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21. Famiglia

"Allora ragazzi che film vediamo?" Chiede Charles buttandosi sul divano vicino a noi. È ormai l'inizio di Marzo, ci troviamo nella mia fredda e amata Inghilterra e stiamo facendo una vera e propria rimpatriata. Io e Lewis sentendoci particolarmente malinconici i giorni passati abbiamo deciso di ignorare i possibili impegni dei nostri amici ed invitarli a casa mia per il weekend. Ed eccoci qui, i soliti 5 pronti a litigare per decidere il film da vedere "Considerando che sono la vostra padrona di casa in questo momento direi che la scelta tocca a me" affermo alzandomi davanti agli altri che mi guardano scuotendo la testa in segno di resa "E se andassimo a casa di Lewis? Ci eviteremo un film romantico" afferma il mio fidanzato che però viene immediatamente zittito "Caro Daniel se preferisci stare a casa Hamilton per me puoi passarci il resto della notte" "Ok ragazzi direi che sceglie Mel" "Molto bene, visto che siete così gentili  da farmi scegliere -continuo ironica- vedremo il solo e unico capolavoro Sognando Beckham" vedo la smorfia negli occhi di Max mentre Lewis scoppia in una risata "Sarà la decima volta che lo vediamo Melissa, alla fine non compare veramente Beckham!" "Lo so benissimo Lewis grazie dell'informazione...e poi a cosa mi servirebbe vederlo in un film quando l'ho conosciuto dal vivo?" "Cos'è questa storia che conosci David Beckham?" Domanda Daniel sistemandosi sul divano "Amico di che ti preoccupi? È solo uno dei più grandi sex symbol dell'ultimo secolo" lo punzecchia Max scatenando la nostra risata "È colpa di Lewis, prenditela con lui" immediatamente il mio migliore amico viene fulminato dallo sguardo di Daniel che passa dall'essere ironico alla serietà in pochi secondi "Vedete dopo la quinta volta in cui mi ha fatto vedere questo film mi sembrava giusto che Beckham non solo lo sognasse...quindi le ho fatto capire quanto può essere fantastico essere amici di Hamilton" gonfia il petto spavaldo guadagnandosi un pugno sul braccio da parte di Charles "Anche meno amico, anche meno" "Comunque -proseguo- ciò che vi interesserà sapere è che non solo è estremamente simpatico per essere un Inglese, scusami Lew, ma è anche estremamente sexy nonostante l'età" "E dimmi tra un film mentale e l'altro ti sei fatta almeno autografare una maglia?" Mi domanda sognante Charles, probabilmente il più appassionato di calcio tra i 4 ragazzi "Ovviamente la 7 dello United, che domanda è" dico ridendo per poi mettermi seduta tra Max e Daniel, accoccolandomi su quest'ultimo e facendo partire uno dei miei film preferiti.

Melissa Parker's story

"Allora, non è stato poi così male no?" Mi giro e vedo che Max è l'unico ad essere ancora sveglio "Poteva andare peggio" dice ridendo e io non posso fare a meno di sorridere guardando i "miei" uomini dormirmi attorno beati. Ma proprio quando mi sto alzando con calma cercando di non svegliarli il mio telefono squilla facendo destare tutti "Scusate" mimo con il labiale allontanandomi per rispondere

"Papà lo sai che qua a Londra è notte?"

"Scusa Melly - mi chiamava così solo da piccola il che mi mette in allerta - ma è urgente"

"Forza dimmi, è successo qualcosa alla mamma?"

"No, a tutti noi. Ho sbagliato tutto, tutto."

Sento la sua voce infranta dal pianto e questo mi fa terrorizzare
"Papà cosa diamine è successo?"

"Ci hanno tolto ogni cosa, la casa, i conti, le carte di credito, le macchine, il cavallo di tua sorella...tutto."

"Cosa significa, perché?"
Non mi risponde lasciando cadere la mia domanda nel vuoto sapendo benissimo che posso arrivarci da sola.
"C-cosa dobbiamo fare ora?"

"Noi andiamo da nonni in campagna e tu, beh anche la tua casa di Londra era a nome mio"

Chiudo gli occhi cercando di impedire alle lacrime di non sgorgare a fiumi, senza successo. Ho sempre visto mio padre come un uomo onesto e inarrivabile e ora che scopro che per colpa della sua disonestà l'intera famiglia è a rischio mi sento delusa e presa in giro. Non è mai stato amorevole, ma era papà e questo gli bastava per essere il mio supereroe.
"Non voglio andarmene"

"Abbiamo bisogno di te Melly, la mamma è distrutta sai com'è fatta, l'apparenza per lei è tutto, le feste i bei vestiti e le borse firmate...il mondo a cui era abituata le è crollato davanti"

"Papà non posso tornare, io qua ho una vita, delle persone che mi vogliono bene"

"Siamo la tua famiglia Melissa."

Afferma freddo facendomi capire di non aver scelta. Chiudo la chiamata distrutta e non ho nemmeno il coraggio di tornare di là, mi lascio scivolare a terra e scoppio in un pianto disperato. Perché ora? "Ehy Mel di là ti stiamo aspet-" Daniel si interrompe nell'istante in cui alzo lo sguardo verso di lui e corre ad abbracciarmi "Ehy piccola cos'è successo?" "D-devo tornare a casa Dan" dico per poi abbracciarlo con tutte le forze che ho.

"Potremmo aiutarti noi, insomma siamo anche noi la tua famiglia " dice Charles facendomi sorridere dopo un tempo infinito di pianti in cui spiegavo tutto ciò che era successo "No ragazzi non posso e non voglio. Mio padre ha sbagliato e pagherà e per quanto riguarda mia mamma e mia sorella le aiuterò io, devo farlo" "Ma non da sola" mi consola Lewis. "Siete tutto ciò che mi resta lo sapete?" Dico per poi asciugarmi le lacrime ed alzarmi "Ora credo di dover recuperare le mie cose e lasciare la casa, prima che vengano a cacciarmi" "Puoi stare da me stanotte" "Lew, sei il mio migliore amico ma non posso approfittare di te anche stavolta. Penso sia una sfida tutta mia, devo cavarmela da sola" affermo andando poi a preparare le mie cose

"Sei proprio sicura di non volermi con te a Melbourne?" "Dan ci tornerai tra poco per il gran premio e io ti aspetterò. Ma per ora lasciami andare" "Non è giusto" dice calciando per terra nervoso "Quando mai il destino è stato giusto con noi due?" "Ti amo dannatamente tanto Melissa Parker, ti prego non dimenticarlo" "E tu non dimenticarti di preparare la casa a Montecarlo, a quanto pare sarò costretta a trasferirmi da te quando la mia famiglia si starà stabilizzata" "Non capisco ancora perché tu debba andare" "Hanno bisogno di me Dan te l'ho già detto" "Anche io ho bisogno di te" gli sorrido accarezzandogli il viso per poi unire le nostre labbra in un bacio bagnato dalle mie lacrime che continuano a scendere senza tregua. Mi avvio verso il mio gate e lo saluto da lontano promettendo a me stessa che nemmeno questo ci potrà separare, niente potrà mai farlo.

"Ciao principessa" mi accoglie mia mamma abbracciandomi entusiasta, forse tutto questo finirà per unirci. "Ciao mamma, dove è Sophia?" "Tua sorella è uscita convinta che trovare un lavoro possa risolvere la faccenda" dice mia nonna con la sua solita ironia. Ho sempre pensato che quella donna fosse una forza della natura, vorrei essere proprio come lei alla sua età. Ha vissuto come voleva, ha viaggiato, ha lavorato tanto ma sempre con passione, è andata contro i suoi genitori quando si è innamorata di un ragazzo italiano nel suo viaggio a Roma e ha deciso di sposarlo. E quel ragazzo mi viene incontro proprio ora abbracciandomi forte "Mi sei mancato nonno!" "Allora potevi tornare più spesso invece che stare sempre in giro con quel tuo pilota" "Andiamo Marco ma se Ricciardo è il tuo pilota preferito!" Lo canzona mia nonna "Solo perché è in parte italiano come me" ribatte girandosi poi a farmi un occhiolino.
Salgo al piano di sopra e vado a sistemare le mie cose nella mansarda condivisa con mia sorella, sarà un po' come tornare bambine quando venivamo qua i weekend convinte che fosse un mondo parallelo ed estraneo a tutto il resto.

"È pronta la cena!" Mi urlano da sotto così scendo di corsa e mi metto al mio solito posto "Allora, c'è una specie di piano di azione adesso?" Chiede mia sorella prendendosi una bistecca nel piatto "Ecco dovremo aspettare un po', vostro padre potrebbe, ecco, stare in carcere per un po'-" a mia madre si spezza la voce e io cerco di consolarla accarezzandole la mano "Ma ci siamo noi no?" Dico catturando l'attenzione di tutti "Insomma qualcosa ci inventeremo, magari potrei trovare un lavoro" Sophia scoppia a ridere per poi scusarsi con poca convinzione "Scusa ma non ti ci vedo proprio a lavorare" "Ti potrei stupire sai" dico facendole una linguaccia "Forse ho un'idea" dice mia mamma che riacquista di colpo fiducia "Una mia amica mi aveva detto che l'agenzia di modelle in cui si trova sua figlia cerca una ragazza, Melissa potrebbero prenderti!" La guardo confusa scuotendo la testa "Non penso di essere al livello di una modella" "Oh andiamo - si intromette mia nonna - Quando ero a Parigi ho fatto un paio di servizi fotografici perfino io! È divertente e paga bene" scuoto la testa per poi cedere, come ogni volta quando a convincermi ci pensa mia nonna. Sento il telefono squillare e quando vedo il nome di Daniel sullo schermo un sorriso mi compare improvvisamente in viso "scusate" dico alzandomi e non ascoltando le battutine di mia sorella, per fortuna che c'è Daniel in questo momento anche se distante è la mia ancora di salvezza.

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