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Cinque.


La prima settimana di lavoro procede senza eventi e, soprattutto, senza Max Verstappen. Al lavoro, per lo meno, perché nei suoi pensieri la faccenda è ben diversa. Anita rimugina spesso su quanto è successo fra loro, in quel breve scambio, e si pente amaramente di averne addirittura auspicato la vittoria in passato. Uno così, si dice, nella vita non dovrebbe vincere proprio un cazzo.

Fortunatamente non le capita più di incrociarlo a Milton, nemmeno per errore, ed è contenta che lui viva sufficientemente lontano da non esserle sempre fra i piedi.

Anche senza Coso Verstappen in giro, al lavoro la situazione non è idilliaca. Non le affidano alcuna mansione che si possa realmente chiamare tale: risponde al telefono, fa le fotocopie, scrive mail a sponsor e PR, ma non impara quasi nulla. È la settimana più lunga e monotona della sua vita, l'entusiasmo iniziale è già sfumato e sono appena a metà giugno.

L'unica notizia positiva è la valigia rossa, ammaccata e senza una ruota che le recapitano lunedì mattina davanti alla porta di casa. È una magra consolazione, deve ammetterlo, ma è l'unica che ha.

Se non si vuole considerare, ovviamente, Paul.

Non hanno più parlato di quanto avvenuto al simulatore, e lui non ha mai fatto accenno alla sua discussione con Christian Horner, il che è un bene. Il clima fra loro però non è mutato, e anzi, è molto piacevole avere a che fare con Paul. Hanno reso il caffè prima del lavoro un incontro fisso, e durante la pausa fanno lunghe passeggiate, a cui a volte anche Lynn si unisce.

Il venerdì successivo è proprio lei a lanciare la proposta, una volta sistemata la sua postazione e presa la giacca sotto braccio.

"Anita?" le chiede, avvicinandosi alla scrivania dove la ragazza sta mettendo a posto i suoi appunti.

"Mmh, ?" risponde lei, alzando lo sguardo.

Lynn ha i capelli color platino legati in una coda di cavallo molto stretta, che ondeggia in modo ipnotico mentre le parla: "Si pensava di andare a prendere qualcosa da bere, questa sera, con Paul e due amici del reparto vendite. Sei dei nostri?"

Anita sposta lo sguardo da Lynn a Paul e viceversa. È a Milton da più di una settimana, ma non è ancora mai uscita con nessuno dei suoi colleghi, se si esclude il thè che ha preso con Paul il giorno del suo arrivo. In una normale situazione non se lo sarebbe fatto ripetere due volte, ma il contesto lavorativo la frena un po'. Lei è letteralmente l'ultima ruota di un carro di dimensioni mastodontiche, non osa nemmeno sperare di integrarsi seriamente.

D'altra parte, la prospettiva di una serata nel suo appartamento sudicio, con una confezione formato famiglia di chocolate chip cookies e un episodio (o molti) di Baby, le sembra davvero deprimente.

Non parla con Rebecca da una settimana. Visto che non ha avuto sue notizie, presume che le cose con Gian a questo giro siano andate bene, e si chiede quanto durerà. Non le avrebbe mai riservato un pensiero così perfido, se solo la sua presunta migliore amica non avesse messo in mezzo lui. L'unica persona che Anita abbia mai amato e da cui si sia fatta distruggere.

Per quanto si renda conto dell'infantilità del gesto, è per farle un dispetto che risponde a Lynn con un sorriso, e accetta l'invito.

Nonostante la sua insistenza, Paul si propone di darle uno strappo in auto a casa sua per darle la possibilità di cambiarsi e mangiare qualcosa.

Lei finisce per ordinare cinese, mentre si fa la doccia con una playlist di Spotify in sottofondo. Mangia direttamente dalla scatola, seminando una scia di distruzione, fatta di asciugamani, tovagliolini e gocce d'acqua, dal bagno fino alla sua angusta stanzetta.

Decidere cosa mettersi è incredibilmente più facile del previsto. Ha portato con sé dall'Italia un solo vestito: nero, non troppo corto, con le spalline sottili, uno di quelli che non sfigura letteralmente in nessun contesto.

Lo specchio crepato nel bagno le restituisce un'immagine di sé curata e affabile, a cui Anita non è più abituata. Ha passato gli ultimi quattro mesi in tuta e jeans, nella più rosea delle occasioni, e questa è la prima volta che si prepara seriamente per andare fuori.

Un messaggio di Paul la distrae mentre si traccia una linea scura di eyeliner sugli occhi, e le causa un sorriso spontaneo.

Afferra la giacca dalla cappelliera ed esce, sbattendosi la porta alle spalle.


Il locale è carino e, per fortuna, non molto affollato. Ci sono pochi tavoli alti in legno scuro, poster cinematografici incorniciati alle pareti e fili di luci che si dipanano da un lato all'altro della stanza. Quando lei e Paul fanno il loro ingresso, Anita non individua subito Lynn e gli altri, quindi è lui a direzionarla verso il tavolo giusto, accompagnandola con la mano poggiata nella parte bassa della schiena.

Il contatto è piacevole e le provoca un brivido lungo la schiena.

"Ehi!" li saluta Lynn, sbracciandosi allegra. Ha un sorriso molto largo, e la pelle diafana risalta ulteriormente grazie al top blu notte che indossa. Alla sua destra siede un ragazzo con la barba rossiccia che si presenta come Kevin, e dall'altro lato Raoul, un ragazzo con la pelle olivastra che sembra essere più giovane degli altri. I tre hanno davanti a sé già un bicchiere vuoto per metà, segno che non li hanno aspettati per iniziare a bere.

"Ragazzi, lei è Anita, la nostra nuova stagista" la presenta Paul, senza interrompere i contatti fra loro. Lei lo guarda di sottecchi, sbattendo le ciglia, per poi riportare l'attenzione sul resto del gruppo.

"È un vero piacere" dice Kevin, e Raoul annuisce, come per confermare. "Accomodatevi, su"

Cala per un istante un silenzio imbarazzato, finché Paul non prende posto accanto ai suoi amici e le riserva un sorriso di incoraggiamento, per invitarla a fare altrettanto.

Una delle cameriere passa a chiedere se vogliono qualcosa, e Paul ordina una birra chiara, attirando su di sé le occhiatacce dei suoi amici, che lo prendono un po' in giro, ma con affetto. Lynn fa tintinnare un'unghia smaltata di rosso contro il suo bicchiere per chiederne un'altra, e Anita fa segno con la mano: "Due, grazie."

Dopo la breve interruzione, i tre si lanciano in una fitta conversazione sulla stagione che sta per iniziare, e Paul si aggrega vantando di essere già d'accordo con Ross per accompagnare i piloti a fare gli ultimi test sul campo. Sembrano un gruppo davvero affiatato, ed Anita resta un po' in disparte, com'era inevitabile.

Il sottofondo musicale, però, è molto piacevole, e si perde nella melodia della canzone, ondeggiando la testa a destra e sinistra.

"Cosa ne pensi?"

Lo devono ripetere due volte prima che Anita si renda conto che stanno parlando con lei.

Cerca di dissimulare il rossore sulle sue guance con una grande risata, e ringrazia la cameriera per averle portato da bere e averla tolta da quell'imbarazzo.

"Scusate" mormora, stringendosi nelle spalle e continuando a ridacchiare. "Mi sono un po' persa, questa canzone è veramente bella"

Gli occhi azzurri di Kevin si illuminano: "Vero?" dice, cercando conferma.

"Vero." Gli fa eco lei ed alza il bicchiere come per batterlo contro il suo, ma non si toccano mai.

"Dovevamo andare al loro concerto" indica sé stesso e Lynn con un gesto della mano, facendo chiedere ad Anita che tipo di rapporto ci sia fra i due "ma poi è saltato tutto, ovviamente."

Anche Paul si aggrega alla lamentela generale, alimentando la conversazione, ed Anita gli è infinitamente grata perché si vede che sta cercando di metterla a suo agio il più possibile. L'alcol fa il resto.

Dopo altri tre giri di birre sono tutti molto amici e non c'è argomento di conversazione che non abbiano tirato fuori. Riescono perfino a ridere fino alle lacrime immaginando di regalare a Ross un parrucchino per il suo compleanno e arrivando a un passo dal comprarlo su Amazon.

La cameriera si avvicina, interrompendo per un istante gli schiamazzi: "Un altro giro di shots?"

La risposta è affermativa. Raoul fa una battuta un po' volgare e Anita gli assesta una gomitata nelle costole.

"Non lo avrei mai detto, ma questa ragazza ha un bel caratterino" geme lui, tossendo per mascherare il dolore, ma senza smettere di ridere.

"Perché voi non sapete!" esclama Paul, che a quel punto è ubriaco come tutti.

Gli occhi di Lynn si illuminano e inizia a picchiettare il palmo aperto sul tavolo, visibilmente su di giri: "Dio, questa dovete sentirla"

Anita a questo punto è davvero confusa. Non sa se è effettivamente ubriaca, ma di certo l'alcol le offusca la mente: si sente felice ed emozionata, ma non sa perché. Si ravviva i capelli con una mano, forse nel tentativo di schiarirsi un po' le idee, ma l'unica cosa che riesce a fare è arruffarli ancora di più.

"La nostra Anita ha avuto un primo incontro esplosivo con Mad Max"

Improvvisamente, è tutto molto più chiaro. Così chiaro che non c'è nemmeno bisogno di chiedere a cosa faccia riferimento quel soprannome quanto mai azzeccato.

Kevin e Raoul strabuzzano gli occhi e fanno dei fischi di apprezzamento, l'intero gruppo si anima e sghignazza, mentre Paul segue a raccontare tutto quello che è successo la settimana precedente.

"Qualcuno doveva mettere quel coglione al suo posto"

"AMEN!"

Anita fa una breve riverenza, amplificandola con un gesto del braccio, e la semplice azione le crea un capogiro. Non si sente più le gambe, dovrebbe decisamente smettere di bere, ma non lo fa.

"Questioni di sicurezza, sai com'è?" lo scimmiotta, alzando gli occhi al cielo, e mimando conati di vomito. "Come se realmente avessi avuto intenzione, tipo, di toccarlo? Cioè, no. Grazie."

Nessuno interviene per dirle che sta esagerando, e questo la pompa ancora di più. L'adrenalina in circolo la fa sentire invincibile, e quando Anita si sente invincibile è pungente e cattiva, e non le manda a dire. In quel momento Anita non lo sa, ma non è così diversa dalla persona che sta criticando.

"È lui quello da centro di recupero, non io."

Il giro di shots arriva, e questa volta fanno tutti tintinnare il proprio bicchiere contro quello degli altri. Le norme igieniche sono state abbandonate diverse birre prima.

Lynn è la prima a prendere parola, dopo aver sbattuto il bicchierino sul tavolo di legno, riportando la conversazione dai brindisi a Verstappen.

"Il primo giorno che ho lavorato con lui, mi ha detto di infilarmi il telefono sul per la mia..."

Kevin copre il finale della frase con un colpo di tosse molto sonoro, ed è arrossito fino alla punta delle orecchie.

"Un ragazzino, capisci? Avrà avuto cosa, diciannove anni?" prosegue Lynn, sconvolta. "Ma chi te le insegna queste cose? Cioè, io un sospetto ce lo avrei, però..."

Fortunatamente, a quel punto Raoul si versa addosso il contenuto del suo bicchiere, e tutti si rendono conto che sono troppo ubriachi, e che è ormai orario di chiusura.

Anita gioca con il suo bicchiere vuoto, con un sorriso vacuo stampato in viso. Sente improvvisamente una mano posarsi sulla sua coscia, ma la cosa non la mette in allarme, perché la seconda cosa di cui ha percezione sono le labbra di Paul contro il suo orecchio.

"Sono ubriaco" sussurra lui. Anche io, pensa, con il cuore che accelera i battiti.

"Non riesco a guidare, ti va se andiamo da me? Abito qui vicino." Prosegue lui, e le budella di Anita si stringono in una morsa tant'è la sorpresa.

È da quando ha visto Paul Meraviglioso Harris per la prima volta che vuole baciarlo, e lui le sta servendo l'occasione su un piatto d'argento. Sente la testa leggerissima, i piedi muoversi a un palmo da terra, non c'è spazio per la sua amata razionalità in questo momento. Adesso Anita è tutta cuore: e tutto quello che sente sono le sue pulsazioni, in gola, nel petto, nelle sue viscere.

Annuisce, rapita dalla situazione, e non ha coscienza né ricordo del momento in cui lui le mette la giacca sulle spalle, salutano gli altri e si dirigono verso l'appartamento di Paul.

Tutto è mosso, sfocato, indistinto. I loro passi sul selciato, il freddo pungente della sera, una leggera spinta giù dal marciapiede, forse? I fari delle auto in lontananza, un cane che abbaia, una scivolata e una mano tesa ad afferrarla? La chiave nella toppa, il pomello che gira dalla parte sbagliata prima di andare in quella giusta, un tappeto all'ingresso e profumo di cannella.

Anita non ricorda se si è tolta le scarpe prima o dopo della giacca, né riesce a ricordarsi di come abbia raggiunto il piano superiore. Non sa cosa si sono detti, o chi per primo si sia seduto sul letto, tirando l'altro giù con sé.

La sola cosa di cui è certa, e sarebbe pronta a giurarlo, è che è stata lei ad afferrare Paul per la nuca e annullare la distanza fra le loro bocche.

Poi, il nero.


//Spazio autrice (come no)

Ho appena ultimato questo capitolo e devo essere onesta: mi piace da impazzire. Non è una cosa che dico spesso, ma sono davvero soddisfatta. Avevo in mente qualcosa di completamente diverso e se non avessi tagliato il precedente di sicuro ci saremmo privati di questa scena, che invece si rivelerà essenziale per la storia, da qui in poi. Cosa vi aspettate?

La stagione 2020 volge al termine, ma sono felice che qui, invece, stia solo per cominciare. La rivivremo insieme tutta da capo, e se pensate a quello che è successo oggi, be', potete solo immaginare questo dove ci porterà. Vi ringrazio per le visite e per i voti, mi rendete davvero felice. Spero potremo commentare presto qui sotto, e ridere e piangere insieme di tutto questo.

Vi abbraccio,

vostra T.

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