Capitolo 13
Prima di lasciarvi al capitolo volevo solo ringraziare tutti per il traguardo delle 1,81 mila visualizzazioni!
Quella sera io ed Honey andammo a prendere le mie cose. I suoi genitori mi avevano proposto di restare a casa loro e di dormire nella stanza degli ospiti. Io accettai di buon grado la proposta, avevo delle brave persone accanto ed in questo modo potevo tenere sempre d'occhio Honey ed anche se così sembra brutto io voglio solo evitare le succeda qualcosa di male. Arrivati davanti casa esitai sulla maniglia della porta ma mi feci coraggio e bussai, forse con troppa foga. Mia madre aprì la porta, aveva lo sguardo sprezzante e fissava con insistenza le nostre mani intrecciate. Una smorfia di dolore attraversò il volto di Honey, le avevo stretto troppo la mano. Allentai la presa ed entrai in casa senza degnare di uno sguardo la donna che continuava a guardarci tra l'incredulo ed il disgustato. Salii le scale trascinando velocemente Honey che mi seguiva senza dire nulla. Spalancai la porta della, non più mia, stanza e la richiusi dietro di noi.
"Harriet, è tutto ok?"
Io sospirai guardandola negli occhi per poi poggiare delicatamente le mie labbra sulle sue, morbide e delicate.
"Non preoccuparti, amore. Sto bene"
Il suo volto si tinse di una graziosa sfumatura di rosso quando la parola: "amore" dalla mia bocca. Poi annuì velocemente e prese dall'armadio i miei vestiti e li mise nella valigia blu in un angolo della stanza.
Alla fine, nella stanza, rimasero solo i mobili. Honey sospirò piano e mi guardò per un attimo, per controllare che la mia espressione rimanesse neutrale. Mi sentivo... felice, più libera. La osservai a mia volta, qualche scuro capello era fuori posto ed aspettava con ansia che io dicessi qualcosa. Ma non dissi nulla, la abbracciai soltanto e respiravo il suo profumo. Sapeva di pesca ed ammorbidente
"Andiamo a posare queste cose fino a casa. Poi ti porterò in un posto"
Lei non ci pensò due volte ed annuì velocemente. La curiosità ebbe la meglio.
***
Honey
Dopo aver portato le valigie a casa nostra Harriet mi trascinò fino alla macchina e mise in moto. Partirono dalla radio le prime note di: "Holding for a hero" di Bonnie Tyler. La guardai per un attimo in cui entrambe rimanemmo immobili
"Non sapevo che ti piacesse quel tipo di musica"
Le dissi il con un sorrisetto
"Beh... è un pò vecchiotta ma non perde mai il suo fascino"
Rispose Harriet con tono nostalgico tipico di chi cerca di ricordare ma non riesce a focalizzare completamente il tutto.
Dopo un pò cominciai a sentirmi stanca e le mie palpebre non riuscivano a stare aperte, così mi addormentai
***
"Honey. Honey, svegliati"
Aprii gli occhi e mi guardai attorno. Ero su una collinetta, circondata da grandi alberi. Era un bel posto, tranquillo.
Harriet scese dal veicolo ed io la seguii, mi prese per mano e mi posizionó a qualche metro dallo strapiombo sottostante
"Guarda in alto"
Obbedii senza dire nulla, rimasi senza fiato. Il cielo era pieno di stelle e nella valle sotto di noi non c'era altro che un bosco. Tutte quelle stelle su di noi, eppure la stella migliore era quella accanto a me. Che mi teneva per mano e che non smetteva mai di sorprendermi.
"Quanto tempo hai guidato?"
Cercai di articolare bene le parole anche se con scarso successo, ma lei diede segno di avermi capita lo stesso.
"Un'ora, circa"
Rimasi a guardarla per poi scoppiare in una risata nervosa. La abbracciai, annodando le gambe al suo bacino.
"Sei completamente pazza!"
Dissi io ancora tra le risate, dandole un bacio sulle labbra. Passionale, l'intreccio di due anime che si fondono.
"Sì. Ma sono la tua pazza"
Ci sdraiammo sull'erba morbida e fresca, osservandoci
"Perché hai fatto tutto ciò?"
Le dissi io dopo qualche minuto di estenuante silenzio.
"Perché... ecco... mi sentivo in colpa per averti trattato da schifo. Anche se tu cercavi di aiutarmi"
Delle minuscole lacrime di commozione mi pungevano le guance. Sono davvero fortunata ad avere con me una ragazza come lei
"Sei una scema. Ti senti sempre in colpa per tutto"
Dissi io con un piccolo singhiozzo alla fine della frase. Lei strinse a se, la mia testa stava perfettamente tra l'incavo del suo collo. La sua mano mi accarezzava i capelli con movimenti lenti e dolci. Già, sono proprio fortunata ad averla con me. Troppo fortunata.
"Honey... pensaci. Siamo qui adesso per un bicchiere di caffè"
Mi disse lei smettendo per un attimo di accarezzarmi ma riprendendo dopo un paio di secondi. La guardai, il suo sguardo era rivolto al cielo ed i capelli erano scompigliati da quel vento fresco che si scontrava su di noi.
"Già... che chissà se tutto ciò era già scritto. Mi sento quasi dentro un film."
Le risposi guardando il cielo, lei non aveva mai smesso di osservarlo. Strinsi la sua mano ed incrociammo le dita.
"Vorrei stare qui per sempre."
Dissi quelle parole cime se qualcuno o qualcosa sarebbe potuto venire lì e rovinare quel momento, per me magico
"Possiamo... la scelta è nostra"
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