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"Le prime luci del giorno fanno d'oro la superficie del mare, inondano di riflessi caldi le facciate delle case. Il vento sibila nelle viuzze strette, con refoli che sanno di sole e appicicano sulla pelle una tiepida umidità. Le ante di usci e di finestre sbattono e sembrano obbedire al ritmo delle onde che, in fondo al villaggio, schiumano sulla battigia. Qualche barca è rovesciata sulla spiaggia. Un tempo, forse, erano verniciate di rosso, di blu e di bianco. Ora attendono pazienti accanto al porticciolo di essere calafatate e ritinteggiate. Altre - piccoli battelli a motore e gozzi panciuti - si riconoscono appena in lontananza, mentre trascinano ansimando grandi reti tormentate dai muguli dei gabbiani affamati. Il mare accomuna le storie di innumerevoli esseri umani, che hanno scelto di vivere sulla terra ferma, ma senza distogliere lo sguardo dall'orizzonte. Sotto ogni latitudine, sferzati dall'aria impetuosa e gelida, carica di pioggia, degli oceani estremi o accarezzati dai tepori dei frutti tropicali, questi uomini e queste donne hanno fatto un giuramento a sè stessi e al mare: non mollare, ricostruire giorno dopo giorno quel legame che gli eventi della vita contribuiscono a sfilacciare. Perciò estirpano le erbacce dai sottotetti, intonacano le pareti delle case, grattano il sale alle finstre che la notte ha incrostato, rinnovano l'insegna di una locanda, suturano le ferite che il mare ha lasciato sulla pelle e sul fasciame delle barche. Questa è la vita di ogni borgo sull'acqua: impregnate di essenza, le case allegre di tinte pastello, l'acqua salata nelle vene della gente."
Camogli. Vista dal porticciolo. Poi, come in un film o in un documentario, l'immagine si allargava, con estrema lentezza. Alla fine comprendeva tutto il tratto di costa tra Sori e Punta Chiappa.
Mentre usciva sotto un cielo di pesante nuvole grige, Luce si rese conto di non aver mai fatto un sogno così lungo. E poi l'immagine: non era quella del libro. Cioè quella iniziale sì, ma solo quella.
Quando arrivò in spiaggia aveva cominciato a pioviccicare. Si buttarono in mare sotto la pioggia che, nel frattempo, era diventata battente.
La spiaggia era deserta quando uscirono dall'acqua per il pranzo. Era il sabato prima dell'inizio della scuola e pioveva. A chi sarebbe venuta la voglia di andare a prendere un sole che non c'era?
- Domani cosa fate?
- Compiti! Non ho toccato un libro dall'inizio dell'estate!
- Anch'io!
- E io fino ad ottobre non ho niente da fare!
Deborah lanciò uno sguardo assassino al suo ragazzo.
- Abbi almeno la bontà di stare zitto!
- E voi?
Luce si rivolgeva alle ragazze, che ancora non avevano risposto.
- Mi sa che studierò anch'io.
- Ovvio! Lucia è una secchiona!
- Be' almeno non sono conciata come te.
- Vi prego basta! Non voglio più sentire parlare di scuola che mi manca ancora un sacco di roba!
- E brava Rebe! Be' almeno il francese l'hai esercitato, no?
Se questa frase di Lorenzo fosse stata del giorno prima, Stafano si sarebbe incupito, pensando che il francese l'aveva esercitato di più qualcun'altro. Ma il ricordo della sera precendente bastava a fargli capire che si sbagliava.
- Ste? Hai un sorriso ebete sulla faccia! A cosa stai pensando? Alla Di Giorgio?
- Chi è la Di Giorgio? - si intromise Luce.
- La sua prof di matematica. Cioè la sua amante.
Il fratello scoppiò a ridere, seguito a ruota da Lucia e Lorenzo che conoscevano quell'insegnante.
- Be'? Cosa c'è tanto da ridere?
Deborah era spaesata.
- Semplicemente che è una delle prof più racchie e insopportabile del liceo. E che mi odia!
- Sì, perchè hai detto che non ti sentivi pronto per il matrimonio.
Ormai erano tutti piegati in due dal ridere e con le lacrime agli occhi. E se qualcuno accennava a smettere, si sentiva un "Di Giorgio" e subito ricominciava.
Quando si furono finalmente calmati Luce tornò alla carica.
- Debby tu cosa fai?
- Mi sa che studio anch'io. Ma come mai tutto questo interessamento?
- I miei lavorano e volevo godermi l'ultimo giorno di vacanza...
- E i compiti?!
Era da sempre il grande problema di Renzo.
- Li ho già fatti.
- Tutti?!
- Sì.
- Ma sei... disumana! Cioè, quando li hai fatti! Di notte?
- In effetti sì... Cioè verso l'inizio dell'estate... Diciamo giugno e almeno metà luglio, soffro di insonnia... E occupo le ore notturne in qualche modo...
- Tu sei matta!
- Lo so! Ma qui c'è qualcuno che lo è più di me! Come si fa a rifiutare una proposta della Di Giorgio?
La giornata si concluse tra nuove risate e il nuovo sopravvento della pioggia, segno che l'estate era veramente finita, e non solo le vacanze.
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