12.It's complicated, okay?
Harry guidava tra le strade parigine, mentre di sottecchi osservava Madelaine rannicchiata sul sedile accanto a lui, dormiente e con la testa posata sul suo braccio. Quando arrivò allo stop, spostò il viso di Madelaine, prendendo la sua giacca dal sedile posteriore e poggiarla sul suo corpo infreddolito. Le stampò un bacio sulle labbra, controllando che stesse ancora nel mondo dei sogni. E quando scattò il verde, premette l'acceleratore, mentre la sua mente ricordava gli avvenimenti di quella mattina.
Non pensava che Luke e Madelaine si conoscessero e nel momento in cui vide le labbra di Luke posarsi lentamente su quelle di Madelaine, la gelosia prese il sopravvento del suo corpo. Ma in quel momento sapeva di dover dare la sua priorità alla povera Pandora.
Fine Flashback.
«Dovresti avere un po' di mano ferma con lei, non credi? Se continuerai a essere così flessibile, alla fine la perderai. Guarda Luke e Pandora.»
E Harry ci pensò qualche minuto, constatando che sua sorella avesse ragione. Se non avesse fermato Madelaine in tempo, l'avrebbe persa completamente. E mettendo a confronto Luke e Pandora, notò che Gemma avesse completamente ragione. Non avendo imposto dei fermi, Luke gli era scivolato di mano, mentre Pandora no.
«Madelaine è diversa da Luke e Pandora. Madelaine è un po' più difficile da tenere a bada.»
«Prima le metti delle regole, meglio è, non credi?»
Stava per rispondere, ma la suoneria del suo cellulare catturò la sua attenzione. Afferrò quell'aggeggio, osservando il numero sul display, notando che fosse la scuola.
«E' la scuola.»
«Cosa ti ho detto io? Luke ha iniziato così.»
Harry sospirò, premendo il pulsante verde sullo schermo. «Harry Styles.»
E Gemma osservò il modo in cui il viso di Harry si contrasse in preoccupazione. «Arriviamo.»
«Qualcuno ha fatto del male a Pandora. Andiamo.»
Fine Flashback.
Forse avrebbe veramente dovuto mettere dei limiti a Madelaine, delle regole da rispettare o imporle di non frequentare gente poco affidabile. Ma sapeva anche che Madelaine non avrebbe rinunciato ad Annie e nemmeno a Luke.
E premette il pulsante sul cruscotto, vedendo il cancello aprirsi. Parcheggiò l'auto e scese dallo sportello, aprendo quello di Madelaine e afferrando la ragazza tra le sue braccia. Quest'ultima posò la testa sulla scapola del ragazzo. Harry infilò la chiave nel nottolino, salendo le scale e posando Madelaine sul suo letto.
Madelaine era davvero troppo leggera per la sua età.
Aprì il suo armadio, afferrando dei pantaloni di tuta e una maglietta bianca, per poi mandare un messaggio ad Elena, dicendole che il loro appuntamento era stato rinviato a causa di alcuni problemi familiari. In quel momento voleva soltanto dormire con accanto Madelaine. Era stanco.
Si fece una doccia veloce, lavò i denti e poi ritornò in camera, stendendosi accanto a Madelaine che continuava a dormire tranquilla. E tirò la ragazza più vicina a sé, baciandole una gote e poco dopo cadde in un sonno profondo e sognò la ragazza addormentato al suo fianco.
Madelaine lentamente aprì gli occhi, sentendo le dita di Harry battere velocemente sulla tastiera. La ragazza strofinò gli occhi con la mano, sedendosi lentamente sul letto. Si guardò intorno notando che non fosse nella sua stanza, ma bensì in quella di Harry.
Che cazzo ci faceva in quel letto?
Sospirò di sollievo, quando osservavo che aveva ancora i vestiti di quella mattina addosso. Focalizzò il suo sguardo su Harry, che ricambiò lo sguardo, sorridendo dolcemente.
«Che ore sono?»
«E' ora di cenare Madelaine, quindi cerca di rimanere sveglia.»
Madelaine annuì lentamente, mentre Harry continuava a parlare. «Ti ringrazio per aver salvato mia nipote. Dimmi come poter ricambiare il favore.»
Madelaine valutò bene l'offerta. Non desiderava qualcosa di costoso, ma soltanto un piccolo gesto di affetto.
«Soltanto... abbracciami.»
E Harry avvolse le sue mani intorno al bacino della ragazza attirandola a sé. La fece sedere sulle sue gambe, spostando il computer e affondando la testa nell'incavo del collo della ragazza. La mano destra vagò tra i capelli di quest'ultima, accarezzandoli lentamente. E Madelaine ricambiò quel piccolo gesto d'affetto, allacciando le sue piccole braccia intorno al collo.
Harry si sentì bene in quel momento, si sentì come se tutto il dolore nel suo cuore fosse svanito. E Madelaine in quell'abbraccio si sentì libera e protetta, come se il peso che portava sul cuore si fosse dissolto.
«Mio padre non mi abbracciava in questo modo da quando la mia mamma è morta. E mi è mancata questa sensazione.»
E Harry la strinse a sé, baciandole il capo. Le accarezzò la schiena con la mano, mentre le sussurrava qualche frase dolce all'orecchio. Ad entrambi erano mancati i momenti come questi, quei momenti in cui erano soltanto loro, senza problemi e impicci di nessun tipo.
«Mi è mancato abbracciarti e mi dispiace non averlo fatto prima. Mi dispiace per tutto.»
Sussurrò Madelaine, asciugando le lacrime che avevano iniziato a macchiare le sue gote. Posò la testa sul petto di Harry, infilando la punta dell'indice tra le labbra, mordendo nervosamente l'unghia. Harry le spostò il dito dalle labbra, alzandole il volto e passando esso sotto l'occhio, raccogliendo le lacrime che cadevano dalle ciglia.
«Shh. Non piangere, non sono arrabbiato con te, non più. E' tutto passato. Ti voglio bene, tesoro.»
Madelaine restò in silenzio, osservando da sopra la spalla di Harry il suo polso ricoperto dal sottile strato della giacca. Forse avrebbe dovuto dirgli che ci era ricaduta, forse avrebbe dovuto dirgli la verità, forse dopotutto non desiderava rovinare un momento come quello per qualcosa che avrebbe potuto scoprire lui a tempo debito. Ma dirglielo è la cosa giusta; lui la poteva aiutare.
E forse doveva rischiare la sua salute per rimanere ancora tra le sue braccia, protetta e riscaldata dal calore che il suo cuore emanava.
«Ti voglio bene anch'io.»
Inizio Flashback.
E vedere Pandora in quello stato aveva risvegliato qualcosa nel suo cuore. Le urla di ella le arrivavano alle orecchie, urlando a squarciagola che qualcuno la aiutasse e Madelaine morse con forza la mano della persona che la teneva e corse verso di lei, spingendo il ragazzo lontano e inginocchiandosi davanti alla figura spaventata e sanguinante di Pandora. Un occhio nero, il labbro spaccato e il corpo ricoperto da graffi. Dalla sua intimità colava sangue, segno della sua verginità persa.
E fu troppo per lei.
«Sei soltanto un figlio di puttana!»
E quando il ragazzo, si alzò dal suolo, avanzando verso di lei con il palmo della mano aperto, pronto a scontrarsi contro la sua gote, una voce profonda lo fermò.
«Cazzo. Non lei. Tirale uno schiaffo e ti fracasso la testa.»
E Madelaine si girò di scatto, udendo quella voce.
Liam.
E il ragazzo si fermò indietreggiando, lasciando l'opportunità a Madelaine di aiutare Pandora. Non guardò né il suo corpo nudo, né i suoi lividi, che le ricordarono gli ematomi che le lasciava suo padre quattro anni prima.
«Usciamo da qui, okay?»
Le disse dolcemente e vide Pandora annuire lentamente. Annie le fu accanto, aiutandola a tirarla in piedi, uscendo da quel posto sporco e orrendo.
«Si riprenderà, vero?»
«Ci vorrà del tempo, Annie.»
Fine Flashback.
«Si riprenderà, vero?»
«Ci vorrà del tempo, tesoro. Ma si riprenderà. Tutto tornerà come prima.»
Madelaine suonava al piano e Harry ascoltava la musica riprodotta da quello strumento, battendo le mani alla fine della melodia. La ragazza sorrise imbarazzata, mentre Harry si sedeva accanto a lei, sfogliando tra gli spartiti e posandone uno sul leggio. Le sue mani iniziarono a riprodurre la melodia, spostando lo sguardo dal leggio al piano.
Madelaine posò un dito sul piano, premendolo lentamente e canticchiando le parole della canzone, sorridendo leggermente. Tutto questo continuò fino a quando non sentirono il campanello e la voce di Elena parlare con Niall.
«Dovrò dire a Niall di apparecchiare per tre.»
Madelaine annuì, chiudendo gli occhi quando sentì un bacio esser premuto sulla sua fronte e mentre Harry usciva dalla stanza, la ragazza continuò a suonare, riproducendo questa volta una melodia malinconica.
Fermò le dita nel momento in cui vide Elena ed Harry entrare in salotto. La mano di quest'ultimo sul fianco della donna e il sorriso di uno incantato nel sorriso dell'altro. Madelaine sorrise malinconicamente, ritornando a suonare. Gli occhi le pizzicarono, ma si promise a sé stessa di non piangere; di non mostrarsi debole agli occhi di Elena. Sarebbe stata un'umiliazione troppo grande da sopportare.
E cercava di focalizzare la sua mente sulle note, afferrando la matita e tracciando una X su un accordo sbagliato, riprovando lo stesso pezzo per due volte, prima di trovare la nota perfetta. Era da tanto che non scriveva qualcosa di suo. Era da tanto che non metteva anima e corpo per scrivere un suo pezzo.
«Le puoi dire di fermare questa lagna?»
E lì Madelaine toccò il tasto sbagliato, provocando un rumore sgradevole, per poi scuotere la testa e continuare come se nulla fosse.
«A me piace. Sa suonare molto bene. Devo fare una cosa. Non ci metterò molto.»
E quando Harry uscì dalla stanza, Elena si alzò avanzando con un sorriso cattivo in volto.
«Smettila di suonare questa lagna, delusione ambulante. Anche se suoni bene, sarai sempre la delusione di questa casa. Come può aver adottato una delusione come te? Gli facevi tanto pena da prenderti con sé?»
E le tolse un ciuffo di capelli dal viso. Madelaine schiaffeggiò la mano, chiudendo il piano e sentendo il cuore arrivarle in gola e la nausea salire.
«Cos'ha trovato di bello in te? Nell'errore della famiglia Grey? La ragazza con un brutto passato alle spalle, la madre morta e il padre ubriacone che scatenava la sua ira su di lei. Come può soltanto pensare a te come una brava persona?»
Le afferrò il viso con la mano.
«Sei così depressa, chiusa in te stessa e deludente. Come puoi piacergli? Forse tuo padre avrebbe dovuto ucciderti, sopprimere l'errore nato da una relazione morta in precedenza, ammazzarti al nascere. Se fossi lui non ti avrei rinchiusa in un orfanotrofio, ma in un colleggio per tutta la tua esistenza. E quando sarò la fidanzata di Harry, lo farò.»
E Madelaine si alzò di scatto, camminando verso la porta e lasciando Elena sola con la sua cattiveria. Salì lentamente le scale, asciugando le lacrime e sorridendo amaramente. Si strinse nelle spalle, sussurrando nella sua mente qualche parola confortante. Si guardò intorno, ricordando le parole della madre.
"Non abbatterti mai, qualunque cosa succeda.
La mamma sarà sempre accanto a te, anche se non potrai vederla.
Ti veglierà dal cielo. E non lo fare più."
Ma sua madre non era lì. Non era al suo fianco ad asciugarle le lacrime con il suo fazzoletto ricamato, non era lì a baciarle la fronte.
«Vado a dormire. Ho sonno e non mi sto sentendo molto bene.»
«Vieni sotto e mangia qualcosa, Madelaine. Non puoi restare a digiuno.»
«Scendo dopo, lo prometto.»
«Mi arrabbio se non lo fai.»
E la superò scendendo le scale. Madelaine strinse i pugni, chiudendo la porta a chiave dietro di lei. Elena aveva rotto quella tranquillità, era riuscita con delle semplice parole a rovinare quella serata. E ancora una volta, non volendo, aveva deluso Harry. Lui sapeva che lei non sarebbe scesa e lei non riusciva a fargli credere il contrario.
Entrò nel bagno, aprendo la trousse e afferrando la lametta. Fece scontrare la sua pelle con quel metallo, chiudendo gli occhi. Il dolore era tanto, ma a lei stava bene così. Le stava bene sentire quel dolore, osservare il suo sangue colare dal braccio se poi la sua sofferenza svaniva. La sensazione di dolore prendeva il posto delle parole di Elena.
E ti senti vuota dentro e fredda esternamente, ti crei un muro di vetro immaginario, aspettando soltanto che arrivi qualche che distrugga la tua barriera e riscaldi il tuo cuore. Ma quella persona non arriva; il tuo carattere non permette a nessuno di avvicinarsi.
E da lì capisci che sei l'unica che può salvare se stessa.
E le parole di Liam ritornano nella sua mente.
Siamo più simili di quanto immagini Madelaine.
Entrambi con il cuore a pezzi a causa di tutto il dolore che ha attanagliato il nostro cuore per anni. La gente ci evita per paura di immergerle nel nostro mondo, le persone a noi più care ci lasciano morire da soli nella nostra sofferenza, non dandoci l'aiuto che bisogniamo.
Le persone come noi sono difficili da aiutare, da affrontare.
Le persone come noi sono aggressive e testarde.
E le persone come noi sono difficili soprattutto da amare Madelaine.
Se vuoi starmi accanto è un conto.
Ma se non vuoi restare al mio fianco, sarò costretto a distruggerti con la stessa mano che ti ha salvato. E ti distruggerò nel vero senso della parola. Tornerai da me, pregandomi di aiutarti, e io lo farò. Ti costruirò a mia immagine e somiglianza, assemblerò i pezzi del tuo cuore rotto e nessuno riconoscerà la nuova Madelaine che ne uscirà.
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