Uno.
(MINI DISCLAIMER: la mail è in italiano qualche riga più in basso, vvb)
"Dear Ms. Anita Grossi,
We are pleased to inform you that you have been selected to interview for the internship as social media manager here at Milton Keynes for the Red Bull Racing team. Our programme is very exclusive and this is the first time we accept a MSc student in International Business and Entrepreneurship for this position. We will provide you a full-time online course of 2 weeks and a personal tutor that will train you and personally follow you during your trial period. Due to the current COVID-19 medical emergency, we are not sure if we will be able to host you here at Milton Keynes, but we sincerely hope so. Your trial period will end in a month, and if you have achieved the expected results, we will be happy to keep you here until June 2021.
Here you find the link for the Google Calendar: choose a date and we will arrange a Skype call to give you further information.
Best regards,
Ross Taylor
(Gentile Anita Grossi,
Abbiamo il piacere di informarla che è stata selezionata per un colloquio per uno stage come social media manager nella sede di Milton Keynes per il team Red Bull Racing. Il nostro programma è estremamente esclusivo ed è la prima volta che accettiamo uno studente magistrale di International Business and Entrepreneurship per questa posizione. Le forniremo un corso a tempo pieno della durata di due settimane e un tutor che la formerà e seguirà nel suo periodo di prova. A causa della attuale emergenza sanitaria COVID-19, non siamo sicuri di poterle garantire un posto qui a Milton Keynes, ma lo speriamo. Il suo periodo di prova terminerà dopo un mese, e se avrà raggiunto i risultati attesi, saremo felici di averla con noi fino a giugno 2021.
Qui trova il link per il Google Calendar: scelga una data e organizzeremo una Skype call per darle ulteriori informazioni.
Cordiali saluti, Ross Taylor)
*
Naturalmente, è ben lontano dall'essere il lavoro dei suoi sogni.
Innanzitutto non è nel settore marketing come aveva sperato, ma è per una posizione da social media manager ed editor. Inoltre, com'è stato subito chiaro dopo le prime due righe della mail, non è nel gruppo Red Bull Energy Drink per cui lei aveva fatto richiesta, ma in maniera specifica per il team di auto da corsa.
Yuhu.
Dovrà cavarsela con qualcosa di un pochino più creativo di Red Bull ti mette le ali.
La proposta non è particolarmente allettante: seguirà un corso online di formazione di due settimane e poi (pandemia permettendo) andrà a Milton Keynes per un periodo di prova della durata di un mese. Al termine del quale si dicono sempre in tempo per lasciarla con il culo per terra.
Non è il meglio, ma è qualcosa.
Considerato che non fanno la fila per parlare con lei (e, anzi, teme di essere rientrata nella blacklist di molti uffici stampa) non può permettersi di fare troppo la schizzinosa. Suo malgrado, si convince ad accettare e compila il modulo che le hanno inviato per schedulare un colloquio via Skype, con una strana sensazione di insoddisfazione a livello dello stomaco.
Non è il meglio, si ripete, ma è qualcosa.
Ed è dannatamente indietro per il progetto di Strategia d'impresa. Dovrà darsi una mossa, cazzo.
È stata così risucchiata dalla ricerca di uno stage, da avere accantonato qualsiasi altra cosa, semplicemente come se non fosse nemmeno sua responsabilità. Esami, progetti, perfino clienti in carne ed ossa. Uno dei lati peggiori del suo carattere è che quando si getta a capofitto in qualcosa, dimentica tutto il resto. È come se si chiudesse nella sua piccola bolla felice, in un luogo dove lei ha il controllo e fa tutto quello che è in suo potere per rendere possibili le cose impossibili. Poi la bolla scoppia, ed è di nuovo gettata nella realtà.
Quella sera Anita e Rebecca si mettono in tiro per fumare una sigaretta fuori dal balcone, e festeggiano con la seconda (ed ultima) bottiglia di vino a loro disposizione. I pensieri che le affollano la mente sono tanti, e neppure alcol e nicotina riescono a distenderle i nervi.
La città è silenziosa nelle sere di maggio del 2020, ci sono pochi passanti, e nonostante la temperatura sia tiepida l'atmosfera è un po' spettrale. Le saracinesche dei locali sono abbassate, le insegne al neon spente. Piccole nuvole di fumo escono dalle loro labbra, col respiro.
"Quindi hai anche intenzione di lasciarmi da sola?!" borbotta Rebecca, passandosi una mano fra i capelli biondi.
Anita ripensa alla prima volta che si sono conosciute, quasi quattro anni prima. Erano solo due ragazzine, ingenue e assolutamente impreparate ad affrontare l'Università. Erano entrambe approdate dal Sud in un appartamento al quarto piano senza ascensore, vecchio e fatiscente, in centro a Milano. Lo dividevano con due sorelle insopportabili che avevano fatto carte false per scegliere le camere migliori, che non rispettavano mai i turni di pulizie e invitavano continuamente loro amici fino a tarda sera. Si erano avvicinate per fare fronte comune, per necessità. Poi però si erano scelte, erano andate via, e si erano promesse che non si sarebbero più lasciate sole, qualunque cosa fosse successa.
"Ti prego, non fare la melodrammatica" mormora Anita, persa nei suoi pensieri.
"Io?" ribatte Rebecca, portandosi una mano al petto, fingendosi sconvolta. "Semmai tu! Durante una pandemia hai il fegato di mollare la tua migliore amica? Da sola? Nel vostro appartamento? Per cosa? Scrivere post Instagram e tweet dal profilo di un team di quart'ordine?"
Anita la guarda storta, e poi dalla sua bocca esce una cosa che nemmeno lei, fino in fondo, si aspetta: "Sono la terza potenza nel campionato costruttori"
L'immagine delle divise blu con l'iconico toro rosso le passa per un attimo davanti agli occhi, e con quella un viso sfocato e dai tratti aguzzi. Un nome che non si ricorda, ma che andrà a cercare. Alex? Martin? Max?
Sì, Max. Bingo.
"Max Verstappen vincerà il titolo quest'anno." Prosegue, aspirando un'ultima volta.
Non si riconosce nemmeno più, per come parla. Il suo potere di autoconvincimento sta sfiorando vette epiche.
"Non ti facevo un'appassionata, Ani"
"Non lo sono" le viene fuori, mentre spegne la sigaretta sul bordo della ringhiera. La lascia cadere nel bicchiere vuoto, e senza un'altra parola, rientra in casa.
*
Il più entusiasta, come da copione, è suo padre.
Quando Anita telefona alla sua famiglia per informarli circa le sorti del suo futuro, sua madre la fredda con un "sarà comunque una bella esperienza" che suona molto poco convincente e decisamente di circostanza.
A suo fratello Jack frega ben poco dei motori e ben di più dei carmi di Catullo. Ha diciannove anni e si è iscritto da poco a lettere antiche, è colto e silenzioso, intimorisce i ragazzi della sua età (e le ragazze). In altre parole: suo padre non ha nessuno su cui sfogare la sua infinita passione motoristica, è una bomba ad orologeria pronta a esplodere.
"Ninni?"
Ci siamo.
"Ho ventitré anni papà. Possiamo smetterla con Ninni." Alza gli occhi al cielo, anche se lui non può vederla. O a maggior ragione per quello.
Detesta quel soprannome che le è rimasto appiccicato da quando suo fratello ha imparato a parlare. Anita non è un nome così difficile, perché non riusciva a pronunciarlo? E poi, soprattutto, perché suo padre aveva preso a chiamarla così, e non aveva più smesso?
Lui, anziché spazientirsi, ride, e forse è per quello che lei ha sempre voluto bene a suo padre.
"Ninni, non serve che te lo dica. Appena incontri i piloti foto e autografo con dedica per RO-BER-TO" scandisce, e sembra un bambino. "Poi, se dovessi vedere Sebastian Vettel..."
"Papà, dubito fortemente che vedrò i piloti così da vicino e così a lungo" lo interrompe, caustica.
Si domanda quante persone entrino di solito nel paddock, e quante ce ne saranno a causa della pandemia in atto. Scaccia il pensiero strofinando la mano sul viso: è un non-problema. Lei non ci andrà.
Anita fa finta di essere seccata (e forse una minima parte di lei lo è) ma è contenta che qualcuno la supporti e che veda l'opportunità che ha avuto per quella che è, e non come uno squallido ripiego pur di far qualcosa in tempo di COVID.
In sottofondo sente Liam Gallagher e capisce che Rebecca ha di nuovo rinunciato a studiare e sta preparando qualcosa da mangiare. Forse dovrebbe andare ad aiutarla, si dice, ma non lo fa. Continua a guardarsi la punta dei piedi mentre suo padre la inonda di informazioni che, le dice, potrebbero tornarle davvero utili. È un po' distratta dalla musica, ma lo ascolta comunque. O almeno ci prova.
"Sono orgoglioso di te." È quello che dice, e quello che le fa pensare che quel meglio di niente potrebbe in realtà rivelarsi qualcosa di importante.
*
Il "colloquio" è molto più sbrigativo del previsto.
Anita si è messa la sua camicia a righini azzurri, la più professionale che ha, ed ha sfoggiato il migliore dei sorrisi, ma l'esaminatore (un ragazzo sulla trentina, capelli scuri e occhiali sottili) l'ha a malapena guardata e ascoltata. Dopo rapide presentazioni, e una serie di domande per lo più formali, Patrick (così si chiama) le ha gettato addosso una pioggia di informazioni che Anita ha fatto fatica a segnarsi, su date, scadenze, obiettivi e risultati. Le vengono fornite la password per il portale, le credenziali e il contatto di tale Paul Harris, che sarà il suo supervisor.
"Inizi domani" la congeda, senza nemmeno l'accenno di un sorriso.
Tanti saluti, arrivederci e grazie.
Avrebbe voluto capire qualcosa in più sulle sue mansioni, perfino, forse, essere rincuorata sulla possibilità formativa dell'esperienza. Povera, ingenua, stupida Ani.
Chiude la videochiamata con le idee ancora più confuse di prima e si immerge a capofitto nel mondo blu e rosso della Red Bull. Chi sono, quando e quanto hanno vinto, come si chiamano, di cosa si occupano. Nomi, volti e statistiche le sfilano davanti agli occhi, mentre una strana euforia sembra prendere il sopravvento.
Quando, ore dopo, la sua coinquilina bussa alla porta della sua stanza per assicurarsi che sia ancora viva, la trova in un mare di carte, con due tazze vuote e il pc aperto con almeno dieci finestre di dialogo.
Non le piace, non è convinta né soddisfatta, ma sa com'è fatta. Si dedicherà a questo con tutta sé stessa. Fosse l'ultima cosa che fa.
//Spazio autrice (si, certo)
In questa settimana a dir poco infernale, pubblico un altro capitolo, e per giunta più lungo! So che probabilmente la sto tirando troppo per le lunghe, ma volevo davvero che iniziaste a conoscere Ani ben prima che tutto inizi ad accadere. E preparatevi, perché sarà emotivamente complesso.
Vi ringrazio per essere arrivate fin qui e anche la povera anima pia che ha votato la storia. Se doveste trovarla interessante, spendete due minuti per strapparmi un sorriso e lasciare una stellina.
Vi mando dei bacini,
Vostra sempre T.
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