Capitolo XV: L'intrusione
Il sole si stava levando alto nel cielo, e Susan non si era ancora svegliata.
Aveva passato metà della nottata a pensare sugli avvenimenti della sera precedente...
Hunter, sveglio ormai da alcune ore, decise che sarebbe stato opportuno metterla al corrente del fatto che era quasi l'una. Entrò cautamente nella stanza, trovando la sua protetta beatamente avvolta da un caldo piumone scarlatto. Si sedette al fianco di lei; lo faceva sempre sorridere vederla dormire, con quei suoi capelli sempre scompigliati.
Le toccò delicatamente la guancia, per svegliarla, ma dopo un paio di tentativi non ottenne alcun risultato, se non una smorfia di disapprovazione.
-Susan...?-
-Mmmh...-
-Buongiorno-
-C-che... Ore... Sono...??- chiese impacciata. Il ragazzo controllò l'orologio.
-Beh, diciamo che di norma una persona coscienziosa si sarebbe alzata almeno cinque ore fa- rispose.
Susan aprì pigramente un occhio, alla ricerca del suo interlocutore.
-H-Hunter!?- esordì allarmata, tirandosi su di scatto, e facendo quasi cadere Hunter dal letto.
-S-scusa!!...- disse poi sistemandosi imbarazzata la canottiera che usava come pigiama.
-Non preoccuparti. Piuttosto, la colazione, o meglio, il pranzo, è quasi pronto-
-Ok ok, adesso arrivo-
-Bene- Hunter si alzò ed uscì dalla camera, mentre Susan si rendeva per lo meno presentabile.
Pochi minuti dopo, la ragazza si palesò con abiti più sobri, ma sempre con i capelli tutti in aria, e sbadigliando molto apertamente. Dopo aver bevuto un bicchiere d'acqua per sciacquarsi la bocca, si sedette al tavolo.
-Che cosa mi hai fatto di buono?- chiese allegramente.
Hunter porse una ciotola di ceramica grigio fumo a Susan. Conteneva uno spezzatino di carne, affogato in un sugo di piselli, il tutto accompagnato da alcune fette di pane lievemente abbrustolite. La ragazza lo osservò con l'acquolina in bocca, e iniziò a divorare la portata.
-Vedo con piacere che hai fame- disse Hunter gustandosi il medesimo piatto.
-M-mmh- rispose lei, già arrivata a metà piatto.
Quando ebbe finito, Susan emise un sospiro di approvazione.
-Wow, era davvero squisito Hunt!-
-Ti ringrazio Sue. Quando ero più giovane adoravo questo piatto, e chiedevo sempre a mia madre di cucinarmelo. Dacché ho imparato a farlo da lei- aggiunse sorridendo.
-Allora ringrazio anche lei!- rispose con una dolce risatina.
-Bene, oggi è il giorno Susan-
-"Il giorno"... Ah, il furto-
-Già, ma non sarà un furto; sarà un prestito non richiesto- rispose Hunter.
-Forza, avvicinati che ti mostro il piano-
Hunter si alzò dal tavolo per prendere le cose necessarie ad illustrare i particolari della missione. Tornato a sedersi, pose la cartina e un altro paio di cose, di fronte alla ragazza.
-Noi entreremo da qui; non appena avrò aperto il cancello, tu raggiungerai questo punto dietro l'ingresso. Arrivata, posizionerai a terra questo- le mostrò un dischetto di ottone, con alcune incisioni argentate -si tratta di un "reindirizzatore di portali", l'ho creato io in questi giorni; non ho la certezza che non ci siano incantamenti per bloccare eventuali portali, per cui in caso di emergenza questo sarà la nostra via di fuga: praticamente utilizza la stessa magia dei portali, ma sfruttando una frequenza molto più bassa; quindi è estremamente complicato da bloccare... Il problema è che potrebbe essere un po' doloroso attraversarlo...-
-Un po' quanto?...- chiese Susan spaventata.
-... Sei mai stata colpita da una scarica elettrica di circa... 10.000V...?- rispose con un sorriso imbarazzato.
Susan non rispose, era paralizzata. Si limitò a guardarlo con uno sguardo terrorizzato.
-Non preoccuparti... Non è letale... E sarà solo per meno di un decimo di secondo... Al massimo ti girerà un po' la testa-
-... O-ok...-
-Comunque, posizionato il reindirizzatore, io entrerò e controllerò che non ci sia nessuno in casa-.
-Ricevuto capo. Quando si comincia?- chiese Susan.
-Alle 22:30-
-Allora abbiamo tempo-
Le successive ore trascorsero senza problemi e, finito di cenare, i due si appartarono nelle loro stanze per prepararsi all'imminente operazione.
Hunter non variò molto il suo abbigliamento: soprabito lungo nero, e vestiti grigi; Susan invece indossò tutto ciò che aveva di scuro: jeans e maglioncino.
Appena si teletrasportarono nei pressi del magazzino, notarono che stava nevicando abbondantemente, le strade erano coperte da un sottile strato biancastro.
-Hai preso il reindirizzatore?-
-Sì-
-La borsa?-
-Oh cavolo...!-
-Hai dimenticato la borsa?!- chiese Hunter con sguardo fulminante.
-Ahahah no, era uno scherzo!-
-Non vedo luci accese, potrebbe non esserci nessuno- disse sospirando.
Hunter aprì il cancello, e si spostarono sotto il portico dell'edificio.
Quando furono dentro, sfruttando le ombre, i due seguirono i loro compiti: la prima posizionando il reindirizzatore dietro l'ingresso, il secondo controllando la presenza di qualcuno.
Finito di fare ciò, Hunter e Susan raggiunsero la porta, aperta successivamente dal ragazzo.
-Siamo dentro- bisbigliò Susan.
-Sbrighiamoci, prima che qualcuno ci scopra- Hunter, usando la Vista, non rilevò altre auree magiche. L'edificio era sgombro.
I due iniziarono ad aggirarsi per lo stabile. Notarono come l'interno fosse abbastanza accogliente, con una cucina, un salotto ed un grande letto. Passò circa un'ora e mezzo, ma non trovarono nulla.
Improvvisamente la porta del magazzino si spalancò.
-Chi sei!?- chiese freddamente Hunter, con le mani avvolte dalle fiamme.
-No, tu chi diavolo sei?- rispose la figura facendosi avanti.
Si trattava di una ragazza, bionda e non molto alta, con una spada legata sulla schiena.
-Questa è casa mia ragazzi!!!-
-Penso sia quella la spada...- replicò Susan al compagno.
-Senti ragazzina, ti conviene darci quella spada, adesso- intimò Hunter, senza mostrare la benché minima paura.
-Scordatelo!-
-Ora basta- Hunter allargò le braccia, dalle quali fuoriuscì una luce bianca abbagliate, che riempì completamente la stanza.
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