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I giorni di vacanza a Disneyland erano passati in fretta e feci le valigie per entrambi, lasciando fuori i vestitni per il giorno dopo ed un cambio, nel caso la bambina ne avesse avuto bisogno. Preparai i biglietti sul mobile accanto al letto, così che l'indomani fossero già pronti. Lux si era addormentata da qualche minuto.
Era stremata e non le davo torto, ha corso e riso per tutto il giorno. Mi sedetti sul letto e guardai la piccola accanto a me. Sorrisi vedendola dormire con il ciuccio e le alzai le coperte per poi coprirla, lasciandole un bacio sulla fronte. Mi voltai, pronto per alzarmi di nuovo e farmi una doccia, quando Lux mi afferrò il braccio.
"Dormi, piccola." Le accarezzai i capelli con la mano libera, mentre l'altra era intrecciata a quella della bimba. "Domani torneremo a casa e devi riposare."
Scosse la testa, si alzò gattonando sul letto e sorrisi. Aprii le braccia e mi saltò addosso, colpendomi i fianchi.
"Ahi!" Gridai e mi accasciai sul letto, dolorante. Corse verso di me e si chinò per vedere se stessi bene. Appena mi vide lacrimare, singhiozzò. "Amore, papà sta bene, solo che è una parte molto sensibile per noi grandi. Capito?" Annuì e la coccolai. "Dai, basta piangere." Mi abbracciò e le scompigliai i capelli.
Mi alzai e mi imitò, attaccandosi alle gambe. Iniziai a camminare e ridacchiò. Lo facevo sempre quando era molto piccola, così che camminasse assieme a me. Poggiava i piedini sui miei mentre io le tenevo le manine, camminando in modo buffo. Rideva sempre e lo fa tutt'ora.
"Facciamo così, se ti stacchi, papà ti compra la cioccolata calda con i marshmallow." Annuì e battè le manine.
Impazziva per quei dolcetti, anche se non li mangiava spesso, perché non volevo si cariasse i dentini. Sciolse la presa sulle mie gambe e le infilai una mia maglietta, che le stava infinitamente grande, e risi. Infilai i vestiti, visto che ero in boxer, ed uscimmo. Chiusi la porta e Lux mi afferrò il dito. Non riusciva a darmi la mano, perché in confronto era enorme e non sapeva come stringerla. Camminai con la bambina al mio fianco e la maglietta che struciava a terra. Arrivammo alle scale e scivolò, facendosi male.
"Piccola, dio mio che ti sei fatta? Stai bene? Fammi vedere." Si sedette sulle scale e le controllai il piedino, sperando non si fosse rotto. "Hai solo un brutto livido, ma non è rotta, per fortuna."
Pianse lamentandosi dal dolore e si sollevò sulle punte. La presi in braccio e la strinsi da sotto. Mi circondò il collo con le braccine e le diedi il ciuccio.
"Ecco fatto, amore." Le diedi un bacio. "Mi hai spaventato a morte. Perdonami per averti fatto cadere, papà si sente in colpa." Scosse la testolina e mi strinse forte forte.
Avanzammo verso il bar ed ordinai due cioccolate calde con marshmallow da portare di sopra, così prese, tornammo in stanza.
[...]
"Scotta, scricciolo?" Mise il ditino sulla tazza bollente e si bruciò, lo ritirò subito e me lo porse con le lacrime agli occhi. Glie lo baciai e sorrise. "Meglio, principessa?"
Annuì e le rubai un marshmallow, ridendo. Mise il broncio e glie lo restituii, lasciandole un bacio sul collo.
"Tieni, piccola."
Glie lo porsi e lo afferrò, non prima di avermi dato un bacio sulle labbra. Passammo la serata ridendo, facendoci il solletico e le coccole.
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