Capitolo XI: Uno Sguardo Indietro
-Pronta?-
Susan si sistemò la giacca e fece un ghigno di sfida.
-Pronta!-
Hunter serrò il suo pugno destro, avvolgendolo con vorticose fiamme scure, e iniziò a lanciare sfere di fuoco sulla ragazza, che creava scudi di luce, proteggendosi dagli attacchi.
Il ragazzo aprì entrambe le mani innanzi a se, e generò una imponente fiamma che coprì completamente Susan, protetta dallo scudo incantato datole dal suo insegnante.
Non appena le ruggenti fiamme cessarono, ella decise di usare un approccio differente alla difesa: raccolse le ultime energie e lanciò rapidamente una palla di fuoco sullo sfidante, che afferrò l'incantesimo come fosse una pallina da tennis.
-Non è giusto così!- gli gridò Susan.
Hunter chiuse la mano, frantumando la sfera in centinaia di lapilli ardenti, che si dispersero nell'aria.
-Scusami- rispose ridendo. Poi guardò l'orologio da taschino.
-Dunque, hai circa tre ore prima che finisca la mia riunione, quindi sei libera sino ad allora-
-Ok maestro!-
Hunter lanciò uno sguardo ironico alla ragazza, poi aprì un portale diretto alla Capitale.
Susan rimase qualche minuto nel mezzo della Sala della Saggezza a guardarsi intorno, pensando a cosa avrebbe potuto fare. Ormai era da diverso tempo che viveva in quel luogo, e si rese conto di non aver ancora esplorato a fondo l'intera struttura. Volse lo sguardo verso una porta di legno, sulla sinistra; decise di iniziare da lì.
Dopo quella, una breve scalinata di pietra discendeva di qualche metro. Appena mise piede oltre la soglia le torce a muro si accesero, rivelando l'ingresso di una stanza più in basso.
Dentro quella vi erano alcune librerie, una poltrona, e un tavolino con un giradischi. Non era particolarmente ampio come ambiente. La ragazza si avvicinò cautamente, e con non poca curiosità, alla libreria, leggendo i titoli sbiaditi dei vecchi e polverosi tomi che la colmavano.
Estrasse il primo di quelli che le ispirava di più: era ricoperto in pelle bruna, un po' rovinata sui bordi. Fece scorrere le giallastre pagine con il pollice, fino ad arrivare ad una fotografia, molto vecchia.
Susan si sedette sulla poltrona per guardarla meglio: era un'immagine di guerra, a giudicare dallo scenario e dalle vesti. Erano rappresentate alcune persone che dialogavano, e sotto ognuna vi erano le firme. Due uomini, sulla sinistra, erano vestiti da militari, con la bandiera degli USA sul braccio, ed erano parecchio decorati; il terzo era un uomo, con un lungo cappotto scuro, e una spada.
Non avrebbe riconosciuto quella persona se non fosse stato per la firma sottostante "H. N. Reid".
Sul retro della fotografia era riportata la data: 14.07.1944
-Quindi non mentiva...-
Susan osservava attentamente il volto del vecchio Hunter. Pensava a quanto le paresse incredibile che quel ragazzo con cui aveva passato le ultime settimane avesse combattuto nelle due guerre. Cominciò a crescere in lei la curiosità di conoscere più a fondo la storia del suo amico... Ma mentre sfogliava il libro, si imbatté in altre fotografie, ritraenti Hunter assieme ad altri tre, tra cui una donna. Erano diverse le foto in qui apparivano insieme.
Fu in quel momento che realizzò la ragione dello stato emotivo di Hunter...
La porta della stanza si spalancò di colpo. Susan sobbalzò sulla poltrona per l'imprevisto.
-Ah ciao. Che ci fai qui?...-
-Oddio se tu! Mi hai fatto prendere un colpo...-
-Scusami, avevo dimenticato di prendere una cosa- e raccolse dal tavolo una busta.
-Comunque stavo solo curiosando... Non mi pare mi avessi vietato quest'area...- disse Susan timidamente.
Hunter guardò la ragazza e il libro che teneva tra le mani.
-Sì, tranquilla, leggi pure... A dopo- e si dileguò dalla stanza.
-Hunter...- disse a fievole voce la ragazza; ma lui si era già allontanato troppo per sentirla.
Trascorse le restanti due ore, Hunter tornò dalla ragazza, intenta a leggere altri libri.
-Tra poco ci recheremo in un certo posto, per raccogliere alcune informazioni-
Susan chiuse il libro che stava leggendo e guardò sospettosa il suo amico.
-Quale posto?-
Hunter sospirò.
-Non proprio un bel posto... Diciamo una specie di raduno per la feccia dei maghi-
-Ah... E cosa speri di ottenere da questa gente?-
-Se vuoi sapere dove si trova un cattivo, chiedilo ai cattivi-
-Ma non c'è il rischio di essere... Beh... In pericolo?- disse Susan con un velo di timore.
-Se ci andassi da sola probabilmente si... Per fortuna ci sono io a proteggerti- le disse sorridendo. -Prima però dobbiamo passare da casa mia a prendere un paio di cose-
-Non sono mai stata a casa tua- rispose sorridendo.
-È vero, dai andiamo-
Superato il portale, si trovarono nel mezzo della stanza.
Susan si guardò intorno diverse volte. -È carina- commentò -un po' retrò, ma carina-.
-Ecco qua- Hunter raccolse un blocco di buste legate poste sul tavolo, poi volse lo sguardo verso una cassetta delle lettere, dal quale uscivano alcune linguette di carta.
-Oh cavolo, che idiota che sono!...- si diresse verso la cassetta, sotto lo sguardo perplesso dell'amica. La aprì e ne sfogliò velocemente il contenuto.
-Sono un completo idiota-.
-Qual è il problema Hunt?-
-Ho dimenticato di avvisare che in questo periodo non posso... Aspetta... "Hunt"?- chiese.
-Emm... Sì, beh...- rispose imbarazzata -non ti piace?...-
-No... Cioè, sì. Non mi chiamano così da un secolo... Ad ogni modo, ora possiamo andare-
Mentre si incamminavano, Hunter spiegava a Susan quale fosse il problema precedente.
-Quando mi sono svegliato, ho passato qualche mese in riabilitazione, ma tornato in forze ho dovuto cercare qualcosa da fare. Il consiglio mi aveva gentilmente affidato una casa nuova, quella che hai visto prima, e ho avuto il permesso di riappropriarmi della Sala della Saggezza. Da un anno, prima di incontrarti, ho accettato un impiego come "preservatore", ovvero una specie di "accalappia cani" per le creature magiche. Quando una creatura sconfina dal suo territorio, mi chiamano per catturarla e riportarla nel suo habitat, per preservarla, appunto, dall'estinzione-.
-Forte, quindi non sapendo che tu fossi impegnato non hanno mandato nessuno a occuparsi di quelle creature?-
-Già, è probabile che per le strade stia scorrazzando qualche ghoul o qualche poltergeist, se non mi hanno contattato diversamente, significa che non c'è nulla di pericoloso in giro-
-Farò finta di aver capito di cosa stai parlando- disse ridendo Susan.
-Non hai fatto bene i compiti allora!- sorrise di rimando Hunter.
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