche inventarmi qualche bugia perché, dopo quello a cui avevo appena assistito, ero rimasto senza parole. Ripensandoci, non ero l'unico a non parlare, non avevo ancora sentito qualche frecciatina da Hakuba e la cosa era strana. Studiai il ragazzo e intuii subito il motivo. Mi concessi il lusso di compiacermene per qualche secondo e poi diedi inizio allo show: "Oh Hakuba, ma tu stai sanguinando dal naso! Sei sicuro di sentirti bene? Vuoi un fazzoletto?" In questo modo portai immediatamente l'attenzione del gruppo su di lui che non potè fare a meno di diventare dello stesso colore del suo sangue. Era soddisfacente vedere una persona solitamente così sicura di sé cercare in tutti i modi di non incrociare lo sguardo di qualcuno. Akako si mise a ridacchiare come al solito auto-lodandosi della sua bellezza (no seriamente, l'unico scopo della sua vita è quello) mentre quella povera ingenua di Aoko girava preoccupata attorno al ragazzo chiedendogli se avesse bisogno di aiuto. A malincuore dovetti lasciare quella bellissima visione, avevo cose più importanti a cui pensare, ma almeno avevo constatato che persino certa gente può risultare utile....avvolte.

Sono abbastanza sicuro di aver creato un nuovo record: la persona con più inseguitori al mondo. Oltre alla polizia e all'ispettore Nakamori, dietro di me c'erano il marmocchio, il club anti-kid, i giornali e i miei innumerevoli fan; almeno mi ero lasciato gli ultimi due alle spalle salendo sul tetto dell'edificio. Vi risparmio le solite frasi clichè del tipo 'consegnati' 'non hai scampo' 'stavolta ti cattureremo' e passiamo subito a quando ho riconsegnato il gioiello all'uomo di mezza età con la giacca verde e i baffetti. Nel mio piano non avevo calcolato che l'ispettore fosse una schiappa negli sport quindi, quando glielo lanciai, cadde giù nel tentativo di afferrarlo. Perché non me ne preoccupai? Perché sicuramente la folla scalpitante lì sotto avrebbe attutito la caduta.

Finalmente arrivò il momento clou del mio piano e, per ogni evenienza, mi accertai che le telecamere mi stessero riprendendo a dovere. Finsi un paio di colpi di tosse per annunciare un imminente discorso e, come programmato, calò il silenzio.

"Sono mortificato in caso abbiate trovato la performance di questa sera un po' scialba, spero che il mio charm sia riuscito a compensare. In ogni caso c'è una spiegazione: il mio obbiettivo di oggi era recapitare un messaggio al mio peggior rivale. Come già ti dissi una volta noi due siamo uguali, ma diversi, proprio come il cielo e il mare; ma abbiamo un'altra cosa in comune, entrambi ci nascondiamo dietro una lente". Non potei fare a meno di lanciargli un sorriso complice durante un attimo di pausa drammatica: "Vieni domani nel luogo del nostro primo incontro; solitamente avrei detto qualcosa per invogliarti a farlo, ma trattandosi di te so per certo che verrai trascinato dalla tua curiosità. Grazie per essere venuti e un caloroso abbraccio ai miei fan dal ladro 1412. See you next illusion". Mi inchinai mentre il fumo mi avvolgeva, riuscii a scorgere con la coda dell'occhio lo sguardo sperduto del piccolo detective. Vederlo pietrificato sul posto dopo la mia esibizione ha qualcosa di soddisfacente.

Pov. Conan

"Quindi si può sapere cosa ci fai già qui di prima mattina?" Ah, Ai, dolce e gentile come sempre. "Non posso stare all'agenzia investigativa. Dopo l'annuncio di Kaito Kid tutti hanno pensato che si riferisse a me e i giornalisti hanno preso il quartiere di Beika sotto assedio, quindi me ne starò qui finchè non si saranno calmate le acque". Ai mi guardò torva, non che fosse una novità, ma avevo la sensazione di averla infastidita in qualche modo, quindi cercai di rassicurarla: "Non ti preoccupare, starò lontano dal tuo computer e non ficcherò il naso tra i tuoi esperimenti". Il suo sguardo cambiò da 'sei un idiota' a 'sei sempre un idiota, ma per un altro motivo'. "La gente pensa che quel ladro si riferisse a te perché si riferiva a te". Era un'ipotesi che avevo preso in considerazione, ma ripensandoci una seconda volta non avrebbe avuto senso: "No, non credo. Perché fare tutto quel teatrino? Sa dove abito e lo conosco abbastanza da sapere che ha approfittato della storia del bell tree express per salvare il mio numero dal cellulare che gli avevo prestato. Anche se così non fosse avrebbe potuto trovare un altro modo, che ne so, una colomba viaggiatrice per esempio". Ai si trattenne dallo sbattere la mano sulla fronte. Non leggo nel pensiero, ma se dovessi tirare a indovinare direi che stava pensando qualcosa del tipo 'ma io veramente sto affidando la mia vita a un idiota del genere?' Sì, diciamo che una delle parole che usava di più per descrivermi era 'idiota', seguita subito dopo da 'pervertito' e intervallata ogni tanto da 'irresponsabile' e 'spericolato'; anche se la maggior parte delle volte preferiva esprimersi con gesti significativi, e per gesti significativi intendo un ceffone dietro la testa...che amore di ragazza, vero?

"Forse ha intuito in quali guai ti sei cacciato e, a differenza di te, non prende certi pericoli sotto gamba" prese un sorso dalla sua tazza di tè: "Dovresti prendere esempio da lui".

"Se hai finito con le frecciatine vorrei invitarti a pensare a quello che hai appena detto, e cioè che dovrei comportarmi come un criminale". Lei alzò lo sguardo dalla sua colazione e sollevò un sopracciglio: "Devo veramente elencarti tutte le leggi che hai infranto per i tuoi 'nobili scopi'? Li preferisci in ordine alfabetico o cronologico?" Sospirai e mi arresi alla sua logica. Mollai il cacciavite che stavo usando per potenziare il mio skate sul tavolo e mi voltai verso di lei: "E va bene. Mettiamo che stesse parlando con me. Vuole che vada nel luogo del nostro primo incontro come Conan o come Shinichi? Se ha dovuto rendere il tutto così misterioso vuol dire che si tratta di una questione privata altrimenti me l'avrebbe detto ieri davanti a tutti e sicuramente si saranno già piazzati diversi ficcanaso alla base del City Hotel Haito quindi direi che quest'ipotesi è da scartare, così come la seconda; se mi presentassi nel luogo del suo primo incontro con Shinichi Kudo metterei in pericolo la mia identità segreta e non è così stupido. Morale della favola non sono io la persona che vuole incontrare". Mi rigirai verso il mio skateboard intento a rimettermi a lavoro e convinto di aver chiuso la conversazione quando Ai si mise a ridere sotto i baffi. "Cosa vorresti dire?" chiesi con voce abbastanza scocciata. "Oh niente, è solo che Kid ti ha chiesto un appuntamento e improvvisamente tutte le tue doti deduttive e di ragionamento si sono inibite". Mi sorrise come se sapessi cosa intendesse dire, ma, tra lei e Kid, stavo veramente iniziando a stancarmi dei giochetti: "Beh Einstein, se sei così intelligente e hai capito tutto perché non illumini anche me?" Solitamente i nostri ruoli erano invertiti e non mi piaceva affatto essere dalla parte di chi non sa le cose, e lei lo sapeva bene. Iniziò ad atteggiarsi da detective e ad assumere i comportamenti di quando devo svelare la soluzione di un caso, ma voglio tenere tutti sulle spine...solo in quel momento capii quanto potessi essere odioso. Fortunatamente alla fine sputò il rospo: "Rifletti Holmes. Se tutti sono convinti che Conan sia il peggior nemico di Kid, non c'è motivo per cui qualcuno dovrebbe aspettarvi alla torre dell'orologio. Quando non vi vedranno da nessuna parte arriveranno alla conclusione che la persona misteriosa non fossi tu e se ne torneranno a casa delusi. Inoltre anche se qualche passante dovesse trovarsi alla torre dubito che quel ladro verrà vestito come suo solito, sono sicura che cercherà di attirare il meno possibile l'attenzione. Ora l'unica cosa che ci rimane da capire è l'orario dell'incontro" Si mise una mano sotto al mento pensierosa, ma non le avrei lasciato la soddisfazione di battermi così facilmente nella risoluzione di un mistero: "Quello non sarà un problema, l'ho capito appena ha finito di esporre il suo indovinello. Non avrai veramente creduto di potermi sorpassare così facilmente, giusto?" Mi stravaccai innocentemente sullo schienale della sedia aspettando una sua reazione. Come se non sapessi già che si sarebbe irritata.

"E saresti così magnanimo, da spiegarlo anche a noi comuni mortali". Il tono era calmo, ma potevo sentire il digrigno dei denti serrati e la mia pelle che iniziava a rabbrividire a causa dell'aura sinistra che sentivo crearsi intorno a me. Sudai freddo e mi scappò una risata nervosa: "M-ma certo che te lo spiego, ma non preoccuparti, sono sicuro che tra un paio di secondi ci saresti arrivata anche tu; dopotutto sei una delle persone più intelligenti che conosca". Incrociai le dita e sperai che questo l'avesse placata un minimo: "Se ci pensi attentamente ricorderai l'ultima frase che ha detto. Si è presentato con il nome affibbiatogli dalla polizia, cosa mai successa prima. Questo suo improvviso cambiamento ha una spiegazione semplice: ore 14, minuti 12".

Pov. Kaito

Sembrava quasi che parlare con me di qualcosa che non capisco stesse diventando un'abitudine, l'unica differenza rispetto al giorni prima è che purtroppo stavolta avevo una teoria. "Speriamo non ci diano troppi compiti per domani, giusto Kaito?" Lo guardai sospettoso: "Beh, io ci spero ogni giorno, perché per te è così importante oggi, Hakuba?" Non voleva davvero passare tutto il pomeriggio a setacciare la città per trovarmi, vero? "Certo, che stupido. Tu vorresti sicuramente passare la giornata sul divano a guardare la TV, dico bene? Al contrario di quel ladro tu non hai nessun impegno". Ed ecco che comparve quel suo sorrisetto da 'tu sai che io lo so perché sono troppo intelligente' stavo iniziando a chiedermi quando l'avrebbe sfoggiato. "Comunque, visto che tu non lo sai, io e la mia lente d'ingrandimento abbiamo un appuntamento molto importante". Si portò fieramente la lente davanti all'occhio. Non so perché, ma avevo la sensazione che mi stesse guardando come se avessi appena ammesso la sua superiorit- un momento; un'appuntamento, una lente...non penserà che-

La campanella suonò.

"Ci vediamo domani Kaito, a meno che non dovessimo incontrarci prima". Non ci voglio credere.

Mi stiracchiai distrattamente mentre passavo per il corridoio. L'incontro con Kudo era andato alla grande, nonostante poi avessi passato la notte a risvoltare ogni tasca dei vestiti per assicurarmi che non mi avesse messo qualche cimice addosso. Per essere stato un accordo tra 'peggior nemici' era stato abbastanza piacevole, tralasciando il fatto di aver un ago soporifero puntato costantemente in faccia, non che lo vedessi, ma ero sicuro che quel maledetto fosse pronto a lasciarmi il segno di una pallonata sul fondoschiena al primo movimento sbagliato. Dopo non poche spiegazioni aveva acconsentito a darmi una mano, in realtà prima ha cercato di convincermi a non fare più rapine in cambio, ma il mio fascino deve averlo sicuramente convinto. Inoltre mi aveva passato un contatto sicuro per comunicare, quindi non avrei più dovuto mettere in scena quel teatrino in caso avessi dovuto dargli qualche altra informazione...era un peccato.

La parte più divertente? Quando mi ha visto arrivare; a quanto pare non si aspettava che sarei comparso davvero, aveva una faccia così incredula che avrei voluto fargli una foto.

Ero a metà di una risata quando Akako mi piombò addosso. Aveva dei capelli da pazza (il che rispecchiava il suo vero io), delle occhiaie da spavento ed era evidentemente irritata per qualcosa. Mi sbraito contro per venti minuti buoni, venti minuti in cui io ero troppo impegnato a ignorarla e di cui riuscii a capire solo 'non ti sei presentato', 'qui tutta la notte', 'te la farò pagare' e bla bla bla. Ruotai gli occhi che andarono a finire sul suo banco. Sopra c'era una grossa sfera di cristallo; all'inizio non capii come mai se la fosse porta a scuola, poi il puzzle iniziò a formarsi nella mia testa e scoppiai a ridere. Non ci credo! Non ditemi che anche lei come Hakuba...a proposito di Hakuba, notai solo in quel momento che il suo banco era vuoto e rimasi ancora più incredulo. Non sarà davvero rimasto tutta la notte solo dio sa dove ad aspettarmi? Se prima stavo ridendo adesso avevo raggiunto livelli non ancora inventati dall'uomo. Quei due. Credevano veramente. Di essere. I miei peggior rivali?! Nonostante non stessi pensando ad alta voce, la mia mente pensò bene di spezzare le frasi per alternarle con le risate. Iniziò a farmi male la pancia e cercai di respirare, ma il solo pensiero di Hakuba accampato chissà dove e di Akako che interpreta la sua sfera come una lente...

Se solo non lo avessi visto a colazione avrei pensato che persino l'ispettore Nakamori si fosse sopravvalutato così tanto da autoproclamarsi il mio peggior rivale. Ah quante risate! Riuscii ad asciugarmi le lacrime e potei finalmente mettere a fuoco il mondo intorno a me, aspettate... "Dov'è Aoko?!"


E da allora Conan continuò a chiedersi come mai Kaito perdesse sempre, inspiegabilmente, il suo contatto.

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