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Erano passati due giorni, e Lux sembrava stare meglio. Aveva ripreso a mangiare regolarmente, ma aveva il raffreddore e la tosse. La febbre le era scesa quasi del tutto, la temperatura non era più alta come prima. Il termometro segnava trentasette gradi e mezzo.
"Amore, come ti senti?" Mi voltai a guardarla, seduta sul divano a guardare la TV.
"Male, dada." Mi avvicinai a lei e le depositai un bacio sulla fronte.
"L'influenza si è abbassata, però non puoi ancora uscire." Annuì.
"Gualdi i caltoni con me?" Sussurrò.
"Certo, appena ho finito di preparare il pranzo." Annuì e si distese, coprendosi. "Hai ancora tanto freddo?" Annuì. "Vuoi che te ne prenda una più pesante?" Annuì ancora. "Va bene, scricciolo." Le sorrisi e si mise il ciuccio.
Salii le scale, lasciando ciò che stavo facendo. Aprii il mio armadio e ne estrassi una coperta di lana, tornando poi in salotto. Lux aveva gli occhi semichiusi. Lentamente, le tolsi quella che aveva addosso e la coprii con la nuova tra le mie mani. Le accarezzai i capelli e le baciai la fronte.
"Dada." Sbadigliò.
"Sì, piccola?"
"Mi dai la medisina per la tosse?" Ridacchiai ed annuii.
"Se mi prometti di mangiare tutto." Annuì. "Vieni, è pronto." La presi in braccio e raggiunsi la cucina, per poi sedermi e posizionare mia figlia sulle mie ginocchia. "Vuoi che ti imbocco?" Annuì. "Allora, dai a papà il ciuccio. Se farai la brava, te lo darò dopo."
"Ok, dada." Sorrisi. "Ti volio tanto bene."
"Anche io te ne voglio, principessa." Le baciai il collo. "Dai, mangiamo o si raffredda." Annuì.
-
"È l'ora del bagnetto." La sentii lamentarsi. "Su, tesoro." La sollevai dolcemente, per non farle male. "L'acqua della vasca è calda, tutta per te."
"No, dada." Mi strinse. "Non volio."
"Perché no?"
"Ho fledo." Sussurrò.
"Ma ti riscalderai." Scosse la testa. "Guarda." Misi una mano nell'acqua e finsi di bruciarmi, così la sentii ridere sofficemente.
"Bua, dada?" Mi osservò triste.
"No, cucciola mia." Le baciai le guance. "Lo faresti per me?" Annuì. "Bravissima." Strofinai il mio naso con il suo. "Dopo, faremo ciò che vuoi."
"Le cocole!" Sorrisi.
"Certo, amore."
La misi dentro la vasca, la insaponai, la sciacquai e la asciugai una volta terminato. Infine, le infilai le mutandine e il pigiamino da unicorno rosa. Un regalo di Natale che, ovviamente, adorava. Uscii un istante per cambiarmi anche io e tornai in bagno, ma Lux non c'era.
"Dov'è il mio unicorno preferito?" Improvvisamente, si attaccò alle mie gambe e mi spaventai, facendola ridere. "Eccola qui!" La sollevai e la ricoprii di baci.
Afferrai il ciuccio e il biberon dal lavandino e li portai nella mia camera, dove eravamo diretti. Stavo per adagiare la piccola sul letto, per esaudire la sua voglia di coccole, quando il campanello della porta mi distrasse. Con lei tra le mie braccia, mi recai in salotto.
"Claire?" Domandai, sorpreso.
"Ciao, Harry." Mi sorrise debolmente e scrutò la bimba, che sembrava infastidita dalla sua presenza. "Come sta la piccolina?" Indicò Lux.
"Un po' meglio, grazie." Le sorrisi sinceramente. "Ma che ci fai qui?"
"Non posso più tenere ciò che ho dentro, perciò ho deciso di venire a trovarti. So che forse non è un buon momento o che è un po' tardi, ma voglio che tu mi ascolti. Ti prego, è importante." Annuii confuso.
"Entra, dai." Mi scostai per farla passare e la feci accomodare sul divano, sedendomi di fronte a lei. "Allora, di che si tratta?"
"Io..." Prese un respiro profondo. "Non mi chiamo Claire Tyler, ti ho mentito."
Mi accigliai, vedendo che la bimba dormisse sulla mia spalla. Non dissi nulla alla sua affermazione, preferivo che continuasse il discorso. Ma si fermò ed i suoi occhi si riempirono di lacrime, che caddero lungo le sue gote.
"Non mi riconosci?" Sussurrò e scossi la testa, sempre più spaesato. "Sono tornata, amore."
"Cosa...?" Mormorai.
"Sono io, Valery."
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