C16: Viaggio
Iniziammo a giocare ad obbligo o verità, anche se io non volevo.
Perché nelle feste ci deve essere per forza l'obbligo o verità, secondo me è una cosa inutile.
«Armin, obbligo o verità?» Disse Eren.
«Verità.» Rispose il biondo.
«Nell'ultimo anno, hai mai fatto la pipì a letto?» Disse Eren ridendo.
«A-avevo fatto un brutto sogno...» Disse Armin.
Tutti si misero a ridere, io non lo trovai molto divertente, anche se dentro, un po' ridevo.
«Dai su! Continuiamo.» Dissi io fermando le loro risate, a parer mio incontrollabili.
«Allora continueremo da te! T/N, obbligo o verità?» Disse Jean.
«Non vedevo l'ora. Yheeee. Obbligo.» Dissi io con sarcasmo.
«Allora ti obbligo... A baciare Eren!»
«Col caz- ehm... no» Risposi molto educatamente io.
«Invece devi! È un obbligo.»
«Prima lo fai, prima finisce.» Mi disse Eren.
Ma vai a quel paese! T/N non dire cose impure! Ma a chi voglio prendere in giro!
Che vita di m...
Eren si avvicinò a me, non posso più tornare indietro.
Posò delicatamente le sue labbra sulle mie.
La porta della stanza si aprì, io ed Eren, ci staccammo imbarazzati.
Dalla porta uscì Hanji seguita da Levi, lei rideva, lui no.
«Vabbè basta. Non c'è niente da ridere, ora dobbiamo parlare di una cosa seria.» Disse Levi.
«Giusto!» Disse Hanji ricomponendosi.
«T/N, ti dobbiamo fare delle domande.» Disse Hanji.
«Ovvero?» Chiesi io.
«In privato.» Disse freddo il corvino.
«Non potete fare domani?» Chiese Jean.
«È una cosa urgente!» Disse Hanji.
Non mi lamentai e li seguii, anche perché, non vedevo l'ora che finisse quel party osceno.
Andammo i cucina ed Hanji cominciò il discorso.
«Allora... come dire... crediamo che il sistema di clonaggio non sia andato bene.» Disse la castana.
«Non ditemi che mi dovete di nuovo clonare!» Dissi io sbuffando.
«No. Con il clone è tutto a posto, il problema sei tu.» Disse lo gnomo da giardino.
«Vedi che siamo a novembre, riesco anco-»
«A leggere nel pensiero. Lo so.» Dissi io ormai scocciata da quella solita frase.
«Quindi?» Dissi io. In che senso "non era andato bene"?
«Oggi hai avuto dei dolori alla testa per caso? E ti prudeva il capo?» Mi disse Hanji.
«Perché queste domande, comunque un po', ma non penso sia niente di grave.» Risposi io.
«Dobbiamo fare degli esami. Non promette nulla di buono. Ma qui, non abbiamo i macchinari giusti.» Disse Hanji.
«Davvero io sto bene!» Ripetei più a me stessa che a loro. Vero?
«No. Questi sono degli effetti collaterali, ma non si erano mai presentati in nessuno, o almeno qui.» Disse Levi.
«Quindi? Dobbiamo ordinare altri aggeggi per curarmi? O fare dei test? Non sono una cavia da laboratorio!» Dissi io, arrabbiata.
«T/N, è per il tuo bene.» Disse la castana, con più calma del solito.
«Quindi? Dove mi porterete?»
«Da mio padre. È l'unica opzione che abbiamo.» Disse Hanji.
«Ne sei sicura?» Chiese Levi.
«Si. È l'unico modo.»
Dopo questo, Levi iniziò a preparare la macchina per il viaggio.
Come negare, avevo paura, anche se, a pensarci bene, ne ho passate tante, sono sopravvissuta, ormai credo di essere quasi immortale...
Sono successe tante cose, tra la quale, la scoperta della morte dei miei genitori, che è legata a tutto questo. Gli "scienziati cattivi", o almeno è così che li chiamiamo, li hanno uccisi. Sono sola, ho solo i miei amici su cui contare.
Iniziai a preparare le valige. Non so per quanto tempo starò via, ma non mi importa.
Pensavo che la mia vita, avrebbe potuto prendere una svolta, e invece, devo andare in un altro paese per via di una stupida macchina di clonaggio. Cose che una diciassettenne affronta tutti i giorni del resto.
Salutai i miei amici, anche quelli con cui non avevo legato più di tanto, quali per esempio Reiner.
Dopo aver salutato tutti, io, Hanji e Levi, partimmo con la macchina di quest'ultimo verso la Germania, ora ci trovavamo in Italia, quindi il viaggio, con la macchina sarebbe stato parecchio lungo, purtroppo non potemmo prenotare biglietti per l'aereo per la mancata organizzazione.
Luoghi completamente inventati
Con le varie soste e tutto il resto arrivammo a Berlino alle 15:49, partendo da Trento.
Io avevo dormito per quasi tutto il viaggio, anche se mi faceva molto male la testa.
Arrivammo davanti le porte di una casa a dir poco enorme.
Hanji suonò il citofono, e le parlò una persona in tedesco, lei rispose, a sua volta, in tedesco, e il cancello si aprì.
Ci accolse un uomo, che poteva essere sulla sessantina.
Parlava con Hanji in tedesco, ed io da studentessa del liceo non capivo nulla.
«Papà parla in italiano, T/N non capisce il tedesco.» Disse Hanji mettendosi la mano sulla testa.
«Oh giusto. Quindi cosa vi porta qui?» Disse l'uomo con un accento tedesco.
«Comunque io sono Alberich Zoe» Disse l'uomo dai capelli grigi.
Nome inventato, dato che non ho trovato il nome del padre di Hanji.
«Dovremmo fare degli esami per questa ragazza, soffre della malattia dei poteri, e come sai io ho una specie di casa famiglia, in cui accudisco i ragazzi con questa malattia. Ho completato il processo di clonazione su questa ragazza, e si sono manifestati in lei gli effetti collaterali. Vorremmo procedere facendo degli esami.» Disse Hanji, con nonchalance.
Che poi quando mai lei è calma?
Intanto il corvino sembrava disinteressato, ma ad un certo punto si giro di scatto ad ascoltare meglio la conversazione. Certo che è strano.
Mi ha guardata male, c'era d'aspettarselo.
«Va bene, se volete domani, possiamo iniziare a fare questi esami, mi serve il tempo di settare le macchine e i circuiti, e di chiamare dei colleghi per farmi da assistenti, è la procedura di base. Capita spesso che succedano questi episodi, come sai, anche noi abbiamo delle case in cui ospitiamo i ragazzi speciali.» Disse Alberich.
«Perfetto.» Concluse Hanji.
«Se volete vi posso mostrare le stanze in cui alloggerete.» Si presentò un uomo vestito da maggiordomo, dato che quello era il suo incarico.
Ci fece vedere le nostre stanze, io, non appena mostrata la mia stanza, mi ci fiondai dentro con la valigia chiudendo la porta a chiave.
Dopo la dichiarazione del padre di Hanji, sono più rassicurata nel sapere, che il mio caso, è più tosto frequente.
Spazio autrice
Scusate per l'inattività di questi giorni, ma non ho avuto né modo né tempo di scrivere questo capitolo, vi ringrazio per la lettura.
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