#19 Le indecisioni del cuore.
-Saresti così cortese da spiegarci il problema Albus?- lo riprende Rose sedendosi pesantemente sulla sedia vicino a me. La situazione è critica. Io sembro una specie di cadavere afflosciato contro il banco senza più la forza nemmeno di voler capire qual è l'ennesimo problema che si sta per affacciare sulla mia situazione già abbastanza critica. Rose al mio fianco è un cumulo di stanchezza e rabbia repressa, con le narici che fremono e i pugni contratti manda sguardi omicidi a Dominique e a breve sono certo che le salterà alla gola come un rottweiler incazzato. La stessa Dominique contraccambia con tanto di smorfie che certamente non stimolano la pace e solo ora noto le profonde occhiaie che le contornano gli occhi. Albus torreggia in piedi su di noi, ma il viso è una maschera di pura preoccupazione.
-So chi è la spia che Astoria usa all'interno del castello- comincia concitato e io mi raddrizzo in uno scatto di energia improvviso.
-Tu che ne sai di questa storia?!- chiedo esterrefatto, perché sono certo di non avergli raccontato proprio nulla.
-So più di quanto pensi- mi riprende e riconosco di certo la nota risentita che aleggia nelle sue parole. Sto per rispondergli a tono quando una voce femminile ci interrompe.
-Sono stata io a raccontarglielo- interviene Rose con il mento alzato. Mi sta sfidando a contraddirla, a dire una sola parola contro di lei.
-Perché?- chiedo quasi ferito. Non volevo che nessuno lo sapesse perché era un problema mio. Era con la mia mente che giocava Astoria, con la mia fragilità, era solo me che prendeva di mira; ma ora... ora avrebbe potuto attaccare loro. Avevo già messo la mia famiglia in pericolo, non potevo sopportare di trascinare Albus in tutto questo nonostante fossi arrabbiato con lui.
-Non c'è tempo per questa discussione- ci riprende lui con forza e non riesce a stare fermo. Le dita ricorrono ripetutamente al ponte del naso come se stesse cercando di fermare un mal di testa impetuoso o i suoi stessi pensieri -Leggete questo- dice gettando sul banco di fronte a noi un pezzo di carta che riconosco come il giornale scolastico che Rose aveva gettato a terra sprezzante in sala grande.
Dominique arriccia il naso e Rose sbuffa, ma io prendo il pezzo di carta fra le mani e inizio a leggere.
"CHI NON MUORE SI RIVEDE.
So che mi stavate aspettando con trepidazione e infatti sono tornata per darvi una favolosa notizia che purtroppo non renderà felici tutti qui ad Hogwarts.
Ebbene sembrerebbe proprio che il nostro principe di serpeverde sia tornato fra noi e con lui la sua sorella non sorella Rose. Vi starete chiedendo che fine avevano fatto i non fratelli più chiaccherati della scuola, la risposta è semplice. Sembrerebbe che il giovane Malfoy abbia avuto qualche piccolo problema e che sia stato costretto ad un rientro piuttosto brusco nella sua casa natia. La sua madre naturale è tornata a reclamarlo e non è molto contenta di come i genitori dei nostri fratellastri abbiano gestito le cose fino ad ora.
Scorpius non deve aver avuto un incontro piacevole con Astoria Greengrass (sua madre naturale) visto la precipitosa fuga al Malfoy Manor con una spalla spaccata. Noi tutti siamo stati molto in pensiero per te caro principino e speravamo in un tuo ritorno, ma niente ci aveva preparati a questo. Parrebbe infatti che i nostri due fratellastri abbiano finalmente trovato un'intesa (Vedi foto in basso). Di certo la carezza che Rose dà a Scorpius è tutt'altro che amichevole, così come i pochi centimetri che separano i volti dei due.
Si vede nelle difficoltà il valore della famiglia giusto?. Quella dei Weasley-Malfoy prende questa morale molto sul serio.
Sorge spontanea una domanda, Dominique e Lorcan che cosa ne pensano di questa novità?.
Di certo essendo la notizia così fresca non hanno ancora avuto modo di rifletterci, ma state certi che io sarò la prima a farvi sapere quali saranno le loro reazioni.
In attesa di un nuovo articolo vi saluto dando di nuovo il benvenuto ai nostri neofidanzatini Rose e Scorpius Malfoy che di certo hanno bruciato le tappe già da un po'.
Vi aggiornerò il prima possibile con i nuovi sviluppi.
Baci,
Atena."
-Ma chi diavolo è questa Atena?- sbotto una volta finito di leggere l'articolo. Sono furioso e credo che potrei radere al suolo l'intera Hogwarts. Dominique mi lancia uno sguardo sconsolato, mentre Rose ringhia alle mie spalle. Ora capisco la sua rabbia in sala grande. Questa Atena non solo ha insinuato e divulgato sviluppi della mia storia con Rose che ancora nessuno sapeva, ma ha anche spiattellato a tutto lo studentato l'esistenza di Astoria e di alcune sottigliezze molto personali che solo io potevo sapere. Io e... e la complice di mia madre ovviamente.
-Evidentemente qualcuno di estremamente vicino a voi e Astoria. Qualcuno che può seguirvi senza farsi notare all'interno del castello- e qui Albus indica la foto mia e di Rose scattata all'ingresso della scuola. Era successo solo quattro ore prima. Nessuno doveva sapere del nostro rientro. Come poteva qualcuno essere appostato solo per fotografarci?. -E che ha contatti abbastanza intimi con Astoria per sapere particolari che nessuno può conoscere- concluse lui con tono grave.
Mi gira la testa e ho un disperato bisogno di sedermi. Questa storia non fa che peggiorare di minuto in minuto.
-L'unica persona che ha avuto a che fare con Astoria e di cui siamo a conoscenza è Dominique- esordisce Rose con voce grave. Sua cugina si raddrizza di colpo e la fulmina con uno sguardo assassino.
-Non sono io la colpevole- alza la voce adirata per poi guardarmi dritto negli occhi -Non ricordo nulla di quella notte ma una cosa la so. Sento questo costante senso di pericolo, come se stesse per succedere qualcosa di terribile- respira affannosamente poi accenna un passo verso di me -Scorpius ho come la sensazione che Astoria voglia attaccare Hogwarts per venirti a prendere-.
Rabbrividisco alle sue parole, ero quasi certo di questa eventualità, ma un'altra cosa era sentirselo confermare. Chiudo un attimo gli occhi e deglutisco a vuoto. Rivedo dietro le palpebre la vasca da bagno e l'acqua rossa sangue che mi ricopre le braccia. Riapro gli occhi di scatto con il cuore che batte a mille.
-Scorpie- mi richiama Rose posando una mano sulla mia. intreccia le sue dita con le mie e mi sento pervadere da un senso di pace capace di farmi calmare un poco. Sono così sorpreso che fatico a mettere in ordine due pensieri di fila. Il fatto è che non è solo una metafora, sento veramente un calore calmare i miei nervi tesi, come se Rose mi stesse passando parte della sua tranquillità. La guardo un attimo e so che se n'è accorta.
-Quello che Dominique sta dicendo è vero- cattura la nostra attenzione Albus.
-Non sono più sotto la maledizione imperio- afferma lei. I capelli biondi le oscillano sulle spalle e morde le labbra in un gesto nervoso.
Rose si acciglia alzandosi e accennando un passo avanti. Per un secondo penso che voglia avventarsi su Dominique e ucciderla; invece si ferma un secondo prima di parlare -Non sei più sotto la maledizione imperio, ma devi aver sentito qualcosa nell'intermezzo in cui l'incantesimo stava per finire. La patina dell'incoscienza diventa più fine in quel caso e quella sensazione ti deve essere rimasta addosso-.
-Okay. Beh, fantastico- esordisco lanciando le braccia al cielo -Abbiamo la quasi totale certezza che quella pazza di mia madre voglia fare irruzione dentro scuola per rapirmi. Ma non sappiamo quando né chi l'aiuta. A parte che questa pseudo spia si diverte a scrivere articoletti di giornale in cui ci sputtana alla grande- Sento la crisi di nervi riaffiorare all'orizzonte come una tremenda realtà. Mi passo le mani nel ciuffo già disordinato dei miei capelli e prendo un enorme respiro che rilascio in uno sbuffo esausto. Sono così stanco di tutta questa storia che quasi vorrei uscire a consegnarmi ad Astoria per farla finita.
-In realtà- mi interrompe Albus -Sappiamo chi è la spia-.
La frase fa piombare la stanza nel silenzio più assoluto. La tensione scorre tra di noi come corrente elettrica mentre io, Rose e Dominique fissiamo Albus in un silenzio sbigottito.
-Cosa intendi?- chiede Dominique dando voce al pensiero generale.
-Ricordi quando ho chiesto alla McGranitt di cambiare stanza?- chiede lui guardandomi fisso. Annuisco -Certo che ricordo- rispondo senza riuscire a nascondere il risentimento che trasuda da ogni mia parola.
Albus ha almeno la decenza di arrossire -Non lo avrei mai fatto se non avessi avuto delle buone ragioni- riprende con forza. Gli occhi verdi fissi nei miei.
-Che vuoi dire Al? Spiegati- lo riprende Rose spazientita. Albus le scocca un'occhiata in tralice prima di riprendere.
-L'ultima cosa che volevo era abbandonarti Scorpius. Devi credermi- cominciò lui mettendosi di fronte a me. Non so cosa dire, perciò mi limito a tacere e lasciarlo parlare con lo stomaco sottosopra -Ma dopo l'episodio del bagno avevo capito che c'era qualcosa che non andava e che non era semplicemente del nervosismo di passaggio. Anche se tu non volevi parlarmene avevo intuito che dietro al tuo strano comportamento c'era dell'altro- prende un respiro profondo come se gli costasse uno sforzo enorme raccontare quella parte di storia -Così ho iniziato a distanziarti e a studiare il contorno. Ho notato come il tuo aspetto stesse cambiando, come le occhiaie e il pallore e gli incubi si intensificassero, ma ho anche notato che molto spesso c'era qualcuno intorno a te e tante volte teneva lo sguardo fisso come se stesse facendo una qualche sorta di maledizione- Albus si torce un attimo le mani e io lo fisso senza quasi respirare, finalmente dopo mesi posso sapere cosa è successo, perché se n'è andato -Quando è successo l'episodio del bagno non l'avevo notata, ma dopo ripensandoci c'era una matricola che si aggirava lì nei dintorni e ancora ogni volta che uscivamo dalla stanza la vedevo accovacciata su un libro. Sembrava comportarsi in modo normale, ma quando ho iniziato a staccarmi da te ho iniziato anche a notare la coincidenza con il quale si trovava sempre nel posto giusto al momento giusto. Forse pensava di non doversi più preoccupare di me, soprattutto dopo che avevo chiesto alla McGranitt il cambio della stanza-.
-E chi sarebbe questa matricola?- chiede Rose impaziente -Chi è che ha questo interesse morboso per Scorpius?-.
-È una ragazza. Matricola di serpeverde e il suo nome è Antea. Sono certo che l'abbiate vista. Quando abbiamo discusso nella nostra sala comune lei c'era-.
Cerco di fare mente locale e mi sembra di ricordare una ragazzina minuta schiacciata su una delle poltrone con un enorme libro di incantesimi aperto che quasi le copriva tutto il viso. La ricordo appena eppure so che era presente.
-Ricordo. L'ho intravista spesso, sempre di sfuggita- rispondo cercando di mettere a tacere la voglia di urlare che non era una spiegazione sufficiente per il suo abbandono, che avevo bisogno di lui e lui non c'era stato, che mi sono spezzato e disintegrato di continuo e nessuno di loro era lì.
-Appunto- annuisce Albus con forza -Sempre di sfuggita, sempre poco definita. Talmente uguale a tutte le altre matricole che non ci faresti nemmeno caso se non te la ritrovassi davanti-.
-Antea- mormora Dominique pensierosa e dopo pochi secondi Rose scatta in piedi schiaffandosi una mano sulla fronte.
-Sono una stupida!- esclama afferrando il pezzo di giornale e alzandolo su di noi. Io la guardo confuso. La testa mi scoppia e sento un prepotente mal di testa che sta incombendo sulle mie povere tempie già provate. Sono stanco di tutto, stanco di Astoria, stanco di avere paura, stanco che le persone intorno a me se ne vadano via -È un anagramma!-.
-Atena... è Antea!- conclude Dominique per lei gli occhi sbarrati.
-Quindi è lei a scrivere quegli articoli ed è lei ad aiutare Astoria- riassumo con le tempie che iniziano a pulsare. Ci premo due dita sopra, ma il dolore non fa che peggiorare.
-Ed è lei che deve aver incantato Dominique permettendole così di aver ancora più controllo su di te e maggiore facilità per superare le tue barriere mentali. Si è servita di una persona di cui ti fidavi così da non trovare difese troppo forti d'abbattere- spiega Albus con urgenza, come se volesse farmi capire qualcosa che gli stava a cuore -Non ti avrei mai lasciato solo se fossi stato certo di poter risolvere questa situazione e non diventare un burattino nelle sue mani-.
-Quindi ora dovrei ringraziarti?!- è la rabbia a parlare per me, ma proprio non riesco a fermarla. Perché l'abbandono di Albus mi ha ferito più di quanto pensassi.
-No- risponde lui secco -No, perché so di averti ferito. So di aver preso una decisione drastica e che ti avrei fatto del male. Ma non avevo scelta e se vorrai punirmi per questo l'accetterò-.
Rimango in silenzio sbigottito, ma non lo mostro, me lo tengo per me perché non sono certo di riuscire a muovere nemmeno un muscolo in questo momento. Da un lato capisco, la parte razionale del mio cervello lo giustifica analizzando le cause che lo hanno portato a lasciarmi solo, ma la parte più imprevedibile, quella direttamente collegata al mio cuore; sta facendo fatica a trovare un motivo valido per perdonarlo.
Il silenzio nella stanza sembra protrarsi all'infinito, ma è proprio Rose ad interromperlo -Cosa facciamo adesso?- chiede rivolta a nessuno in particolare.
-Adesso ci riprendiamo la vita di Scorpius indietro- riprende Albus spostando l'attenzione su di lei, un'espressione riconoscente per il cambio di argomento gli appare sul viso, per poi sparire subito.
-È concesso sapere come?- chiede Dominique stizzita e io mi sento decisamente più propenso a quel tipo di stato d'animo.
-Certo- sogghigna Albus e in quel momento ha l'aria di un vero e subdolo serpeverde -Il piano è questo...- Comincia mentre noi ci avviciniamo per ascoltare.
Due ore, una lezione di pozioni e una di astronomia dopo ho la testa che mi scoppia e una voglia disarmante di dormire per tre giorni di fila. Peccato che non sia proprio possibile. Ho la spiacevole sensazione che questa notte non sarà affatto tranquilla. Sapere di essere costantemente osservato e spiato non mi rende tranquillo, anche se sto cercando di mantenermi più neutro possibile. Rose cammina al mio fianco. Si è categoricamente rifiutata di lasciarmi andare verso la sala comune da solo e l'unico motivo per cui non ha insistito per intrufolarsi nella casa serpeverde è stato che Albus l'aveva rassicurata che mi avrebbe tenuto d'occhio come ha fatto fino ad ora. La notizia che anche se mi aveva lasciato solo aveva comunque continuato a tenermi d'occhio di nascosto mi ha rincuorato almeno un poco. Forse, dopotutto non mi ha abbandonato. Più riflettevo sulle sue parole, più la mia rabbia iniziava a calare e a trasformarsi ad una semplice tristezza. Il fatto che lui sia stato costretto ad allontanarsi solo per proteggermi mi ha lasciato un amaro sul fondo della gola che non riesco ad identificare.
Sono un dannato Malfoy e non so difendermi da solo?. Per l'amor del cielo, mia madre è stata un'eroina della guerra magica e mio padre è sopravvissuto alla costrizione di essere un mangiamorte. Mentre io non sono nemmeno capace di affrontare un problema da solo.
-Sei molto silenzioso- commenta Rose al mio fianco con voce dolce.
Sospiro leggermente abbattuto. Il piano di Albus è semplice e maledettamente pericoloso e coinvolge decisamente troppe persone per i miei gusti.
-Sto solo riflettendo- le rispondo cercando di assumere una sfumatura rassicurante nella mia voce. Ma Rose inarca un sopracciglio e mi guarda in tralice facendomi evidentemente notare che non sono riuscito nel mio intento.
-A cosa di preciso?- è sempre la solita ficcanaso puntigliosa. Rose ha questa dote di saper tirare fuori la verità da qualsiasi persona, forse è il suo cipiglio preoccupante oppure l'atteggiamento di freddo gelo che ti investe se le menti, ma alla fine cedono tutti e io non faccio certo eccezione.
-Al piano. Ad Albus. Ad Astoria. A questa situazione disastrosa- snocciolo alla fine sconfortato, quella sensazione di freddo, che qualcosa non va continua a pizzicarmi la nuca fastidiosamente, ma non lo dico a Rose. Non voglio preoccuparla oltre.
-So che non è il momento migliore- comincia lei afferrandomi un braccio e costringendomi a fermarmi in mezzo al corridoio. La osservo e rimango quasi stupito dall'insicurezza che le leggo negli occhi. Sembra combattuta tra il parlare o no. Mi sforzo di sorridere sperando di incoraggiarla, anche se tutto il contorno non è a nostro favore. I corridoi sono deserti, ma mi guardo comunque intorno sperando di non intravedere una chioma nera di una ragazzina minuta.
-Ti ascolto- la esorto sperando che si decida a parlare senza dover sostare nel corridoio ancora molto. Non mi piace l'idea di rimanere da soli in posti isolati finché questa storia non avrà fine.
Rose sospira rumorosamente e noto che la mano che tiene saldamente ancorata al mio braccio trema appena, così mi giro completamente verso di lei e le racchiudo una guancia con la mano libera accarezzandole lo zigomo. Lei sembra rilassarsi appena, ma la tensione le scorre ancora addosso come un velo invisibile che riesco ad avvertire nelle mie terminazioni nervose.
-Sai perché mi sono allontanata da te?- chiede poi a bruciapelo, gli occhi ora ostinatamente puntati nei miei. Sussulto appena al ricordo degli anni che ci hanno separato. Della sua freddezza e distacco. Di tutte le volte che mi ha ignorato, che non mi ha degnato neanche di uno sguardo quando io avevo un disperato bisogno di lei.
Scuoto la testa in segno di diniego perché ho il timore di quello che direi se aprissi la bocca.
-So che chiederti perdono non basterà mai- riprende abbassando un attimo gli occhi cobalto sul pavimento per poi ripuntarli sui miei -Ma devi sapere che dopo che ho scoperto il segreto di mamma e papà ero così infuriata che non sapevo come gestire la rabbia. Per anni mi hanno detto che mio padre era un uomo che in realtà non lo era, che mio fratello non era mio fratello. Mi è caduto il mondo addosso-.
-So come ci si sente- proferisco e Rose reagisce come se l'avessi appena colpita. Incrocio le braccia facendo un passo indietro, lei se ne accorge e ne accenna uno in avanti per non creare un nuovo divario fra di noi.
-Ero così arrabbiata- mormora e sembra mortificata, ma io non intendo renderle il compito di raccontarmi questa parte della nostra vita così semplice. Ho un disperato bisogno di lei, ma non l'ho ancora perdonata. -E so che è stato stupido, ma ho provato a rimanerti accanto facendo finta di nulla ma non ce la facevo e così piano piano mi sono allontanata-.
-Eri arrabbiata con me per qualcosa che non sapevo nemmeno?- chiedo leggermente adirato -Mi hai abbandonato solo perché mi incolpavi di qualcosa che non avevo fatto??-.
-No!- esclama lei e l'espressione inorridita che le compare in volto mi stupisce -Non si tratta di questo. Non ti ho mai incolpato. Ero furiosa con i nostri genitori, ma non con te-.
-Non capisco allora perché tu mi abbia ignorato, perché hai detto di odiarmi?- la mia voce deve essere suonata rotta, perché Rose sussulta e gli occhi le si fanno lucidi e mortificati -Hai una vaga idea di come mi hai fatto sentire? Hai solo una vaga idea di come mi hai distrutto?- non riesco più a fermarmi anche se vederla mentre si fa piccola piccola davanti a me mi spezza il cuore.
-Non avevo scelta Scorpius!- esclama urgente.
Sbuffo sonoramente. Sono stanco di sentire questa maledetta frase. Sembra che tutte le persone più importanti della mia vita non abbiano mai altra scelta se non quella di ferirmi. Prima i miei genitori; poi Albus e infine Rose. C'era forse qualcosa di sbagliato in me da farmi meritare questo tipo di trattamento?.
-Questa l'ho già sentita- ribatto risentito. Lei si avvicina di un altro passo fino a che a separare i nostri visi è solo la differenza d'altezza. Abbasso il viso per guardarla negli occhi e il mio cuore non riesce ad essere infuriato con lei allungo, perché il solo fatto che stia scegliendo di stare vicino a me adesso lo sta guarendo.
-Non avevo idea di quello che ti stesse succedendo- mormora con voce flebile -Se lo avessi saputo non me ne sarei mai andata-.
-Non mi fa particolare piacere sbandierare ai quattro venti che sto diventando pazzo e che forse lo sono già- rispondo cupo.
Rose non si perde d'animo e mi sfiora la guancia con la sua piccola mano gelida. Mi ricorda lo stesso freddo pungente della neve.
-Tu non sei pazzo- mi riprende con forza.
-Come fai ad esserne così sicura?- chiedo, perché vorrei avere anche solo un quarto della sua sicurezza.
Lei rilascia il respiro in un sibilo, l'intensità del suo sguardo mi manda fuori fase. Sembra così profondo e serio che per un attimo mi preoccupo di cosa stia custodendo dentro di sé.
-Lo so perché ti conosco meglio di chiunque altro- inizia annullando anche quei pochi centimetri che ci stanno separando -Lo so perché mi sono innamorata di te ancora prima di tutto questo-.
Sbatto le palpebre completamente sotto shock, ho come l'impressione che il mio cuore si sia fermato nell'esatto istante in cui ha parlato. Non so cosa dire e mi sento completamente bloccato.
Rose mi contorna le guance con le mani, il suo tocco è deciso come se avesse paura di vedermi scivolare via fra le sue dita.
-Ho dovuto allontanarmi perché stavo iniziando ad amarti in un modo che non avrei dovuto. Tu non sapevi nulla e non dovevi scoprirlo. Ci ho provato a rimanerti vicino, ho provato a sopprimere quello che sentivo nascere dentro di me, ma più passava il tempo, più è diventato insopportabile. Fino a quando non ce l'ho fatta più-.
Sento l'aria entrarmi pesantemente nei polmoni, il calore delle sue mani sulle mie guance, il suo corpo a pochi centimetri e la mia testa continuare a ripetere le sue parole all'infinito. Quante volte Rose avrà sofferto per quel segreto? Quante volte sarà stata costretta a fingere? Quanto si sarà disprezzata per quello che stava provando?.
-Tu mi ami?- domando in uno stato mentale pietoso, perché è talmente incredibile che non riesco nemmeno a crederci. Per tutto quel tempo avevo pensato che la mia sorellastra mi odiasse, che non potesse nemmeno sopportare la mia presenza e che avesse ceduto all'attrazione che ci aveva colti al Manor perché era solo quello per lei. Attrazione. Mentre per me... rendermi conto di amarla era stato logico come un'operazione matematica. Il risultato era chiaro ai miei occhi anche se non avrei dovuto. Eppure era successo.
-Sono innamorata di te da più di due anni- confessa allora lei in un sussurro -Ti amo mia stella e non ho mai saputo smettere-.
La sua dichiarazione ha lo stesso effetto di una scarica elettrica, senza esitare la stringo a me e la bacio con un'irruenza insolita per me. La bacio sperando che capisca quanto mi abbia salvato solo pronunciando quelle due parole, quanto mi ha reso felice. Perché la mia vita non era più la stessa senza di lei e ora la sento di nuovo mia, ora mi sento come se potessi sconfiggere qualsiasi cosa, perché se ho Rose al mio fianco sento di poter fare qualsiasi cosa.
Quando mi stacco siamo entrambi senza fiato, la stringo a me perché siamo stati separati troppo allungo e ho bisogno di sentirla vicino, di farla diventare parte della mia anima. Sposto una mano sul suo collo e la tengo saldamente.
Sei mia Rox e io sono tuo, l'ho sempre saputo.
-Ti amo anche io mia luce- dico con una serietà disarmante soffocando il suo gemito sorpreso con un altro atteso disperato bacio.
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