Parte 5 Stretta di anime
'Perché non la chiami?' Steve non si era intromesso sulle prime né aveva fatto domande, più avanti era sbottato. Di solito Bucky si confidava con lui spontaneamente, ma da quando c'era di mezzo Sara non si era lasciato scappare una parola.
'Per dirle cosa? Ci siamo incrociati qui alla base, per gli allenamenti, e ha fatto finta di non vedermi, come fossi trasparente. L'ho fermata e, dopo un paio di frasi di circostanza, mi ha liquidato. Sai, alla fine ci ho riflettuto parecchio. Forse mi ero illuso di piacerle e non era vero...' ribatté.
'Uhm...dubito sia così. E' anche provata per Einstein, Bruce glielo fa vedere col contagocce e non si è persuaso a ridarglielo. Lo ha pregato in tutti i modi possibili, ma è irremovibile' Cap ribadì ciò che già sapeva.
'Brutta storia!' gli si stringeva il cuore a immaginare la Spencer senza il suo cagnolino.
'Quando Banner si fissa, meglio non contraddirlo! In questo periodo è preso dalla pubblicazione del suo ultimo trattato sul Tesseract, che sarà presentato alla Facoltà dove insegna, una mega festa al Campus Universitario! Sarà esposto persino il cubo cosmico, Thor l'ha riportato da Asgard il mese scorso! Bruce ci ha invitato, te compreso, ne parlava l'altro giorno' gli ricordò Rogers.
'Vero! Detesto gli eventi mondani!' l'unica vita sociale che aveva gradito e cercato era stata con la Spencer, il sassolino nella scarpa che gli provocava un dolore continuo.
'Non piacciono neanche a me, però credo che verrà addirittura la tua più recente conquista!' Steve fece un'espressione evidente.
'Ne sei certo? E' strano!'.
'Deve riguadagnare la fiducia di Banner, e lui tiene molto all'evento. Sfrutta l'occasione a tuo vantaggio, forse in mezzo a tanta gente non potrà esimersi da due chiacchiere. E comunque ci saranno gli Avengers al completo, tranne Point Break; in fin dei conti staremo insieme a bere un cocktail in un posto elegante. Vestiti come pinguini, chiaramente!' il Capitano tentò di convincerlo.
'Ci penserò! Grazie della dritta'. Steve era il migliore amico che si potesse desiderare, la persona che per lui aveva dato l'anima, si era messo contro il mondo intero. Perfino in quei frangenti, lo consigliava, in maniera obiettiva e puntuale, su come riconquistare una ragazza di cui lui stesso si era invaghito.
***
Buck ci aveva rimuginato ed alla fine aveva deciso di partecipare al party. Aveva noleggiato uno smoking, insieme a Rogers, e si era recato al Campus con lui, in moto.
All'entrata, trovarono Bruce, seduto ad un tavolino e contorniato dagli invitati, che si erano messi in fila per farsi autografare il suo libro.
'Ce lo risparmiamo' Steve salutò il professore, chino a firmare una copia via l'altra, con un cenno della mano, dirigendosi verso il bar, allestito dal catering.
'Hanno fatto le cose in grande, e qui è splendido!' commentò Barnes. L'enorme salone era un'aula della biblioteca destinata allo studio silenzioso degli allievi, sgomberata di scrivanie, ed allestita con aree per il cibo e gli abbeveraggi, e, sparse, zone con sedie e tavoli. Al centro, una bacheca di materiale inaccessibile, trasparente, che conteneva il Tesseract, esposto al pubblico per la prima volta, presidiato da innumerevoli agenti di sicurezza.
Di lato, rasente le enormi finestre a vetri, un gruppo di tre elementi, due archi ed un'arpa, allietava la serata di una musica celestiale. Tutt'intorno scaffalature colme di libri.
'Mi sento ignorante, Bucky!' commentò Steve.
'Perché lo sei!' la Romanoff, in un sensuale vestito nero di seta con spalline sottili, seguita dal fedele Clint, lo interruppe, con una battuta.
'Lo siamo tutti, Nat...assassini provetti, zero diplomi, lauree o master! Cervelloni, proprio no' il Falco proseguì sulla stessa linea.
'Vale per voi! Io sono un genio! Ciao, belli!' Tony, uno smoking di una strana nuance tendente al lilla, li salutò, sottobraccio a Sara, a cui faceva da cavaliere.
I colleghi si ammutolirono, colpiti dalla sua avvenenza; era elegantissima, in un abito rosa di chiffon, senza maniche, con il corpetto incrociato, chiuso con un'alta fascia in vita, sul seno un motivo floreale di rose di una tonalità più scura che sfumavano per ricomparire alla base della lunga gonna scampanata.
'Sei uno schianto!' Barton le fischiò, divertito 'purtroppo, non hai una guardia del corpo dall'aria minacciosa!'.
'Che vorresti insinuare?' Stark, permaloso ai massimi livelli, si era subito inalberato.
'Senza l'armatura, farai fatica a tenere a bada le orde di post adolescenti in calore' Clint indicò, alle sue spalle, un gruppetto di giovani studenti che rimiravano la Spencer, con la bava alla bocca.
'Non ha torto...la prendiamo in consegna noi! Stiamo messi giusto un po' meglio' Steve, galante, diede il braccio alla ragazza, che si staccò da Tony, ipotizzando che la gentilezza avesse il doppio fine di farla riavvicinare a James che la fissava, rigido. Non appena i suoi occhi avevano incrociato quelli azzurri di lui, il suo cuore aveva avuto un sussulto, visti i venti giorni di distacco.
'Basta il primo Capitan America di passaggio e mi tocca andare in pensione! Barton, uno scotch ci sta tutto, devo dimenticare le mie pene' Stark, sghignazzando, si diresse verso il bar, col Falco.
'Beviamo qualcosa anche noi, ragazze?' Steve non si perse d'animo, dirottando Sara al tavolo delle bevande, con un cenno a Vedova Nera ed un'occhiataccia a Bucky.
'Ho visto che hanno la mia marca di vodka preferita, converrà approfittare' la russa si mosse, anticipandoli, e mettendosi sottobraccio a Rogers, dal lato opposto, capita l'antifona.
'Così è esagerato! Troppa bellezza, per un solo uomo. Buck, dammi una mano! Quella buona!' con una battutina, spinse, con delicatezza, la Spencer verso il suo amico.
Lei, intimidita e preoccupata, tentennò, per qualche secondo, poi prese la destra di James e la poggiò sul proprio braccio nudo 'E' una persona carina, Steve. Da apprezzare...è chiaro perché siate tanto legati, vi somigliate' commentò, a bassa voce.
Barnes, l'anima in tempesta, annuì, senza riuscire a trattenersi 'Sei incantevole ed il vestito ti rappresenta, è perfetto...tu sei perfetta, non mi stancherò mai di ripetertelo!'.
Sara sospirò, intanto che erano arrivati davanti al cameriere...detestava quell'aggettivo!
James ordinò due bicchieri di succo di frutta, per loro. 'Come vanno le cose senza Einstein?' era una domanda sciocca ma da qualche parte doveva cominciare...provò.
'Mi sento perduta senza di lui...' commentò, tristemente.
'Io sono perduto senza di te' gli era uscito di bocca 'oh...scusa, Sara, non avrei dovuto dirtelo...' si rammaricò, una mano a coprire gli occhi.
Lei ne fu colpita. L'aveva pensato, in ogni secondo in cui erano stati separati, ricordando i momenti che avevano vissuto da quando si erano conosciuti e tentando di trovare un senso agli accadimenti che li avevano travolti, forse una soluzione per venir fuori dalle proprie profonde insicurezze, per riuscire a riallacciare l'unico rapporto che nella sua testa avesse un senso, l'unica emozione, l'unico battito provato nei tre anni di purgatorio che si portava sulle spalle.
Quando l'aveva incrociato, al New Avengers Facility, in mezzo agli altri, non era stata in grado di esprimere ciò che sentiva e, come spesso le accadeva, si era comportata nel modo opposto.
Ora che lo vedeva di fronte a sé, con il cuore in mano, col pensiero sincero che non aveva trattenuto, si sentì contorcere nelle viscere...la solita paura, che l'aveva allontanata dal mondo intero ed anche da lui, la travolse. Strinse il pugno, innervosita, per ritrovare un autocontrollo che la stava abbandonando.
Poggiò il bicchiere su un tavolino limitrofo e fece un paio di passi, ponendo entrambe le mani sul suo petto, ed alzando lo sguardo, gli smeraldi verdi fissi sul suo viso 'James, se avrai la pazienza di ascoltarmi, ti racconterò ciò che di me ancora non sai... mi sei mancato così tanto'.
Barnes, grato al destino dell'ennesima seconda possibilità, abbozzò un sorriso, e le diede un buffetto sul mento, percorrendo il contorno delle sue labbra con il pollice metallico, in maniera molto più sensuale e tenera della famosa notte di sesso 'Sara, staccarmi da te è stato come morire di nuovo'. Sincero, abbassò il viso per unire la bocca alla sua...non fece in tempo...un rumore di vetri infranti risuonò nelle orecchie di entrambi e di tutti i presenti.
Con la coda dell'occhio, videro delle figure, vestite in tute militari completamente nere, in assetto da combattimento, penetrare nella sala, attraverso le finestre. Un attentato terroristico in piena regola e ben organizzato, certamente per sottrarre il cubo cosmico.
Addestrati com'erano, subito si schierarono schiena a schiena, per affrontarli, intanto che quelli prendevano di mira sia gli agenti di sicurezza sia gli studenti, per arrivare al Tesseract.
Bruce, alzatosi dal tavolo, temendo per la vita dei giovani allievi, gridò ad alta voce 'Facciamo uscire i civili'.
Steve, concorde col dottore, iniziò a indirizzare la massa degli ospiti, terrorizzati, verso le porte, cercando di gestirla con ordine, per evitare che rimanessero feriti o schiacciati nella calca, facendosi dare manforte dalle guardie che proteggevano il cubo, che aveva comandato per quella mansione, vista la presenza del loro gruppo che si sarebbe occupato di proteggerlo.
'Tu a destra, io a sinistra' Buck ordinò alla Spencer, davanti alla bacheca che conteneva il Tesseract, con il nemico che gli andava incontro; erano perfettamente in grado di cavarsela, il potenziamento sarebbe stato sufficiente per opporsi. Non avevano bisogno di armi o scudi, erano loro stessi le armi, e in quella specifica circostanza rappresentava una fortuna.
Cominciando ad affrontare gli avversari che gli si paravano di fronte, cercarono di capire come fossero distribuiti i colleghi.
Tony aveva richiamato i componenti di Iron Man, non appena viste le brutte, e indossatili sopra lo smoking, gli dava manforte dall'alto.
Natasha era saltata con Barton sopra il bancone del bar degli abbeveraggi, finendoci dietro, per proteggersi dal primo attacco che li aveva colti di sorpresa, ma era uscita, immediatamente, impugnando due pistole, di certo agganciate alle calze autoreggenti che portava.
Clint, ugualmente, sparava con precisione, recuperate le sue armi dal portafondina da spalla, coperto dalla giacca elegante.
A sala sgombra, in pochi istanti, erano stati testimoni dell'incredibile trasformazione di Banner nel mostro verde represso in sé; non era un bello spettacolo e non lo sarebbe mai stato, ma era utile per la loro causa, almeno quello!
All'ennesimo scontro che la vedeva vittoriosa, ed incredibilmente sincrona ed affiatata con a James contro i malviventi, Sara notò il gesto di un uomo alto, distaccato dalla compagine nemica. Le parve un ordine impartito da un superiore e dedusse fosse il capo del gruppo che tentavano di contrastare.
Probabilmente perché non riuscivano a opporsi agli Avengers con armi più semplici e con la forza fisica, passarono all'artiglieria pesante. Vide uno degli avversari più vicini lanciare un oggetto di forma ellittica nella loro direzione, che cadde fra i piedi di Bucky, aprendosi a metà.
Dal meccanismo di sgancio, lampeggiante di rosso, intuì si trattasse di un ordigno e che stesse per esplodere. Il tempo per spostarsi non gli sarebbe stato sufficiente...pensò solo ad agire, scattando verso di lui e spingendolo, sul petto, con i palmi aperti, utilizzando tutta la forza che aveva, che non era poca. Erano gli stessi palmi con cui, prima, lo carezzava, romantica...fu il suo sciocco e tenero pensiero...
Barnes, gli occhi atterriti sulla bomba, percepì un urto sul torace e fu sbalzato a diversi metri di distanza.
La ragazza non fece in tempo ad allontanarsi...un'esplosione di grossa portata riempì l'aria di fumi e detriti, unitamente alle sue urla ed a un grido disumano, bestiale...di Hulk, che corse verso il punto della deflagrazione.
Alzatasi la nuvola nera verso il soffitto, a terra era rimasta Sara, in preda ad un dolore pazzesco, fra i propri pezzi metallici insanguinati, carne e tendini artificiali e bulloni...dalle ginocchia in giù Sara Spencer non esisteva più.
'Copriamoli' Stark si era battuto come un leone, terminando i pochi avversari rimasti.
James, finito sul pavimento, si rialzò e, fatti pochi passi, si bloccò alla vista della creatura meravigliosa che aveva riempito i suoi sogni...sotto il vestito bruciato e strappato, sbucavano due moncherini metallici da cui si intravedevano circuiti sofisticati...gli sovvenne alla mente l'immagine di Einstein fra le ruote dell'auto, dopo l'incidente...cane bionico...proprietaria bionica!
Sconvolto, si avvicinò, la raggiunse e le strinse la mano; ancora si muoveva ed era viva, con gli occhi pieni di lacrime e vergogna, fissi su di lui 'Non guardarmi, James...non volevo che lo scoprissi così, che sono un mostro...perdonami se non te l'ho detto prima, non ho avuto il coraggio' bisbigliò, straziata dalla sofferenza delle ferite e dell'essere osservata nella sua vera natura.
'Sara... non lo sei affatto, in caso contrario lo sarei pure io e tu sei stata l'unica che mi abbia fatto sentire normale' ebbe difficoltà a terminare, per gli strepiti e i movimenti di Hulk, che non riusciva a placarsi.
Tony accorse accanto alla Spencer, esaminandola, dal punto di vista scientifico 'E' un danno molto esteso, dobbiamo sbrigarci...' si voltò verso Bruce, preoccupato 'torna in te, socio'.
Steve, Clint e Natasha erano sopraggiunti e Barton si era inginocchiato, carezzandole la fronte della donna, premuroso.
Rogers sollecitò la Romanoff 'Vedova, tocca a te...Banner è l'unico che può aiutarla, e tu l'unica che canta ninnenanne! Veloce!'.
La russa, pallida, scrutò Hulk, dall'alto del tavolo ove era salita immediatamente, alla luce dell'intelligente sollecito del Capitano...mai aveva visto il suo ex fidanzato in quello stato 'Ehi, bel fusto!' si abbassò sulle gambe, nonostante i tacchi e la gonna attillata, per arrivare all'altezza giusta, corrispondente al suo viso e stese il braccio, mostrandogli la destra.
Bruce parve placarsi... toccò la mano minuscola della Romanoff, prima con il dorso della propria enorme, poi la voltò per sfiorarla con il palmo.
Nat, coi polpastrelli, carezzò il suo braccio, per lambirlo, languidamente, fino al polso, ritraendola, con un lieve increspare di labbra. Era andata a bersaglio, come avrebbe detto l'arciere!
Il mostro verde oscillò, davanti agli Avengers, spostandosi in un angolo. Cadde a terra, iniziando pian piano a tornare in sé, col corpo che riprendeva le fattezze umane, provato ed in preda ad un attacco di brividi, il poco dell'abito scuro rimastogli addosso a coprire i fianchi.
'Ti prego, Banner, vieni qui' Barnes lo scongiurò. Non sapeva che altro fare, si sentiva impaurito e inutile e si rivolse al collega, che, esausto, si mosse verso la ragazza, carponi, più in fretta che poté 'Sara, tesoro...'. Diamine, era dilaniata. Turbato dalla vastità del danno evidente, si era gelato e non aveva terminato la frase.
Tony lo riportò alla realtà, spronandolo 'Che vuoi fare?'.
'Cristo, non lo so...' se ne uscì, la testa bassa e vuota, iniziando a piangere. Non poteva ripararla, stavolta no...
'Bruce' la vocetta timida e quasi inudibile di lei riempì il silenzio dell'enorme salone 'non importa, non piangere...lasciami andare, Bruce, sono tanto stanca...ci hai provato a suo tempo...già da allora non meritavo di sopravvivere...'. Su una confessione che spaccava l'anima, perse conoscenza.
James sussultò 'Sara...perché?'.
'Nooooo, cosa dici? Sei diventata pazza? Non ti lascerò morire!' incazzato, il dottore riprese il controllo della propria mente 'Alla base, prima possibile. Barnes, sollevala delicatamente'. Dalla porta principale, vide atterrare un'eliambulanza e gliela indicò.
Rogers, giacché l'amico era di pietra, si offrì di prendere il suo posto 'Ci penso io, Buck' sentendo, immediatamente, un colpo fermo sulla spalla 'No, tocca a me...è ridotta così perché mi ha protetto...mi ha salvato la vita...'. La prese in braccio, più piano che poté, e la recò con sé fino al velivolo, i lunghi capelli che solleticavano la pelle, il volto e le braccia ricoperte di minuscole goccioline di sangue, pallida, gli spuntoni metallici in evidenza...ciò che era rimasto delle sue gambe.
La strinse come non aveva mai stretto nessuno in vita sua, con l'anima!
Un attimo dopo averla consegnata ai paramedici - che volarono via in direzione del New Avengers Facility, accompagnati da Banner - svuotato di qualsiasi energia e pensiero, si sentì chiamare a gran voce, da Barton, che gli frenò davanti col suo fuoristrada grigio 'Saliiiii!'.
Si accomodò, dietro, con Steve, davanti la Romanoff e il Falco, che iniziò una corsa disperata, gli occhi fissi sul puntino rosso e bianco che scompariva nel cielo.
Natasha scuoteva la testa 'Stavolta Bruce non potrà fare nulla, il metallo messo a disposizione da Tony è finito da un pezzo, è un disastro... se non sostituisce le parti lese, la Spencer morirà dissanguata!' fece presente.
Fu una sorta di intuizione; atterrito dalla paura di non rivedere più Sara, a Buck sovvenne che, in fondo, loro due avevano molto in comune. Forse per questo fin dall'inizio erano stati attratti a vicenda 'In Wakanda usano armature potenziate fatte di nano macchine in vibranio, inventate dalla sorella di T'Challa, Shuri. E' lei che ha progettato la mia protesi. Posso metterla in contatto con Banner...pensi sia d'aiuto, Vedova?'.
La russa si voltò verso il collega, come avesse visto volare un asino 'Proviamo, chiamala sollecitamente, io avverto i due fratelli scienziati del gruppo'.
James prese il cellulare dalla tasca, componendo il numero della donna che lo aveva curato a suo tempo, nel continente africano, compiendo un grande sforzo per tenere ferme le dita, preso da un tremito che non riusciva a placare e che nasceva dal profondo del suo cuore.
***
Chiusa la telefonata col Wakanda, il tragitto in auto si era svolto nel silenzio assoluto, tranne per gli sbuffi del Falco che, preoccupatissimo, imprecava contro chiunque lo ostacolasse nel percorso.
Tony, volato via come il vento, aveva predisposto il necessario per stabilizzare Sara; leggermente sollevato al pensiero dell'arrivo imminente di Shuri, fremeva per l'atterraggio dell'eliambulanza, per portare la Spencer in laboratorio insieme a Banner, che vide ancora fuori di sé.
'Non posso crederci, è un incubo ' la Romanoff quasi inveì, non appena giunsero pure loro; si era ritrovata, di nuovo, in attesa, suo malgrado, della sorte della ragazza che odiava.
'Sara è bionica, come Einstein...non è potenziata con sieri o simili, come mi ha fatto credere...' Bucky parve parlare a se stesso, a bassa voce.
'Credevo lo sapessi; scusa, non ci stavi insieme?' Clint si meravigliò.
'Era troppo presa da te per confessartelo...anche se, a rigor di logica, lavorando con noi, che conosciamo la sua storia, prima o poi l'avresti saputo' borbottò Vedova Nera.
'Avevo capito che custodisse un segreto, non di questa portata' gli occhi bassi, Barnes si ammutolì.
'Io ero presente, allora...tre anni fa nel cuore della notte, Bruce ricevette una telefonata dal Pronto Soccorso del Policlinico. Una giovane donna, che aveva il suo numero da contattare in caso di necessità, aveva avuto un grave incidente. Ci precipitammo, certi che fosse Sara, la sua allieva prediletta, a cui il mio fidanzato aveva persino regalato il beagle. Da tempo, aveva intuito che frequentasse persone non proprio a modo. Era una ragazza timida e bellissima, finita in un giro di pochi di buono, che si erano approfittati della sua innocenza'.
'Non stento a crederlo, è così ancora oggi, indifesa e fragile nonostante la sua forza fisica spaventosa' commentò Barnes.
'Quando arrivammo, avemmo la conferma che fosse lei; partecipato a un festino a base di alcool e droghe e chissà che altro, si era messa al volante. Aveva avuto un colpo di sonno e investito una donna incinta di otto mesi, che era morta sul colpo, insieme al bambino che portava in grembo'.
Steve fissava nel vuoto. Aveva sentito la storia decine di volte e non se ne dava pace. Per di più, Bucky era atterrito.
'A causa dell'urto, non è riuscita a controllare il veicolo ed è finita sull'altra carreggiata dove sopraggiungeva un camion, che l'ha presa in pieno. Nello scontro terribile perse entrambe le braccia e le gambe all'altezza del bacino, tranciate di netto. Era rimasto solo il tronco'.
'Cristo, Nat...così no' si lamentò Clint. Non era di primo pelo, ma la sua amica era stata parecchio cruda.
'Meglio sappia la verità...i medici l'avevano data per spacciata, Bruce scelse per lei e tentò l'impossibile. La operò con Tony, sulla base dei suoi progetti di cibernetica. Ricostruì Sara...non fu un solo intervento ma il primo di una serie, dolorosi e con molti effetti collaterali. Sara Spencer è il primo essere umano bionico...braccia cibernetiche e purtroppo cibernetica anche dalla vita in giù. Provarono a conservare gli organi riproduttivi ma era massacrata. Niente utero e ovaie né ciclo né ormoni: la Spencer ripete di sé che è meno che una donna a metà...' lì la Romanoff ebbe un tremito nella voce, era la parte del racconto che la dilaniava: lei, in giovane età, era stata sterilizzata dai servizi segreti russi e conosceva quella sensazione di essere...imperfetta.
'L'intervento è riuscito, Sara è comunque splendida...' James era interdetto.
In quel momento, Banner e Stark uscirono dalla sala medica.
'Come sta?' chiese il Capitano, agitatissimo.
'Teniamo sotto controllo l'emorragia...non bene...' Tony si unì alla discussione, segnalando l'imminente arrivo di un velivolo 'Dal radar e dal piano di volo, l'amica wakandiana sta per atterrare'.
Bruce, ascoltato il commento di Buck, gli spiegò 'Dal punto di vista scientifico, l'operazione fu un successo ma, per un essere umano, accettare di essere modificato al punto in cui lo è stata Sara è molto complesso. Psicologicamente, si respinge ciò che di sé sente estraneo. Soffre di una forma grave di dismorfofobia. Si guarda allo specchio e si vede bruttissima, insicura. Si è chiusa in se stessa...beh, almeno fin quando sei comparso tu...' gli fece una battutina 'e la cosa più grave è il senso di colpa che si porta dentro, per aver ucciso la passante incinta che si è, sfortunatamente, trovata sulla sua strada.'.
'Tu ne sai qualcosa, no, di senso di colpa?!' Vedova Nera lo aggredì.
'Natasha, per favore...sei monotona...sì, sono il re del senso di colpa! Primo, perché sapevo che Sara frequentasse cattive compagnie, visto che si era confidata con me per un consiglio, e avrei potuto fare qualcosa molto tempo prima dell'incidente. E secondo, perché ho deciso al suo posto. Le ho ridato la vita ma gliela ho pure tolta, vista la patologia da cui è stata colpita' sospirò 'e la sua immensa solitudine...i suoi genitori, i suoi amici e persino quell'idiota del suo ragazzo, venuti a conoscenza degli impianti metallici, non hanno voluto più saperne. Per Sara, oltre all'inserimento nel nostro gruppo di lavoro, che le ho imposto, c'è stato solo Einstein...e io e Nat...non ti ringrazierò mai abbastanza, per esserle stata vicina, per averle permesso di vivere a casa nostra' fissò, grato, con gli occhi lucidi di commozione, l'ex fidanzata...i primi mesi, dopo le dimissioni, la Spencer aveva abitato con Banner e Romanoff.
Vedova Nera minimizzò, con un gesto della mano, in difficoltà. Non era da Bruce una simile confessione e in pubblico. L'apprezzò, nonostante il punto di stallo della loro relazione.
Mai come Barnes, che, finalmente, era riuscito a ricomporre i pezzi del puzzle mentale della Spencer 'Perché non me lo ha rivelato? L'avrei compresa più di tutti, con l'appendice metallica che mi porto appresso!'.
'Tu hai un unico pezzo e puoi toglierlo, Sara è piena di circuiti e vorrebbe strapparseli di dosso. L'hai mai vista utilizzare la forza immensa che possiede, se non in palestra o al lavoro? Nasconde ciò che è perfino a se stessa ...al di là di quanto ti ho raccontato, non ci vuole uno scienziato per comprendere il suo comportamento verso di te. Bucky, è molto più semplice di quanto credi...quando ti innamori di qualcuno, desideri che quel qualcuno ti veda...bellissimo...' il dottore chiarì l'ovvietà.
Dei motivi per i quali lo respingeva fisicamente, dei comportamenti incoerenti, della luce spenta. Gli sovvenne il commento davanti alla foto, scattata al parco, che lui usava come screensaver del cellulare. Si sentì un verme, per il modo rude in cui l'aveva presa a letto, quasi cattivo a fronte di ciò che sentiva. Era stata una reazione connessa all'orgoglio maschile, alla rabbia pazzesca del presunto disprezzo per la sua menomazione.
In fondo, Sara era stata dolcissima, tranne per la stranezza del problema del contatto fisico. Se l'avesse aspettata, se fosse stato più paziente anziché far prevalere il lato istintivo...era inutile perdere tempo in elucubrazioni folli sul passato, forse non era troppo tardi per rimediare, se fosse sopravvissuta, si disse, distinguendo la sagoma di Shuri scendere dal suo aereo e muoversi veloce verso di lui.
'Lupo Bianco...ci vediamo prima del previsto...' la ragazza, di colore, lunghi capelli raccolti in una miriade di treccine, lo abbracciò affettuosa 'bel vestito' rise, fissando lo smoking stropicciato dal combattimento, molto diverso dall'abbigliamento vivace ed informale che Barnes indossava nella sua casetta del continente africano.
Strinse la mano a Steve, che conosceva, alla luce dell'amicizia con suo fratello, e si presentò agli altri quattro.
Rivolgendosi a Banner, subito lo esortò 'Voglio capire le condizioni della paziente'.
'Seguimi' Bruce la introdusse nella sala annessa al laboratorio, tenendo aperta la porta, con uno sguardo ai colleghi, James in testa 'Non è un bello spettacolo, comunque è sedata...' era un invito, casomai se la fossero sentita di vederla.
Bucky si precipitò, entrando prima degli altri.
La Spencer, coperta da un telo sterile bianco dal seno alla parte alta delle cosce, era stata medicata nel punto in cui le gambe erano esplose. I moncherini erano avvolti in garze diventate rosso sangue. Attaccata a mille macchinari, sembrava dormire un sonno di morte.
'Sara...' James si avvicinò, per carezzarle il viso, gli occhi pieni di lei.
'Adesso è chiaro, Sergente Barnes, il perché della tua premura...' Shuri fece una smorfietta. L'amica di Buck era la donna più bella che avesse mai visto e non era un'amica per lui, era ben altro.
Il grattare di unghie sulla porta li distrasse 'Einstein' James girò la maniglia ed il beagle, liberatosi dalla camera limitrofa, in cui stava finendo la convalescenza, scattò verso il letto e, con un balzo, si accoccolò sul petto della sua proprietaria, con un guaito inconsulto.
'Non è molto igienico stia qui' Tony commentò, senza farlo scendere.
'Rimarrà per poco...ho portato con me l'occorrente per l'intervento. Sono nano macchine che si autorigenerano, composte di una lega metallica in vibranio, un mio ultimo studio. La versione migliorata della tua protesi, Sergente, ma nel caso di Sara con la struttura esterna di carne artificiale. Lei è più carina di te e lo rimarrà. Avrete anche questo in comune, il vibranio!' si rivolse a Barnes, voltandosi poi verso Stark e Banner 'non ho mai riparato lesioni così nette, ma esiste una prima volta per ogni cosa. In volo ho esaminato i file che mi ha mandato Tony. A suo tempo, avete fatto un buon lavoro, tentiamo! Preparatela per l'operazione...serviranno molte ore...'.
'Einstein...su, andiamo' Bruce, senza successo, provò a spostare il cagnolino che, tuttavia, rimase immobile. Il dottore sbuffò.
Bucky fece un fischio e guardò il beagle, rivolgendoglisi, molto seriamente, come fosse una persona 'La mia amica opererà Sara. Io e te dobbiamo aspettare fuori, ci faremo compagnia'.
In men che non si dica, Einstein lo raggiunse e gli camminò di fianco, fino ad accomodarsi sulle sue ginocchia, in sala d'attesa.
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