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Therapy

Erano ormai passate due settimane dall'arrivo dei ragazzi alla Mad House e finalmente Andy aveva capito il motivo di quel nome. Tutti là dentro erano pazzi. Ma non pazzi-da-camicia-di-forza. Al contrario di ciò che si potrebbe pensare, e che Andy stesso aveva creduto, la malattie mentali dei ragazzi venivano affrontate in un modo del tutto nuovo. E fu proprio durante il suo quattordicesimo giorno di permanenza che il "gigante buono", soprannome che ormai aveva fatto suo, capì in cosa consistesse la terapia che veniva usata con i ragazzi del posto. Alla 16 in punto di quel pomeriggio lui e una dozzina di altri ragazzi furono chiamati e fatti accomodare in una stanza che Andrew non aveva mai visto prima. Per fortuna tra gli altri il ragazzo individuò Ronnie. "Ehi! Come mai sei qui?" chiese curioso il minore "Ma come non te l'hanno detto? Io lavoro con Gerard e Frank, una volta finita la scuola ho deciso di dargli una mano con quelli come me. Sono uno dei terapisti." "Come 'uno' dei terapisti?" "Be' sì, siamo quattro. Io, Aust, Hayls e Chris." "Oh, okay. E quanto spesso ci sono queste... sedute?" "Una volta ogni 20 venti giorni. E sì anche io trovo strana questa cosa." Andy ridacchiò ma subito dopo pensò di essere proprio una ragazzina. Prese posto vicino a Vic con cui aveva parlato un paio di volte e che trovava abbastanza simpatico. Il ragazzo dagli occhi blu trovava la terapia di gruppo piuttosto strana ma altrettanto fantastica per parecchie ragioni: 1) Ronnie non ti obbligava a parlare, se non te la sentivi ti chiedeva solo di dargli una buona ragione per giustificare il tuo comportamento 2) Ronnie non era un vecchio decrepito che ti rigirava come un calzino per capire cosa avevi trovando la soluzione dei tuoi problemi in un flacone di pillole 3) Ronnie era carino 4) Ronnie ti faceva confrontare con gli altri del gruppo e chiedeva loro le proprio opinioni riguardo ciò che ti era capitato 5) Ronnie era decisamente carino. Andy non disse nulla su di sé e decise di non esporre le proprie opinioni nemmeno su l'accaduto degli altri. Ad Andy nessuna terapia di gruppo non era mai piaciuta come quella della Mad House.


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Alex non capiva Geoff. Neppure un po'. Gli sembrava allegro a momenti anche felice, quando parlava e se ti capitava di vederlo parlare. Alex era stato avvertito della malattia di Geoff ma anche per uno timido come lui era difficile capire che non riusciva a parlare, che non voleva parlare. Lo aveva visto parlare così raramente che certe volte aveva creduto fosse un unicorno. Ed ovviamente parlava solo con quattro persone: Gerard, a cui, per quanto Alex aveva capito, voleva molto bene, Awsten che lo adorava, e qualche volta con Patty e Ben. Da come ne parlavano gli altri gli era sembrato simpatico e gentile, Awsten lo aveva addirittura definito 'coccoloso quasi quanto Krabby Patty e gentile come un fiocco di neve', cosa che non aveva aiutato Alex più di tanto. Perciò Alex si sorprese e quasi sbiancò quando un pomeriggio sentì una voce mormorare il suo nome "C-chi s-sei? U-un fantasma? Ti av-v-verto ho guardato tutti gli episodi di Supernatural s-so come ucciderti." balbettò cercando di sembrare minaccioso fallendo miseramente, sull'orlo di un attacco di panico, e senza degnarsi di girarsi. Subito dopo sentì una mano toccargli la spalla e questo fece sobbalzare l'inglese che si giro di scatto "G-Geoff?" "Sì?" "Mi hanno messo qualcosa nel thè oppure  stai parlando?" "S-sto parlando." disse Geoff a disagio "M-mi sembravi un tipo a-apposto e... ehm... ho d-deciso di p-parlarti." adesso era il minore a balbettare "Wow. Ehm, grazie? So che trovi difficile comunicare con le persone quindi mi sento più che onorato." disse Alex sorridendo cercando di sdrammatizzare la situazione, Geoff sorrise anche lui e disse ad Alex qualcosa di cui poteva davvero sentirsi onorato "Sai, tutti credono che io non parli solo perché sono più 'strano' di loro. Inizialmente lo usavo come meccanismo di difesa contro i bulli a scuola, non gli rispondevo mai. Una volta arrivato qua credevo che le cose sarebbero state diverse ma non è cambiato nulla anzi forse sono anche peggiorate. Ma ora che sei arrivato tu ho visto che tu non eri come gli altri, ho notato i tuoi tentativi di parlare con me. Ma ancora non mi fidavo di te. Ho aspettato un po' di più e ieri in terapia ho visto che di te mi posso fidare. Ed avrai notato che non mi fido di molti. Quindi direi che sì, ti devi sentire più che onorato di poter parlare con me Alex." concluse Geoff sorridendo.

nda: oggi ero particolarmente ispirata quindi eccovi un microscopico accento alla Rondy che non tarderà ad arrivare e un momento fluffoso tra Alex e Geoff. titolo Therapy-All Time Low

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