Capitolo 17
Harriet
Mi svegliai con Honey avvinghiata con gambe e braccia al mio corpo. Qualche raggio di sole passava dalla finestra, spostai lentamente lo sguardo sull'orologio a cucú accanto alla porta. Erano quasi le undici.
"Ciao, principessa Harriet"
Disse Honey in un sussurro, regalandomi un bacio sulla guancia. Sbadigliai in maniera alquanto poco femminile e mi alzai dal letto, barcollando. Ci vestimmo, visto che eravamo entrambe in intimo e canottiera, e scendendo le scale sentii uno strano odore.
Mi precipitai in cucina seguita da Honey che aveva anche lei riconosciuto l'odore.
"Muffin e caffè..."
Dicemmo entrambe in coro, Lee e Frank stavano già mangiando e quando ci videro si lanciarono a vicenda un'occhiata ammiccante. Ci sedemmo a tavola e ci osservammo in un silenzioso imbarazzo, poi Lee parlò.
"Dovete smetterla di farlo spiaccicate sul muro. Tremano le pareti"
Frank arrossí e trattenne a forza una risata ed Honey divenne di un acceso rosso cremisi.
"Che poi... tu hai anche il fottuto braccio rotto! Come avete fatto?!"
Anche Lee, dopo aver detto quelle parole era scoppiato a ridere come Frank che aveva già cominciato a sbellicarsi dalle risate un minuto prima.
"Io ed Honey sfidiamo le leggi della fisica"
Lei seppellì il volto tra le mani, arrossendo sempre di più. Ed io le avvolsi il braccio libero attorno alla vita, ridendo. Una volta consumata la colazione discutemmo sul programma di quel giorno, alla fine decidemmo di fare il bagno in piscina. L'acqua era limpida nonostante il tempo in cui era stata in disuso, infondo vi era un telo a coprirla... meglio così.
Io avrei passato la giornata sotto il dondolo, accanto alla piscina. Avevo il braccio rotto, non potevo bagnarlo. Mi ammutolii leggermente, Honey se ne accorse.
"Non preoccuparti... ti faccio compagnia io"
Mi disse lei con dolcezza, appoggiando la testa sulla mia spalla
"Non voglio che rinunci al divertimento per colpa mia"
Le risposi, piegando la testa in avanti, osservando le mie scarpe.
"Io mi divertirò sempre... basta che ci sei tu con me"
Io la baciai sulle labbra, sapeva ancora di caffè...
***
Honey
Le giornate passavano più o meno tutte uguali, con me ed Harriet sdraiate sul dondolo a fare battutine di dubbio gusto e a baciarci e Frank e Lee che non facevano altro che stare in acqua e lamentarsi (quasi ogni giorno) del fatto che noi facessimo sesso sul muro. Anche se, c'è da dire, che neanche loro non scherzano per ciò che riguarda i rumori ambigui provenienti dalla loro stanza.
In quei momenti mi divertivo parecchio a segnare i contorni dei tatuaggi di Harriet, si rilassava parecchio. Ci pensai a lungo e alla fine decisi che anche io volevo un tatuaggio. Ero perfettamente consapevole del fatto che ciò che avessi deciso di tatuarmi sarebbe rimasto sulla mia pelle per sempre. Alla fine presi una decisione.
"Harriet... ci ho pensato un pò e ho deciso che anche io voglio un tatuaggio."
All'inizio non sembrava troppo contenta, preoccupata mi facesse troppo male. Ma dopo un paio di baci e qualche broncio si convinse ad accompagnarmi.
"Il tatuatore è un mio amico. Si è occupato lui della maggior parte dei miei tatuaggi"
Mi raccontava lei, allegra, mentre ci dicevamo verso la nostra meta. Dovevano essere amici da un bel pò visto come ne parlava bene.
Una volta entrati nell'angusto e parecchio confusionario negozio. Il posto era pieno zeppo di fogli attaccati alle pareti ed alcune foto. In una di esse riconobbi subito Harriet, che spiccava in mezzo ad i clienti maschi in foto. Aveva la maglietta sollevata e si vedeva bene il tatuaggio sulla schiena. Rappresentante una lonza, una lupa ed un leone rispettivamente simboli di: lussuria, avarizia e superbia. Era molto più giovane, forse sedicenne.
Dopo qualche minuto che osservavo la foto una voce maschile mi risvegliò dai miei pensieri.
"Harriet! Da quanto tempo!"
Un ragazzo alto e biondo abbracciò con delicatezza Harriet, scompigliandole i capelli. Poteva avere poco più di trent'anni.
"Come va, ragazzina?"
Chiese lui, ridendo ed guardando il braccio malconcio di Harriet, che mi incoraggiò ad avvicinarsi a me.
"Tutto bene, Trev. Voglio presentarti una persona, lei è Honey. La mia ragazza"
Il ragazzo era visibilmente colpito dalla notizia ma sorrise andando dietro il bancone.
"Allora, Harriet. Cosa vuoi fatto questa volta?"
Chiese raggiante, prendendo un enorme libro pieno di disegni e poggiandolo sulla superficie già piena di fogli.
"Per oggi niente, per me. Sono qui per accompagnare Honey"
Harriet mi prese per la vita, avvicinandomi a se. Sorrisi imbarazzata ed annuii con vigore.
"Sai già cosa vorresti tatuato?"
Trev prese a sfogliare la pagine del catalogo, guardandomi oggi tanto riflettendo.
"Sì... un secondo"
Cercai nella borsa il foglietto di carta dove era rappresentata una tazzina da caffè e gliela porsi. Harriet mi guardò curiosa, chiedendosi probabilmente il significato di quel disegno.
"Bene, da quella parte"
Disse Trev prendendo il foglio, esaminandolo con attenzione. Lui cominciò a preparare tutta l'attrezzatura e la poggió su un ripiano di ferro.
"Dove vorresti farlo?"
Chiese poi preparando i pigmenti, seppelliti sotto la miriade di fogli. Sembravano infiniti.
Pensai un bel pò al posto dove farlo, volevo qualcosa di speciale.
"Vicino all'interno coscia"
Ad Harriet per poco non venne un infarto, poteva essere visibile solo con il costume da bagno un tatuaggio fatto in un luogo del genere.
"Va bene, sdraiati"
***
Un ennesimo lamento uscì dalle mie labbra una volta che Trev finì di incidere sulla mia pelle. Fece male. Un male decisamente atroce per i miei standard. Harriet mi tenne per mano tutto il tempo, era incredibile come la sua sola presenza potesse essere di conforto. Non fece neanche storie, il che era molto notevole visto che quella determinata parte del corpo era troppo vicina ad una sua proprietà. Doveva fidarsi ciecamente di lui.
"Dovrai tenere la benda per un paio di giorni"
Disse Trev cominciando a pulire minuziosamente gli attrezzi utilizzati. Mi porse il foglietto, sorridendomi. Un tipo decisamente socievole.
"Non mi dovete nulla. Consideratelo un mio regalo"
Continuò lui anticipando Harriet, che stava per chiedere il prezzo del lavoro svolto.
"No, davvero. Quanto devo darti? Sai che poi mi sentirei in debito"
Disse Harriet, leggermente in ansia
"Ma smettila! Non farmelo ripetere due volte"
Alla fine uscimmo dal locale senza aver pagato. Mi sentivo felice.
"Sai che non possiamo far nulla finché il tatuaggio fa male?"
Chiesi io ridendo, lei mise il broncio e sbuffó. Subito, però, assunse un'espressione pensierosa e mi chiese:
"Perché una tazzina da caffè?"
"Perché è grazie a del caffè se ora simo qui, se ho la fortuna di trovarmi accanto ad una ragazza come te. Tu sei una persona davvero speciale per me, Harriet. La più speciale"
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