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17. Erotico massaggio (REV)


Se per Severus non era stato facile addormentarsi con Crystal fra le braccia, svegliarsi fu prova ancora più difficile, il desiderio di nuovo a torturare il suo corpo sovreccitato.

Ma se la sua donna voleva dormire tra le sue braccia, non glielo avrebbe più rifiutato, anche se controllarsi e negarsi il piacere si faceva ogni momento più arduo e doloroso.

Eppure, sapeva che non avrebbe ceduto: era importante che Crystal vincesse le sue paure e ammettesse d'essere innamorata e di sapere anche lei amare. Nessuno, meglio di lui, sapeva quanto quell'accettazione era importante per la loro futura felicità.

Fare l'amore con Crystal sarebbe stato meraviglioso, ma per lei era importante se, al culmine del piacere, avesse potuto abbandonarsi senza più remore e gridare infine il suo amore.

Sospirò piano, chiedendosi quanto tempo ancora ci sarebbe voluto, e se ce l'avrebbe fatta a resistere.

Certo, avrebbe anche potuto concedersi l'effimero sollievo di un solitario piacere, oppure rispolverare la pozione usata quando le normali esigenze fisiologiche di un giovane uomo si erano fatte troppo impellenti, nei primi anni dopo la caduta di Voldemort. Ma non voleva cedere: si era imposto un ferreo autocontrollo e con la mente era riuscito a dominare ogni più normale istinto, anche quello sessuale.

La pozione avrebbe ucciso il suo desiderio che, invece, per quanto tormentoso, lo faceva sentire vivo e normale. Era una sensazione bella e intensa, da troppi anni non provata, per rinunciarci e sedarla con un filtro.

Cercare una solitaria soddisfazione, invece, gli sembrava squallido in confronto all'amore che provava per Crystal: non voleva proprio ridursi a usare quel meschino ripiego.

Del resto, durante la notte il suo corpo trovava spesso un'autonoma liberazione e la sua salute non ne avrebbe risentito.

Adesso che Crystal dormiva tra le sue braccia, la questione poteva diventare imbarazzante, ma nessuna pozione al mondo avrebbe mai potuto impedirgli di fare in sogno ciò che si negava da sveglio. Tutto il resto, poi, era solo un'ovvia conseguenza fisiologica, inevitabile nelle sue condizioni: se ci fosse stato un modo per evitarla, lo avrebbe già scoperto. Ma, almeno nel sonno, il suo corpo si prendeva la rivincita sul rigido controllo mentale imposto da innumerevoli anni.

Sì, resistere ancora sarebbe stato difficile, ma ce l'avrebbe fatta.

Il pensiero che più lo sosteneva era la certezza che Crystal lo amasse: doveva solo attendere che vincesse la paura di lasciarsi andare all'amore.

Nessuno più di lui la comprendeva, ma non riusciva a capirne l'origine.

Crystal si mosse: stava per risvegliarsi.

Il mago scivolò silenzioso fuori dal letto, il solito sorrisetto ironico sul viso: chissà, magari una bella doccia di primo mattino avrebbe avuto effetto almeno fino all'ora di colazione!

Lo sapeva, era una vera e propria fuga: ma, dopo la sera precedente, se Crystal l'avesse anche solo sfiorato, sarebbe accaduto l'irreparabile.

E non era il caso, no, non lo era proprio.

*

Erano passate troppe notti da quando Crystal aveva cominciato a dormire nel suo letto e la situazione era insostenibile.

Non voleva cedere, ma lei si dimostrava altrettanto testarda nel non voler affrontare le motivazioni alla radice delle sue paure.

Non sapeva più cosa fare per convincerla ad aprirsi con lui, permettendogli di aiutarla a venire a capo del problema. Però non voleva forzarla e nemmeno violare i suoi pensieri.

I giorni passavano e non riusciva a cavare un ragno dal buco, mentre la voglia di fare all'amore con Crystal, continuamente frustrata, lo faceva letteralmente impazzire.

Era al limite, i nervi troppo tesi, così quel mattino era stato più sgradevole del solito con gli studenti, ma tutto era rimasto sotto controllo fino a quando non si era trovato davanti quelli del terzo anno.

E Crystal.

Già solo vederla entrare in classe gli aveva rimescolato lo stomaco e ne era stato seccato. Rendersi conto che non riusciva a fare lezione come avrebbe dovuto, perché i suoi occhi continuavano a volgersi verso di lei, contribuì a incrementare l'irritazione.

La situazione stava diventando insopportabile.

Finì per scaricare i nervi su un paio di studenti incapaci e questo fece scattare Crystal, nervosa quanto lui. L'aveva redarguita in malo modo e lei gli aveva risposto con la solita sfacciataggine, così si era ritrovato, assurdamente, a punirla ancora una volta.

Crystal, la sua donna, in punizione!

Doveva essere impazzito per perdere il controllo fino a quel punto.

Quando tornò nel suo studio, dopo la veloce cena, Crystal già lo attendeva. Non sembrava arrabbiata, come lui temeva. Anzi, sembrava compiaciuta e, sì, anche eccitata.

In un attimo se la ritrovò fra le braccia, le labbra golose a cercare le sue per perdersi in un lungo bacio appassionato, il corpo che aderiva voglioso e ardente al suo.

Non si aspettava la focosa accoglienza, ma non seppe sottrarsi e la strinse forte a sé: le mani, sfuggite al ferreo controllo, scivolarono sui fianchi della maga e poi sul fondo della schiena per premerla contro di sé, a fare esplodere la propria eccitazione.

Ancora lo stava baciando, quando le piccole mani della maga corsero a slacciargli con foga i bottoni della casacca dopo avergli sfilato il mantello dalle spalle.

Per Merlino, cosa stava facendo, cosa stava succedendo?

- Cosa diavolo vuoi fare? – esclamò, fermandole le mani con decisione.

La maga si bloccò un attimo, attonita:

- Mi hai punita, hai detto davanti a tutti di venire nel tuo studio subito dopo cena... e mi guardavi con occhi di fuoco! – esclamò, mentre con la mano scendeva rapida sul suo ventre fino a raggiungere, sfacciata, il rigonfiamento del suo desiderio. – Credevo tu volessi...

Il mago bloccò la mano con severità e sibilò:

- Nulla è cambiato, per me, se non lo è per te. Tu sei qui per scontare la tua punizione.

Crystal lo squadrò incredula:

- Stai scherzando?

- Certo che no! – rispose serissimo.

- Ma cosa diavolo ti è preso?

- Potrei chiederti la stessa cosa! – ribatté con calma furibonda.

- Ma... Severus... io credevo... avevo capito...

- Credevi male e hai capito peggio!

- Insomma basta! – urlò Crystal. – Non ne posso più di questa storia insensata. Abbiamo entrambi una voglia pazza di fare l'amore ed è evidente che sragioniamo. – cercò di calmarsi e di sorridergli – E' vero, è colpa mia, ho il terrore di lasciarmi andare e di... dirti che ti amo. Ma ti voglio Severus, ti voglio... per favore... - lo implorò.

Il mago rimaneva immobile e la guardava senza parlare, un'espressione indecifrabile sul viso pallido e la vecchia freddezza negli occhi neri che riflettevano, come uno specchio impenetrabile, la luce delle torce.

Crystal capì d'aver frainteso il comportamento durante la lezione e di essersi cullata in un'illusione sbagliata per tutto il pomeriggio, ma questo la fece solo arrabbiare di più, impedendole d'accettare il rifiuto che lui, ancora una volta, con fermezza opponeva all'offerta del suo corpo.

La Crystal d'un tempo si risvegliò in lei, cattiva e indomabile, e volle solo ferirlo, come lei si era sentita umiliata per l'imprevisto rifiuto.

- Sai una cosa, Severus? Sospettare che i miei supposti problemi siano una scusa per sfuggirmi e rinviare la questione perché hai una gran paura di fare una pessima figura a letto con me! – esclamò in tono isterico.

Il volto pallido del mago, incorniciato dai lunghi capelli neri, era serio e la scrutava in silenzio, le labbra sottili rigidamente serrate.

- A dir la verità, non hai certo l'aria di uno che ha avuto molte esperienze con le donne. – rincarò, la voce più incerta.

Severus rimaneva sempre zitto, immobile, guardandola con intensità crescente.

Si sentì avvolta dallo sguardo di fuoco, come in un passionale abbraccio, e si rese conto che era troppo tardi, che non sarebbe mai più riuscita a sottrarsi al suo amore.

Che non voleva sottrarsi.

Eppure, ebbe paura e arretrò di un passo.

Il mago sorrise appena al suo indietreggiare e sussurrò:

- Non serve far l'amore con decine di donne per essere un buon amante, Crystal: basta anche una sola donna, se fai l'amore con amore.

La maga era turbata, ma allo stesso tempo ancora irritata.

- Sei tu, invece, che pur avendo avuto molti uomini nel tuo letto, non hai mai imparato ad amare. – sussurrò infine Severus.

Le parole la colpirono nel profondo: sapeva che il mago aveva ragione.

- Ti amo, Crystal, e saprò insegnarti ad amare: non sai quanto desidero farlo... ma solo quando ti deciderai a lasciarmelo fare. – sussurrò con dolce intensità – Fino a quel momento, pur se bramo il tuo corpo come neppure immagi, non voglio averlo. – esclamò con sofferta decisione. – Non ti permetterò di confondermi, nei tuoi ricordi, con un altro uomo qualsiasi. Non intendo diventare solo uno dei tanti esemplari della tua ben guarnita collezione.

La mano di Crystal scattò veloce in un sonoro schiaffo.

Severus se l'era cercato, l'aveva provocata, ma aveva ragione.

Lasciò cadere la mano lungo il fianco: avrebbe voluto chiedergli scusa, dirgli che lo amava e che mai sarebbe stato solo il ricordo di una notte da collezionare, che non era quel tipo di donna, che si stava sbagliando.

Ma sapeva anche che il suo stupido orgoglio glielo avrebbe impedito.

Eppure, in quel momento aveva capito che anche Severus, proprio come lei, temeva di amare, di essere deluso, usato e poi abbandonato. Ma aveva avuto il coraggio di lasciarsi andar e l'amore che provava era riuscito a vincere la paura.

Il mago la stava guardando, di nuovo in silenzio: lo schiaffo irato, in risposta alla maligna provocazione, gli confermava che non aveva sbagliato a giudicarla.

Così ora c'era un lieve sorriso adagiato sulle labbra sottili.

E la maga rispose a quel sorriso con il suo, piccolo, fragile e indifeso, ma traboccante d'amore.

Fu solo un attimo, nel volgere d'un battito di ciglia Severus l'aveva avvolta tra le braccia rispettose e lei stava piangendo, il volto premuto sui bottoni della casacca, mentre le mani del mago le accarezzavano delicate i capelli e la voce dolce e profonda sussurrava:

- Lasciati amare, Crystal, ti prego! Ho bisogno di amarti e di insegnarti ad amarmi. Ho disperatamente bisogno del tuo amore!

La maga sollevò il viso solcato dalle lacrime:

- Ti prego, lasciami il tempo...

- Tutto il tempo che vuoi, amore mio. Ma anche tu devi comprendere le mie paure. Anche per me non è facile, per tanti motivi, lasciarmi andare all'amore. Ma ti amo così tanto, - sussurrò con passione - hai saputo, e voluto capire, che dietro l'odiosa maschera del Professor Piton batteva un cuore. Non ti sei fermata alle sgradevoli apparenze, come gli altri, sei andata oltre, a risvegliare quel cuore, a convincerlo che poteva ancora sperare nell'amore, a farlo sognare dopo che tutti i miei sogni si erano infranti, dopo che io, solo io, li avevo uccisi. – esclamò in un sofferto sospiro – E hai risvegliato anche il mio corpo, che ora ti desidera più di quanto vorrei e sfugge di continuo al mio controllo.

- Oh Severus, anch'io ti voglio! Perdonami, a lezione ho frainteso: è evidente che il desiderio mi annebbia il cervello!

Al mago sfuggì una risatina.

- Ma come diavolo fai a controllarti così? – sbottò la maga.

- E' solo perché ti amo immensamente, - sospirò Severus - altrimenti t'assicuro che... non potrei resistere neppure pochi minuti alle tue eccitanti provocazioni.

Crystal l'osservò di sottecchi, l'espressione a farsi maliziosa quanto più un'idea si assestava nella mente. All'improvviso ebbe la consapevolezza che il mago avesse capito il suo pensiero: fu quando le sorrise facendo un cenno negativo con il capo. Crystal arrossì appena:

- Non negare: è evidente che lo fai!

Non poteva che essere così: quando la lasciava, cercava da solo la soddisfazione che si era negato con lei, liberando gli argini del proprio piacere.

- No, non voglio farlo, sarebbe inappagante... rispetto ad avere te! – sussurrò Severus con amore.

- Ma come puoi resistere, allora?

Il mago sorrise imbarazzato, e la strinse ancora piano fra le braccia:

- Ti sogno, amore mio, faccio meravigliosi sogni, la notte. E il mio desiderio esplode non più controllato e represso dalla volontà.

Severus l'avvinse forte a sé e Crystal poté constatare quanto vigorosa fosse l'eccitazione del mago. Sollevò il viso per accogliere l'appassionato bacio che voleva donarle. Un lungo bacio infuocato, mentre la teneva premuta a sé, un intenso bacio d'amore che si stemperò lento in un estenuante sfiorare di labbra e lievi carezze suoi capelli.

Crystal gemeva di piacere e desiderio abbandonata fra le sue braccia, gli occhi chiusi.

Come sono stanchi i tuoi begli occhi, povera amica!

Resta a lungo in questa posa languida

in cui il piacere t'ha sorpreso:

no, non riaprirli!

Lo zampillo che chiacchiera in cortile

e non tace notte e giorno,

alimenta dolcemente l'estasi

in cui questa sera m'ha immerso l'amore.

Come sboccia in mille fiori

lo zampillo

tra i colori lieti

della Luna!

E che pioggia di lacrime fitte

quando cade!

Pare la tua anima che incendiano

i lampi ardenti della voluttà,

mentre si slancia ardita e rapida

verso i vasti cieli incantati

e che s'effonde poi morendo

in un flutto di triste languore

scendendo da un pendio invisibile

nel fondo del mio cuore.

Come sboccia in mille fiori

lo zampillo

tra i colori lieti

della Luna!

E che pioggia di lacrime fitte

quando cade!

Come sei bella tu la notte!

E che dolce per me, chino sui tuoi seni,

udire il pianto eterno

che singhiozza nelle vasche!

Luna, acqua sonora, notte benedetta,

alberi che rabbrividite intorno,

siete voi lo specchio del mio amore,

voi con quella pura malinconia!

Come sboccia in mille fiori

lo zampillo

tra i colori lieti

della Luna!

E che pioggia di lacrime fitte

quando cade! (1)

Poi Severus sussurrò, quasi a fatica:

- Ti amo...

Crystal riaprì gli occhi e lo vide, i denti ancora e sempre intenti a torturare le labbra sottili: sembrava sul punto di esplodere.

- Severus! Ma come diavolo fai a resistere?

- Non lo so. Ma non intendo cedere. – sospirò ostinato. – Voglio il tuo amore, prima del tuo corpo! – esclamò tornando a rimirarla con i luminosi occhi di cristallo nero.

- Perché vuoi torturarti così?

- Temo sia una mia dannata abitudine: è da così tanti anni che mi tormento con rimorsi e sensi di colpa! – sussurrò amaro – Forse voglio solo ristabilire la parità: gli splendidi sogni in cui faccio l'amore con te hanno scacciato gli incubi che da anni mi angosciavano ogni notte. – mormorò, cercando invano di ripescare da qualche parte il suo ironico sorriso – Visto che non soffro più di notte, cerco di recuperare con il tormento diurno!

- Oh Severus! – esclamò scrollando il capo - Ma perché vuoi torturare anche me, allora?

Crystal affondò il viso nel petto del mago: sapeva che sarebbe diventata paonazza.

- Ti desidero così tanto, Severus, i tuoi baci mi fanno venire una tale voglia che non resisto proprio. Così mi accarezzo e penso a te... sempre più spesso. Non sarà del tutto appagante ma... meglio di niente!

Il mago le sollevò con dita delicate il volto e sussurrò, incantato:

- Sei così bella, con questo rossore sul viso!

- Mi vergogno da morire – mormorò – ero così sicura che anche tu...

Severus rimase immobile per un istante, poi la strinse forte tra le braccia e le sfiorò le labbra con le sue, dolcissime, sussurrando:

- Povero amore mio! Allora... temo di dover trovare una soluzione alternativa! – sussurrò, un guizzo malizioso nei brillanti occhi neri.

Con decisione la sollevò tra le braccia e si diresse nel proprio appartamento, tramite il passaggio segreto aperto affinché nessuno studente potesse avvedersi di loro.

La adagiò piano sul letto e rimase a guardarla, con disperata intensità:

- Sei bellissima, Crystal, troppo bella per uno come me.

- Come sei sciocco, Severus... - sussurrò, sorridendogli con tenerezza.

Il mago rimase ancora immobile a rimirarla.

- Cosa vuoi fare? – mormorò, imbarazzata sotto l'intenso sguardo delle iridi di fuoco nero.

- Massaggiarti: sei rigida per la tensione. – rispose, come se fosse la cosa più sensata in quel momento. – Avanti, stenditi a pancia in giù e lascia che mi occupi della tua schiena. – aggiunse terminando di slacciare la casacca per toglierla e farla scivolare piano a terra.

Crystal ubbidì, non prima di aver lasciato correre lo sguardo lascivo sul corpo magro di Severus: la morbida camicia bianca lasciava intravedere, dai legacci di seta allentati, la pelle, altrettanto bianca e delicata, mentre i pantaloni gli fasciavano stretti i fianchi, rivelando la virile eccitazione.

Sospirò e chiuse gli occhi, attendendo le sue mani.

Il tocco leggero delle dita le diede subito i brividi: gli abiti scomparivano mano a mano che la sfiorava e, dal collo, la lieve carezza era giunta fino alle caviglie; sapeva che il proprio corpo, nudo, era esposto al suo sguardo ardente.

E intanto si lascia lisciare

la pelle di seta dorata,

con gli oli e le essenze più rare.

Nel vaso un fior sembra mancare.(2)

Crystal strinse più forte gli occhi quando lo sentì salire sul letto e inginocchiarsi a lato.

Le mani di Severus si appoggiarono piano sulle spalle per cominciare un lungo, languido massaggio, che le avvolgeva piano il collo inducendola a rilassarsi. Le dita corsero veloci sulla pelle, lungo la colonna vertebrale, fino all'ultimo disco. Poi risalirono lente, allargando la carezza ai fianchi, tornado al collo e alle spalle.

Un massaggio dolce ed energico al tempo stesso, ma anche carezze erotiche che nutrivano la pelle fremente, sensuali lusinghe che alimentavano il desiderio.

Crystal affondò il viso nel cuscino e strinse forte le lenzuola tra le dita, cominciando a gemere piano.

Un movimento leggero e Severus era in ginocchio a cavallo delle sue cosce, le mani delicate di nuovo ad accarezzarle le spalle e la schiena. Poi le labbra del mago seguirono la scia tracciata dalle dita e Crystal si sentì morire, mentre brividi di piacere si diffondevano in profondità lungo il corpo.

Le labbra di Severus sembravano fuoco sulla pelle, che vibrava al tocco umido della punta della sua lingua. La leccò piano, succhiò i fianchi, morse i glutei sodi e solleticò la tenera pelle all'interno delle cosce. Poi tornò a baciare il collo e la nuca, a morderle piano i capelli e poi le spalle, mentre le sue mani la carezzavano ancora, scendendo fino alle cosce, avvolgendole i fianchi fino ad insinuarsi sotto il suo ventre.

I gemiti di piacere di Crystal aumentarono d'intensità.

Conoscendo il mio cuore, la mia adorata era là, nuda,

con indosso soltanto i gioielli suoi sonori

.........

Che estasi travolgente quel mondo splendente

di metalli e diamanti nella fremente danza

.........

Era distesa là e si lasciava amare,

sorridendo di piacere dall'alto del divano

al mio amore profondo e dolce come il mare

che verso lei saliva come contro una scogliera.

Con gli occhi fissi su di me, come una domata tigre,

assumeva pose varie con aria vaga e sognante

e il suo candore unito alla lascivia

dava nuovo fascino alle sue metamorfosi:

braccia e gambe, cosce e reni,

lisce come olio, ondulanti come cigni,

mi passavano davanti agli occhi sereni e veggenti;

il ventre e quei grappoli di vigna dei suoi seni

come si protendevano, più leziosi di Angeli del male,

a turbare il quieto riposo della mia anima

e smuoverla dalla roccia di cristallo

dove s'era rifugiata calma e solitaria!

.........

La lampada era già rassegnata alla sua morte

e solo il focolare dava luce alla stanza:

ogni suo sospiro che sprizzava fiammeggiante

inondava di sangue quella pelle d'ambra!(3)

Severus le concesse una breve tregua, ma solo per occuparsi di gambe e piedi: un massaggio ancora misto a carezze e baci, la lingua a scorrere leggera sulla pelle, dalle caviglie fino in alto, all'interno delle cosce appena divaricare. Crystal tremava e gemeva.

Poi Severus fu di nuovo su di lei, seduto a cavalcioni sotto i glutei, chi9nato sulla schiena, ad accarezzarla con il suo petto nudo, la leggera camicia di seta svanita nel nulla.

Crystal sentì i capezzoli del mago, piccoli e rigidi, disegnare complicati arabeschi sulla pelle che vibrava al loro passaggio. Strinse più forte il lenzuolo tra le dita, quasi a volerlo strappare, mentre la mano del mago s'insinuava ancora sotto il ventre, scendendo piano verso l'inguine.

Inarcò la schiena sollevandosi sulle braccia e Severus fece scorrere in alto le mani, fino ad avvolgere i seni e a strofinarle piano i capezzoli, turgidi di desiderio come non mai, mentre con i suoi, dolorosamente ritti, ancora le sfregava le spalle.

Crystal gemette più forte cercando di voltarsi, ma il mago la fece di nuovo appoggiare al cuscino cercando però le sue labbra per un bacio infuocato dalla passione che li stava travolgendo.

Tornò a carezzarle la schiena e a lambirgliela con le labbra, mentre con il bacino si muoveva sensuale sui glutei, senza più che i pantaloni si frapponessero quale sottile schermo fra loro.

Crystal si sentì mancare il fiato, mentre i battiti del cuore accelerarono all'improvviso: Severus si sosteneva sulle braccia e le stava accarezzando la schiena con il suo membro gonfio e pulsante.

La percorreva piano, disegnando eccitanti carezze con la punta calda e umida, segno di un desiderio fin troppo esacerbato, ma sempre dominato. Adagio scese verso il basso, fino a premerlo tra i glutei e a lasciarlo poi scivolare giù, piano, stretto tra le cosce, alla ricerca della sua eccitata e calda intimità.

Crystal fremette di desiderio mentre Severus la baciava sul collo e le insinuava di nuovo la mano sotto il ventre scendendo infine tra le gambe, ad accarezzarla là dove la brama bruciava più del fuoco.

Solo pochi istanti di ardenti carezze e Severus le permise infine di girarsi per cominciare ad accarezzarle e baciarle il seno e il ventre, tornando poi a dedicarsi con infinita dolcezza al suo viso e alle labbra che, languide, lo invocavano tra gemiti di piacere che salivano d'intensità.

- Severus... Severus...

- Crystal... amore...

Il mago si morse forte le labbra, mentre si sollevava sulle ginocchia a rimirare la sua donna, la donna che desiderava da impazzire e che voleva amare con tutto se stesso.

Crystal allungò le mani per accarezzare la sua erezione, che si ergeva imperiosa davanti agli occhi, offrendole lacrime preziose di desiderio, ma, con un sorriso malizioso sulle labbra, Severus glielo impedì sussurrando a fatica, con voce roca:

- Se solo mi sfiori... non sarò più in grado di resistere... mentre ancora voglio giocare con te e farti godere, amore mio!

Si chinò accarezzandola di nuovo con tutto il corpo, sfiorandole i capezzoli con i suoi e il ventre con il membro umido, strofinandolo poi sul pube e lasciandolo di nuovo scivolare tra le cosce, a rintanarsi vicino alla pulsante intimità.

Con la mano ne diresse la punta ad accarezzare la parte più sensibile mentre la maga gemeva e si contorceva sotto di lui e il piacere di Crystal saliva improvviso e rompeva gli argini, esplodendo tra le sue mani che, insieme al suo membro, la stimolavano con intensità.

Ancora stava vibrando nell'orgasmo, quando le dita di Severus si intrufolarono piano in lei e la sua bocca scese a suggere il nettare del piacere, finché la lingua riprese ad accarezzare deliziosa il prezioso fiore.

Crystal riprese a gemere forte sussurrando il suo nome:

- Severus... Severus... mi fai impazzire. Ti voglio, Severus, ti voglio...

Il mago si stava dedicando solo al piacere della sua donna, dimentico di sé, desiderando solo che Crystal godesse ancora, la lingua ad accarezzarla senza interruzione e le dita a penetrarla con delicato vigore. La maga gemeva forte e tremava.

Continuò a carezzarla con la mano, tornando a cercare le labbra per spegnerle i gemiti con un bacio appassionato, mentre il suo corpo urlava di desiderio e il suo membro, dolorosamente gonfio e pulsante, di nuovo si adagiava nell'intima calda culla. Crystal sollevò appena il bacino per accoglierlo e lui, senza neppure volerlo, si trovò in lei, vibrante di passione.

Per un istante rimase immobile, come folgorato: chiuse gli occhi e aprì la bocca in un lungo gemito, di colpo senza fiato, il cuore travolto dalla sensazione che sconvolgeva i suoi sensi, avvolto nella bruciante intimità pulsante. Riaprì gli occhi, solo per vedere l'estasi sul volto di Crystal: cominciò a muoversi piano, sprofondando sempre più languido nel suo corpo, il desiderio irrefrenabile che lo spingeva a cercare il proprio appagamento, a possederla fino in fondo, a sfogare la propria voglia. Accelerò il ritmo dei movimenti, sentendola ansimare e fremere sotto di sé, ogni spinta profonda accolta da un mugolio di godimento.

Sentiva il piacere crescere in lei, come un'onda che sommergeva ogni razionale percezione, lasciando che l'istinto diventasse l'unico padrone del corpo di Crystal e annullasse ogni paura.

- Dimmi che mi ami, Crystal... dimmelo ora... ti prego... - implorò.

Per un istante la maga riuscì ad aprire gli occhi, colmi di piacere, poi li richiuse e, mentre raggiungeva il culmine dell'estasi, gridò il suo amore:

- Severus... ti amo, Severus...

Il mago sorrise, infinitamente felice:

- Ti amo, Crystal, ti amo! - e continuò a muoversi in lei, esaltando il suo godimento e rinnovandolo a ogni spinta, lenta e profonda.

Poi scese sulle sue labbra, a raccogliere gli ultimi rivoli di piacere che, con immenso amore, aveva donato alla sua donna.

Infine, uscì da lei, ansimante, e la strinse forte a sé, ancora una volta reprimendo e negando il proprio piacere.

Crystal all'improvviso comprese e lo guardò sbalordita esclamando:

- No, non è giusto, non voglio che te lo neghi ancora!

Severus sorrise a fatica, mordendosi forte le labbra, e mormorò appena:

- E' solo per amore che rinuncio al mio piacere. Per offrirlo a te, per farti capire quanto grande è il mio amore, quanto sono disposto a rinunciare e a soffrire per te, per amor tuo!

Crystal lo osservò sconvolta.

Severus stava impazzendo di desiderio: già prima di cominciare a fare l'amore era pericolosamente vicino a lasciar traboccare il suo seme e, invece, ancora si imponeva un tremendo controllo, ormai molto doloroso, oltre ogni accettabile limite.

Lo stava facendo solo per lei, per dimostrarle che era diverso da ogni altro uomo e il suo era vero e infinito amore.

Per aiutarla ad abbandonarsi all'amore, per insegnarle ad amare.

E ci era riuscito, anche se ancora non lo sapeva.

No, non poteva permettergli di soffrire continuando a negarsi il piacere che le aveva invece donato con tanta generosità.

- No, Severus, non voglio. Ti prego... continuiamo a fare l'amore. - lo implorò.

Il mago chiuse gli occhi e si lasciò sfuggire un penoso sospiro.

- Ti amo, Severus! – sussurrò infine Crystal con passione.

Severus spalancò gli occhi: il cristallo nero degli occhi del mago sfolgorava vicino all'azzurro infinito dei suoi, mentre le sorrideva e sussurrava:

- Ti amo, Crystal, ti amo, ti amo!

Poi si girò verso di lei e con ardore la baciò, sopraffatto dalla passione.

La maga scivolò sotto di lui offrendogli il proprio corpo, con voluttà.

Severus si sollevò sulle braccia e piano, con trattenuto impeto, penetrò in lei sussurrando:

- Crystal... amore!

Ricominciò a muoversi, dapprima lento e in profondità, poi sempre con maggior fervore e travolgente passione, di nuovo portandola al culmine del piacere e, infine, si concesse di godere con la sua donna, inondandola di sé in un'esplosione di lancinante piacere, mentre ancora sussurrava con infinito sentimento:

- Crystal... ti amo, ti amo! – cui facevano eco i dolci sussurri di Crystal:

- Severus... amore!



(1) Baudelaire, Les Fleurs du Mal, tratto da « Galanterie »: VIII – Lo zampillo

(2) Baudelaire, Les Fleurs du Mal, poesie aggiunte alla terza edizione: VIII – Assai lontano da qui.

(3) Baudelaire, Les Fleurs du Mal, tratto da Poesie condannate: VI – I gioielli.

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