Twenty steps
Sospirò. Si sistemò la camicetta scura sui fianchi e tirò su con naso. Si passò il dorso latteo in quel punto e schiuse le palpebre. Le pizzicavano. Aveva pianto qualche minuto prima. Matt quella mattina l'aveva ignorata, quasi non l'aveva neppure notata. E lei ci stava male, Cristo, se ci stava male. Ci stava da schifo in realtà. La stava corrodendo all'interno, divorando le viscere. Ricordava bene la prima volta che lo vide. Indossava dei calzoncini rossi ed una t-shirt dello stesso colore. Era così bello, mentre rincorreva la palla su un perimetro disegnato di bianco. Ricordava quando lui l'aveva guardata. Sentiva ancora il calore farsi spazio sulle sue gote ed una curva occuparle il viso. Era piccola e lui sembrava così grande, sentiva di potersi proteggere da tutti con lui. Ma si sbagliava. Lo vide infondo al cortile, indossava un ghigno e aveva le braccia incrociate al petto. Parlava, poteva notare le sue labbra muoversi con gracilità. Sospirò ancora, prima di avvicinarsi nel suo campo visivo. Ansimò, quando lo vide guardarla.
-Matt,- esordì, stringendo un palmo contro la flanella colorata -possiamo parlare?- biascicò appena
si passò una mano tra i capelli biondi prima di sbottare -Cosa vuoi ancora Miller, non hai capito che io non ti voglio?- bofonchiò riluttante
Charlotte chiuse gli occhi. A momenti sarebbe potuta scoppiare, piangere davanti a tutti. Trattenne il respiro prima di riaprire gli occhi. Matt era ancora davanti a lei e le sorrideva sghembo. Le venne voglia di vomitare. Di urlare. Voleva gridare al mondo come si sentiva, ma non poteva.
-Ma io- disse soltanto con un sospiro
-Charlotte, io non ti amo, non ti ho mai amata.- spiegò, prima di darle le spalle e lasciarla morire, da sola.
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Sforzò un sorriso quando riuscì a leggere nel buio l'insegna Portland High School, afferrò con l'arcata superiore un lembo di pelle all'interno delle labbra per poi sgorgare una grande quantità di ossigeno.
-Char, vedrai che ci divertiremo- soffiò, stringendosi nella sua felpa a righe
-Mad è successo tutto in questa fottuta scuola, una festa qui non mi tirerà su di morale- sbottò atona
-È la festa di inizio anno, può darsi che trovi qualche ragazzo migliore, ci sarà qualcuno nuovo- espose con esasperazione
Char annuì atona. Mad l'aveva portata lì con la speranza che potesse dimenticare. Glielo aveva sempre detto, le aveva sempre detto come la pensava su Matt, ma Charlotte aveva insistito così tanto, che ormai quando gliene parlava Madison non ci faceva neanche più caso.
Le afferrò il braccio quando entrarono nella palestra. Era gremita di corpi deliranti. C'erano le matricole e quelli dell'ultimo anno. Poi c'erano loro. Quelle del secondo, le mediocri. Respirò a sottecchi e sussultò, quando si sentì strattonare.
-Mad vado a prendere da bere, ho bisogno di svagare- sputò dispotica
-Char non farti del male- biascicò
-Mad devo bere, lasciamelo fare- gemette
Aveva il viso scavato. Gli occhi di chi aveva affrontato una guerra e ne era rimasto ferito, trucidato. Char non stava bene per niente. Le si leggeva chiaro in volto che era persa. E Mad, la guardava consumarsi fino a diventare polvere.
-Okay- incespicò tra le parole con un cipiglio
La guardò viaggiare dietro i tavoli, prendeva delle bottiglie e le rovesciava. Sembrava aver perso la ragione. Ma Mad si limitava ad assecondarla, imporre non serviva a niente. Infilò le mani in entrambe le tasche della felpa a righe. Si mosse in modo buffo, prima di deporsi contro il muro che un tempo doveva essere bianco. Era sporco del tempo. Il tempo lo aveva sporcato, reso per niente asettico. Guardò dei ragazzi al tavolo del buffet, uno di loro portava una giacca di pelle nera. Si ricordò di Ashton. Quel giorno non lo aveva visto. Aveva guardato al muretto, nei corridoi e nel cortile, ma lui non c'era. In un certo senso le mancava. Avevano trascorso qualche ora insieme, ma era come se lui la guidasse nel fare qualcosa di diverso dal suo solito, non fare niente. Si guardò la punta delle vans nere, le aveva da tanto, ma le piacevano. Facevano parte di lei ormai. Era vestita come al solito, non le interessava della festa, lei odiava e feste. Voleva solo essere una buona amica e aiutare Char ad uscire dal girone dei dannati.
-Cosa fai qui tutta sola?- alzò la testa inarcando le sopracciglia, guardò a sottecchi la figura che le sorrideva.
Louis
-Io,- balbettò, sentendo le gote cambiare colore -niente- disse soltanto, sfilando le mani dalle tasche
-Non balli?- chiese, mordendosi il labbro inferiore
-Non mi piace ballare- biascicò, facendo scivolare le maniche della felpa a righi sul dorso della mano
-Vedo che ti piace anche indossare felpe alle feste- schernì con un ghigno
-Si, intendo, non ci volevo neanche venire- soffiò, schiudendo le labbra piene
-E perché sei qui?- domandò con un cipiglio
Tirò su col naso per poi sbuffare. Alzò un sopracciglio quando notò Charlotte correrle contro.
-Tu,- sputò con astio, puntandole il dito contro -sei una brutta stronza- biascicò, premendole il dito contro la stoffa a righe
-Char sei ubriaca, smettila- farfugliò, ritirandosi di una manciata di passi
-Tu lo sapevi che lui non mi amava, non hai fatto niente per impedirmi di star male- gemette, aveva gli occhi rossi, era ubriaca.
Madison sussultò contro quelle parole. Non era una buona amica. Forse non lo era mai stata. Sentì una fitta allo stomaco. Strinse le palpebre mentre con una mano stringeva la stoffa sullo stomaco. Era come se una lama le fosse entrata nella pelle. Il petto le si muoveva velocemente, non riusciva a tenere il tempo dei suoi respiri.
-Ti odio Madison,-gemette ancora, mentre una lacrima le rigava il viso -io mi odio- concluse tra le lacrime
Madison sentì la terra sotto i suoi piedi diventare fango. Sarebbe potuta affogare solo se avesse fatto un passo falso. Sentì un'altra fitta, sta volta più forte. Boccheggiò, sdrucciolando contro il muro. Sentiva un mucchio di parole all'unisono bruciarle i timpani. La stavano guardando. Chiuse gli occhi stringendosi nella felpa.
-Ti porto a casa- riuscì a sentire appena, mentre delle braccia le cinsero i fianchi.
Voleva opporsi ma si lasciò salvare.
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-Eccoci- esordì Louis, picchiettando le dita sul volante
-Grazie- soffiò con la testa tra le mani, le faceva ancora male
Le sorrise passandosi una mano tra i capelli. Madison lo guardò a sottecchi ma non riuscì ad evitare che una curva si facesse spazio sul suo viso.
-Senti Mad, ti va se in questi giorni magari ci incontrassimo? Sai magari a prendere un caffè- balbettò, infilando le mani nelle tasche della sua felpa grigia
-Oh,- sorrise ancora -si mi farebbe molto piacere- disse soltanto facendo per aprire la portiera dal lato del passeggero
-Bene allora,- sospirò il moro - ci vediamo- sentenziò, facendo cenno con la mano
-Certo- biascicò Madison sorridendogli
-Tanto sono solo venti passi- bofonchiò, guardando Madison dissolversi dal suo campo visivo
ASHTON SI È TAGLIATO I CAPELLI
Ciaoooooo,ed eccomi
precisa ed efficace
ho scritto tutto da poco perché ci ho messo una vita ad inventare questo capitolo ewe
Comunque Ashton si è tagliato i SCLERO per sempre LO AmO
basta okay 😂🐼 (è il mio pandino amorino 🐼🌸) la smetto.
btw vi piace il capitolo?
Ashy non c'è 😏😏
Poi nella prima parte c'è Charlotte e nella seconda Mad e Louis ehehehehh
Fatemi sapere per ora chi shippate(?)
dai dai sono curiosa commentate qui💅🏽
PS PASSATE DA ancorvhaz A LEGGERE "Promise" è una lettera non vi costa nulla leggerla💅🏽💗
alla prossima
ciao ciao
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