Silenzio.
Un silenzio infernale, definitivo.
E il buio.
Il cielo che si spegne sopra di lui.
Che cosa triste, aveva pensato, quella è l'ultima volta che i suoi occhi si poggiano sulle stelle. E non sono nemmeno stelle vere.

Si era immaginato steso su un prato, accanto a suo figlio, dopo una giornata passata a suonare e a costruire qualcosa dal nulla.
Nelle orecchie ha ancora quel ritmo tutto nuovo che avevano creato, e il suono delle risate del bambino.
Gli racconta una storia, inventandola di sana pianta e aggiungendo sempre nuovi dettagli, finché gli occhi del piccolo non si chiudono.
Solo allora tace.
Si perde ad osservare il cielo e le stelle, con un sorriso di pace dipinto sul volto.
E chiude gli occhi.

Ma i suoi occhi erano ancora sbarrati, quando la vita aveva lasciato il suo corpo.
Nessuno perde tempo a chiudere le palpebre di un Tributo morto.
Se prima sei un avversario, un ostacolo, poi non diventi altro se non un rifiuto, uno scarto.
Cordo non era stato altro per tutta la sua vita.
I suoi occhi, pieni di lacrime di rammarico e amarezza, avrebbero continuato a fissare quelle false stelle fino alla fine dei giochi.

Poi, tornò il buio.