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[Una settimana dopo]
Si avvicinava Natale ed io dovevo ancora comprare i regali. Non sapevo cosa avrei comprato alla bambina ma, di sicuro, sarebbe stato qualcosa che avrebbe ricordato. Mi sembra ieri il giorno in cui muoveva i suoi primi passi, o quando piangeva perché le stavano crescendo i dentini. Ora, invece, ha quattro anni e vederla crescere è stata la parte migliore della mia vita.
Lei è una continua sorpresa, una continua gioia e un continuo mistero. Amo mia figlia, in tutto e per tutto. Sentii le manine di Lux tirarmi la maglia e mi chinai per guardarla negli occhi. Le sorrisi e la presi in braccio. Le lasciai un bacio sulla fronte e si poggiò al mio petto. I suoi occhi azzurri si specchiarono nei miei e mi strofinò il naso sul collo, facendomi il solletico.
"Vuoi il ciuccio?" Annuì. "Andiamo a prenderlo, è in camera." Salii le scale e mi recai nella mia stanza, per poi afferrarlo e metterglielo. "Meglio?" Annuì di nuovo. "Adesso ci vestiamo, così andiamo a comprare il regalo per la nonna e la zia. Domani è Natale, sei felice?"
Un debole sorriso si formò sulle mie labbra, ma la bimba scosse la testa. Poi mi circondò il collo con le sue piccole braccia, nascondendosi nell'incavo della spalla. Le baciai i capelli e repressi una lacrima. Sapeva cosa volesse, era la stessa cosa che desideravo anche io, ma Valery non sarebbe più tornata. Non avrebbe varcato quella porta di nuovo, non mi avrebbe più baciato, non ci saremmo mai più detti ti amo e non saremmo mai stati la famiglia felice che entrambi volevamo. Semplicemente, non ci sarebbe mai stato niente di tutto ciò e mai ci sarà.
"Lo so, amore. Anche a me manca la mamma, non sai quanto." La strinsi fortemente e le sue lacrime mi bagnarono. "Ti prometto che quando sarai più grande, le porteremo dei fiori e così potrai parlarci." Annuì contro il tessuto della camicia e baciai ripetutamente la sua guancia e la sua fronte.
Lei era la mia principessa e la mia ragazza. Nessuno poteva toccarla, o portarla via da me. Io appartenevo a lei, come lei apparteneva a me. Eravamo come due metà, ci completavamo a vicenda. L'avrei protetta da tutto e tutti, e se significava nasconderla dal mondo, lo avrei fatto solo per l'amore che provo per lei. La cullai dolcemente e riuscii a calmarla, facendola smettere di singhiozzare.
"Dopo faremo la letterina e qualsiasi cosa tu voglia, Babbo Natale te lo porterà. Te lo prometto, piccola." La abbracciai e mi baciò. "Ti amo da morire." Sorrise, ancora con le lacrime agli occhi. "Usciamo?" Annuì e ci recammo al centro.
Avevamo comprato dei piccoli pensierini a mia madre e mia sorella, ora mancava solo il regalo alla mia piccola principessa. Le avrei dato il mondo se solo me lo avesse chiesto, avrei messo a soqquadro la città, pur di farla sorridere e le avrei dato la vita, pur di renderla felice. Avrei fatto di tutto per lei.
"Torniamo a casa?" Annuì e mi strinse la gamba, guardandomi. "Hai sonno, scricciolo?" Scosse la testa, ma uno sbadiglio la tradì. Sorrisi e la presi in braccio. Prontamente, si poggiò a me e chiuse gli occhietti. "Sapevo che eri cotta." Sussurrai al suo orecchio e ridacchiai. "Fai buone ninne, amore mio." Le baciai la fronte e camminai verso casa.
[...]
Aprii la porta e la richiusi alle mie spalle. Portai la piccola a letto, le sollevai le coperte e le accarezzai i capelli. È così bella, sempre più uguale a lei. Alla mia, alla nostra Valery. Mi distesi accanto a lei e la strinsi al mio corpo. La sollevai e la adagiai su di me, per poi abbracciarla fortemente.
"Buona Vigilia, piccola." Sussurrai, per poi addormentarmi.
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