Lux dorme da quando siamo tornati a casa dall'asilo. Non sapevo stesse così male, se me lo avesse detto non l'avrei fatta neanche alzare dal letto. Mi sento responsabile, in un certo senso. Mi voltai a guardarla mentre riposava, accarezzandole i capelli. Era letteralmente un angelo. Le lunghe ciglia le sfioravano le guance arrossate dalla febbre ed i capelli biondi le toccavano le spalle. Infine, le labbra rosee stringevano il ciuccio. Si mosse leggermente per stringermi la maglia, mentre sbatteva dolcemente le palpebre.

"Che c'è, cucciola?" Le sorrisi, lasciandole un bacio sulla fronte.

"Dada." Sussurrò, tremante.

"Hai freddo?" Annuì lentamente, stanca. "Vieni qui." Aprii le braccia e la sollevai dal divano, salendo le scale. Entrai nella sua stanza ed afferrai la coperta dal suo armadio, per poi avvolgerla in essa. "Meglio, principessa?" Annuì.

"Non andale via, dada." Disse, piangendo.

"Papà non ti lascierà mai sola." Le baciai la tempia. "Sarò sempre con te." Annuì. "Lo vuoi un po' di brodo caldo?" Scosse la testolina. "Devi mangiare qualcosa, altrimenti non posso darti la medicina." Piagnucolò.

"No." Mormorò. "Non volio."

"Lo faresti per me, per il tuo dada?" Unii la sua fronte con la mia e annuì, stremata. "Dai, siediti sul tavolo." Scosse ancora la chioma. "Va bene, scricciolo." Sorrisi.

-

Riuscii a prepararle il brodo, nonostante fosse in braccio a me per tutto il tempo. Teneva gli occhi chiusi, e compresi che qualcosa non andasse.

"Lux, perché non apri gli occhietti?"

"Luce è blutta." Soffiò sul mio collo.

"Ti dà fastidio la luce?" Annuì. "Allora, appena hai mangiato il brodo, andiamo in camera e ci facciamo tante coccole." Annuì, cercando di sorridere.

La feci sedere sul tavolo, in modo da poterla avere al mio stesso livello, e le portai il piatto. Presi un cucchiaio e la imboccai, delicatamente. Riuscii a farla mangiare, anche se non completamente. Quando capii che non ne volesse più, poggiai il piatto nel lavandino insieme alla posata, e presi in braccio mia figlia. Afferrai il biberon e lo riempii di acqua fresca, nel caso avesse avuto sete, e lo portai con me nella mia camera. Adagiai la bimba sul letto e aprii le lenzuola, infilandola sotto di esse. La coprii bene e feci altrettanto, stando attento alla dolce creatura al mio fianco. Le tolsi i capelli dal viso, un dei tanti gesti che adoravo fare, e la strinsi a me. La scaldai contro il mio corpo, riparandola dal freddo.

"Sei al sicuro con papà." Le sussurrai all'orecchio. "Non ti accadrà nulla." Continuai. "Non permetterò a nessuno di farti del male. Mai, piccola." Le depositai un bacio sulla guancia. "Ti amo." Sorrisi, coccolandola.

La riempii di baci e le accarezzai la schiena, poi i capelli ed infine la guancia accaldata. La febbre stava salendo ancora, ma questa volta l'avrei curata da solo. La mia bambina aveva bisogno di me più di qualsiasi altra cosa al mondo, e le avevo di non lasciarla sola. Avevo deciso di mantenere quella promessa.

Sweet creature
Had another talk about where it's going wrong
But we're still young
We don't know where we're going
But we know where we belong

And oh we started
Two hearts in one home
It's hard when we argue
We're both stubborn
I know, but

Sweet creature, sweet creature
Wherever I go, you bring me home
Sweet creature, sweet creature
When I run out of road, you bring me home

Sweet creature
We're running through the garden
Oh, where nothing bothered us
But we're still young
I always think about you and how we don't speak enough

And oh we started
Two hearts in one home
I know, it's hard when we argue
We're both stubborn
I know, but

Sweet creature, sweet creature
Wherever I go, you bring me home
Sweet creature, sweet creature
When I run out of road, you bring me home

I know when we started
Just two hearts in one home
It gets harder when we argue
We're both stubborn
I know, but

Sweet creature, sweet creature
Wherever I go, you bring me home
Sweet creature, sweet creature
When I run out of road, you bring me home
You'll bring me home

Lei è la mia dolce creatura, e io l'avrei protetta ad ogni costo.