3
Esco dal seminterrato esattamente il giorno dopo. Un giorno senza bere né mangiare. Mia madre ovviamente non si è preoccupata di nulla, non è manco venuta a vedere se fossi ancora viva. Tolgo il foulard dal polso e noto che non esce più nemmeno una goccia di sangue, segno che la ferita si è già richiusa.
La prima cosa che faccio è quella di correre al lavandino per bere dell'acqua bella fresca ma prima che possa arrivarci mia madre mi blocca.
<< Dove credi di andare?! Muoviti a cambiarti che devi andare a scuola! L'autobus è già passato, quindi ti tocca andare a piedi. Non che sia un problema visto che ti fa solo bene>> fa il suo solito sorriso che io odio.
Con le lacrime agli occhi salgo di sopra a cambiarmi. Piego con cura il mio pigiama e lo sistemo sotto al cuscino. Decido di indossare una maglia nera e i pantaloni della tuta. Al piano di sotto indosso le scarpe, poi prendo il mio zaino e senza salutarla esco di casa per incamminarmi verso la scuola.
Una volta giunta nel cortile, c'è il solito gruppetto di bulli ad aspettarmi.
<<Ciao grassona!>> Ecco il saluto che mi rivolgono ogni giorno. Io faccio sempre finta di nulla ma muoio dentro.
Ovviamente non avendo amici non devo aspettare nessuno, quindi entro in classe e vado a sedermi al mio banco, quello in fondo alla classe lontano da tutti.
Durante le lezioni non parlo con nessuno, se non con i professori quando mi chiedono qualche cosa.
Nell'intervallo rimango sempre seduta al mio posto, mentre i miei compagni formano i loro gruppetti oppure vanno a trovare i loro amici nelle altre classi.
Vorrei avere anche io una vita normale. Vorrei avere il mio gruppetto di amici con cui passare l'intervallo, magari confrontandoci sull'interrogazione appena fatta o semplicemente parlando dei nostri piani del pomeriggio. Invece non ho nulla di tutto questo. Mi ritrovo a fissarli e li invidio. Li invidio da morire perchè loro hanno una vita normale mentre io non ho nessuno con cui passare del tempo o qualcuno con cui sfogarmi.
I professori conoscono la mia storia, hanno convocato molte volte mia madre per parlare della situazione ma ovviamente lei non si è mai presentata ed ad una certa hanno smesso di insistere.
Hanno cercato molte volte di farmi coinvolgere nei discorsi dei miei compagni ma loro hanno sempre fatto finta di nulla, come se io non fossi lì presente con loro.
Fortunatamente la mattina passa veloce e mi ritrovo ad uscire da scuola in men che non si dica.
Siccome non voglio tornare a casa subito decido di fermarmi al parco vicino a casa, non c'è in giro nessuno, meglio così.
Di solito è frequentato dai bambini accompagnati dalle loro mamme oppure è usato come ritrovo dai ragazzini del quartiere.
Appoggio lo zaino sulla panchina, poi vado verso l'unica fontana presente.
Faccio un po' di fatica ad aprire il rubinetto ma non appena l'acqua inizia ad uscire mi avvicino ed inizio a bere. È davvero bella fresca.
<<Se continui a bere così va a finire che prosciugherai tutto>> Sento dire alle mie spalle.
Mi alzo di scatto e noto un ragazzo, deve essere più grande di me visto che non l'ho mai visto, probabilmente non frequenta nemmeno la mia scuola.
Raccolgo il mio zaino dalla panchina e mi giro per andarmene quando lui riprende a parlare.<<Non voglio farti del male, stai tranquilla! Comunque sono Lewis, piacere!>> Mi tende la mano e non so cosa fare.
È il primo ragazzo che mi rivolge la parola senza insultarmi.
Alla fine gli stringo la mano <<Io sono Winter>>.
Ci sediamo al tavolo di legno, uno di fronte all'altro.
<<Allora Winter, che fai di bello qui al parco tutta da sola?>>
<<Sono appena uscita da scuola, non volevo tornare subito a casa quindi mi sono fermata un po' qui>>
<<Quanti anni hai?>>
<<Diciotto,tu?>>
<<Ventuno>>
Ne dimostra di meno comunque.
<<Che mi racconti? Quali sono i tuoi hobby?>> mi chiede.
Già, quali sono? Se solo conoscesse com'è la mia vita.
<<Io ehm..Non ho hobby>>
Mentre parliamo si alza un po' di vento e la manica della mia maglia rivela il mio polso dove fino a stamattina era attorcigliato il foulard. Lewis l'ha sicuramente visto.
<<Winter è tutto okay?>> Mi guarda dritto negli occhi.
Quello sguardo. Lo sguardo di chi vuole capire cosa diavolo ci sia di sbagliato nella mia vita.
<<Si si, scusa ma mia madre mi starà aspettando. >>
Mi alzo di scatto e senza salutarlo corro via.
Entro in casa e di lei nessuna traccia. Finalmente posso mangiare qualcosa.
Apro il frigorifero e l'unica cosa che trovo è una torta al cioccolato. Ne assaggio un pezzettino, è davvero deliziosa. Non mangio da un giorno, infatti in men che non si dica la torta è già sparita.
Vado una scappata al bagno poi salgo in camera mia.
Non essendoci la porta devo stare attenta a quando arrivi mia madre, non deve beccarmi al cellulare.
Ovviamente lo uso sempre di nascosto, ha paura che io riveli le sue cose.
Entro su Instagram e scorro nella home per vedere le ultime foto.
Chiudo l'applicazione e blocco il cellulare. Poco dopo vibra, segnalandomi l'arrivo di una nuova notifica.
" Lewis Hamilton ha iniziato a seguirti".
Oh no.
Poco dopo si illumina la casella dei messaggi, è Lewis.
"Winter, è davvero tutto okay? Ho provato a cercarti qui e fortunatamente ti ho trovata"
"Si Lewis, è tutto okay, davvero!" Premo invio.
" Quando possiamo rivederci? Vorrei tanto parlare con te"
Non visualizzo nemmeno il messaggio. Sento la porta di casa aprirsi. Nascondo subito il cellulare, dopo averlo spento.
Subito dopo mia madre compare in camera mia.
<< Devi scendere a pulire, muoviti! I compiti possono aspettare!>>
<<Si certo>>
Da quel giorno, fino all'anno dopo, la mia vita si svolge sempre nello stesso modo. Casa-scuola, scuola-casa. Ogni tanto riesco anche a mettermi in contatto con Lewis. Ci siamo rivisti anche un paio di volte dopo scuola, senza che mia madre venisse a saperlo. Ho scoperto che a lui piace correre con le auto, ama andare con i kart ed è riuscito a diventare un pilota di Formula 1 l'anno dopo. Ovviamente non manca mai né la presenza di Dave né le sue violenze nei miei confronti.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro