3. Foulard verde
Ancora sconvolta da ciò che mi ha appena raccontato Colton, decido di esonerarmi dalla prossima lezione. Mi sono imposta da tempo di non perdere, per nessuna ragione al mondo, le lezioni. A quanto pare sto fallendo.
Cammino a passo svelto verso la mia camera, ma non posso fare a meno di non notare le moto parcheggiate provvisoriamente. Ed eccolo lì. Brian e una ragazza dai capelli rossi. Lui è appoggiato alla sua moto, mentre con le mani tiene la schiena della ragazza la quale sfiora con i palmi il suo petto.
Appena passo loro vicino i nostri occhi si attraggono. Regala un bacio appassionato alla ragazza per poi tornare a guardarmi con desiderio, che schifo. È come se mi stesse dicendo che tratterà tutte come ha fatto con me. Fossi altruista avvertirei la rossa, però non lo sono.
Lui può fare quello che vuole con le altre ragazze, sia chiaro. Ma sappiamo entrambi che la cosa non durerà per molto e, a breve, accanto al nome di quella fanciulla rimarrà solo una spunta immaginaria. Così come accanto ai nomi di una lista infinita di ragazze.
Spalanco la porta con forza e noncuranza, ho bisogno di non pensare a lui. Quando, però, trovo Mel e un'altra ragazza nello stesso letto mezze nude indietreggio. Mi porto una mano agli occhi:- Oddio, scusa scusa...-
-Porca puttana, Lydia!- sbraita la mia compagna di stanza. Rimango ferma dove sono mentre la voce acuta di Melanie rimbomba nella camera. L'altra ragazza recupera i vestiti da terra e corre via, dandomi una spallata per la fretta. Mel si riveste con tutta la calma del modo dopo avermi urlato contro, cosa che non mi aspettavo. Così come non mi aspettavo che andasse a letto nel bel mezzo delle lezioni.
Una volta eravamo sedute su una delle panchine dell'Università e passò una coppia. Così le chiesi:- Che ne dici di quel ragazzo? A me pare molto carino-. Il fatto che non lo reputassi all'altezza della bellezza di Brian era sottinteso. Lei mi rispose:- Sì, carino ma preferirei farmi la sua ragazza.- Poi mi spiegò di aver scoperto di essere lesbica al primo anno di liceo e ben presto constatò di odiare la società di oggi: piena di limitazioni e pregiudizi. Io penso la stessa cosa, specialmente in questo ambito, non puoi controllare di chi ti innamorerai. Questo lo so bene. Ognuno è libero di amare chi vuole e questo è ciò per cui Mel combatte. Ed io la sostengo.
-Non hai visto il foulard verde legato alla maniglia della porta?- chiede mentre chiude la zip della sua felpa preferita: quella con le stampe sulle maniche "love is love" scritta a lettere arcobaleno. Si porta le mani alla nuca per liberare i lunghi capelli biondi dalla felpa aderente e li lascia cadere sulla schiena. Sistema delle ciocche dietro le orecchie, noto che si è messa dei nuovi piercing, più lucenti.
-Ero soprappensiero- mi giustifico. Ogni foulard ha un significato che mi ribadisce ogni settimana. Quello rosa significa: "appuntamento in camera, non pensare male ma non disturbare". Quello azzurro significa: "sono nel letto, non da sola" lo usa per baci o cose irrilevanti. E infine quello verde che lo appende solo quando ha intenzione di fare sul serio. Prevalentemente sono sempre rosa i foulard legati alla maniglia ed io non mi faccio problemi ad entrare e Mel lo tollera la maggior parte dei casi. Ma ora non ho proprio fatto caso al cambio di colore.
-Non avevi lezione?- continua.
-Potrei chiederti la stessa cosa- le faccio notare.
Si morde il labbro inferiore e non aggiunge altro.
Mi rannicchio a gambe incrociate sul mio letto ed appoggio la schiena al muro alle mie spalle.
-Chi era?- lancio un'occhiata alla porta che ho successivamente chiuso, come se la ragazza di prima si trovasse ancora lì.
-Amber- sospira. Annuisco.
-E... la potrò conoscere?- domando dopo poco con un filo di voce, non sono sicura che mi abbia sentita.
-Dopo oggi? Assolutamente no- risponde di getto. Alzo un sopracciglio, cercando di dare l'idea di un cane bastonato. Mel pare ripensarci:- Forse, solo se lo vorrà anche lei- cede. Si morde nuovamente il labbro, è cotta fino alla punta dei suoi invidiabili capelli.
-Mi spiace per avervi interrotte- mi scuso dopo qualche silenzioso secondo.
-Non importa- e invece sembra importare eccome. Cerco di formulare altre scuse ma la sua voce mi precede:- Amber è così sensibile e romantica- descrive con occhi sognanti- è la persona che cercavo, semplicemente perfetta per me. Spera che ti perdoni dopo esser entrata nel bel mezzo di... del- muove le mani in ampi cerchi nell'aria- hai capito.- sorride.
Sono così felice per lei, merita questa gioia. I suoi genitori non hanno accettato il fatto che le piacessero le ragazze e, dopo innumerevoli litigi, è andata a vivere da suo nonno. Lui è un vecchietto gentile e pieno di umorismo. Mi è capitato di parlarci qualche volta e l'ho trovato fantastico.
-Se hai aperto la porta con così tanta fretta, senza vedere nemmeno il foulard verde legato alla maniglia- continua e pare voglia sottolineare quest'ultime parole- vuol dire che ciò che ti turba è importante.-
-Ti sei messa a studiare psicologia con costanza, vedo-
-Anche Amber studia psicologia- dice divertita.
-Capisco- sospiro.
-Brian?- mi coglie di sorpresa. Rimango in silenzio per qualche secondo. Beccata...
-Sì beh- balbetto-hai sentito cosa ha fatto?-
-Sì, me lo ha detto Colton. Tipico di Brian Stephens-
-Tipico di Brian Stephens- ripeto a bassa voce, più per me stessa che altro.
-Non riesco a non pensarci- butto la testa indietro fino a fissare il soffitto bianco. Lei sa tutto del mio patto con Brian, di quello che ho vissuto con lui e dei rischi che avrebbe portato.
Melanie si alza e slega piano il pezzo di stoffa dalla maniglia e se lo arrotola tra le mani, posandolo in uno dei cassetti del suo comodino, assieme agli altri due.
-È tossico per te, lo sai. Stare al suo fianco intendo, lui è pericoloso e imprevedibile, non fa per te- dice in tono saggio.
-Guarda ogni ragazza con la promessa di una notte assieme e poi passa ad un'altra- continuo io con disprezzo, ma senza troppa convinzione.
-Già...- Mel lo nota.
-Ti manca?- Muovo la testa a destra e a sinistra.
-Sii sincera-
-No, non mi manca-
-E invece sì- mi zittisce puntandomi un dito contro con fare trionfante- perché se non ti mancasse avresti chiesto "Chi?"-
-Ma cosa c'entra?! Abbiamo appena parlato di lui, credevo fosse sottinteso!-
-No no, ho ragione, fine della storia. Ma, sono seria, stai attenta- borbotta.
Impazzirò se continuerà a psicoanalizzarmi così.
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