13.
"Quindi come ti sei sistemato?" gli chiedo, prendendo un altro tiro dalla sigaretta.
"Un amico." borbotta, così piano che a stento lo sento. La sigaretta tra l'indice e il medio è ormai giunta agli stremi e, seppur controvoglia, la allungo verso il mio amico accompagnandomi con un cenno della testa. "No grazie, ti ho gia detto milioni di volte che non fumo." risponde, con la voce di un'ottava più alta del solito, alla mia domanda silenziosa. "Non c'è bisogno di scaldarsi tanto." rimango tranquillo, non curandomi della sua reazione mentre prendo un ultimo tiro per poi gettare a terra la cicca e pestarla con una delle suole ormai consumate.
"Che fortuna" dico piano, in modo che lui non possa sentire. "Come scusa?". A quanto pare ha avvertito le mie parole strascicate. "Che fortuna" gli ripeto controvoglia, non avrei dovuto dirlo fin dall'inizio. "Non capisco" controbatte, non contento delle mie parole. "Ho detto: che fortuna! Perché? Perché tu hai una casa, per di più con un amico, mentre io devo vivere ancora con quella che devo chiamare mamma! Non me ne vado solo perché i sensi di colpa mi divorerebbero e non sarei più in pace con me stesso. Mai." sputo con rabbia, tutto questo era rimasto per troppo tempo rinchiuso dentro di me, lo sfogo è stato veramente irrefrenabile, l'unica cosa che si può chiamare positiva è che è successo con un amico di cui mi posso fidare.
"Credevo che dopo la morte di tuo padre tenessi almeno a tua madre." Dice piano, le mie parole lo hanno sconvolto."Allora non hai capito. O sei tu che non ci arrivi oppure non so come spiegartelo. Io vivo con mia madre giusto? Bene, mia madre è tornata ad escludersi dal mondo, e a me sono tornate le allucinazioni." cerco di mantenere la calma e di spiegargli come stanno le cose senza scoppiare.
"Quindi, tua madre sta come quando... quando se n'è andato tuo padre, giusto?" chiede titubante.
"Giusto." rispondo serio. "Perchè?" mi domanda sottovoce.
Mi sono dimenticato di dirgli che ho incontrato Katie, della morte di suo padre, e di tutto quello che ha causato la "depressione" di mia mamma. A questo punto non so neanche se dirglielo, altrimenti ricomincerebbe a parlare del patto e bla bla bla. E sinceramente non ne ho voglia, ma neanche un po'.
"Quindi chi è questo ragazzo?" cerco di sviare il discorso, e la sua espressione mi fa comprendere che ha pienamente capito le mie intenzioni. "È un ragazzo con un bilocale e tanta voglia di scrivere musica." risponde, non sembra molto disposto a parlarne, addirittura appare come se gli desse fastidio. Così decido di continuare a domandare.
"E come si chiama?" chiedo con uno sguardo curioso. "Si chiama Edward." si noterebbe a metri di distanza che si sta spazientendo. Da quando lo conosco ho capito che perde la pazienza con poco, e questo fatto lo gioco a mio favore cercando di rimanere calmo e ridendo sul suo comportamento. "Hai qualcos'altro da chiedermi per completare il tuo interrogatorio?" mi chiede con tono sarcastico. Decido di reggere il suo gioco continuando a infastidirlo, dopotutto è così divertente. "Hm vediamo, potrei chiederti il colore dei suoi occhi, dei capelli, il suo cognome, dove abita, quanti fratelli e sorelle ha... se vuoi continuo." gli dico con fare sfacciato. Dal suo volto mi sembra di intravedere una traccia di divertimento infatti quando siamo insieme noi riesce a rimanere serio, pur volendolo, gli scappa sempre la risata.
"Non penso che ti possa interessare... comunque dimmi, come va col patto?" mi chiede con un sorriso malizioso dipinto sul viso, ama mettermi in imbarazzo. "Io... insomma ho trova-". Uno squillo che proviene dalla tasca dei suoi jeans mi interrompe, salvandomi giusto in tempo. Sento che mormora qualche 'sì' e 'okay'. Dopo poco stacca il cellulare dall'orecchio e mi informa che se ne deve andare al più presto.
"Ne parleremo appena avrò qualche minuto libero, non illuderti che non ti chiederò più niente." detto questo mi da una pacca sulla spalla e incomincia a allontanarsi, ma prima che esca dal mio raggio di vista gli urlo una semplice frase. "Ricordati che vale anche per te, Styles." non mi risponde, e forse è meglio così.
Mentre mi incammino verso casa il mio cellulare vibra, segnando un nuovo messaggio. -quindi? A che punto sei con il patto?- è di nuovo lui, è ovvio che non poteva aspettare quei minuti liberi che diceva per chiedermelo. -Beh, non si può dire che sono a buon punto, ma sto guadagnando, questo è sicuro, e tu?- scrivo velocemente e, al contrario di quello che mi aspettavo, la risposta non tarda ad arrivare. -oggi la fortuna è stata a mio favore- a quanto pare il ragazzo non sa rispettare le regole, dovrò ricordarglielo. -mio caro, non si ricorda che la scelta valeva solo per il giorno della stipulazione del patto?- non oso immaginarmi cosa mi risponderà, ma tanto so che troverà una scusa come al solito. È un tipo che riesce e tirarsi fuori dai guai con delle semplici parole, ha la capacità di saper convincere chiunque senza dover ricorrere a prove o cose del genere. Dovrebbe diventare avvocato. -fai un'eccezione :3- lo sa, lui lo sa. Quando inserisce quella faccina nei messaggi mi ricorda quando fa il labbretto come un bambino, ma io non riesco a resistere. Conosce i miei punti deboli e li usa a suo favore. -solo perché sei tu Styles. E comunque avevamo deciso di non parlarne fino a impresa conclusa, quindi basta, ne discuteremo a tempo debito- invio e nessuna risposta arriva, spero abbia capito.
Nel frattempo sono quasi arrivato a casa, e so che dovrei studiare per l'esame della prossima settimana ma non ne ho nessuna voglia.
-hei tesoro, ti va di vederci?- invio a Katie. Ora che ci penso anche lei ha l'esame tra poco è potrebbe aiutarmi a ripassare, è una tale secchiona. La prima volta che l'ho incontrata il suo carattere mi faceva saltare i nervi, anche se cercavo di essere il più dolce possibile. Ma di lì a poco questa ragazza ha incominciato a incuriosirmi, e frequentarla non è più un grande peso da portare sopra le spalle. Comunque lei va in un'altra scuola e non posso chiederle aiuto. -certo, ma mi ha interrotta. Stavo suonando. Comunque se vuoi che ci vediamo vieni a casa mia, non ho nessuna voglia di uscire- la risposta non si fa attendere, a quanto pare. Le rispondo un 'okay' veloce, ma con aggiunta di cuori rossi.
Sono a casa da qualche minuto, e mi sono appena cambiato, non potevo di certo andare da Katie conciato in quel modo, dopotutto devo conquistarla.
Dopo dieci minuti passati a stuzzicare qualcosa dal frigo e a consolare la mamma dico a quest'ultima che esco e mi tiro la porta dietro le spalle, pur essendo consapevole che dovrò subirmi ora dopo strimpellamenti di chitarra e accenni di testi di canzoni. Non ho mai amato la musica, al contrario di tutte quelle persone che dicono di riconoscersi nei testi dei loro autori preferiti. Anzi, non sopporto dover ascoltare canzoni, sopratutto quelle commerciali, con le quali i cantanti hanno guadagnato migliaia, se non milioni, di sterline! Non dovrebbero ricevere tutto quel denaro, in maggior modo se la musica che cantano non la scrivono loro! Ma in questo caso cercherò di adeguarmi, dopo tutto Katie non è una cantante internazionale, anche se so che mi darà fastidio lo stesso, e non poco.
KATIE'S POV
Tesoro? Tesoro? Mi ha chiamata tesoro? Domani nevica. E sarebbe strano siccome siamo in giugno. Considerando il modo in cui mi ha interpellata penso che si sia anche agghindato a modo per mantenere la sofisticatezza che ha usato nel messaggio. No, sarebbe veramente troppo strano, troppo. Io rimango in pigiama, lui si adeguerà al mio look da fashionista.
Riappoggio la chitarra sopra le mie ginocchia anche se lo sguardo cade sul libro aperto sul letto, precisamente di biologia, ormai consumato dalle mie mani. Le poche uscite mi avevano distratto dallo studio, ma in questa settimana sono riuscita a recuperare tutto aiutandomi con il pensiero che tra tre mesì andrò all'università e finamente il mio sogno si avvererà.
"I'm so reliant, I'm so dipendent, I'm such a fool"
Questa canzone non la ho scritta pensando qualcuno, no. Al contrario di quello che si penserebbe la ho composta pensando a qualcosa, e questo qualcosa è la musica. La musica che mi salva nei momenti difficili e migliora anche le giornate perfette. La musica che si sprigiona dalla mia chitarra finendo nel mio cuore. La musica. Se il mondo potesse evolversi rendendosi una grande melodia ci sarebbe solo pace, quando mai una canzone è crudele? Mai. Si scrive musica quando ci si vuole sfogare, confidare, amare, piangere... La musica è sentimenti.
La canzone dei Maroon 5, Sugar, risuona tra le pareti della mia stanza, segnalandomi che c'è qualcuno che mi sta cercando al telefono. È un numero privato. 'Pronto?'
Ho fatto un capitolo un po' più lunghino hihihi. Chi è secondo voi? commentatee voglio sapere cosa credeteee. Se conoscete la canzone di Sam Smith che cantava Katie ( Not in that way) , beh sappiate che il signifcato non è quello della vera canzone, vale solo la parte che ho scritto. Ah e scusatemi se in questo capitolo non c'è Ed:(
PASSIAMO ALLE COSE IMPORTANTI.Pubblico a 35 voti e 10 commenti. Ce la possiamo fare, no?
Una stupenda ragazza scrive una stupenda fan fiction su Calum Hood, si chiama She's the one. Se mi volete bene passereste da lei? Se non mi volete bene passate lo stesso lol. é questa quii @xharrysarms_x
(quella alla quale ho dedicato il capitolo) scrive due storie stupende, le ho lette tutte e due, una è completata, l'altra è in corso, entrambe su Hazzabello. Passate? Per favore:) @cioccolatomalik
Ah, per le lettrici silenziose, vi voglio bene! Però se mi faceste sapere se vi piace la storia con un commento o un voto vi amerei. E se accettate, mi votereste anche gli altri capitoli? Sul serio, sarei la ragazza più felice del mondo.
Al prossimo capitolo.
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