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Rob e Dave sono usciti da casa già da una buona mezz'ora. Sono sdraiata a terra dal dolore, dovrei essere abituata a tutto questo ma oggi Dave c'è andato giù pesante. Mi è anche uscito un livido sul fianco destro.
Mia madre sta uscendo dalla sua camera, con la mano destra si sistema la vestaglia.
Va' in cucina ed apre il frigorifero, estrae una bottiglia di birra ancora mezza piena, finendola dopo poco.
<<Pensi di stare lì tutto il giorno Winter? Alza il tuo culo ed inizia a riordinare! E per l' amor del cielo, vedi di coprirti che non sei un bello spettacolo da vedere!>>
Mi alzo dolorante, recupero il mio vestitino azzurro che è finito sulla poltrona a fianco della televisione.
Mentre lo indosso scoppio a piangere. Ogni muscolo del mio corpo grida aiuto, ho male dappertutto.


Vorrei che tutto questo finisse al più presto.


<<Sai Winter, odio essere tua madre, fai davvero schifo. Sei una grassona. Non hai amici. Quando non vengono a trovarci Rob e Dave passi tutto il tempo nella tua cazzo di camera. Sei proprio una sfigata!>> urla mia madre.
Poi in un secondo mi lancia la sua bottiglia di birra vuota. Bottiglia che mi sfiora il viso e va a schiantarsi contro il muro di fianco a me.
<<È tutta colpa tua! Mi fai ingozzare di cibo, te ne sbatti di me! Non ti importa nulla, per te è come se non esistessi! Sai solo insultarmi e basta! È da quando sono nata che mi tratti come una merda, basta guardare quello che mi fai fare da quell'essere schifoso di Dave!>> le urlo addosso.
<<Brutta stupida puttanella! Come diavolo osi rivolgerti così a tua madre?! Esci di qui o ne pagherai le conseguenze!>>
Corro di sopra e vado subito in bagno.
Devo assolutamente farmi un doccia calda, devo lavare via tutto lo schifo. Devo lavare via la sensazione delle sue mani.
Una volta uscita dalla doccia indosso il pigiama e poi vado dritta in camera mia.
Odio davvero mia madre, se si può definire tale.
Ho un unico modo per sentirmi un po' meglio, un modo che non mi fa pensare a tutto lo schifo che mi circonda.
Mi alzo e mi avvicino alla scrivania. Sotto di essa c'è lo zaino che utilizzo per andare a scuola, fortunatamente mia madre non lo controlla mai.
Un paio di mesi fa sono riuscita a rubarle un rasoio, di cui lei non si ricordava nemmeno l'esistenza, e vi ho ricavato la lama.
Mi siedo a gambe incrociate sul letto e sollevo la manica sinistra della maglia del pigiama che indosso.
Ci metto pochissimo, faccio strisciare la lama contro l'interno del polso e alla vista del sangue mi sento meglio. Non penso più né a Rob né a Dave, mi dimentico persino di essere in casa con mia madre.
Poco dopo la vedo entrare in camera mia.
<<Che diavolo stai facendo?! Guarda cos'hai combinato!>> Mi strappa dalle mani la lama, scaraventandola giù dalle scale. <<Sei una deficente!>>
Si avvicina al mio armadio e dopo aver frugato tra le mie cose riesce a trovare un vecchio foulard, poi me lo lancia sul letto.
<<Smetti di macchiare il lenzuolo e le coperte! Di certo non le lavo per queste tue stronzate!>> Poi esce dalla stanza, scendendo al piano di sotto.


Mi lego il foulard intorno al polso più stretto che posso, prima di legarlo noto che la ferita non è abbastanza profonda come le altre volte. Questa volta non sono svenuta.
Non è la prima volta che compio questo gesto, ho diversi tagli su entrambi i polsi. Ovviamente lei sa tutto ma ha sempre fatto finta di nulla, non le è mai importato nulla e mai le importerà.<<Vieni subito di sotto!>> urla mia madre.
Quando la raggiungo mi sta aspettando vicino alla porta del seminterrato.
<<Te l'ho detto che avresti pagato le conseguenze della tue azioni. Non vuoi mai ascoltarmi Winter! Mi raccomando, divertiti>>
Una volta entrata nel seminterrato sento dietro di me la porta chiudersi a chiave.
Poi mia madre alza il volume dello stereo e non sento più nulla, al di fuori della musica assordante che sento al di là della porta.
Non ho molto da fare qui sotto, c'è un divano vecchio e puzzolente, non oso immaginare per cosa sia servito.
Non ci sono finestre e c'è a malapena una piccola luce da tavolo accanto ad un armadio.
È mezzo rotto ma riesco ad aprirlo. Ecco il nascondiglio della roba di mia madre. Contiene non so quante bustine e pacchi di droga, talmente tanti che faccio fatica anche a contarli.
Decido di chiuderlo, non vorrei farmi scoprire da mia madre.
Mi avvicino ad una mensola e noto delle foto incorniciate.
Le guardo attentamente e mi accorgo che il soggetto di quelle stampe sono io. Dovrei avere circa 4-5 anni, sono in braccio a mia madre davanti ad un'altalena. Non ho nessun ricordo di quel giorno, ero troppo piccola. Forse è meglio così, non voglio avere un ricordo felice con una persona che andando avanti nel tempo ha iniziato ad odiarmi.
Che poi devo ancora capire il motivo del suo odio nei miei confronti. Non le ho mai fatto nulla, non le ho mai mancato di rispetto.
Un giorno sono tornata da scuola e l'ho sorpresa con Rob. Mi disse che da quel giorno lui sarebbe stato il mio papà. All'inizio ero anche contenta, felice di poter avere una figura paterna su cui fare affidamento. Ma subito le cose sono precipitate e in un attimo ho iniziato a vivere questo incubo.
Rob iniziava a venire da noi con questo suo amico, Dave, che mi venne fatto conoscere come suo fratello. Cosa che poi con il tempo si è rivelata una vera puttanata.
Cerco nella stanza un'ipotetica coperta, visto che qui sotto si muore di freddo ma non trovo nulla. Nemmeno un misero straccio, nulla di nulla.
Mi sdraio sul divano e mi raggomitolo, cercando di trattenere un po' del mio calore.
Sto anche morendo di sete ma qui non c'è nulla, non c'è un frigorifero né un lavandino da cui fuoriesce dell'acqua.
Oltre a morir di freddo sto anche morendo di sete, che accoppiata.
Cerco di prendere sonno ma non ci riesco. Non appena chiudo gli occhi rivedo lo sguardo di Dave. Sento addosso ancora la sensazione delle sue mani. Vorrei davvero strapparmi via la pelle per non sentirlo più.
Apro gli occhi e fisso il soffitto. Inizio a contare le pecorelle, come facevo da bambina per cercare di addormentarmi ma non funziona.
Allora penso ai miei girasoli fuori dalla finestra e al movimento che compiono quando vengono sfiorati dal vento. Immaginare il loro movimento mi rilassa e finalmente riesco a prendere sonno.

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