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2.

*Venerdì 23 marzo 2018*
"Questa giornata sembra non finire mai" dico appoggiandomi alla sedia dentro il box Mercedes. Sono finite le prove libere 1 e pensavo di potermene andare, ma a quanto pare devo aspettare che Lewis parli con dei tipi che si occupano della sua macchina. Penso siano andate bene, Lewis è primo e lo vedo abbastanza sorridente, se lo conosco quanto credo ha molte sicurezze per la gara di domenica, il che mi fa sperare di vederlo sul gradino più alto del podio, almeno sarebbe valsa la pena di passare questi giorni qua. Quando finisce di parlare si avvicina a me sorridente "Tu aspettami qua, non fare casini, io mi lavo, torno e ti faccio fare un giro" sbuffo platealmente e, subito dopo aver visto il mio amico scomparire nel retro del box, mi alzo decisa a guardarmi attorno. Devo ammettere che la macchina non è niente male, continuo a preferire la Ferrari rosso fiammante, ma non mi dispiace nemmeno questa. Dopo un po' che cammino dentro la stanza mi sento decisamente di troppo vedendo un sacco di persone che corrono a destra e a sinistra prese dal loro lavoro; esco in quella che mi è stato spiegato chiamarsi Pit Lane, dove sostanzialmente vedo ancora più gente intenta a vivere quella frenetica giornata. La cosa che mi colpisce di più sono sicuramente gli spalti, vedere tutta quella gente con le bandiere Australiane fa un certo effetto devo ammetterlo. Tiro fuori il cellulare per postare una storia quando sento un accento familiare imprecare poco più in là. Riconoscerei un Australiano anche dall'altra parte del mondo, abbiamo un modo di parlare inconfondibile! Mi giro di scatto cercando di capire chi in mezzo a tutta quella gente possa essere un mio connazionale ma c'è così tanta confusione da non riuscire ad individuarlo. Peccato, è stata probabilmente la cosa più piacevole della giornata.
"Allora vedo che non ti dispiace così tanto Albert Park" dice Lewis sorprendendomi alle spalle "Beh è abbastanza familiare come posto...e poi è come un grande evento mondano e lì mi trovo perfettamente a mio agio" dico scherzando ma neanche troppo. La verità è che forse non mi dispiace così tanto l'idea di scoprire un mondo nuovo insieme al mio migliore amico. Iniziamo a camminare un po' per la pit lane, mi porta a vedere il box Ferrari (assolutamente fantastico, ecco una delle cose da raccontare alle mie amiche di Londra), quello Red Bull, per poi arrivare alle scuderie minori. Incontriamo anche qualche pilota che saluta amichevolmente Lewis e guarda incuriosito me, forse l'outfit che ho scelto attira un po' troppo l'attenzione. Lezione "imparata".

Dopo pranzo c'è la seconda sessione e decido di mettermi quasi d'impegno, chiedo ai meccanici qualche informazione di cui capisco ben poco, mi metto perfino a guardare qualche giro...poi finisco inevitabilmente a guardare il telefono e ad annoiarmi proprio come stamattina. Ma almeno la giornata sta per finire.

*Sabato 24 marzo 2018*
La giornata è iniziata nel peggior modo possibile. La sveglia non ha suonato, mi sono svegliata in ritardo, ho fatto colazione super velocemente e devo ancora truccarmi. Quando esco dall'albergo è decisamente tardi e scopro mio malgrado che Lewis è già dovuto andare al circuito "Ti aspetto là, non scappare" rido amaramente leggendo il messaggio, cercando di trovare nel mentre un taxi che mi accompagni ad Albert Park. Quando finalmente arrivo non sento il rumore assordante delle macchine, deduco quindi di essere ancora in tempo per l'inizio, che fortuna. Non sono abituata ad arrivare in ritardo, è una cosa che odio, perciò cerco di sbrigarmi ad arrivare ai cancelli dei controlli. Ovviamente è la mia giornata sfortunata perciò mentre corricchio verso la mia meta il tacco della mia scarpa decide di rompersi lasciandomi zoppa e assolutamente non presentabile. Arrivo scocciata e a piedi scalzi all'ingresso, mostro il mio badge pensando di poter entrare tranquillamente come il giorno precedente ma l'assenza di Lewis complica le cose. Iniziano a farmi un controllo completo, da capo a piedi, neanche dovessi nascondere chissa che cosa. Quando cerco di far capire a quei gentili signori che io non sono una qualunque e che se non mi fanno entrare se la vedranno loro con un certo Lewis Hamilton, sento una risata alle mie spalle. Chi mai troverebbe divertente una situazione così tragica? Mi giro di scatto fulminando con lo sguardo il ragazzo che si trova dietro di me. "Lasciatela passare è con me" dice con un forte accento australiano, non è possibile credo di aver trovato l'unica persona che viene dalla mia stessa terra al mondo che riesco ad odiare. Sorrido forzata quando mi fanno passare e ringrazio velocemente il ragazzo. "Oh non c'è di che, è il minimo che possa fare per una ragazza in difficoltà" dice continuando a ridere e indicando le scarpe nelle mie mani. Ma perché ride sempre? "Intanto non sono una ragazza in difficoltà, e poi indossi una felpa Red Bull, non dovresti essere tipo a svitare qualche bullone da qualche macchina adesso?" Scoppia a ridere ancora più forte di prima, giuro che prima o poi lo strozzo. "Quindi dai per scontato che io sia un meccanico?" "Beh se fossi un pilota saresti in ritardo, e in tal caso non avresti tanto da ridere" "Hai ragione! Vado a svitare qualche bullone da qualche macchina!" Dice aumentando il passo. Poco prima di sparire dalla mia vista in mezzo alla gente davanti a me lo vedo girarsi e praticamente urlare "E comunque piacere, io sono Daniel" Questa volta sono io a sorridere prima di correre al box Mercedes.

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