6. Incubi
CAPITOLO LUNGOOO, SCOPRIRETE MOLTE COSE SUL PASSATO DI BEA E SUL RAPPORTO CON TIAGO.
(Scusate se troverete errori appena concluderò la storia, farò un'accurata revisione di tutti i capitoli)
DIEGO POV
Mi sveglio con il cazzo duro come una pietra, durante la notte non ho fatto altro che pensare a Bea. Il pensiero che la mia sorellastra è distante solo una porta dopo la mia, e non poterla toccare come vorrei mi fa letteralmente andare fuori di testa.
Prendo il telefono e avvio una telefonata: -Hai scoperto qualcosa?- chiedo insistente.
-Ho scoperto più di quanto immagini- mormora dall'altro lato del telefono, Aleandro.
-Ti ascolto-
-Sarebbe meglio se ci incontrassimo, sarò a casa tua fra dieci minuti-
Aggancio il telefono e mi dirigo in bagno a fare una doccia molto FREDDA.
BEATRICE POV
Sono le sette in punto, stanotte non ho chiuso occhio.
Gli incubi che per tanto tempo mi avevano abbandonato, dopo ieri sera sono raffievoliti.
Mi alzo con comodità dal letto e mi dirigo in doccia, il mio turno all'ospedale inizia alle dieci, quindi ho abbastanza tempo.
L'acqua calda che scorre lungo il mio corpo mi fa rinascere come una fenice.
Ne avevo tanto bisogno!
Mi avvolgo un asciugamano attorno al corpo e asciugo i capelli.
Giro la chiave e apro la maniglia del bagno ma sembra che sia rimasta bloccata. Vado nel panico e inizio a urlare.
Soffro di claustrofobia solo da due anni, dovuta a un avvenimento spiacevole, ma e come se ne soffrissi da una vita.
Continuo a forzare la maniglia con tutta la forza che possiedo ma è tutto inutile.
Inizio a urlare e a piangere a dirotto, con la speranza che qualcuno mi senta e mi faccia uscire da qui.
Dopo dieci minuti di panico inizio a sentire i miei occhi chiudersi, sentendo il vuoto sotto di me.
Ad un tratto sento un forte tonfo e, mi risveglio lentamente tra le braccia forti di Diego, la mia vista è ancora offuscata ma noto comunque la sua preoccupazione nel suo viso mentre chiama il mio nome.
Mi appoggia lentamente sul letto con ancora la tovaglia attorcigliata nel mio piccolo corpicino, «stai meglio?» chiede preoccupato.
Non avrei mai immaginato che un diavolo come lui potesse avere dei sentimenti e preoccuparsi di qualcun altro.
L'ho sempre visto come un uomo senza cuore, uno di quelli che pensa solo a sé stesso.
«Sto meglio grazie»
«Cosa è successo?»
«I-io.. la porta si era bloccata. E io soffro di claustrofobia»
«Cazzo, mi dispiace tanto. Ti prometto che la farò riparare, non aver paura ci sono io con te»
Il mio cuore inizia a battere all'impazzata, perché questo suo cambio d'umore mi fa così tanto effetto? Perché tra le sue braccia mi sento così a sicuro anche quando non dovrei?
Lui è la causa di tutto ciò che mi è successo, ha innescato in me tanta paura e tanta sofferenza e, adesso, è appoggiato al mio letto preoccupato per me.
Non riesco mai a capire cosa frulla il suo piccolo cervello, il giorno prima si comporta da bastardo pervertito e il giorno dopo si comporta come se fossi la cosa più importante per lui.
«Tesoro, cosa è successo?»
Chiede una voce femminile entrando di corsa dalla porta
«Solo un piccolo incidente, mamma. Nulla di cui preoccuparsi»
«Bea dimmi la verità. I vecchi incubi sono tornati a perseguitarti?» chiede allarmata.
Non rispondo.
Ma la mia faccia gli dà la risposta che io, non sono riuscita a dare.
DIEGO POV
Non ho mai avuto così tanta paura in vita mia. Vedere lei svenuta tra le mie braccia ha scatenato in me qualcosa che non pensavo di avere.
Stai parlando dell'umanità che si è risvegliata in te? Stupida voce!
La mia piccola soffre di claustrofobia e io non ne sapevo nulla.
La madre parla di incubi, vorrei tanto sapere di cosa si tratta, ma sono certo che, anche se glielo chiedessi non mi darebbe una risposta.
I miei pensieri vengono interrotti dall'arrivo di un messaggio da parte di Aleandro: sono a casa tua, ti aspetto in ufficio.
«Io devo andare, ma direi che ti lascio in buone mani» mormoro rivolgendo un sorriso gentile.
Corro lunghe le scale per raggiungere il prima possibile Aleandro. Quelle informazioni forse potrebbero essermi molto utili.
Voglio scoprire perché Bea abbia questi incubi e sono certa che c'entri con quel tipo di ieri sera.
«Dimmi tutto» borbotto, sedendomi di fronte al mio amico.
«Buongiorno anche a te, dormito bene?» scherza.
«Muoviti, cosa c'è da sapere?»
«Lo troverai molto interessante, questo tipo è uscito dal carcere due giorni prima del matrimonio, si chiama Tiago Della Rosa» mormora.
Lo guardo confuso, «carcere?» chiedo alzando un sopracciglio.
«E' qui la parte più importante. È stata la madre di Beatrice, Tiana, a farlo arrestare» si blocca dal parlare e io sto per esplodere.
«Cazzo, Aleandro. Dimmi tutto ciò che c'è da sapere senza fermarti. Mi sto trattenendo da non romperti il naso»
«È stato arrestato per abuso minorile»
I miei occhi sono accecati da una rabbia incontrollabile, non ci vedo più.
Inizio a colpire qualsiasi cosa abbia davanti.
«Che cazzo significa? Ha abusato di Bea?»
«Non proprio, quest' uomo era ossessionato da Beatrice, la rapita e rinchiusa in una villetta in campagna di sua proprietà. L'ha tenuta prigioniera per quasi un mese»
Mi metto le mani sulla testa impazzendo dalla rabbia.
Se solo l'ha toccata taglierò ad una a una tutte le sue dita che, hanno osato anche solo sfiorare la punta dei suoi capelli.
«L'ha violenta?» oso chiedere, terrorizzato dalla sua risposta.
«No»
Tiro un respiro di sollievo.
«Che cazzo ha fatto di lei per un mese allora?»
«Preliminari»
«Che? Cosa intendi?»
«La costringeva a dargli piacere in qualsiasi modo, e quando lei si rifiutava veniva picchiata»
Il mio sangue ribolle. La mia testa sta per impazzire.
«L'ha toccata in quel senso?»
Annuisce.
Cazzo, maledetto bastardo!
«Sii più preciso»
«Secondo questi fogli, e secondo la dichiarazione rilasciata da Beatrice, non c'è una sola parte che lui non abbia toccato. Aveva in mente anche di violentarla, ma in quel momento esatto è arrivata la polizia, trovando la ragazza nuda e piena di lividi».
«Trovami la sua posizione. Subito!» urlo.
Annuisce, «qui lascio la dichiarazione di Beatrice, se hai voglia di leggerla» mormora, per poi avviarsi verso l'uscita.
Afferro i foglio con le mani tremanti e inizio a leggere:
COME TI CHIAMI?
Beatrice Pagani.
QUANTI ANNI HAI?
24 anni.
QUANDO SEI STATA RAPITA?
Il 14 luglio 2022 per il mio 24° compleanno.
SE TE LA SENTI, RACCONTACI COME E' AVVENUTO IL RAPIMENTO.
Stavo andando al supermercato, quando una macchina si è fermato sul ciglio della strada. Mi stavano già aspettando. Una volta uscita dal supermercato mi stavo avviando verso casa mia, quando degli uomini mi hanno sequestrata e fatta salire in macchina con la forza.
COSA E' SUCCESSO POI?
Mi hanno portato in una casa in campagna, e rinchiusa in una stanza. Per tre giorni sono rimasta sola, non avevo nè cibo e nè acqua. Il quarto giorno la porta si apre e arriva un signore Domenico Passaventi per sfamarmi, ma io rifiuto. Mi legano a una sedia e mi forzano a mangiare e bere, una volta liberata di nuovo vengo lasciata di nuovo sola.
CHI HA ABUSATO DI TE? RACCONTACI TUTTO NEI MINIMI PARTICOLARI NON BADARE NEMMENO HAI TERMINI, SII SOLO PRECISA NEI DETTAGLI.
Dopo una settimana entra dalla porta Tiago Della Rosa, voleva che gli facessi un pompino, ma io ho rifiutato e lui mi ha colpita con un calcio alla pancia. Nei giorni a seguire veniva tutte le mattine e quando io mi rifiutavo di dargli piacere lui mi toccava. Le sue mani e la sua lingua sono passate su tutto il mio corpo, mi sento molto sporca. Dopo tre settimane e quattro giorni, di torture mi ha obbligato a fargli una sega e un pompino, mi ha detto che era troppo eccitato per non scoparmi, così ha iniziato a strappare i miei vestiti. Io mi dimenavo, lui si è arrabbiato e mi ha picchiata più e più volte, fino a farmi perdere quasi i sensi. Ero molto debole, non avevo forze. Ha continuato a togliermi i vestiti fino a lasciarmi nuda, ha abusato di me entrando di colpo due dita nella mia fessura ancora vergine, perchè voleva che mi bagnassi, cosicchè avremmo avuto un rapporto con meno dolore, nel momento del ditalino è arrivata la polizia.
VA BENE FERMIAMOCI QUI, RISPONDI SOLO ALL'ULTIMA DOMANDA. COME HAI CONOSCIUTO TIAGO DELLA ROSA?
Nell'ascensore dell'ospedale. Dovevo scendere al pian terreno per portare delle sacche di sangue per un emergenza al pronto soccorso, l'uomo si è presentato in modo cordiale e gentile, fino a quando non veniva a farmi visita tutti i giorni all'ospedale. Sono una tirocinante non potevo stargli dietro, anch'io ho delle responsabilità, sono piccole responsabilità, ma per me conta molto fare bene il mio lavoro e soprattutto non volevo essere cacciata per colpa sua. Più volte gli ho detto di lasciarmi in pace, gli ho anche mentito dicendogli che avevo un ragazzo. Un giorno si è ripresentato all'ospedale furioso, perché gli avevo mentito sulla faccenda del fidanzato, in qualche modo aveva scoperto che non era vero e ha iniziato a urlarmi contro. Avevo tanta paura, così ho chiamato la sicurezza per sbatterlo fuori.
Prendo quei fogli e li scaravento contro il muro, urlo come un matto dalla rabbia.
Gli farò pentire di essere nato. Eccome se lo farò.
BEATRICE POV
«Sei sicura di stare meglio?»
Chiede la mamma.
«Si, adesso devo andare a lavorare»
«Scordatelo. Non posso farti uscire con quel maniaco in giro»
«Mamma per favore, sto bene. Lavorare mi fa bene, se rimango un'altro minuto chiusa in questa stanza impazzirò»
«Ho parlato con Pablo, ti affiderà una guardia del corpo» mormora, cerco di aprire bocca quando lei alza il dito interrompendomi, «o si fa così o non ti permetto di andare a lavorare»
Annuisco sconfitta.
La giornata a lavoro passa molto velocemente, se non fosse solo per questa guardia che mi sta sempre le calcagne. Non posso avere nemmeno un po' di privacy per me.
Finito il lavoro mi avvio verso la macchina con il mio nuovo amico Paolo.
«Andiamo a casa, giusto signorina?» chiede Paolo.
Annuisco con la testa, la mamma mi ha detto di tornare a casa subito dopo il lavoro, e di non farla stare in pensiero.
Per un po' di tempo credo proprio che andrà così la situazione. Anche se, io non vedo l'ora che tutto questo finisca, e che quello psicopatico mi lasci in pace una volta per tutte.
«Che succede?» chiedo allarmata, quando ci fermiamo all'improvviso.
«Ci hanno bloccato la strada signorina» risponde Paolo sterzando Indietro.
«Cazzo, ci hanno bloccato anche dietro. Stia qui per favore, vado a chiedere cosa vogliono» mormora scendendo dalla macchina armato di pistola.
La paura assale tutto il mio corpo fino alla punta dei miei capelli.
«Vogliamo la ragazza, se c'è la darai ti terrò in vita» sento dire da uno di quegli uomini, che punta una pistola in lontananza, contro Paolo.
«Se vuoi la ragazza devi prima uccidermi» risponde sicuro di sé Paolo.
Rimango scioccata dalla risposta della mia guarda del corpo, morirebbe per me?
«Bene, finiamolo in fretta» sbraita l'uomo puntando una pistola alla tempia di Paolo.
No, per favore! Non voglio che muoia per me, non voglio tutto ciò.
«Aspettate verrò ma solo a una condizione, dovete lasciarlo in vita» urlo scendendo dalla macchina.
«Signorina per favore entri in macchina» mormora Paolo preoccupato.
Scuoto la testa quando mi avvicino lentamente all'uomo che punta ancora la pistola a Paolo.
«Non così in fretta» urla una voce a me familiare provenire da dietro la macchina.
I miei occhi si riempiono di gioia quando vedo comparire Diego con ben quindici uomini armati.
Non ricordo di essere mai stata così felice di rivedere la faccia di Diego.
«Bea sali in macchina» mormora, «subito» urla.
Salto dalla paura e corro subito dentro la macchina, il mio corpo inizia a tremare impaziente.
«Tiago Della Rosa quale onore» scherza Diego.
Cerco di affacciarmi più che posso dal finestrino quando i miei occhi vedono uscire Tiago dalla sua macchina, ed è lì che il mio cuore smette di battere.
«Dammi la ragazza se non vuoi ritrovarti un buco in mezzo alla fronte»
«Quale ragazza? Parli della mia sorellastra?» dice con tono scherzoso.
«Dammi quella puttana, maledetto. O ti conficco una pallottola in testa, sono stato chiaro?» ghigna rude puntando la pistola sulla fronte di Diego.
«Ora» urla Diego.
E poi il caos, altri uomini vengono da tutte le direzioni, catturando le canaglie di Tiago.
Il mio cuore inizia a riprendere fiato, e io finalmente tiro un sospiro di sollievo.
«Adesso sei nelle mie mani, non sai quanto mi divertirò con te» mormora Diego, colpendo il naso di Tiago con un pugno, facendolo cadere a peso morto per terra.
Scendo dalla macchina e corro verso Diego, abbracciandolo istintivamente.
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