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Capitolo 10

Harriet

Passarono un paio di settimane ed ancora non ci eravamo decise a dire ad i nostri genitori che avevamo una relazione. In questo periodo di tempo sono stata davvero tanto impegnata con lo studio, passavo il mio tempo sui libri da quando tornavo a casa a mezzanotte (nel migliore dei casi) oppure ero al campo da basket per allenarmi in vista della competizione che si sarebbe tenuta alla fine del prossimo mese, ma non scordavo mai di andare da Honey durante la ricreazione anche solo per salutarla o di mandarle qualche piccolo messaggio per ricordarle che è sempre e comunque nei miei pensieri.
Era un venerdì mattina, io ed Honey eravamo nella sua classe. Completamente vuota (gli studenti, probabilmente, erano scesi in cortile) a discutere sul da farsi.

"Dovremmo dire ad i nostri genitori che stiamo insieme?"

Chiese lei. Mi grattai il mento, perplessa. I miei occhi puntati sul suolo. Non avevo idea di come avrebbero reagito ma probabilmente lo avrebbero scoperto da soli

". Non possiamo tenerlo 'nascosto' per sempre"

Segnai delle virgolette per aria con le dita. In fondo lo sapevano tutti tranne i nostri genitori.
Honey sospirò pesantemente, passandosi una mano tra i lisci e scuri capelli. Si alzò dalla sedia si cui era seduta è mi venne ad abbracciare, stringendomi forte a se.

"Se loro non ci accettassero?"

Disse lei giocando con le piccole ciocche di capelli che spuntavano dal mio cappello e dandomi qualche leggero bacio sulle labbra. Non avevo dubbi che i genitori di Honey avrebbero accettato la sua sessualità, con Lee era andato tutto bene. Ero presente in quel momento, non voleva andare da solo; aveva paura che lo avrebbero mandato via. Ma non è stato così. Però... I miei genitori. Loro sono sempre così freddi e distanti da tutto, da me. Non mi hanno mai veramente trattato come una loro figlia ma solo come un qualcosa di cui prendersi cura solo quando strettamente necessario. Ricordo quando io finii per un breve periodo al carcere dei minori, erano così delusi. Non capivano che stavo difendendo il mio migliore amico, era da insensibili idiomi guardare mentre veniva continuamente bersagliato di insulti e non fare nulla. E adesso? Come reagiranno?

***
Honey

La pioggia batteva sue finestre quel pomeriggio. Ero a casa mia, con Harriet. Davanti mio padre e mia madre, seduti ad un tavolo. Loro, colti alla sprovvista, avevano preparato un te veloce e ci avevano fatte accomodare.

"Honey, Harriet. Di cosa volevate parlarci?"

Chiese mio padre sorridendoci e mettendo una zolletta di zucchero nella tazza.
Mia madre, invece, aspettava impazientemente una risposta, sorridendo con gli occhi che possedevano quella luce giovanile nello sguardo.
Io presi forte la mano di Harriet, accarezzando le nocche col pollice da sotto il tavolo

"Mamma, papà... Harriet è la mia fidanzata"

Loro si alzarono dalle sedie per venirci ad abbracciare. Non mi controllai e cominciai a piangere, singhiozzando sulla spalla di Harriet che mi accarezzava la schiena.
Mi hanno accettato. Mi vogliono ancora bene.

"Siete felici?"

Chiese mioo padre. Alzai gli occhi, ancora lacrimanti su di lui. Harriet annuì.

"Non mi sarebbe potuto capitare nessuno meglio di vostra figlia, signore"

"Chiamaci pure James e Kate"

Sorrisi, altre lacrime mi solcarono le guance arrossate dal pianto.
Anche io sono stata fortunata. La persona più fortunata del mondo.

"Non cambia il fatto che voglia dei nipotini"

Aggiunse mia madre facendoci l'occhiolino, sempre con quel modo di fare atipico per una donna di quarantacinque anni.
Non potrei essere più fortunata.

Harriet

"Harriet. Ora andremo dai tuoi, vero?"

Chiese Honey mentre si asciugata con un fazzoletto i residui delle lacrime sul suo volto. Sospirai.

"Ci andrò da sola"

Lei sobbalzó come se avessi detto un'atrocitá.

"Ma dovremmo andarci insieme!"

Le presi il volto fra le mani guardandola negli occhi, in quel momento fissi sui miei. Le sorrisi, un sorriso debole ma che, sperai con tutta me stessa, l'avesse tranquillizzata.

"Fidati di me."

Lei mise le sue mani sulle mie, ricambiando il sorriso.

"Mi fido di te, solo... avrei voluto esserci. Per sostenerti"

Le diedi un bacio sulle labbra. Casto ma deciso e dolce allo stesso tempo. Sembrava un bacio d'addio ma non sarebbe stato così. Io lo avrei impedito. Lo avrei fatto per me, per lei e per la nostra felicità.

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