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3. L'inferno

(Scusate se troverete errori appena concluderò la storia, farò un'accurata revisione di tutti i capitoli)

DIEGO POV

La ragazzina che mi temeva così tanto, adesso è qui difronte a me, con gli occhi strabuzzati.

Chi l'avrebbe mai detto che sarebbe diventata la mia sorellastra?

Il vestito che indossa risveglia in me l'animale selvaggio, quello spacco che arriva fino al suo sesso e quella scollatura sul corpetto che mette in evidenzia il suo seno sodo, mi fa impazzire letteralmente.

Preparati ragazzina, sarò il tuo inferno.

«C-iao» balbetta.

La mia piccola. Ha davvero così tanta paura di me?

L'hai minacciata di tagliargli la gola e poi gli hai puntato una pistola. Mi ricorda la mia voce.

Non gli avrei mai fatto del male. Se fosse stato qualcun altro sarebbe decisamente già morto. Ma questa bambina, ha palesemente attirato la mia attenzione sin dal primo momento.

Gli sfoggio il mio miglior sorriso e poi mi avvio verso il mio migliore amico Rafael.

(RAFAEL)

«Chi è quello schianto di ragazza?» chiede, sfoggiando uno dei suoi sorrisi migliori.

«La mia dolce sorellastra, non è cosa per te. Togli quel sorriso»

«Immaginavo che una madre come lei avesse una figlia così bella. Allora non me la presenti?» chiede impaziente. Mi sto trattenendo dal tirargli un pugno, ma mi riprendo subito e lo conduco da lei.

«Onorato di fare la tua conoscenza sono Rafael, il migliore amico di questo stronzo» mormora prendendo la mano di Beatrice per poi baciargliela. L'istinto mi dice di afferrare quella mano e tagliarla immediatamente.

Lei è mia. E nessuno può toccarla, nemmeno il mio migliore amico che considero come un fratello.

Noto un pò di rossore sulle sue guance, il che non fa altro che farmi impazzire ancora di più.

Timida, imbarazzata, di una bellezza rara e arrossisce per la qualsiasi cosa. Cosa voglio di più?

E' tua sorella, idiota!

Sorellastra, correggo la mia voce.

BEATRICE POV

L'ansia mi assale completamente quando si avvicina di nuovo a me, questa volta è in compagnia di un suo amico, che si presenta facendomi il baciamano. Sento di andare quasi a fuoco.

Mi chiedo come faccia un ragazzo così gentile essere amico di uno psicopatico del genere. Caccio via i miei pensieri e ritorno alla cruda realtà.

«I-io... cre...credo che devo andare in bagno» balbetto, rivolgendomi a mia madre.

«Vai tesoro, e la seconda porta a sinstra»

Annuisco, e mi precipito in bagno.

Mi lavo più e più volte la faccia, per potermi risvegliare da questo incubo ma purtroppo non lo è. Tra tanti doveva essere proprio lui il mio fratellastro?

L'unica cosa positiva e che adesso non potrebbe uccidermi, faccio parte della famiglia. O almeno lo spero.

Esco dal bagno dopo cinque minuti e me lo ritrovo proprio dietro la porta.

«I-io devo andare»

«Non così in fretta piccola» mormora avvicinandosi troppo a me, «non ti avevo detto di non farti più vedere?»

«Io.. non sapevo.. tu»

«Io cosa?»

«Io... non sapevo che tu fossi il mio fratellastro»

«Balbetti sempre o lo fai solo con me?»

Deglutisco senza rispondere.

«Comunque sia, hai rotto il patto. Cosa dovrei fare adesso con te piccola?»

Piccola? Chi gliel'ha data questa confidenza?

«Ho un paio di idee in mente, ma dubito che tu sia d'accordo ad accontentare anche solo una di queste mie richieste» si morde il labbro, tenendo lo sguardo fisso sulle mie labbra, «ma sono certo che c'è nè una in cui dirai di si»

«Qual-e richiesta?» oso chiedere.

«Vieni con me» si lecca le labbra e mi trascina dentro una stanza al buio.

«Baciami» sussurra nel mio orecchio facendomi trasalire.

Sgrano gli occhi alla sua richiesta indecente.

«Come?» chiedo allarmata.

«Baciami e ti lascerò vivere»

«Mai» urlo scappando il più lontano da lui, o perlomeno cerco di scappare, ma i suoi riflessi sono migliori dei miei.
Mi afferra con ferocità e mi sbatte contro il suo petto duro come una roccia.

«Lasciami o urlo» inizio a dimenarmi ma inutilmente.

«Se hai tutta questa voglia di urlare puoi farlo nel mio letto» mormora, «e ora baciami»

Scuoto la testa.

«Allora lo faccio io» mormora.

L'istante dopo lo vedo fiondarsi sulle mie labbra, non mi lascia nemmeno il tempo di fare o dire una parola. La sua lingua va in cerca della mia, ma io nego l'entrata serrando le labbra.

Rimango lì, paralizzata sul posto.

Con il mio peggior nemico che sta cercando di baciarmi forzatamente.

«Non sai nemmeno dare un bacio? Se vuoi una guida per imparare, sono disponibile» sghignazza con un sorrisino malizioso.

«Sai di cosa ho bisogno io invece?» chiedo con voce sensuale.

«Vedo che la mia sorellina si sta svegliando» ammicca avvicinandosi ancora di più.

Non gli faccio nemmeno completare la frase quando il mio ginocchio punta la mira sul suo pacco. Urla e si contorce dal dolore, adesso o mai più, scappo il più lontano possibile da lui.

Mi avvio verso i nostri genitori, con la certezza che la mia serata la passerò attaccata a loro. Se ci sono loro non potrebbe farmi nulla, giusto?

Lo vedo arrivare subito dopo, tenendo la mano ancora sul suo pacco, con la differenza che, se prima i suoi occhi erano pieni di desiderio, adesso emanano solo terrore.

Rabbrividisco al suo sguardo infuocato, e mi avvicino più che posso a mia madre.

Brava Beatrice adesso come farai a tornare a casa? Sei proprio una sciocca, potrebbe seguirti e ucciderti in qualsiasi circostanza. O potrebbe persino presentarsi all'ospedale.

Santo Cielo cosa mi è passato per la testa? Se l'e meritato però.

«Un momento di silenzio per favore»

I miei pensieri vengono interrotti da Pablo, che per quel che ho capito vuole fare il solito discorso noioso che si fa ad ogni fidanzamento.

«Innanzitutto vorrei ringraziare tutti voi per essere qui con noi in questo giorno speciale, io e Tiana siamo felici che ci siate tutti. Ci frequentiamo da un anno ormai, siamo un pò troppo adulti per queste cose, ma quando c'è l'amore non c'è età, giusto?» tutti applaudiscono e fischiano felici, «Tiana ha reso la mia vita felice, non pensavo che a questa età si potesse ancora essere felici e innamorarsi nuovamente. Ma lei mi ha cambiato la vita, quindi taglio corto, voglio invitarvi tutti al nostro matrimonio che si terrà tra due settimane. Inoltre voglio anche ringraziare i nostri figli che ci hanno sostenuti in questa relazione. Diego, Beatrice e Ginevra, per favore unitevi a noi per fare questo brindisi»

Mi si gela il sangue, al solo pensiero di avvicinarmi a lui. Se non fosse per la mamma che mi incita insistentemente ad andare. Mi avvio con lo sguardo rivolto verso terra e mi avvinghio a mia madre.

«Alla nostra nuova famiglia e a un nuovo inizio per essere felici tutti e cinque insieme» conclude Pablo.

Rivolgo un leggero sorriso di ringraziamento e alzo il mio bicchiere in segno di brindisi.

«Benvenuta all'inferno mia dolce sorellina» sento sussurrare da dietro il mio orecchio.

Sgrano gli occhi, e istintivamente alzo il capo girandomi verso la fonte di questa voce.

Mi accoglie con un sorriso malizioso e contemporaneamente arrabbiato.

Cosa devo fare per farmi lasciare in pace?

La serata passa in tranquillità, ed io decido che sia ora di tornare a casa, specialmente perchè Diego non si è più visto. Quindi posso svignarmela senza che lui mi veda.

Saluto tutti e mi avvio verso l'uscita, salgo in macchina e sfreccio via.

Sono stanca di tutta questa storia e soprattutto sono esausta dalle continue umiliazioni da parte di Diego.

Se la prende sempre con me, gode nel vedermi imbarazzata e nello spaventarmi continuamente.

Arrivo all'appartamento quando mi arriva un messaggio di Maggie che stasera resterà a dormire dal suo ragazzo Kevin.

(MAGGIE)

Kevin, l'ho sempre trovato un ragazzo un pò arrogante che, a parer mio, non merita di stare con Maggie, l'ha tradita già un paio di volte, ma Maggie non ne vuole sapere di lasciarlo.

(KEVIN)

Lei è la tipica ragazza che dà tutto il suo cuore per le persone che ama, le sono grata di avermi ospitata nel suo appartamento, la mamma e ormai da un otto mesi che abita a casa di Pablo ma io non ero ancora pronta a trasferirmi con una nuova famiglia.

Apro la serratura con due colpi di chiave e mi avvio verso la cucina per prendere un pò d'acqua. Cerco l'interruttore della luce ma per qualche ragione non si accende, così esco il mio telefono dalla borsa e accendo la torcia.

Apro il frigo e prendo l'acqua quando sento uno strano rumore provenire dal salone, urlo dallo spavento facendo cadere il bicchiere di vetro, che si rompe in mille pezzettini. Apro il cassetto alla mia sinistra e afferro subito un coltello affilato, poi mi dirigo decisa nel salone con il coltello nella mano destra e la torcia nella mano sinistra.

«Vorresti uccidermi con quello, bambolina?» sento una voce alle mie spalle.

E in quel preciso momento il mondo mi cade addosso.

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