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1. L'arrivo (REV 2022)

L'imponente portone del castello di Hogwarts era spalancato. Nel cielo terso, di un azzurro intenso, splendeva il sole che, inclinato sull'orizzonte, inondava il Salone d'Ingresso con luce abbagliante.
La Professoressa McGranitt, nera figura sottile che risaltava in controluce, esclamò con voce squillante:
- La nostra nuova studentessa, finalmente!
Nella bagliore accecante dell'esterno, la donna balzò a terra dal grande cavallo bianco, quale tigre sinuosa e impavida amazzone.
Fulgori bronzei e caldi riflessi ambrati ne fasciavano strettamente il corpo, mentre splendenti barbagli dorati, avvinti e mischiati con vermiglie venature, ondeggiavano nel suo mantello leggero. I lunghi capelli biondo scuro, con striature dorate che catturavano i raggi del sole calante, scendevano in morbidi e lenti riccioli sulle spalle erette. Un sorriso radioso le illuminava il viso abbronzato.
Il Professor Severus Piton passava in quel momento nell'ingresso e curvò le labbra nel consueto e sgradevole sorriso: era giunta la nuova protetta di Silente, sicuramente una Grifondoro, già al solo vederla di sfuggita!
Osservò l'imponente cavalcatura bianca allontanarsi senza sella e cavaliere: non si sarebbe stupito di più vedendola arrivare su un Pegaso alato!
Scrollò stizzito il capo: erano solo altri guai in arrivo, come se non ne avesse già abbastanza, di problemi, con il ritorno di Voldemort. Come sempre erano portati dalle avventate e irragionevoli idee del vecchio Preside.
Questa volta sembravano proprio guai grossi: quella non era una bimbetta, non era una fanciulla indifesa! Era una donna fatta e finita, una gran bella donna a dire la verità, sicuramente oltre la trentina e dall'aria sicura e decisa: avanzava con l'incedere di una dea abituata al tributo di profondo rispetto.
Alta e snella, la figura si stagliava con fierezza sulla soglia, illuminata dal sole che s'incamminava al tramonto, quasi adombrando la figura scura della pur rigorosa e intransigente Minerva McGranitt.
Sì, senza alcun dubbio, insoliti guai si preannunciavano nell'anticipato inizio del nuovo anno scolastico a Hogwarts: non c'era neppure bisogno di scomodare la Cooman e le sue dannate profezie per comprenderlo.
La nuova venuta avanzò decisa e il Professor Piton si ritrasse rapido nell'ombra, scivolando di lato per raggiungere l'imboccatura delle scale che conducevano al suo sotterraneo.
Fu solo un istante, un brevissimo e fugace momento, ma i loro occhi s'incontrarono: cielo luminoso percorso da nuvole di tempesta, raggi di sole oscurati da strali di bufera. Non aveva mai visto occhi come quelli, allegri e pieni di vita, completamente pervasi di luce, eppure profondi e determinati, decisi a tutto, anche a immergersi nella più totale oscurità: erano scintillanti diamanti che ammaliavano gli incauti, solo per imprigionarli nel pericoloso abisso dei loro plumbei riflessi.
Con sforzo distolse lo sguardo e s'infilò veloce giù per la scalinata: sì, grossi guai erano in arrivo, più infidi di quanto potesse immaginare!

- Crystal... qui, da questa parte! – esclamò la Professoressa McGranitt.
La donna continuava a scrutare immobile nell'oscurità, dove un'ombra tenebrosa l'aveva fissata per un breve istante: un uomo, nei cui profondi occhi di nero cristallo brillava vivida un'intensa luce che sapeva rischiarare anche la notte più profonda.
- Chi era? – domandò indicando la scalinata in discesa.
La professoressa McGranitt abbozzò un tranquillizzante sorriso e sollevò appena le spalle:
- Niente di preoccupante, cara. Era solo il Professor Severus Piton. Non devi aver timore di lui: non è cattivo come si diverte tanto ad apparire!
- Ma io non ho paura! – si lasciò sfuggire Crystal d'istinto.
Perché mai doveva aver paura di una luce nell'oscurità?

Innumeri gemme, celate
sotterra vi stanno ignorate:
fulgore che al sol non si spande.

*

Il Professor Piton stava cercando l'ennesima nuova posizione sulla poltroncina che mai gli era sembrata così scomoda. Da quasi mezzora, Silente si dilungava su spiegazioni inerenti la nuova studentessa arrivata in modo così "abbagliante" quello stesso pomeriggio: Crystal Storm.Era figlia di cari amici dello stesso Silente, che si erano opposti a Voldemort ancora prima che fosse chiaro a tutti quanto l'Oscuro Signore potesse essere pericoloso per il loro mondo. Erano maghi potenti e molto conosciuti che per due volte lo avevano sfidato e affrontato coraggiosamente a testa alta, ma il secondo tentativo, avvenuto quando ormai l'era del terrore di Voldemort era iniziata, era stato rovinoso ed era purtroppo costato loro la vita. Tutti avevano creduto che la bambina fosse perita nello scontro fatale ma, invece, i genitori erano riusciti miracolosamente a proteggerla, forse allontanandola all'ultimo istante: nessuno sapeva come la bambina si fosse salvata.Da quanto appurato in seguito, avevano operato sulla figlia un complicato e pericoloso sortilegio d'Occultamento, durato venticinque anni, che le aveva dissimulato e inibito i poteri magici, cosicché nessun mago potesse individuarla come appartenente alla propria razza.Con la morte dei genitori, la piccola era finita per alcuni anni in uno squallido orfanotrofio Babbano, fin quando una stravagante coppia di Babbani inglesi l'aveva adottata per portarla con sé in una sperduta e selvaggia tenuta nel cuore dell'Africa.Là era rimasta finché gli emissari della Sezione Istruzione del Ministero l'avevano rintracciata un mese prima, quando, allo scadere del venticinquesimo anno, il sortilegio di Occultamento si era esaurito e i suoi notevoli poteri magici erano all'improvviso emersi con prepotenza.Non appena scoperta l'identità della maga, ormai trentatreenne, Silente era intervenuto affermando con insistenza che la Sig.na Storm aveva pieno e incontestabile diritto di frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, sebbene con il consistente ritardo di ventidue anni.- ... ho deciso di inserirla direttamente al terzo anno, condensandolo con i primi due corsi, grazie anche alle lezioni di sostegno che tutti i Professori, ne sono certo, avranno piacere di impartirle. – terminò il Preside con tono tranquillo, volgendo lo sguardo azzurro e deciso proprio in direzione del Professor Piton.Che non era d'accordo, no, non lo era per niente.Così come non aveva alcun piacere di impiegare il poco tempo libero in lezioni aggiuntive con un'arrogante Grifondoro.- E' sempre vissuta come un'insulsa Babbana, non conosce nulla del nostro mondo e della nostra cultura. – grugnì infine, gli occhi di tutti gli accomodanti colleghi puntati addosso.- E' per questo che dobbiamo impegnarci ad aiutarla. – sorrise conciliante Silente.– E' troppo vecchia, troppo condizionata da un differente modo di vivere per apprendere la magia e sapersene utilmente servire. – ribatté acido il Professore di Pozioni – Ho già un sacco d'impegni e non ho tempo da sprecare in quest'inutile scocciatura.- Severus, per favore, aspetta a giudicarla dopo aver visto la sua Aura magica. – intervenne ancora il Preside – Ti assicuro che è molto evidente, nonostante non abbia mai usato la magia!- Non ha alcuna possibilità di farcela, che l'aiutiamo o no! – replicò ancora in tono sgradevole.- Sarà il suo Capocasa a occuparsi prevalentemente di lei: tu dovrai solo dare il tuo supporto in Pozioni, ove richiesto. – cercò di rabbonirlo Silente.Piton sbuffò alzando le spalle: non correva certo alcun pericolo di trovarsi invischiato a impartire lezioni aggiuntive a quella donna, così volgarmente Babbana. Il problema sarebbe stato di Minerva e avrebbe potuto lavarsene le mani.Rimaneva, per altro, il fatto che se la sarebbe comunque trovata in classe e già questa era una notevole seccatura: subodorava problemi e pericoli variamente assortiti!Silente si era diretto alla porta e stava introducendo la nuova studentessa.

Con le vesti ondeggianti ed iridescenti,
anche quando cammina si direbbe che danzi,
come i lunghi serpenti che i sacri giocolieri
agitano in cadenza in cima a dei bastoni.

Con che indifferenza lei si svolge,
come la sabbia cupa e l'azzurro dei deserti,
insensibili all'umana sofferenza,
come le lunghe trame delle onde marine!

Che splendidi minerali quei suoi occhi tersi!
E' una strana e simbolica natura,
un misto d'angelo inviolato e sfinge antica,
un tutto d'oro, acciaio, luce e diamanti.

Piton notò che indossava ancora l'eccentrica tuta attillata che, dall'indefinibile combinazione di colori e tessuti, sembrava un'improbabile armatura di sottilissimo metallo. Ciò che nel pomeriggio aveva scambiato per un mantello, era invece una sopragonna che le cingeva lo stretto vitino e scendeva, leggera e svolazzante, ad avvolgere le lunghe e affusolate gambe. Pessima la scelta dei colori, rosso e oro, che, ovviamente, la diceva lunga sulla futura assegnazione alle Case di Hogwarts.Era alta e snella, con un corpo sensuale dall'accentuata femminilità. La pelle era abbronzata, certo a causa della lunga permanenza in Africa. Nel viso risaltavano gli stupefacenti occhi che lo avevano colpito quando ne aveva incontrato lo sguardo poche ore prima: erano di un azzurro intenso ma anche mutevolmente e profondamente grigi; vi brillavano pagliuzze dorate, al contempo oscurate da plumbee venature.Luce e tenebre si rincorrevano senza posa nelle iridi ma, inspiegabilmente, sembravano essere sempre in perfetto equilibrio.

Voi non potete ridervi degli occhi più ammirevoli,
occhi della mia bimba, da cui filtra e s'invola
un non so che di buono, di dolce che consola,
come la Notte! Oh tenebre soavi ed incantevoli!

Occhi della mia bimba, arcani e tanto amati,
voi somigliate a certe misteriose grotte,
dove, fra l'ombre dense della più scura notte,
vagamente scintillano dei tesori ignorati.

La mia bambina ha gli occhi scuri, profondi e vasti
Pari a te, Notte immensa, e come te stellanti!
Commisti, Amore e Fede, vi splendono raggianti,
in fondo, come lumi, voluttuosi o casti.

Il sorriso che aleggiava sulle morbide labbra d'un rosso acceso era, senza dubbio alcuno, uno sfacciato e arrogante sorriso da Grifondoro. Il tutto era completato da lunghi capelli, leggermente mossi, di un biondo scuro qua e là screziato da sfumature più chiare, quasi dorate.Era innegabilmente una donna molto bella e attraente e questo rappresentava uno spiacevole problema in più. Con estremo fastidio valutò che erano passati innumerevoli anni, forse troppi, dall'ultima volta che si era sentito attratto in quel modo da una donna.La maga camminava con incedere risoluto, quasi altero, indifferente agli sguardi puntati su di lei. Ancora gli ricordò la sprezzante superiorità di una dea al cospetto d'insignificanti mortali.Si chiese, intimamente stupito, da dove le provenisse tutto quell'orgoglio che la faceva sentire, lei quasi Babbana, superiore ai maghi che l'attorniavano. Poi ricordò che i genitori erano entrambe purosangue e, ancora una volta, si chiese quale fosse l'effettivo valore della purezza del sangue.All'improvviso notò l'Aura magica e dovette dar ragione a Silente: per non aver mai esercitato i suoi poteri, l'Aura era inaspettatamente intensa e consistente. Questo significava solo una cosa: era una maga molto potente.E, ora che ci pensava, anche quel nome, Crystal Storm, era tutto un programma!


Avanza alta e slanciata come cacciatrice,
con il sorriso calmo e gli occhi sicuri.

Crystal sorrideva, in apparenza tranquilla e sicura, ma era ancora incredula di ciò che le stava accadendo e, soprattutto, che era avvenuto negli ultimi mesi, cambiando radicalmente la sua vita e ogni sua più ferma convinzione.Ricordava che negli ultimi mesi della sua vita da "Babbana" si erano verificati fatti molto strani, inspiegabili a dire il vero, che l'avevano impensierita; ma mai avrebbe potuto immaginare quello che era accaduto.A fine luglio, un paio di settimane prima del suo trentatreesimo compleanno, quegli strani uomini, maghi, si erano presentati all'improvviso e l'avevano portata via da casa sua, con ridotte spiegazioni. Poi, il vecchio Silente le aveva pazientemente rivelato tutto, dando una valida risposta a ogni più inverosimile domanda.Era una maga, una potente maga purosangue.Tecnicamente aveva compreso il concetto, ma ogni reale implicazione sfuggiva ancora alla sua completa accettazione. Lei, inglese di nascita, era in Inghilterra solo da un paio di settimane, ma già rimpiangeva la sua Africa, il sole ardente, lo spazio infinito, la totale libertà e il suo potere e superiorità in mezzo ai "selvaggi". In fondo, era sempre stata una "maga" immensamente potente per quegli esseri ancora arretrati.Ogni suo punto di riferimento era stato sconvolto dalla nuova condizione in cui si trovava: tra gli altri maghi suoi pari, di nuovo a lottare per emergere ed essere qualcuno. Inoltre, partiva con un enorme svantaggio, donna adulta in una classe di ragazzini di tredici anni!Era evidente che non tutti le erano amici: il Professor Piton, ad esempio, il mago dai luminosi occhi di tenebra, che ancora la stava squadrando con l'insopportabile aria sospettosa e arrogante. Ma che stava anche ammirando il suo corpo, ne era certa, strettamente fasciato nella provocante tuta di lamé.Quanto avrebbe voluto cancellargli dalle labbra quell'impudente sorrisetto!Era disposta a studiare giorno e notte pur di levargli quel ghigno di superiorità dalla sgradevole e antipatica faccia!Ci sarebbe riuscita, certo che lo avrebbe fatto: molto presto anche, oppure non era più Crystal Storm!

*

Silente l'aveva affidata alle attente e assidue cure della Professoressa McGranitt che si era data subito da fare, nei quindici giorni antecedenti l'inizio dell'anno scolastico, per colmare le sue spaventose lacune di conoscenza del mondo magico.Passava l'intera giornata con Minerva in biblioteca, a leggere e ascoltare sintetici riassunti di ciò che avrebbe dovuto già perfettamente conoscere. A ogni passo in più compiuto nella conoscenza del suo nuovo mondo, era sempre più nervosa, conscia dell'immensa ignoranza.A essere sincera, si rendeva anche conto che il suo atteggiamento, molto scontroso, la rendeva alunna poco gradita al suo precettore, ma la condizione d'inferiorità in cui si trovava, cui non era avvezza, sembrava tirare fuori il peggio dal suo carattere, di per sé già non facile e gradevole per gli altri.Era abituata a primeggiare, a essere la migliore, colei dalla quale dipendeva il destino altrui, mentre ora si sentiva ignobilmente uguale agli esseri inferiori sui quali aveva sempre regnato.I primi giorni, inoltre, l'odioso Professor Piton si era divertito a punzecchiarla, ma poi si era tolto di torno all'improvviso. Stranamente, però, Minerva e Silente apparivano preoccupati per lui, quasi stesse mettendo a repentaglio la propria vita.Ma per lei, il fatto che se ne fosse andato era solo una liberazione. Già pensava con fastidio alle odiose lezioni di pozioni: da quel poco visto con Minerva, la materia non le piaceva e la sgradevolezza del professore non avrebbe fatto altro che peggiorare le cose.Solo una cosa era strana: quell'uomo non le permetteva di fissarlo negli occhi.Ogni volta che aveva provato, quando infine le sembrava di poter comprendere qualcosa, lui si era sempre sottratto al suo sguardo, come se... quasi come se potesse avere paura di lei.Ogni volta, puntualmente, era arrivato di rimando un commento sarcastico e cattivo sulla sua ignoranza e inadeguatezza. Quanto avrebbe goduto nel potergli dimostrare il contrario! Ma per ora, purtroppo, nonostante la disgustosa apparenza, il mago dai luminosi occhi di cristallo nero che sfuggivano al suo sguardo aveva ragione a considerarla inferiore. Ma presto, molto presto, le cose sarebbero cambiate, profondamente cambiate e gli avrebbe dimostrato fino in fondo chi era Crystal Storm!


[1] Baudelaire, Les Fleurs du Mal, tratto da « Spleen e ideale » XI – La disdetta.

[2] Baudelaire, Les Fleurs du Mal, tratto da « Spleen e ideale » XXVII

[3] Baudelaire, Les Fleurs du Mal, tratto da « Galanterie » IX. Gli occhi di Berta

[4] Baudelaire, Les Fleurs du Mal, tratto da « Spleen e ideale » LXI – A una signora creola.

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