Capitolo XII: La Taverna
-Ecco, ci siamo. Mi raccomando, non fare stupidaggini e non guardare negli occhi nessuno-
-D-d'accordo- rispose sbigottita Susan.
Hunter bussò alla porta della tenebrosa taverna. Un uomo sbirciò da dietro lo spioncino, poi aprì ai due giovani avventori.
-Chi è la ragazza?...- chiese l'uomo.
-È con me- rispose Hunter con sguardo minaccioso. L'uomo fece un cenno con la testa e si mise da parte, richiudendo la porta una volta che i due furono entrati.
Una scala di legno discendeva verso una sala illuminata da cupi lampadari, dalla quale fuoriuscivano indistinte voci.
-Stammi vicina- Hunter cominciò a scendere per primo, Susan lo seguiva attentamente.
Appena la scala finì, davanti a loro videro un'ampia sala, piena di tavoli e persone che parlavano e bevevano, scarsamente illuminata da lampadari. L'odore della birra e del tabacco li inondò come una marea.
Pochi passi dopo aver varcato la soglia della stanza, le voci si affievolirono, fino ad arrivare a bisbigli, quando i tetri occhi di tutti si fissarono su Hunter, che non accennava tentennamenti.
Il ragazzo lanciò varie occhiati in giro, per farsi un idea di chi vi fosse presente, poi proseguì verso il bancone del bar.
Le voci ripresero come prima, ma le persone erano più guardinghe.
Arrivato al bancone, il barista si avvicinò cautamente ad Hunter.
-B-buonasera... Cosa desiderate?...-
Il proprietario della taverna, un uomo robusto e di mezza età (per un mago), non era una persona cattiva, solo preferiva la via più semplice per guadagnare soldi.
-Sì, salve. Sono qui perché ho bisogno di informazioni...- disse Hunter, appoggiandosi al bancone e fissando l'uomo con i suoi inquisitorii occhi verdi.
Il barista distolse lo sguardo.
-Che genere di informazioni?...-
-Informazioni per le quali faresti meglio a parlare...- rispose seriamente, sfregando le dita della mano sul bancone, e facendone fuoriuscire lapilli ardenti.
Susan osservava da dietro il suo amico, senza parole per il suo comportamento.
-Arren Crane. Dov'è?- chiese serrando il pugno.
Il barista sussultò.
-I-io non...-
-Devo forse ripetere la domanda?- disse con sguardo truce.
-Io non voglio problemi...-
-Ma certo, non ci saranno complicazioni, se la risposta che mi dai mi aggrada...-
Il barista alzò lo sguardo, incrociando quello di Hunter.
-Io non so niente, davvero... Ma ho sentito che quel tipo- indicando un losco tizio appoggiato ad una colonna in penombra -che quel tipo ha dei contatti con l'Ordine delle Ombre-
Hunter si voltò per osservare l'uomo.
-Grazie...-
Il ragazzo stava per dirigersi verso il bersaglio designato, quando fu fermato da una delicata mano sul petto.
-Che cosa c'è Susan?...-
-... Hai minacciato quell'uomo prima?...- chiese intimorita.
-No, non l'ho minacciato...-
-A me non sembravi molto amichevole però...-
Hunter sospirò, poi si voltò verso la ragazza, e la guardò dritto negli occhi.
-Non lo stavo minacciando Susan, l'ho solo intimato a farmi dire ciò che volevo. Non gli avrei fatto nulla di male se non mi avesse risposto. Credimi- disse appoggiando dolcemente una mano sulla spalla della ragazza.
-D'accordo... Ti credo-
Hunter si accostò furtivamente all'uomo in penombra, che era intento a fumare una pipa.
-Hunter Reid... Cosa ci fa un eroe della Cittadella in un postaccio come questo?- disse la figura obliata in volto dalle tenebre. Una nuvoletta di fumo grigio uscì dalla sua bocca.
-Cerco informazioni, notizie-
-E quanto sei disposto a spendere?- chiese mostrando un ghigno sarcastico.
Hunter lo fissò, fulminandolo con lo sguardo -Penso che la domanda più opportuna sia "quanta pazienza sono disposto a spendere"...-
-So esattamente chi sei e di cosa sei in grado, quasi tutti lo sanno nella Capitale: "il campione dei maghi"; sei una leggenda!... Ma guardati... Minacci un uomo che non conosci per farti dire dove si trova Crane-
-Non sono più quel mago... La leggenda di cui parli è morta...-
-Hunt...- Susan si stava avvicinando al ragazzo, ma si bloccò. Tutto si bloccò, come se ogni cosa si fosse congelata. Tutti ad eccezione di Hunter ed il tizio con cui parlava.
-Scusami Susan...- disse voltandosi verso la ragazza pietrificata.
-Ma che hai fatto?- chiese l'uomo.
-Ho rallentato il tempo in modo drastico, è quasi congelato-
-Ahah, non avevo mai visto tale abilità!... Ma questo mi preoccupa...-
Non voglio che nessuno ci disturbi. Adesso parla, sei dell'Ordine delle Ombre? Bada che capisco se mi dirai la verità-
L'uomo afferrò un boccale di birra che stava cadendo dal tavolo, ma ovviamente era bloccato a mezz'aria. Lo ripose sul tavolo, affianco ad un altro tizio.
-No, non lo sono. Ma li conosco- rispose spegnendo la pipa con un gesto delle dita.
-Per quali affari?-
-Non penso ti interessi-
-Invece mi interessa, e in quanto Protettore della Capitale ho anche le credenziali per chiedertelo-
-Pensavo fossi un mago diverso ora- chiese sarcastico -ad ogni modo gli unici affari che mi legano con quella gentaglia sono il commercio di documenti e ingredienti alchemici. Non so dove si trovi Crane, ma so come scoprirlo...-
-Parla dunque-
-Conosco l'ubicazione delle loro basi, e possiedo qualche piantina ma, non ricordo più dove sono...-
Hunter squadrò l'uomo. Diceva il vero, ma immaginava di doverlo pagare per quel materiale.
-D'accordo, cosa vuoi per queste informazioni?- chiese sospirando.
Il losco mago sorrise -mmmmh, cosa mai potrei chiedere al mago più potente in circolazione, e del quale quasi nessuno al di fuori della Capitale, conosce il suo "nuovo" volto?...-
Il ragazzo trattenne il fiato, nell'attesa della possibilmente tragica e criminosa risposta.
-...ter...-
Quando Susan terminò quella parola si sentì strana per qualche secondo, ma se ne dimenticò subito. Osservò che il suo amico si stava allontanando dall'uomo.
-Ma come, avete già finito? Non sono passati neanche 2 minuti- chiese dubbiosa.
-Diciamo di sì, ci siamo intesi al volo...- rispose lui, cercando di non destare sospetti.
-Che cosa avete concordato?-
-Dobbiamo fare una cosa. Vieni, ne parliamo da un altra parte-
Si diressero fuori da quella tetra taverna, verso al bar più vicino.
Entrati in una caffetteria dall'aria invitante, si sedettero ai tavolini più appartati. Non c'era molta gente, era passata da poco l'ora di cena, e ordinarono ad una sorridente cameriera qualcosa da bere.
Poco dopo arrivarono una cioccolata calda, dentro una grossa tazza di ceramica grigia, e un tè alla vaniglia.
Hunter mescolò delicatamente la sua cioccolata, facendola raffreddare.
Susan bevve un sorso del suo tè.
-Allora, cosa dobbiamo fare Hunt?...- domandò turbata.
Il ragazzo sorseggiò la sua bevanda, posando poi la tazza sul piattino.
-Qualcosa che non farei se non avessi altra scelta...-
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