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#18 I guai non hanno fine.

Il ritorno a scuola preoccupa molto più Rose di me.
In effetti sembra una pentola a pressione pronta a scoppiare, non so come fare per calmarla, ma sono certo che l'immobilità che sta ostentando davanti al portone d'ingresso del castello è temporanea. La conosco da troppi anni per non sapere che il leggero fremito alle dita è presagio di uno scoppio d'ira o frustrazione tale da non riuscire a contenere la sua magia. Rose è sempre stata una strega di talento e come tutte quei tipi di streghe, per alcuni incantesimi non aveva bisogno della bacchetta. 
Ora è fremente e con le guance arrossate di fianco a me, mentre trasciniamo i bauli sull'ultimo pezzo di strada che conduce all'ingresso della nostra scuola. Vorrei chiederle cosa le passa per la testa, ma sarebbe capace di tramortirmi con un pugno piuttosto che ammettere che qualcosa non va. 
L'orgoglio è pur sempre una dote tipica di grifondoro e lei è tutta nostra madre su quell'aspetto. Fiera, indomabile e coraggiosa oltre misura.
Non so cosa le passi per la testa o se nella miriade di pensieri che le turbinano in mente c'è posto per la notte che abbiamo passato insieme.
Il guaio è che io avrei dovuto preoccuparmi e non poco per la mia sicurezza che è già stata messa a repentaglio più volte, ma non riesco a non pensare al corpo di Rose sul mio, ai suoi occhi ardenti, i capelli ricci e selvaggi fra le mie dita. 
Può essere così naturale andare a letto con la propria sorellastra?. Il guaio è che più mi ripeto di aver sbagliato, più fatico a credermi.
Rose fissa il portone con crescente odio di cui l'unico segno rivelatore è il ringhio che sento salirle dalla gola. Le studio il profilo e lei si accorge che non sto più guardando il portone. 
-Che c'é?- chiede burbera sbattendo a terra il baule con le sue cose.
Sta calando la sera e l'aria frizzantina della primavera sta lasciando posto ad una leggera afa estiva.
Per un attimo vedo un lampo di vallata verde ed erba alta e secca; una baracca e una figura allampanata ferma sulla soglia. 
Sbatto le palpebre e quelle immagini svaniscono come neve al sole. Deglutisco appena e punto gli occhi su mia sorella -Sei nervosa- rispondo diretto, perché ormai cosa ho da perdere?. Non ho più alcun bisogno di moderare le parole, non ho bisogno di avere un riguardo nei suoi confronti. Rose ha ceduto. Lo vedo dal suo nuovo atteggiamento protettivo nei miei confronti. Lo vedo dai suoi occhi che non mi lasciano un secondo. Lo vedo da come si guarda circospetta intorno come se avesse paura di dover affrontare un mostro sbucato dalla foresta proibita.
-Lo sono- risponde fredda, granitica come è sempre stata. Determinata e imperscrutabile. Ma io ormai so leggerti Rose, alla fine mi hai dato la chiave per aprire uno spiraglio e intendo sfruttarla.
-Perché?- chiedo prolungando la domanda e alzando un sopracciglio. 
Lei sbuffa irritata come se io fossi un bambino piccolo da accudire e lei fosse costretta a farlo -Dominique è là dentro! E per quanto ne sappiamo, Astoria ha spie che ti controllano a vista e le permettono di entrarti in testa. Non può aver abbattuto le tue barriere mentali da sola. Papà è un legilimens ed un occlumante esperto e tu sei abile quanto lui. Qualcuno la sta aiutando- Rose si siede sul baule in attesa che ci aprano le porte. Ovviamente dopo le rivelazioni che avevo fatto al Malfoy Manor davanti a tutta la mia famiglia Rose mi aveva interrogato ed io avevo snocciolato tutta la verità, troppo stanco anche solo per pensare di poter avere un altro segreto con lei.
Strano, Gazza sarebbe già dovuto essere qui.
-Astoria insisteva a dire che la sua "bambina" è stata brava- rifletto -Ha detto che Dominique non voleva tradirmi. E' possibile che qualcuno, uno studente o studentessa della scuola, sia riuscito ad incantarla?- lo chiedo a lei, perché la mia sorellastra è quella che sa le risposte.
Rose si mordicchia un labbro pensierosa -Deve essere qualcuno che si è fatto passare inosservato, in modo da potervi avvicinare senza farsi notare. Deve aver usato la maledizione imperio. Se come hai detto, Dominique era in stato di trans quando l'hai vista potrebbe non ricordare nulla. Nemmeno chi l'ha incantata- prese un sassolino da terra e lo scagliò con un gesto secco fra le fronde degli alberi -Mi chiedo perché non abbia incantato direttamente te-.
Rabbrividisco alla sola eventualità -Forse perché troppe persone avrebbero potuto notarlo e poi il modo in cui mi hanno rapito è passato inosservato fino al giorno dopo. Silenzioso e pratico. Astoria voleva che io la capissi, voleva che l'appoggiassi. Non vuole semplicemente avermi, lei vuole che io sia dalla sua parte che capisca il suo dolore- deglutisco l'amaro che sento in gola al solo ricordo degli attacchi alla mia mente, delle immagini e dell'odio che ho provato per i miei genitori -Ci proverà di nuovo-.
La paura mi serra lo stomaco in una morsa. Rose si fa silenziosa d'un tratto. Sa che è vero. Sa che se l'occasione si presentasse Astoria non ci penserebbe due volte prima di attaccarmi.
-L'ultima volta io c'ero per impedirgli di prenderti, ma qui sei solo in camera- il mormorio di Rose mi ridesta dai miei pensieri cupi. Non posso fare altro che annuire di fronte a questa inesorabile realtà. Albus non mi parla da settimane, non so perché si ostini a non rivolgermi la parola e non credo di aver commesso qualcosa di così grave per meritare un trattamento del genere da parte sua. Ma mi manca. Mi manca da morire e mi sento solo dentro la nostra camera. Sono terribilmente solo.
-Come hai fatto a respingerla?- le chiedo forse per la centesima volta. Rose alza le spalle e sospira guardando le prime stelle che decidono di comparire in questa sera di inizio estate.
-Non lo so- tira un calcio ad un altro sasso -Ho solo concentrato tutte le mie forze nel tenerti con me-.
La guardo. Ha il volto abbassato sui suoi piedi e la voce è sottile. Quasi come se mi avesse appena confidato un segreto pericoloso.
-E mi vuoi...- chiesi prima ancora di mordermi la lingua per trattenermi -Mi vuoi con te?-. 
Un rumore di foglie che scricchiolano l'una contro l'altra ci distrae appena e un angolo del mio cervello si sta domandando quanto ancora ci vuole per farci entrare. Rimaniamo in silenzio, il timore di subire un altro attacco aleggia fra di noi maligno. Sento la paura risalirmi in brividi la spina dorsale e rizzarmi i peli delle braccia. Guardo nella direzione del rumore e solo per un attimo mi pare di intravedere una macchia bianca sparire fra gli alberi. Ma un secondo dopo è tutto tranquillo e io quasi penso di essermela immaginata e quasi ci avrei creduto se non fosse stato per tutto quello che avevo vissuto nell'ultimo periodo.
Rose si è alzata in piedi di scatto, scruta attentamente lo stesso punto che sto guardando io. E' in allerta perché gli occhi saettano in ogni direzione e leggere scintille blu le zampillano fra le dita.
-L'hai visto?- mormoro con il cuore che batte forte in gola.
Lei annuisce in silenzio. Grave. Tesa. 
In quel preciso istante la consapevolezza mi colpisce dritto in faccia. C'è qualcuno qui con noi e ci sta osservando. Posso quasi sentire gli occhi verdi slavati scavarmi nella schiena.
Sobbalziamo entrambi quando sentiamo i catenacci del portone ritirarsi e quello aprirsi con un tonfo sordo. Gazza è davanti a noi con uno sguardo che la dice lunga su come vorrebbe punirci per il rientro improvviso a scuola, ma non può e riluttante si sposta di lato per farci passare.
Mi guardo di nuovo alle spalle, nel punto in cui ho visto quella macchia bianca apparire e sparire di colpo e vedo Rose fare lo stesso. Ci scambiamo un'occhiata e per qualche secondo ci siamo solo noi, i nostri occhi incrociati e il lampo di un pensiero condiviso. Poi afferriamo i nostri bauli trascinandoli all'interno. 
Prima di dividerci al primo corridoio così da raggiungere le nostre case, lei si ferma. Soffia sulla fronte per togliersi di mezzo un riccio ribelle e punta i suoi occhi blu su di me. 
-Sì- dice solo con fermezza, senza nessun accenno di insicurezza o tentennamento. 
La fisso interdetto -Sì, cosa?- le chiedo spaesato. Adesso che siamo dentro al castello mi sento molto più a mio agio.
-Sì, ti voglio con me- puntualizzò lei sollevando una mano verso la mia guancia. La carezza che è venuta dopo quasi mi spezza in due il respiro. Da che ci eravamo separati, Rose non aveva più mostrato niente in pubblico. Né stima, né affetto per me. 
Ora invece mi accarezza la guancia e mi guarda con quei due occhi tanto blu da ricordare l'oceano. 
In un batter d'occhio dimentico tutto. Dimentico di essere nell'atrio di Hogwarts. Dimentico di Gazza che ci precede di pochi passi. Dimentico la paura e il terrore vissuto in quelle settimane. Basta Rose per spazzare via ogni mio incubo.
Basta riavere la mia luce.


Il rientro è più caotico del previsto, perché appena varchiamo la soglia della sala grande tutti si fanno silenziosi. Ci osservano come se fossimo dei fenomeni da baraccone e io non so proprio cosa aspettarmi. Sento Rose irrigidirsi al mio fianco e ho il timore che da un momento all'altro mi ignori camminando spedita verso il tavolo di grifondoro. Ma lei non lo fa, respira pesantemente e le narici le fremono, ma non so se sia per via del timore o della rabbia.
-Ci fissano tutti- mormoro insicuro di poter fare un altro passo, perché odio con tutto il cuore essere al centro dell'attenzione, dannazione. Essere figlio dei miei genitori non mi ha mai aiutato a passare inosservato, ma ci ho provato con tutte le mie forze ad essere il più invisibile possibile. Vedo mille teste guardare un pezzo di carta che è quasi sicuramente il giornale scolastico e poi alzare le teste verso di noi. Rose al mio fianco quasi ringhia quando una delle copie le finisce tra le mani. L'appallottola senza tante cerimonie e la butta per terra. 
-Vogliono sapere se quello che c'è scritto su questo schifoso giornale è vero? Benissimo- la voce è gelida e spaventosa. Penso di averla vista così arrabbiata in pochissime occasioni e una di queste era nella mia camera dopo che sono apparso spaccato nel salone del Manor.
-Che succede?- le chiedo agitato perché il vociare degli studenti non si ferma e i professori non ci fanno caso dall'alto del loro tavolo tutti presi a confabulare per chissà cosa.
-Succede che ora dimostriamo chi diavolo sono i Malfoy- ringhia lei afferrandomi la mano e trascinandomi fuori dalla sala. Sento qualche esclamazione di sorpresa partire dai tavoli delle nostre case e poi il vociare della sala grande si fa via via più lieve man a mano che Rose mi allontana.
Lei sembra una leonessa fiera e incazzata nera e io non vorrei proprio essere il soggetto della sua furia. Superato l'ennesimo angolo la nostra corsa si arresta di colpo. Rose al mio fianco si immobilizza così improvvisamente da destabilizzarmi. Sembra pronta a sputare fuoco da un momento all'altro e appena alzo lo sguardo ne capisco il motivo. Dall'altra parte del corridoio Dominique è insieme a qualche sua compagna di grifondoro. I capelli biondi sono sciolti e le scendono in un'onda perfetta sulle spalle e sul seno. E' bellissima come sempre e sta parlando allegramente con le sue compagne. Mi irrigidisco appena mentre il cuore mi batte in gola soffocandomi. L'ultima volta che l'ho vista ha permesso ad Astoria di rapirmi. Non so come, ma le ha permesso di penetrare Hogwarts e l'unico motivo per cui sono riuscito a scappare è che ho avuto fortuna. In questo momento sarei potuto essere perduto per sempre e nessuno avrebbe saputo dove cercarmi. 
Dominique avverte la nostra presenza, perché alza la testa e ci vede; ma i suoi occhi scivolano su Rose come se non la vedesse per poi puntarsi su di me. Il suo viso si distorce in un'espressione angosciata e si stacca dalle sue compagne per venire nella mia direzione. 
Rose al mio fianco ringhia e mi stringe più forte la mano. 
Il corridoio si ammutolisce. I pochi studenti presenti sono tutti concentrati su di noi e io non riesco ad impedirmi di tremare. 
-Scorpius- esala Dominique una volta davanti a me. Rose fa un passo avanti e si contrappone fra di noi. Gli occhi blu mandano scintille di pura furia. 
-Cosa vuoi?- chiede brusca interrompendo qualsiasi cosa Dominique voglia dire a me. 
Io non riesco quasi a guardarla. Ogni volta che ci provo rivedo la schiena nuda di Astoria, i suoi capelli neri, gli occhi verdi slavati, l'espressione completamente folle. Risento il terrore, i ricordi che mi attraversano la mente come se io li avessi vissuti. Sento di nuovo quello che ha sentito lei e sono terrorizzato.
-Parlare con Scorpius. Devo spiegargli cosa è successo!- esclama, e la sua voce è urgente. Sembra spaventata a morte. 
-Non se ne parla proprio. Tu non ti avvicinerai più a Scorpius o giuro su Godric Grifondoro che ti ridurrò ad un mucchietto di cenere fumante- Rose avanza di un passo e tiene l'altra mano appoggiata al mio fianco per farmi da scudo. Sembro una damigella in pericolo e lei il mio cavaliere venuto a salvarmi. Davvero umiliante. 
-Rox forse...- comincio titubante e lei si gira fulminandomi con un'occhiata assassina. 
-Lui vuole parlarmi. Io devo spiegargli!- esclama Dominique e sembra perdere il suo innato controllo e la sua allegria in un attimo solo. Senza che nessuno di noi due se lo aspettasse, lei si getta in avanti per afferrarmi un braccio. 
Io sobbalzo per la sorpresa preso completamente alla sprovvista, ma Rose non si fa ingannare. Le blocca il braccio in una morsa ferrea a la spinge indietro con brutale decisione. Un ringhio le sale alla gola e la mano destra è distesa rigida davanti a sé, la bacchetta che le sbuca tra le dita. 
-Dai cugina vediamo quanto della tua reputazione è vero- sibila Dominique velenosa. Non sembra nemmeno lei, mentre spiana la bacchetta davanti a Rose con gesti precisi. 
-Scoprirai presto quanto sarebbe stato meglio non toccare la persona che amo Dominique- risponde gelida Rose e io rimango senza fiato. 
Non so se quello che ha detto è dettato dal momento o è quello che sente davvero, ma al mio cuore non sembra importare più di tanto la ragione; perché fa un balzo da paura alla sola prospettiva che la mia sorellastra mi possa amare sul serio e non come un semplice fratello.
Per quanto le parole di Rose mi hanno parzialmente inebetito, non posso assolutamente lasciare che si azzuffino per parlare o no con me. 
Senza pensarci mi frappongo fra di loro, la bacchetta di Rose mi punge appena il petto e nei suoi occhi balena solo per un attimo una scintilla di sorpresa. 
-Metti giù la bacchetta Rox- le intimo con calma cercando di farla ragionare -Non serve a niente creare altri problemi. Non sappiamo se fosse cosciente quando ha fatto quello che ha fatto-.
-Grazie tante!- sbotta Dominique da dietro di me -Qualcuno che ha un po' di cervello-.
-Sta zitta- la riprende brusca Rose con la bacchetta ancora pericolosamente tesa verso di lei -Non m'importa nulla di com'era, potrebbe ancora essere sotto incantesimo-.
Non ha tutti i torti. L'imperio è una delle maledizioni senza perdono e può far dire e compiere qualsiasi cosa a chi ne è sottoposto.
Quasi non mi accorgo degli spettatori che sono ancora intorno a noi e sicuramente non faccio caso al piccolo trambusto che viene dalla mia destra concentrato come sono a impedire alla mia sorellastra di uccidere la mia ex ragazza, nonché sua cugina. Oddio quando la mia vita è diventata una soap opera?.
Dal gruppetto di studenti curiosi alla mia destra appare una testa di capelli neri e due occhi verdi brillanti che conosco bene. Quasi rido dal sollievo appena vedo Albus dirigersi come un treno verso di noi spostando malamente chiunque si mette in mezzo, poi la rabbia m'investe e mi mordo la lingua per evitare di dire qualcosa di veramente spiacevole. 
-Tutti voi- ci indica appena è davanti a noi -Seguitemi ora- mormora a bassa voce guardandosi intorno circospetto. 
Ringrazio mentalmente la buona sorte per averlo mandato ad aiutarmi, non sarei mai stato in grado di gestire Rose e Dominique da solo. Ma il risentimento che covo da quando mi ha abbandonato in camera da solo sta piano piano risalendo in superficie. 
-Con lei?- sibila Rose guardando la cugina in tralice. 
-Questo non è il luogo adatto per parlare- risponde lui con urgenza. La stessa che aveva Dominique quando mi era venuta incontro per parlarmi. 
Ingoio a fatica la rabbia che vorrei sputare fuori in parole poco gentili e mi costringo ad agire con un minimo di giudizio. Dopotutto la mia vita dipende da queste scelte.
-Andiamo. Seguiamolo- dico deciso, metto una mano su quella tesa di Rose che stringe ancora la bacchetta e lei rilascia un brusco respiro, per poi sbuffare e abbassare la mano lungo il fianco. Vedo Albus fissare quel gesto, lo vedo osservare il modo in cui la mia sorellastra mi guarda, come intreccia le sue dita alle mie e capisco che vorrebbe riempirmi di domande e che sa di non poterlo fare.
Albus ci fa strada e ci lasciamo dietro i sussurri concitati degli studenti che hanno assistito al nostro piccolo teatrino. non voglio nemmeno immaginare che tipo di voci ne usciranno. Come se non avessimo già abbastanza problemi. 
Ci conduce oltre due lunghi corridoi portandoci nella zona dove ci sono le aule in disuso, apre una porta e ci fa entrare velocemente. Una volta dentro lo sento sussurrare qualche parola. Riconosco l'incantesimo per sigillare la porta e quello per rendere insonorizzata l'aula.
-Okay. Siamo qui. Cosa devi dirci?- chiedo con le braccia incrociate e nessuna voglia di essere amichevole con lui.
-Siamo nella merda fino al collo!- sbotta Albus girandosi verso di noi e i suoi occhi sono il ritratto del terrore. 
Mi affloscio contro il banco alle mie spalle pericolosamente sull'orlo di una crisi di nervi.
E ora che succede?. 




***

Eccoci con un altro capitolo miei cari Nargilli!.
Sono felice di annunciare che la storia si concluderà al 25esimo capitolo + l'epilogo. Perciò finalmente ci siamo!
Ringrazio tantissimo chi ha avuto una pazienza infinita e ha continuato a leggere le mie storie. So che sono stata molto lunga nella pubblicazione, ma purtroppo ho avuto un brutto "blocco dello scrittore". Chiamiamolo così. 
Un errore che non commetterò più. D'ora in poi pubblicherò solo le storie che ho già concluso e a proposito di questo vi ricordo che finito questa storia pubblicherò un progetto basato sulla comunità LGBT. 
Buona lettura!

Bisoux 

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