30 - Kobra
Smanettava con lo smartphone, mentre guidava, ascoltava le canzoni che le dedicavano.
Dovevano andare a correre quella mattina con le amiche, e per guardare lo smartphone non guardava la strada, finché le amiche urlarono all'unisono e quella a fianco al passeggero prese il controllo del volante.
Al mare si fermarono e le amiche non potevano non chiedere cosa la rendeva così distratta.
"C'è un amico del lavoro che mi ha dedicato questa canzone, ma che vorrà dire?"
Kobra della Rettore la canzone incriminata, al che le amiche si sono guardate.
"È una canzone a doppio senso, per caso hai fatto qualcosa con questo tuo 'amico'?
Lei nego così velocemente che il dubbio si insinuò nelle amiche.
Rischiare un incidente per un messaggio, per capire cosa voleva dire la canzone non aveva senso.
I dubbi che prima erano solo supposizioni stavano diventando certezze.
"Ragazze magari avessi il tempo..."
Mentiva a se stessa, mentiva alle amiche, anche se non c'era stato, per adesso alcun contatto fisico, solo parole e messaggi provocatori, nella sua mente stava crescendo il desiderio di essere importante per qualcuno e quel qualcuno non doveva essere per forza il suo Lui. Ma uno sconosciuto, un ragazzino che sapeva giocare col fuoco, e ritirare la mano prima di scottarsi, facile preda una donna in cerca di svagare la mente, con problemi matrimoniali.
Lui le rimproverava sempre il fatto che raccontasse a tutti quello che le succedeva. Non si rendeva conto che così facendo diventava un corpo sacrificale per le malelingue, per i ragazzi di poco conto, per chi sapeva approffitare della situazione.
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