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Capitolo 12


Insieme a Riley  entro nella stanza in cui si terrà il mio primo shooting.
Un senso di ansia inizia a turbarmi, le mie mani iniziano a sudare e sento una stretta allo stomaco; la mia amica sembra accorgersene per questo mi dice:
"Eveline stai tranquilla andrà sicuramente tutto bene!"
"Lo spero" le rispondo e in effetti lo spero davvero, mi auguro che non succeda nulla e che vada tutto liscio.
"Certo che andrà tutto bene tu segui solo i consigli che ti ho dato" ad interrompere la nostra conversazione è un uomo, sulla quarantina d'anni,
"Scusate tu sei la signorina Eveline?" Mi domanda guardandomi
"Si sono io piacere" gli rispondo porgendogli la mano in segno di presentazione e cortesia, l'uomo davanti a me però non sembra voler essere così cortese; per questo si limita a squadrarmi da testa a piedi, guardare la mia mano con disprezzo per poi dirmi:
"Si, ascolta ho montato le luci tra poco arriverà Jason, si è offerto lui per scattarti le foto, anche se non so per quale motivo dato che lui ormai lavora solo con modelle professioniste... per caso a te ha detto qualcosa?" Quest'uomo è la classica persona sempre pronta a criticare con la puzza sotto il naso. Mi ricorda molto tutte le persone che, in Italia, quando mi vedevano mi guardavano male solo perché sono anoressica; alla fine io penso che sì l'anoressia è una malattia, però di certo guardando male o con pietà le persone che ne soffrono non le aiuti anzi. Molto spesso le persone tendono a criticare le persone per quello che sono o per quello che fanno, senza sapere nulla di loro; ma del resto il mondo è  così, una gara continua piene di corse ad ostacoli solo che c'è chi ha ostacoli alti e chi li ha più bassi. Decido comunque di rispondere a quell'uomo di cui non so neanche il nome cortesemente di certo non voglio avere subito problemi
"No, Jason mi ha solo detto di vestirmi con abiti semplici e che oggi avremmo scattato le mie prime foto; anche per insegnarmi un po' a posare" gli rispondo dicendo la verità
"Oh povera Eveline sarai l'ennesima ragazza che finirà sotto le grinfie del nostro Jason" mi dice concludendo la sua frase forse pungente con una risata
"Cosa intende dire?" Chiedo abbastanza curiosa
"Non intende nulla Eveline, non ti preoccupare ne parliamo dopo stai tranquilla" interviene la mia amica che fino a quel momento era stata in silenzio
"Oh vedo che la tua amica non vuole informarti di quello che succede in questa grande azienda" risponde l'uomo quasi sfidando la mia amica
"Se c'è qualcosa che deve sapere di certo non sarai tu a dirglielo lurido verme" risponde la mia amica con la rabbia che gli scorreva nelle vene, si vedeva che se avesse osato contraddirla di nuovo gli sarebbe saltata addosso. A volte la rabbia ci comanda e ci toglie la ragione, per quanto io sia orgogliosa di me stessa non ammetterei mai di sbagliare quando mi arrabbio ma a volte capita; perché sì io sono molto orgogliosa ma non ho autostima e fiducia nei miei confronti, potrei stare ore intere ad elencare i miei difetti ma non ammetterei mai di aver sbagliato qualcosa nella vita.
"Attenta come parli ragazzina" le risponde avvicinandosi a lei e alzando la voce, istintivamente prendo la mano della mia amica per tranquillizzarla perché capisco che forze la sta sfidando troppo.
"Non osare mia più chiamarmi ragazzina, ragazzina ci chiami quelle segretarie che corrompi per farle stare con te e avere fama in più" gli urla addosso.
L'uomo sta per controbattere, ma da lontano vediamo arrivare Jason perciò lascia perdere ma prima di andarsene si avvicina a me pericolosamente per poi dirmi:
"Ricorda ragazzina prima o poi lo schifo emerge dal fondale" subito dopo avermi detto questo se ne va e sparisce dietro alle varie attrezzature che ci sono sul set. Cosa voleva intendere con quella frase, c'è qualcosa che non so su questo mondo? Ho fatto bene ad accettare questo lavoro o mi sono semplicemente scavata la fossa da sola?
Riley mi butta le braccia al collo abbracciandomi, io ricambio ne avevo bisogno. Il nostro era un abbraccio sincero come se nessuna delle due volvesse lasciare andare l'altra
"Eveline non ti preoccupare ne parliamo dopo a casa, ora sta calma e pensa solo allo shooting" mi dice Riley, questa ragazza si preoccupa davvero per me ed è una cosa strana perché fino ad ora solo una persona si preoccupava di me; mia nonna ma poi anche lei mi ha abbandonato lasciandomi combattere da sola contro un avversaria troppo forte, la vita.
"Tutto bene? Ho visto del dissapore tra voi e Thomas, è successo qualcosa" dice Jason facendo sciogliere l'abbraccio tra me e la mia amica; Thomas allora è questo il nome di quell'uomo, non so perché ma il mio presentimento mi dice di ricordarlo. Mentre pronunciava quella frase mi guardava dritto negli occhi e una sensazione strana mi ha attraversato sa testa a piedi; come se di fronte a lui fossi un agnellino smarrito.
Non avrei voluto dire nulla a Jason per evitare problemi, ma la mia amica non sembra avere il mio stesso pensiero, infatti mai precede
"Nulla di troppo grave solo Thomas che è venuto a disturbare Eveline, solo che in seguito ha detto cose che non avrebbe dovuto dire, perciò mi sono presa il permesso di rispondergli per difenderla!" Dice con tutta la calma di questo mondo la mia amica, molto probabilmente lei prende questa cosa molto meno seriamente di quanto la prendo io, ma è comprensibile.
"Cosa e perché cosa vi ha detto esattamente? Cosa intendi con -cose che non doveva dire-?!" Bene; sembra leggermente alterato, per fortuna che sarebbe dovuto andare tutto bene.
Questa volta precedo io Riley per evitare che butti altra benzina sul fuoco
"Nulla non ha detto nulla di così grave, non si preoccupi Signor Brown" rispondo con un sorriso. Non so niente di shooting ma credo che iniziarne uno con la modella in ansia che tra poco sviene per un malore, il fotografo abbastanza scosso e nervoso in più con un carattere poco ammirabile e l'amica della modella che invece di dare supporto è talmente tanto nervosa che sarebbe capace di uccidere qualcuno.
"Chiamami pure Jason Eveline" mi dice il ragazzo, mi sembra un comportamento poco professionale chiamarci per nome ma comunque lascio perdere anche perché forse chiamarci per nome potrebbe solo mettermi di più a mio agio.
"Ok Jason grazie" gli dico sorridendo, non vorrei giurarci ma forse sono arrossita nel rispondergli.
"Di nulla, tra poco iniziamo sistemo la macchina fotografica e poi puoi accomodarti lì davanti all'obbiettivo" mi risponde, per poi andarsene a prepararsi credo.
"Eh -chiamami pure Jason Eveline-"lo scimmiotta la mia amica con lo scopo di prendermi in giro.
"Shh zitta" le rispondo ridendo
"Vai, vai a fare le tue belle foto ma poi a casa mi spieghi tutto sappilo" mi dice Riley con un ghigno stampato sul volto mentre mi punta un dito contro. Non mi da neanche il tempo di rispondere che mi spinge verso il set.
Adesso mi trovo seduta su uno sgabello con mille luci puntate contro, sono talmente forti che non vedo nulla; sto per dare una svolta alla mia vita, forse con questo servizio darò inizio alla mia carriera. Questo sentimento mi spaventa ma nello stesso momento mi attira; potrei diventare molto famosa come mi hanno detto le persone che ho incontrato oggi, oppure fallire e finire in strada con un futuro incerto...

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