Sono passati quasi 17 anni dal primo incontro tra Lucas e quella piccola bambina dalla pelle color latte e dagli occhi verde speranza.
Ed è proprio Hope il nome che Lucas ha deciso di darle.
Quella mattina del 1998, l'uomo prese una decisione coraggiosa quanto buona, quella  di chiedere l'adozione.
Non riusciva a lasciarla andare, a pensare a quante famiglie avrebbe  dovuto incontrare e quanto destabilizzante potesse essere per lei cambiare casa, o quanto difficile sarebbe stato  trovare brave persone pronte ad accoglierla.
E poi aveva trovato una ragione per tornare a vivere, uno scopo nella vita: crescere Hope e renderla felice.
Un sogno che pensava avrebbe realizzato con la sua dolce metà, ma la vita si sa, riserva sorprese amare.
Così quella bambina ormai è una ragazza matura e grata per avere un padre meraviglioso, pronto a supportarla in ogni sua decisione.
Lucas l'ha accudita con molta premura, cercando di non farle mancare nulla e ricordandole sempre che qualora lei volesse aiuto nella ricerca dei suoi genitori biologici, lui non si sarebbe tirato indietro.
Ma Hope è decisa a non volerli incontrare, li disprezza dal profondo della sua anima.
Da piccola ha sofferto molto.
A scuola veniva bullizzata perchè adottata e senza una mamma.
C'era un bambino in particolare, James, biondo dagli occhi azzurri, la prima cotta di molte, ma non di Hope.
Lei non si faceva abbindolare dai tratti delicati del suo viso, e di certo non era indifferente alle occhiatacce che James le lanciava non appena le passava di fianco.
Probabilmente non si tolleravano a vicenda.
Hope odiava il soprannome che James le aveva attribuito, lentiggini, e non dimenticherà il sorrisino che appariva sul suo volto quando lo pronunciava.
Un ghigno malefico e insopportabile.
Per fortuna si sono persi di vista, così come con la maggior parte dei suoi compagni di scuola.
Eppure tra quei banchi ha incontrato Mia, che le sta affianco da 10 anni.
Una ragazza dolce dai capelli biondi e gli occhi castani, per Hope, un'amica sincera.
Il loro primo incontro fu all'interno dello sgabuzzino della scuola.
Hope stava piangendo, e Mia, all'epoca piccola ma perspicace, attirata dai singhiozzi flebili  che si sentivano dall'altro lato della porta, la aprì senza pensarci due volte.
Il suo sguardò incontrò per un attimo quello di Hope che dalla vergogna, portò velocemente le sue mani in volto, cercando di nascondersi.
Mia si avvicinò e la abbracciò.
Hope rimase paralizzata, nessuno, eccetto Lucas, le aveva mai dimostrato affetto.
Mia tirò fuori dallo zaino un brownie, lo divise a metà e le disse di mangiarlo così le sarebbe ritornato il sorriso in viso.
In effetti gli occhi di Hope si illuminarono e comparve un accenno di curva all'insù  sulle sue labbra.
Le due condivisero quel dolce insieme e uscirono mano nella mano, senza più separarsi.

Oggi entrambe sono pronte per un nuovo capitolo dalla loro vita: la Clarton School.
Un college distante 5 ore da casa, ma il meglio per il loro futuro.
Hope studierà Lettere mentre Mia seguirà la sua passione per la matematica.

*punto di vista di Hope*
"Sono davvero emozionata, non riesco a credere che tra poche ore partiremo per studiare al college dei nostri sogni"
Ascolto le parole di Mia, mentre sistemo la valigia aggiungendo le ultime cose.
È incredibile quanto il tempo sia passato velocemente.
Sono agitata ma ho atteso questo momento da tempo e non vedo l'ora di poter studiare alla Clarton.
"Ragazze  muovetevi o arriverete tardi per la cerimonia di benvenuto, la strada è lunga e spero di non trovare traffico"
Do una rapida occhiata alla sveglia sul mio comodino, sono appena le 06:30.
Rispondo a mio padre di non preoccuparsi e che  siamo in perfetto orario visto che la cerimonia inizierà alle 14.
Io e Mia scendiamo al piano di sotto, beviamo una tazza di cioccolata calda e ci mettiamo in macchina.
Mio padre è già pronto a partire, io e Mia siamo sedute entrambe dietro, tra una canzone e una chiacchiera passano tre ore e decidiamo di fare una sosta.
Mi metto in fila alla casa per ordinare due  cappuccini e due cornetti mentre la mia amica è in bagno.
All'improvviso qualcuno mi spinge e prende il posto davanti al mio.
"Che maleducato" penso, ma rimango in silenzio e lascio correre, non ho voglia di rovinarmi la giornata litigando con uno stupido.
Da dietro sembra anche carino, " proprio il tipo di Mia" mi dico sogghignando.
I suoi ex sono tutti così, belli ma sgarbati.
Arriva il mio turno, prendo tutto d'asporto e raggiungo gli altri in macchina.
Appena mio padre mette in moto il veicolo, un'altra auto ci taglia la strada per immettersi in corsia prima di noi.
Stavolta sono seduta davanti e riesco a intravedere dal finestrino la stessa chioma bionda che mi ha sorpassato in fila.
Sono sicura che in quell'auto c'è lo stesso ragazzo di prima.
Per fortuna mio padre frena in tempo.
Le altre due ore di viaggio trascorrono velocemente.
Man mano che ci avviciniamo al college, noto sempre più dettagli.
Il viale è ricco di alberi e cespugli di rose.
I ragazzi più grandi indossano le loro divise blu e sono già pronti ad accogliere noi matricole.
"Eccoci qua ragazze, ora sì che posso mettermi a piangere" dice mio padre fermando l'auto.
Ci aiuta a prendere i bagagli e dopo un lungo abbraccio ci salutiamo con la promessa di chiamarci ogni giorno...