24. Non c'è mai stato un noi
(Scusate se troverete errori appena concluderò la storia, farò un'accurata revisione di tutti i capitoli)
DIEGO POV
Ho sentito bene? Vuole davvero fare entrare in casa sua il suo ex?
L'ha davvero detto davanti a me? Mi vuole proprio fare impazzire.
«Che cosa è successo tra voi due?» mormora papà distraendomi dai miei pensieri.
«Tutto bene, piccole incomprensioni» mormoro.
«Avete litigato ancor prima di mettervi insieme? Sarete una bellissima coppia direi» dice sarcastico papà.
Lo ignoro e mi dirigo all'uscita, afferro il telefono e chiamo Aleandro.
-Marianne ha fatto ciò che gli ho chiesto?- mormoro infuriato.
-E appena arrivata da suo cugino-
-Dove ci incontreremo?-
-C'e lo farà sapere lei stessa- risponde con tono eccitato.
Visto che Leonardi è incallito nel farmi trappole, anch'io giocherò al suo stesso gioco.
-Aggiornami subito- mormoro agganciando.
La mia mente va da Beatrice, vuole davvero rivederlo? Dopo che mi ha nascosto di essere stata baciata da quella merda, dovrei essere io ad essere incazzato. Non capisco perché lo sia lei.
Mi domando dove sia andata in questo momento, provo a chiamarla più volte ma invano.
Monto sulla mia Bugatti e vado alla ricerca di quella piccola pestifera, sono certa che di questo passo non arriverò nemmeno hai cinquanta anni, morirò a causa sua di crepacuore.
Continuo a chiamarla invano, così mi dirigo nel suo appartamento.
«Buongiorno signore è successo qualcosa?» chiede Paolo preoccupato vedendomi arrivare in tutta furia.
«Beatrice e in casa?»
Annuisce, «ecco le chiavi, sicuramente non ti aprirà» mormora facendomi l'occhiolino.
Li ringrazio e inizio a salire le scale a due a due, giro la chiave e apro la porta.
La trovo tranquillamente in cucina a fare un frullato, «ne vuoi uno?» chiede come se niente fosse.
Benedetto quell'uomo che capisce le donne.
La guardo confusa, «stai bene?» chiedo avvicinandomi a lei, «alla grande» risponde.
«Ok, dimmi cosa c'è che non va» mormoro impaziente.
«A me va tutto bene. Forse sei tu che hai qualche problema, me ne vuoi parlare?»
Inarco un sopracciglio, «senti forse me la sono presa con te ingiustamente» mormoro, «anzi no, non è stato ingiusto. Tu mi hai mentito» sbotto
Prende un lungo respiro, «te l'avrei detto, non volevo farlo prima perché non volevo rovinare il nostro momento. Era il giorno che confessavamo hai nostri genitori la nostra storia»
«L'hai comunque rovinato. Se me l'avessi detto subito non saremo a questo punto»
Ride sarcastica, «ho ritardato la mia bugia solo di tre ore. Te l'ho comunque detto, adesso cosa ti aspetti da me?» sbotta furiosa, «pensi che ti perdonerò dopo il modo in cui mi hai trattata ingiustamente?»
Il mio cuore perde un battito, «Bea ti sei fatta baciare da quello stronzo» sbraito
«E' stato lui a baciarmi, io sono rimasta paralizzata. Mi ha colto di sorpresa, intrappolandomi tra le sue braccia» risponde, «in ogni caso non devo più darti nessuna spiegazione, ci abbiamo provato e non ha funzionato. Stammi bene» mormora passandomi accanto facendomi il gesto di uscire dalla porta.
«Te lo puoi scordare» sbraito, «non uscirò da questa casa finché non avremo chiarito»
Sospira, «purtroppo io ho perso le parole nel momento in cui sei corso a chiamare Marianne» confessa.
Sgrano gli occhi, avrà pensato che l'abbia chiamata per consolarmi da lei?
«Che significa?» mormoro, «pensi che l'abbia chiamata per rifugiarmi da lei? Perché Bea io...» mi interrompe, «non mi interessa più, non voglio nessuna spiegazione» sbotta
Scuoto la testa, «Bea ascoltami. Preferisco mille volte sistemare le cose con te piuttosto che correre da un'altra donna» dico dolcemente, «non sono corso da lei. Ho chiesto aiuto per conto di Leonardi» confesso
Inarca un sopracciglio, «e cosa c'entra lei con Leonardi?»
«E' la cugina»
«Ah, ottimo. Tutta la famiglia di Leonardi al cospetto del grande Diego» dice sarcastica, «il fratellastro di Rafael, il cugino della bionda rifatta, c'è qualcun'altro membro della sua famiglia che collabora con te?» mormora arrabbiata.
Scuoto la testa, «devo parlare faccia a faccia con Leonardi, e non mi avrebbe mai incontrato se glielo avessi chiesto. Visto che è amante delle trappole, giocherò a modo suo»
«Cosa vuoi fare?»
«Semplicemente parlare, dipenderà da lui ciò che gli accadrà»
Deglutisce a fatica, «non ne voglio sapere più niente né di te né di Damiano. Voglio riprendere in mano la mia vita, fuori dalla vostra»
«Non puoi davvero farlo, non dopo che abbiamo parlato con i nostri genitori»
«Sarebbe colpa mia? Sei tu che non riesci a gestire la tua rabbia e la tua gelosia. Se continuerò questa storia ne uscirò a pezzi»
«Non capiterà più, te lo prometto. Ma non vivo senza te»
«Ho bisogno di un po' di tempo da sola. Esci per favore»
Annuisco rassegnato, «un ultima cosa eri seria sul fatto di ospitare il tuo ex qui?»
«Piú che seria, sono abituata ad aiutare gli amici in bisogno» sbotta arrabbiata.
Non avevo mai visto una Bea così fredda, quella luce splendente che girava attorno a lei adesso e nera come la pece.
Non posso permettermi di perdere Beatrice non ora che sta tornando anche il suo ex, lo manderò all'inferno se è necessario ma non entrerà mai in questa casa.
Non posso permettere che viva sotto lo stesso tetto della mia piccola.
«Sai che non te lo permetterò mai, vero?»
«Sai che non hai nessun comando su di me?»
Le risposte dure e fredde che mi dà, mi fanno gelare il sangue.
La sto perdendo o forse l'ho già persa.
«Vuoi dire che non ci sarà più un noi? Lo pensi davvero?» chiedo avvicinandomi il più possibile a lei, incastrando i miei occhi nei suoi.
«Per quel che mi riguarda non c'è mai stato un noi» dice acida, «ah, dammi la chiave» mormora porgendo la mano per prendere la chiave datomi da Paolo.
Annuisco con la testa e mi avvio all'uscita, «come desideri» mormoro chiudendo la porta alle mie spalle.
Non sono mai stato più male di così, il dolore stremante che viene dal cuore mi sta lacerando lentamente, sento un vuoto sotto i miei piedi che mi trascina in un oscurità profonda e senza uscita.
Sono grazie a Beatrice riuscirò ad uscirne, ma lei non ha la minima intenzione di prendermi per mano e farmi ritrovare la sua luce.
Colei che credevo la mia stella polare, mi ha fatto perdere, lei è andata persa. Per sempre.
«Signore gli dia un po' di tempo» mormora Paolo, notando la mia faccia.
«Stai accanto a lei, non lasciarla uscire da sola» mormoro poggiando una mano sulla sua spalla come segno di ringraziamento.
«Non si preoccupi, sarà fatto signore»
Annuisco e mi dirigo in macchine per poi sfrecciare via.
Arrivo a destinazione e mi affretto a scendere dall'auto, busso insistente alla porta dinanzi a me, fino a quando un uomo barbuto mi apre.
«Oh eccolo qui il mio caro amico» mormora divertito, «come stai? Dalla tua faccia sembra che hai perso il gatto»
«Smettila con le tue battutine stupide, dammi della roba»
«Sei sicuro? Avevi detto che avresti smesso Diego»
«Vincent, ne ho bisogno. Fa' ciò che ti dico»
Annuisce e va nell'altra stanza a prendere delle bustine con della polverina bianca dentro e una carta di credito usurata.
Lo vedo allontanarsi con il telefono all'orecchio, «ti dico che è da me, ed e a pezzi. Ha ricominciato, non è in lui. Devi venire subito» sento mormorare dall'altra stanza.
Finisco la mia dose e mi accascio sul suo divano, sperando che questo sia la fine di un incubo.
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