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Fiamme dell'inferno

DISCLAIMER: A mia discolpa posso dire che, quantomeno nella mia testa, faceva ridere.

Si udì una raffica di secchi colpì sul portone di legno della grande sala in pietra, e così Frollo dovette per forza interrompere la propria canzone, avendo anche un discreto fiatone.
Pochi istanti dopo una delle sue guardie, vestita di tutto punto con elmo, corazza e gambali, fece la sua comparsa, proiettando nella stanza la luce chiara proveniente dall'esterno.
<<Ministro Frollo>> disse, in tono serio e compito <<La Zingara è fuggita>>
<<Cosa?!>> esclamò lui, portandosi una mano alla testa, mentre alle sue spalle le fiamme ardevano alte e scoppiettanti nel camino monumentale.
<<Non è più nella cattedrale: è sparita>> gli spiegò l'uomo.
<<Ma come? Io->> il ministro fece una breve pausa <<Non importa. Vattene, idiota!>> esclamò.
La guardia obbedì, richiudendo il portone, e facendo ripiombare il grande salone nella luce rossastra e vagamente inquietante emanata dal caminetto.
Claude Frollo non poteva capacitarsi della notizia che aveva appena ricevuto, mentre torceva tra le mani il foulard viola appartenuto ad Esmeralda, fuori di sé dalla rabbia.
<<La troverò, la troverò dovessi dare alle fiamme tutta Parigi!>> gridò, rivolto al camino, quasi come se stesse parlando con lui.
<<Io sono un diavolo comprensivo, e cerco davvero di capire i punti di vista diversi dal mio, ma devo dire che questo in particolare mi sembra un tantino estremo, no?>>
Frollo sobbalzò, spaventato da quella voce, e si girò di scatto, percorrendo con lo sguardo l'intera sala. Fino a due minuti prima, mentre cantava, era certo di essere da solo.
Individuò quasi subito l'intruso appoggiato a pochi metri da lui, contro una delle pareti, con una gamba piegata all'indietro, il piede appoggiato al muro.
Era un uomo alto, dai capelli e dagli occhi scuri, che indossava dei vestiti assurdi. Il magistrato era certo di non averne mai visti di simili, in tutta la sua vita.
<<Chi siete voi?!>> esclamò, con fare autoritario ed arrogante, già pronto a richiamare indietro la guardia, perché si sbarazzasse di quell'intruso.
Lo sconosciuto gli sorrise, sfregandosi le mani con ostentata soddisfazione:<<Il mio nome è Lucifer, Lucifer Morningstar>> rispose, e poi, intuendo ciò che l'altro aveva in mente <<Io non lo farei, se fossi in te>> disse.
Claude Frollo si immobilizzò, mentre un brivido di paura gli trafiggeva le membra, proprio come era accaduto anni prima, davanti alla cattedrale di Notre Dame. Quel Lucifer parlava un francese a dir poco perfetto, ma chiaramente non era francese.
<<C-Che cosa volete da me?>> il magistrato indietreggiò involontariamente di qualche passo.
Il diavolo gli sorrise ancora, amabilmente, passandosi la lingua sul labbro superiore:<<Mi sorprendo che tu me lo chieda>> asserì, godendosi il momento <<Non sei tu quello che ha passato gli scorsi due minuti e mezzo cantando a squarciagola, riguardo al "fuoco dell'inferno che brucia dentro me"? Beh, sono qui per rassicurarti, caro: questo non è nulla, rispetto a ciò che ti aspetta>>
Frollo sbatté ripetutamente le palpebre, senza capire quelle parole, ma con una brutta sensazione che gli si faceva strada nello stomaco:<<Chi siete?!>> ripetè.
Lucifer fece qualche altro passo verso l'uomo, che indietreggiò ancora:<<Sono il diavolo, ovviamente>>
Il magistrato crollò allora in ginocchio sul pavimento di pietra, tirando fuori da sotto la tunica una croce di legno intagliato, ponendosela tra le mani ed iniziando a recitare sotto voce un Pater noster in latino.
Il diavolo scoppiò a ridere di gusto, coprendosi la bocca con entrambe le mani, faticando a credere a quella reazione così colorita senza nemmeno il minimo straccio di una prova riguardo la sua vera natura. Lucifer pensò che probabilmente qualcuno lì aveva la coda di paglia, e non a torto, tra l'altro.
<<Caro, considerando che hai passato gli ultimi giorni a fare pensieri irripetibili nei confronti di una ragazzina gravemente minorenne, temo che dovrai impegnarti più di così per sfuggire alla punizione che ti attende>>
Ma, dato che il magistrato non accennava a smettere di pregare sottovoce, Lucifer iniziò a perdere la calma:<<Puoi smetterla di chiamare in causa mio Padre, per favore?!>> esclamò <<È davvero irritante quando voi umani iniziate a fare così, e mi fa piuttosto arrabbiare, di solito>>
Ormai Frollo, praticamente prostrato per terra e tremante come una foglia, aveva compreso di che portata - in senso prettamente biblico - fosse il personaggio che si ritrovava di fronte.
<<Vi prego, anzi, vi scongiuro, di provare a comprendere la mia posizione, e-e i motivi per i quali ho compiuto le scelte che ho compiuto, vossignoria>> il magistrato aveva persino gli occhi umidi <<Vi scongiuro di essere clemente, nei miei confronti>>
Lucifer avanzò ancora, colmando la distanza tra quella sottospecie di uomo riverso sul pavimento e le proprie scarpe di cuoio italiano:<<Clemente, mh?>> si chinò appena su di lui.
<<Vi scongiuro>> ribadì Claude, tremando così forte che sembrava sul punto di andare in ipotermia, se visto dall'esterno <<Vi scongiuro, vossignoria, abbiate pietà di me>>
<<Pietà di te?>> Lucifer rise di nuovo, godendosi quel momento di svago dai suoi doveri come Re dell'Inferno <<Perché, tu hai forse avuto pietà di tutte le persone che hai fatto imprigionare, processare e assassinare solo perché erano gitani?>>
<<V-Voi non capite, voi non capite!>> esclamò Frollo, mettendosi in una posizione più dignitosa, sulle ginocchia.
<<Ma certo che non capisco, dopotutto come potrei!>> Lucifer tirò fuori dalla tasca dei pantaloni una sigaretta e se la infilò tra le labbra.
Poi, fregandosi nella stessa tasca, prese un accendino, con il quale la accese.
Claude Frollo, a quel punto, si atterrì ancora più di quanto già non lo fosse, vedendo quella strana macchina che produceva una piccola lingua di fuoco. Quella vista gli apparve come la conferma definitiva che, l'uomo che si trovava davanti, dovesse per forza di cose essere il diavolo.
<<Però ho salvato Quasimodo!>> riuscì a balbettare l'uomo, alla disperata ricerca di una propria azione magnanima da sfoggiare.
<<Sì, questa sarebbe una buona azione...Un vero peccato che tu abbia ucciso sua madre, appena prima, e l'abbia preso con te solo perché temevi che il mio caro Papà Onnipotente ti avrebbe punito, altrimenti. Per non parlare del fatto che l'hai obbligato a trascorrere una vita di reclusione, inculcandogli l'idea di essere un mostro>>
Frollo scuoteva meccanicamente la testa, di qua e di là, come in conseguenza di un forte trauma psicologico. Lucifer pensava che fosse esattamente ciò che quell'uomo - ammesso che potesse essere definito tale - si meritasse.
<<Che c'è?>> gli sussurrò, accovaccinadoglisi accanto <<Iniziamo a sentirci un pochino in colpa, mh? Mi sembra giusto>>
Poi il Re dell'Inferno sbadigliò, iniziando a stufarsi di quella situazione, nonostante solo un quarto d'ora prima gli sembrasse la cosa più eccitante dell'universo.
Quindi si girò, senza dire più una parola, e si avviò verso l'alto portone di legno della stanza, pronto a tornarsene al suo dominio, per non dare ad Amenadiel la soddisfazione di venirlo a riacciuffare.
<<No, aspettate!>> Frollo si rimise in piedi, barcollando, d'improvviso terrorizzato nel vederlo andare via <<Io non andrò all'inferno. Che voi siate davvero il diavolo o meno, poco importa: perché io non finirò all'inferno>> dichiarò, ritrovando il suo usuale cipiglio di superiorità <<Perché sono un uomo buono, un uomo che ha servito la legge, la legge di questa città, per tutta la sua vita! Non merito questo, Dio m'è testimone!>>
Lucifer sbuffò, avendo creduto di essere stato abbastanza chiaro riguardo a quanto lo infastidisse che suo Padre fosse chiamato in causa.
<<Ne sei sicuro?>> si limitò a chiedergli il diavolo, sibillino. Lui stesso l'aveva sentito dire che, pur di trovare quella povera ragazza, sarebbe stato disposto a far bruciare tutta Parigi, perciò dubitava fortemente che egli fosse un "uomo buono".
<<Beh, io devo andare>> l'ex Portatore di Luce unì i palmi delle mani, come se stesse pregando, in un movimento il cui senso sfuggiva completamente a Frollo.
<<Non temere: presto ci rivedremo di nuovo, in un posto...più caldo>> queste parole da parte del diavolo furono l'ultima cosa che il magistrato udì da lui.
Poi sbatté le palpebre per una frazione di secondo, e, quando riaprì gli occhi, il fuoco nel caminetto era spento e lui si ritrovava da solo, in una stanza buia.

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