27 - La tecnologia
Il telefono non smetteva di squillare per le notifiche che le arrivavano. Da mesi che quando lei usciva con le amiche non faceva altro che smanettare col il cellulare. Con una mano rispondeva veloce alla notifica con l'altra guidava.
Le amiche avevano paura quando lei sembrava rapita dal mondo virtuale, riceveva telefonate ma siccome erano nella sua lingua le amiche non riuscivano a capire con chi stesse parlando. Ma dalla tonalità della voce, il sorriso che faceva brillare gli occhi era di sicuro qualcuno a cui a lei faceva piacere rispondere.
"Sempre con quel cazzo di telefono stai!" Lui lo diceva ogni volta che la vedeva smanettare.
Quando lei saliva le scalinate per entrare nel palazzo con il cellulare all'orecchio e lui era nel cortile con lo sguardo nel cellulare invece sul figlio che volteggiava con la bici, se ne usciva con :
"con chi cazzo parli vuless sape'"
Lei alzava le spalle, e spariva dentro al palazzo.
L'amica veniva interpellata per tradurre i messaggi che le arrivavano sui social in inglese.
Tutti versavano su complementi alla sua persona e la voglia di conoscerla.
"Ehi mica..."
L'amica cercava di indagare ma lei sempre rispondeva
"Ma che scherzi? Proprio ho bisogno di un altro rompipalle"
La cosa puzzava, ma come amica doveva attenersi a quello che le diceva.
Poi chiunque fosse questa persona che mandava messaggi sembrava renderla viva.
Lui era geloso, voleva sapere di più, ma il cellulare non lo lasciava mai incustodito, a differenza di lui che da quando aveva scoperto la figlia a sghignazzare dietro al divano mentre guardava i video che lui aveva scaricato, aveva impostato una password.
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