C6: Forse non sono debole
«Tranquilla, ormai è passato»
Mi abbraccia, di solito non amo gli abbracci, ma questo è un abbraccio che viene dal cuore, quindi lo accetto volentieri.
Sono molto delusa da me stessa sono ancora debole, non sarò mai forte. Questa cosa mi fa salire la depressione, ma c'è qualcosa che mi spinge ad andare avanti, non so cosa però, spero di scoprirlo presto.
«TN ora ci siamo noi con te, il passato non ritornerà più»
Questa frase. Questa stupidissima frase. In cui in passato credevo. Dovevo aprire gli occhi. Il passato ritorna sempre. Ormai ne ho la prova certa. Lo sapevo anche prima. Ma volevo pensare di essermi sbagliata. Non fu così.
Flashback
Piangevo, piangevo molto, avevo 15 anni, i miei non c'erano da un anno a casa, i soldi che mi avevano lasciato per poter mangiare ormai erano finiti.
Ero in una strada a piangere in un angolo.
Il tempo era nuvoloso, probabilmente a breve avrebbe iniziato a piovere, ma non mi importava.
Faceva freddo, molto freddo, avevo solo una maglia a maniche lunghe e un giubbino primaverile, era gennaio e stavo letteralmente morendo di freddo.
Ad un certo punto, mentre ero avvolta nella mia disperazione, sentii una mano sopra la mia spalla gelida, quella era la prima volta che lo incontrai, un ragazzo con i capelli neri ed occhi mori, si presento a me come Eren Natit.
Era della mia scuola lo avevo solo sentito nominare, a parola degli altri era il figo della scuola.
«Che ci fa una ragazza così carina, qui di notte tutta sola?»
«I-io... non posso tornare a c-casa, domani torneranno i miei ma... ora dovrò dormire qui... stanotte» dissi singhiozzando.
«Che genitori bastardi, di certo non ti lascio qui, ora verrai con me a casa mia va bene?» mi chiese cordialmente.
«Non vorrei... essere un peso»
«Tranquilla a me non dispiace» mi disse sorridendo.
Mi portò a casa sua. Era una casa molto grande.
«I miei non ci sono, puoi andare a lavarti il bagno è il fondo al corridoio la prima porta a destra»
«G-grazie» anche se lo stavo facendo non si poteva immaginare che sia arrossita, per il freddo, anche se con il giubbino pesante che mi aveva messo sulle spalle Eren stavo già meglio.
Mi feci la doccia e dopo realizzai di non avere ne un cambio ne biancheria pulita. Che idiota.
«E-eren non ho un cambio»
«Oh è vero, ti posso prestare delle mutande che mia madre non ha ancora usato per i vestiti andranno lo stesso benissimo i suoi»
Mi porse la roba e la indossai, quel pantaloncino era un po' troppo corto per i miei gusti, ma che ci potevo fare, mi aveva offerto un posto dove dormire, doveva pure ricevere il resto da sopra? Non ci feci troppo caso e uscii dal bagno.
Mi guardò e arrossì, la stessa cosa io, mi sentivo troppo in imbarazzo.
Dopo mangiammo e, anche se non volevo, andai a dormire in camera sua visto che aveva un letto a due piazze.
Mentre lui dormiva mi misi a piangere, non potevo farne a meno, mi mancava una casa in cui stare, lui mi sentì e mi abbracciò da dietro.
«Ora ci sono io con te, il passato non ritornerà più»
Fine flashback
Non sapevo cosa fare, non sapevo cosa pensare.
Piansi. Isabel mi abbracciava, ma continuai a piangere. Piansi tanto. Non avevo mai pianto così.
Mentre piangevo ancora, mi si avvicinò Levi, Isabel se ne andò da Farlan.
«Mocciosa non piangere» disse abbastanza freddo ma anche con una nota di dolcezza.
«N-non posso f-farci niente. Troppi ricordi... ricordi orribili, sono stata una stupida a fidarmi di lui, non avrei dovuto accettare e sarei dovuta rimanere al freddo a morire da sola.»
«Non dirlo nemmeno per scherzo. So che non abbiamo molta confidenza ma se vuoi puoi sfogarti con me.» disse con una voce rassicurante
«N-non vorrei farti venire la depressione per i miei racconti...»
«Sono così brutti?»
«Troppo, troppo brutti. Però se ne sei disposto potrei parlartene, ma non qui, andiamo in camera mia»
«Va bene» disse con un mezzo sorriso, anche se non era molto accentuato era un sorriso splendido, uno di quelli veri.
Io non sorridevo mai, chissà chi mi avrebbe fatta ritornare a sorridere.
Arrivata in camera iniziai a raccontare a Levi della mia vita.
Mezz'ora dopo
Finito di raccontare Levi era sorpreso e un po' dispiaciuto.
«TN mi dispiace molto della tua vita, sono davvero dispiaciuto so che non si nota, ma è vero, vorrei aiutarti ad iniziare a collezionare bei ricordi insieme, mi permetterai di farlo?»
Non c'era bisogno di una parola in quel momento, lo abbraccio.
Si trovo all'inizio un po' spiazzato, ma dopo ricambiò l'abbraccio.
«Adesso io vado se hai bisogno di me non esitare a chiedere.» disse abbastanza serio.
Mi aveva aiutata raccontare la mia storia a Levi.
«E comunque non sei debole come credi, visto che dopo tutto questo sei ancora qui» disse con un sorrisetto per poi andarsene.
A quella frase arrosii leggermente. Forse Levi aveva ragione, forse è vero che non sono così debole.
Sinceramente non so nemmeno io a cosa credere, o a chi credere.
Rimango un po' nella mia stanza, fino a quando non arriva l'ora di cena.
Finita la cena
«Allora ragazzi, domani faremo TUTTI un gioco per conoscervi meglio, quando dico TUTTI intendo anche quelli che hanno perso i loro poteri, e sono voluti restare qui, Chiaro?» Disse Hanji sottolineando la parola TUTTI.
«Io passo» disse Levi freddo.
«Invece no! Partecipi pure tu»
«Tsk.» Il corvino la congelò con lo sguardo, ma Hanji non fu per niente turbata, forse era abituata.
«Adesso vi spiego meglio il gioco. Sarà una specie di domanda e risposta, e non potete astenervi dal rispondere, anzi lo potrete fare solo 2 volte, e gli altri partecipanti non potranno più farvi la domanda in questione.
Se qualcuno non risponderà alla domanda una terza volta, Levi avrà l'onore di decidere la punizione, mentre se la persona in questione è proprio Levi, la punizione la sceglierò io.»
«All'inizio poteva anche piacermi, ma l'ultima parte non la accetto.»
Disse schietto il corvino, puntando i suoi occhi assassini Grigio-azzurri sulla mora con gli occhiali.
«Beh te ne farai una ragione!» Disse quest'ultima esaltata.
«E a che ora inizieremo questo gioco?» chiese Connie.
«DOMANI ALL'ALBA» Disse Hanji con entusiasmo.
Tra dei Nooo, io ho sonno, non mi va, uffaaa, ci sarà il cibo?, e cose del genere.
«Non dovete lamentarvi LAMA!» disse Hanji con aria vittoriosa.
A me sinceramente non faceva ne caldo ne freddo quell'obbligo.
Spazio autrice
Allora ho deciso che proverò a pubblicare un giorno si e l'altro no come abete constatato. E niente vi ringrazio di seguire la mia storia.
Ciaoo
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro