Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 8 - Fa male, non è vero?

Un rumore di porta che sbatté, mi fece risvegliare di soprassalto. Subito mi guardai intorno alla ricerca di mio fratello che, per fortuna, stava ancora rannicchiato privo di sensi in un angolo. Sospirai, non potevo credere che per colpa sua fossi ancora una volta finita in mezzo ai suoi disastri.

Provai a dimenarmi contro il palo, senza fortuna. Ero legata stretta e le corde mi bruciavano i polsi a ogni movimento, provocandomi un dolore indicibile. Riprovai, altre decine di volte, sentendo un odore di pelle che bruciava ogni volta più intenso, provocandomi una forte nausea e conati.

All'improvviso udii un rumore di passi cadenzati che si facevano sempre più vicini. Se avessi dovuto descrivere la parola panico, avrei sicuramente fatto riferimento a questo episodio: il mio cuore aveva preso a battere all'impazzata, tanto che lo percepivo esplodermi fuori dal petto, il sudore cominciò a imperlarmi ogni centimetro di pelle; sentivo piccole gocce scivolarmi sulla schiena, sulle tempie e sul collo, provocandomi spiacevoli brividi. Avevo lo stomaco sottosopra, avrei voluto solo svenire.

Pochi attimi dopo, una figura imponente con un cappuccio ben calcato in testa che le nascondeva il viso, si palesò nella stanza. Andò poi vicino al camino per raccogliere un ferro che fece arroventare sul fuoco fino a che non divenne di un rosso acceso. Deglutii rumorosamente, terrorizzata mentre lacrime calde scendevano sul mio volto pieno di lividi e graffi.

"Cosa ci faccio qui?" Le parole mi morirono in gola mentre lo vedevo che si avvicinava.

"Tu sei qui per aiutarmi." Arrivò ad un passo da me, eppure non riuscii a scorgerne il volto, forse a causa della fioca luce che pervadeva la stanza spoglia.  Allungò poi una mano intorno al mio collo.

Mi dimenai più che potei, sforzandomi ad essere più rumorosa possibile, sbattendo contro ogni superficie.

"Non servirà. Risparmia la tua voce e le energie per quando ne avrai realmente bisogno. A quel punto sì, che dovrai urlare."

Sarebbero arrivati, mi avrebbero salvata. Lui, mi avrebbe trovata.

***

"Fa male, non è vero?"

Era da ore che mi infilzava, tagliava e bruciava in attesa di ottenere dio solo sapeva cosa.
Mi lanciò una lunga occhiata, dopo di che si voltò per tornare ad affilare il suo coltello.

Dall'altra parte della stanza, Calum era per fortuna ancora svenuto; nonostante le mie urla e suppliche, lui continuava a rimanere privo di sensi. Solo a quel punto, mi venne il tremendo sospetto che non fosse ancora vivo; annusai l'aria e mi concentrai sul suo battito cardiaco.

Silenzio.

Dopo pochi attimi però, un piccolo e leggero tonfo ruppe quell'aria tesa e mi fece tornare a respirare. C'era ancora speranza.

"Vedi, io non voglio farti del male, non troppo almeno" cominciò il mio rapitore. Ormai il suo odore era ben impresso nella mia mente, così come la sua voce. In tal modo, se fossi sopravvissuta, lo avrei cercato e ucciso nel peggior modo possibile. "Però tu ci servi, sei un'ottima esca. I tuoi genitori arriveranno presto a prenderti e a darci ciò che cerchiamo." Una risatina roca gli sgorgò dalla gola, aumentando la mia nausea. Non avevo idea di cosa avesse in serbo per me.

"E cosa vorreste, per l'esattezza?" Siccome non potevo far nulla se non essere passiva, provai a cavagli informazioni utili. Tutto il mio dolore sarebbe pur dovuto servire a qualcosa.

"Un'informazione molto preziosa, su di te e la tua famiglia. Quella cosa che vi rende tanto speciali e potenti." Tornò verso di me, piegandosi sulle ginocchia e appoggiando la punta di ferro sulla mia guancia, facendola scorrere fino alla giugulare. "Anche se, a vederti adesso, credo tu non la possegga. Sembri un cucciolo spaurito." Spinse leggermente, affondando per l'ennesima volta nella mia pelle. Ero vicina alla fine.

Urlai a pieni polmoni, sfogando tutta la frustrazione e il dolore che provavo, plasmandoli in forza come mi aveva insegnato Jackson. Il gemito divenne un ululato, che risuonò per tutto l'abitacolo e che fece indietreggiare l'uomo. Non seppi come, ma mi ero liberata ed ero davvero arrabbiata.

L'incappucciato si era addossato al muro, tremante e in silenzio. Non gli avrei dato la soddisfazione di porre fine alla sua vita in quel momento, sarebbe stato troppo facile; fargli prendere un bello spavento però, era nei miei piani.
Feci per andargli incontro quando scansai all'ultimo e raccolsi con delicatezza Calum dal pavimento spoglio e gelido. Con la coda dell'occhio notai che sobbalzò e si accasciò a terra; fui io a sogghignare questa volta.

Non sapevo quante persone c'erano in quel luogo e neppure dove fossimo, perciò con cautela, uscii da lì e salii una rampa buia di scale.

Ti porterò in salvo, resisti fratellone.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro