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Capitolo XVIII: Un Altro Modo

Delle tenui luci giallognole si accesero per illuminare la stanza. Era una grande camera con pareti in mattoni, spoglia di qualsiasi oggetto inutile: vi era un letto, un comodino, un armadio ed un tavolo con delle sedie. Tutto abbastanza impolverato.
Il pesante passo dell'uomo si diresse verso il tavolo, e si fermò a sfogliare alcuni documenti, tra cui delle fotografie recenti di Hunter.
-Presto sarà tutto sistemato- disse, riponendo le foto sul tavolo.
Si diresse poi verso il bagno, sulla sua destra, aprì la porta fermandosi allo specchio per contemplare la sua immagine; o meglio, la nera maschera che copriva il suo volto.
Passò un dito sulla frattura che la percorreva nel centro.
-Presto tutto sarà sistemato- ripeté.

Susan si svegliò prima del solito. Ma non abbastanza presto per gli standard di Hunter.
Indossati un paio di pantaloncini comodi uscì dalla sua stanza, per andare a mangiare qualcosa e consultare, come suo solito, i libri che la ispiravano maggiormente dagli scaffali nella Sala della Saggezza.
Mentre attraversava la sala, appena uscita dalla dispensa con in mano una mela verde, notò con sorpresa che l'armadio di metallo nel lato nord era aperto, seppur ancora in penombra.
Stette qualche secondo immobile a pensare se andare a curiosare o no. Si guardò attorno, per accertarsi che Hunter non fosse nei paraggi e poi, con passo silente, si avviò verso l'enigmatico mobile. Si fermò a pochi passi da quello. Un brivido le percorse la schiena, facendole rizzare i peli sul collo.
Allungò timorosa la mano, mentre si avvicinava cautamente.
Una lingua di fumo denso come la pece le si avvinghiò al braccio. Nel momento in cui fu toccata si sentì contorcere le viscere, e i muscoli le cedettero sotto il suo peso. Respirava a stento e cercava di gridare, senza successo. Si sentiva come schiacciata da un enorme masso. La vista le cominciò ad offuscarsi, e temette di star per morire.
D'un tratto riaprì gli occhi, ma fu costretta a coprirsi il volto per la luce. Con l'altra mano tastò il suolo e notò che era stranamente soffice.
-C'è un motivo se ti ho proibito di curiosare nel lato nord- la voce proveniva dalla sua destra, e la riconobbe subito come quella di Hunter.
Susan tentò di pronunciare qualche parola, ma le girava la testa non appena ci provava.
Hunter sospirò -Tranquilla, passerà tra poco. Ma cerca di darmi più ascolto la prossima volta- disse alzandosi dalla sedia.
-C-Che... C-Cos...- cercò di chiedere a fatica.
-Che cos'era?- una magia di protezione contro gli "intrusi"- rispose con un sorriso sarcastico -È un entità demoniaca intrappolata nell'armadio e vincolata alla sola difesa dagli estranei-
-S-sarei morta?...-
-Oh, no... Solo se non fossi arrivato io...- rispose con un po' di imbarazzo.
Susan rise -Una frase che sentirò spesso immagino-
-È probabile...- poi si allontanò dalla camera.
Dopo un paio di minuti la ragazza si alzò dal letto, ancora un po' intontita, e raggiunse Hunter. Appena si fermò le brontolò violentemente lo stomaco.
-Accidenti che fame!-
-Lo credo bene, sei rimasta incosciente per quasi due giorni- commentò Hunter con indifferenza.
-Due giorni!?-
-Quasi due- corresse porgendole un piatto di spaghetti al ragù. Piatto che la ragazza divorò in brevissimo tempo.
Da un portale che si aprì nella sala uscì Alicia, che con il solito fare allegro porse ad Hunter una busta.
-Ringrazia le conoscenze di mio padre, ciao Susan-
-C-ciao!- rispose finendo di deglutire l'ultimo boccone di spaghetti.
Hunter aprì la busta ed estrasse un foglio con scritti nome, cognome e indirizzo di residenza dell'uomo. Finito di leggere ripose il contenuto nella busta, indossò il cappotto ed aprì un portale.
-Io vado a confermare le informazioni, voi state qui. Susan controlla che Alicia non faccia casino-
-Hey!- commentò Alicia.
-E tu signorina, dà una mano con gli allenamenti a Susan. Tornerò presto- e detto questo scomparve.
Le due ragazze si guardarono. Alicia alzò le spalle e si sedette su una poltrona.
-Chi sarebbe tuo padre?- chiese Susan.
-È un alto incaricato della politica, per cui conosce molta gente-
-Oh, capisco-
-Forza- disse alzandosi di scatto -allenamento!-

Hunter si ritrovò in un vicolo stretto e sporco, senza neanche una luce ad illuminarlo, e il sole sarebbe calato a momenti.
La casa di quell'uomo era situata nella periferia della città, e appena il ragazzo superò il muro alla sua sinistra, ne intravide l'edificio. Avvicinatosi all'ingresso evitando di farsi vedere dai passanti, con una serie di movimenti delle mani, bloccò il tempo per facilitare la missione.
Scassinò la serratura ed iniziò a cercare le informazioni necessarie.
Dopo circa una mezz'ora di ricerca, trovò un fascicolo, nel quale erano riportati alcuni luoghi di controllo dell'Ordine dell'Ombra. Infilò il fascicolo nella borsa e si diresse verso l'uscita, ma la porta si aprì di colpo.
"Ma che... L'incantesimo temporale è svanito?" pensò Hunter nascondendosi dietro un armadio "non è probabile che qualcuno lo abbia annullato, quindi..." l'uomo entrò nella stanza con fare guardingo "ci dev'essere uno squilibrio magico. Il che è anche peggio".
Una scheggia di ghiaccio si scagliò contro il ragazzo che prontamente la schivò, facendola infrangere contro la parete.
-Che cosa ci fai qui!?-
-Ho pensato sarebbe stato più facile così... Ora fatti da parte, è meglio-
-Come no!- rispose l'uomo proiettando altri dardi contro Hunter, che parò con facilità generando uno scudo di luce davanti a se.
Corse poi verso l'uomo e, evitando un pugno, lo fece svenire con un incantesimo. -Ti avevo avvertito- e sistematosi il bavero del cappotto fece ritorno a casa.
Comparendo nella Sala della Saggezza non degnò neanche di uno sguardo Susan e Alicia, che si stavano esercitando. Si diresse senza dire una parola nella sua stanza, si sedette sulla poltrona a pensare, girandosi tra le dita la sua moneta d'oro.
Dopo circa tre quarti d'ora qualcuno bussò alla porta della stanza e Hunter si limitò ad acconsentire l'ingresso.
-Tutto ok? Non ci hai neanche salutato...- chiese Susan.
-Sì sì.. Vai pure fuori a mangiare qualcosa se ti va-
-E Alicia?-
-Ha fatto la brava?-
-Si è comportata bene, è un insegnate niente male- rispose sorridendo.
Hunter si alzò dalla poltrona e ripose la moneta in tasca, e si avvicinò a Susan.
-Se volete uscite pure, io devo... Accertarmi di una cosa...-
-Va bene...- disse un po' dubbiosa -poi ci raggiungi?-
-Penso di sì, fatemi sapere dove andate-
-Allora a dopo Hunt- sorrise dubbiosa dileguandosi.

Poco dopo essersene andate, Hunter estrasse il suo orologio e lo appoggiò sul tavolo. L'unica cosa che si udiva nella stanza era il suo ticchettio.
Ripeté i movimenti con le mani per generare l'incantesimo che avrebbe alterato il tempo e, successivamente a questi, il rumore dell'orologio si placò. Ma dopo pochi secondi riprese normalmente.
-Non va affatto bene...-

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