2. Il fidanzamento
(Scusate se troverete errori appena concluderò la storia, farò un'accurata revisione di tutti i capitoli)
DIEGO POV
E' molto spaventata, piange a dirotto e trema come una foglia sotto il mio sguardo.
Quello sguardo che mi ha subito rapito.
Ma purtroppo non posso lasciarla in vita, sarebbe troppo rischioso per me se qualcuno sapesse che sono ferito.
Ma come posso uccidere tale bellezza? E quegli occhi? I più belli che abbia mai visto.
(BEATRICE)
«Se mi assicuri che non ti farai più rivedere ti lascerò libera» mormoro, avvicinandomi il più possibile a lei, per espirare il suo profumo. Il più buono che abbia mai sentito, anche se si immischia alla puzza dell'ospedale.
Sgrana gli occhi e mi guarda fissa, come se stesse cercando di capire se sia serio o no.
«Lo prometto» mormora quasi come un sussurro che sento a malapena, «non mi farò più rivedere».
«Bene, puoi andare. Ma se vengo a sapere che ne hai parlato con qualcuno verrò a casa tua e ti farò pentire di averti lasciata in vita»
Deglutisce a fatica come se un groppo si fosse fermato in gola. La mia piccola piagnucolona.
Raccoglie le cose nel suo zaino e si dilegua a passo elevato verso il parcheggio. Lei non mi vedrà più, ma io non posso non rivederla.
Prendo il telefono e digito il numero di Aleandro, il mio tuttofare.
-Dove cazzo sei finito?- urla, devo quasi allontanare il telefono per evitare che mi rompa i timpani.
-Avevo un lavoretto da fare-
-Che lavoretto? Torna subito qui o tuo padre ti ucciderà-
Avevo quasi dimenticato il fidanzamento di mio padre con quel bocconcino di donna.
-Devi prima cercarmi tutto ciò che c'e da sapere su una dottoressa che ha fatto il turno all'ospedale fino alle diciannove di questa sera-
-Come si chiama?-
-Razza di imbecille se lo sapessi ti avrei chiamato? Voglio tutto entro domani mattina, a dopo-
Chiudo e salgo sulla mia Bugatti nera e sfreccio verso casa. Sarà una lunga serata.
BEATRICE POV
Arrivo a casa il più veloce possibile, ho un nodo in gola che non riesco a buttare giù.
Se ripenso a quello che mi è successo inizio a piangere e non mi fermo più fino a domattina. Prendo il telefono e trovo molte chiamate perse dalla mamma, sicuramente mi starà aspettando, sarei dovuta essere già lì molto tempo fa.
Decido di mandargli un semplice messaggio per assicurarla : sto arrivando ho avuto un contrattempo a lavoro, dieci minuti e sono lì
Poi mi dirigo in bagno e fare una doccia veloce e a cambiarmi. La mamma mi ha comprato un vestito fuori dalla mia portata, ma ha promesso di uccidermi se non lo avessi indossato. Mi ha espressamente detto che ci saranno tanti uomini importanti e che forse avrei trovato un marito.
Sbuffo prendendo il vestito azzurro e lo indosso più svelta che posso, inizio a fare un trucco leggero e indosso le scarpe col tacco.
A vederlo indossato il vestito non è poi così male, se solo non ci fosse lo spacco che quasi si vedono le mutande e se solo il corpetto fosse più coperto.
Mi avvio verso la macchina sperando di poter guidare, con questo sacco che mi ritrovo come vestito, avviandomi verso la casa del mio futuro patrigno.
La casa è veramente meravigliosa, credo di non aver mai visto una casa più bella di questa in vita mia, d'altro canto sono mafiosi. I soldi non gli mancano di certo. Ho cercato più volte di far cambiare idea a mia madre di mettere fine a questa relazione, ma non ha mai voluto ascoltare.
Mi avvio all'entrata e rimango ancora più sbalordita della grandezza della sala, la casa in cui abito con Maggie è il triplo più piccola di questa enorme sala. Non oso immaginare il resto della casa quanto sia grande.
Vado alla ricerca disperata di mia madre quando la trovo a chiacchierare e starnazzare con Pablo (il suo compagno), e altre sue amiche. Mi avvicino a passo svelto fino a raggiungerla.
«Buonasera» mormoro, «ciao mamma, ciao Pablo».
(PABLO)
«La mia adorata Beatrice, come stai? Sono contento che ci hai raggiunto» mormora Pablo.
Adorata? Ci siamo visti si o no due volte in un anno di relazione con mia madre.
Mi limito al mio solito sorriso falso, «non potevo mai mancare nel giorno più importante per mia madre».
«Fai come se fossi a casa tua, d'accordo?» replica dolcemente, «vieni voglio mostrarti i miei figli»
Ed ecco che è arrivato il fatidico giorno della presentazione con il mio fratellastro e la mia sorellastra, speravo non arrivasse mai, io sto bene da sola.
«Ginevra ti presento Beatrice, la figlia di Tiana»
(TIANA)
Dinanzi a me si presenta una ragazza all'apparenza gentile e dolce. Se la incontrassi per casualità non avrei mai immaginato che fosse la figlia di un mafioso. I mafiosi incutono timore, lei invece emana solo tanta tranquillità.
(GINEVRA)
«Finalmente ti conosco, non vedevo l'ora» sibila felicissima, avvolgendomi in un caloroso abbraccio, che ricambio affettuosamente.
Almeno una volta entrati in questa famiglia ho un'amica, o meglio dire una sorellastra, amorevole.
«Vieni ti presento mio figlio, sta entrando proprio ora» replica Pablo, facendomi voltare verso l'entrata.
Il mio sorriso svanisce in un istante alla vista di colui che dovrebbe essere il mio fratellastro.
Questo è un incubo, un fastidioso è orrendo incubo.
Quando lo vedo avvicinare sempre di più, mi volto dall'altro lato con la speranza che non mi riconosca.
«Vieni Diego, ti presento Beatrice. La figlia di Tiana» sento dire.
E adesso purtroppo non ho altra scelta che voltarmi verso il mio nemico giurato.
«La sorellina è un pò timida?» gli sento domandare. Anche se il mio sguardo non è su di lui, sono certa che sul viso ha il suo solito sorriso da stronzo pervertito.
Mi volto lentamente, sperando che non si ricordi più la mia faccia ma, come immaginavo i suoi occhi alla mia vista si sgranano che quasi gli escono di fuori.
«Piacere piccola e dolce Bea» mormora, sfoggiando un sorriso che emana vendetta da tutti i pori.
Sono certa che questa è la mia fine.
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