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Never Too Late

Zia Joycelyn era decisamente strana e dire che fosse lunatica era un eufemismo. La donna si svegliava felice la mattina e all'ora di pranzo era già tutt'altra persona. Andy era sicuro che quella con problemi fosse lei, non lui. Be' di certo tra gli adulti della sua famiglia era quella più affidabile. Il padre di Andy era morto poco dopo la sua nascita, in un incidente in moto. Sua madre aveva provato a fermarlo ma l'uomo non voleva ascoltarla. Così l'aveva lasciata sola a 25 con due figli piccoli. La sorella più piccola, Joycelyn appunto, al tempo appena maggiorenne, non aveva esitato a trasferirsi dalla maggiore. Una sera tra tante la madre del ragazzo aveva iniziato a bere, o perlomeno quella era la prima volta che sua mamma le aveva urlato contro. Da quella sera le cose erano peggiorate fino a quando un giorno tornato da scuola aveva trovato un foglio sul tavolo del soggiorno. Una lettera. In poche righe la madre lo aveva "salutato per l'ultima volta". A quel punto la zia ormai più che ventenne ne era diventata tutrice legale. Dopo poco però la zia aveva sviluppato una lieve forma di disturbo bipolare. La malattia era peggiorata gravemente durante gli anni, per questo le fu tolta la custodia del nipote che fu subito portato alla Mad House. Andy era decisamente spaventato da quel nome. Non prometteva nulla di buono. Era sicuro al 100% che lo avrebbero chiuso in una gabbia di matti. E lui non era matto. Per questo quando entrò nell'edificio rimase più che sorpreso. Non aveva le classiche parenti bianche da clinica, le persone divise, non assomigliava per nulla ad un ospedale al contrario di ciò che aveva pensato. Questo riuscì a rassicurare Andy, un pochino, ma non sapeva a chi rivolgersi. Notando il ragazzo disorientato, un tipo tatuato sulla ventina gli si avvicinò "Ehi, tu sei l'altro nuovo?" "L'altro?" quanti ragazzini arrivavano in quel posto al giorno? si chiese Andy "Andrew giusto?" "Andy." "Ti prego dimmi che sei un gigante di 14 anni, ci servirebbe proprio uno dell'età di Kellin." 'Kellin? Ma che nome è?' pensò "Ne ho 15 va bene lo stesso?" "Perfetto, vieni con me Andy, tu ed un altro ragazzino nuovo starete in camera insieme, non so nulla su di lui, ma stasera a cena avremo tutti l'occasione di conoscervi. Sembra un bravo ragazzo. Ah. quasi dimenticavo, io sono Ronnie." gli porse la mano sorridendogli ed Andy arrossì come un pomodoro notando solo in quel momento quanto Ronnie fosse carino, gli strinse la mano guardando in basso cercando di nascondere il rossore delle sue guance. Dopo aver visitato la casa aveva scoperto che non solo Ronnie era carino ma anche simpatico. Magari la malattia di zia Joycelyn era servita a qualcosa dopotutto. Era entrato da dieci minuti e già aveva trovato qualcuno che ridesse alle sue battute squallide. Andy però ancora non capiva perché quel luogo così bello, accogliente e familiare fosse stato chiamato "Mad House". A lui quella non sembrava una casa di matti, certo aveva intuito che il suo compagno di stanza non fosse lo specchio della salute mentale, ma alcuni ragazzi sembravano stare davvero bene. Aveva passato il pomeriggio con Kellin e l'altro ragazzo nuovo, Alex. Loro tre potevano capirsi. Prima di andar a mangiare Andy si guardò allo specchio e per una volta sorrise davvero. La Mad House ti faceva diventare l'esatto contrario di matto.

















nda: Ehi! Mi sono dimenticata di spiegare una cosetta. Quelle due/tre persone che sono talmente matte da leggere questa cosa avranno forse notato che i capitoli hanno nomi "particolari". Ogni titolo è il titolo di una canzone. Place To Start è di Mike Shinoda, Last Resort è dei Papa Roach e Never Too Late è dei Three Days Grace. Al prossimo capitolo

p.s. da ora in poi saranno un po' più lunghi.

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