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"Il mare sfogava tutta la sua rabbia e pareva volersi vendicare... In quei giorni il Libeccio gemeva, le onde corte e ripide del Ria si battevano in duelli furiosi per arrivare prima a rovesciarsi sulle scogliere più a ovest."
Il forte vento fece sbattere con violenza la finestra e Luce si svegliò di soprassalto. Richiudendo le ante vide che il mare era molto mosso, ma la giornata meravigliosa e si dispiaque di non sarebbe riuscita a fare il bagno. Ora che aveva ritrovato il suo vecchio legame con il mare anche una sola giornata in cui non poteva nuotarci dentro le sembrava sprecata, soprattutto perchè era già settembre e la scuola non avrebbe tardato d cominciare.
Ricevette un messaggio da Lucia
"Vi va una passeggiata sul Monte? Potremmo trovarci tra un paio d'ore all'inizio dei sentieri, a Portofino Kulm..."
La risposta affermativa di Luce non si fece attendere, ma fu solo quando arrivò al ritrovo stabilito che si accorse che erano venuti tutti tranne Mirko e Laura. Ma questo non la stupì: normalmente gli amici di Rebecca frequentavano un'altra compagnia, era lei che fin da piccola stava sempre attaccata alle sottane del fratello.
Decisero quale sentiero fare e si incamminarono nel bosco fino a quando Renzo non cominciò a chiedere se qualcuno avesse fame.
- Ecco cos'era quel tuono che ho sentito prima! Ti brontola mica male lo stomaco!
La battuta di Lucia fu seguita da una risata generale.
- Ora che avete riso per bene, possiamo mangiare?
- Sei così affamato, fratellino? Con quello che ti sei sbafato a colazione dovresti averne abbastanza per un paio di giorni!
- E piantala!
- Be' forse è meglio se mangiamo sul serio, prima che ti arrestino per rumori molesti...
- Oh insomma! Non sono così affamato!
- Allora possiamo aspettare di essere a San Fruttuoso?
- Be', ecco... Ma non dovreste essere voi le fragili fanciulle che si lamentano per tutto e noi i rudi avventurieri che vi salvano sempre?
- Direi che possiamo anche far spuntare qualche pellerossa da dietro quell'albero, che ne dici?
- Basta che poi non vi mettiate a strillare e non ci saltiate in braccio!
- Mi raccomando mentre ti nascondi dietro di me non rovinarti la cresta! Con tutto il gel che hai usato...
- Guarda che dovreste essere voi le vanitose!
- E come lo vieni a dire tu?! Che poi non capisco dove vuoi andare a parare: Rebe ha in mente altro, Debby è già occupata, io sono tua sorella e Luce ha gli puntati da un'altra parte! Rimani comunque zitello!
- Si dice scapolo! A volte mi domando cosa ci vai a fare a scuola!
- Sei così tanto pignolo che ti sei dimenticato del pranzo!
- E tu sei così pungente che hai fatto diventare viola dall'imbarazzo tutti!
- Ma...
- Girati!
A quel punto arrossì lei.
- Adesso si mangia!
E Renzo si sedette su una montagnetta a lato del sentiero e tirò fuori dallo zaino un sacchetto da cui estrasse, con un gesto da prestigiatore, un panino imbottito di dimensioni extra-large.
- Ma lo mangi tutto?
Luce aveva in mano un pacchetto di grissini e una carota.
- Stai scherzando? Ne ho un altro e un tost alla nutella!
- E poi quante ore ci metti a digerire?
- Ma guarda che normalmente mangia molto di più!
- Ok... E quante regate fai per smaltire tutta quella roba?
- Io non metto su un chilo, sono fatto così! Brucio tutto subito!
- Capisco...
Non aveva ancora finito quello che aveva in mano che lo vide tirare fuori il secondo panino. Guardò Lucia:
- Sbaglio o è peggiorato?
- Non sbagli, non sbagli! Mamma dice che è la crescita, a me sembra più la trasformazione in pozzo senza fondo...
Luce si domandò come facesse nelle giornate al mare, in cui tiravano avanti quasi d'aria fino alla sera.
Erano arrivati al punto della ferrata: consisteva in rocce a strapiombo sul mare da superare aggrappati a corde che correvano orizzontalmente lungo la parete rocciosa. Con (finta?) cavalleria i ragazzi citarono il "prima le donne" e lasciarono che fossero le loro amiche a constatare la sicurezza delle cime. Senza scomporsi, Luce si assicurò che lo zainetto fosse ben chiuso, percorse senza difficoltà il tratto a picco e si fermò in uno spiazzo ad aspettare gli altri. Passarono tutti senza problemi, compresa Deborah che aveva rifiutato l'aiuto offertole da Leonardo a portarle la borsa a tracolla che la impicciava un po'. Raggiunsero Luce che stava guardando verso il mare. Seguendo il suo sguardo videro l'infuriarsi delle onde contro la scogliera, lo spumeggiare del mare che, anche da quell'altezza, era incredibile e meraviglioso. Ognuno collegò a quell'immagine qualcosa di già visto, ognuno pensò a qualcosa, ma nessuno avrebbe potuto immaginare che cosa passava per la mente della loro amica. Luce vedeva prati verdi su scogliere a picco che sembravano lanciate nel mare blu notte che si tingeva di bianco di spuma. Il suo sogno. Ma non c'era solo l'immagine. C'era anche una voce e non era quella del sogno. Erano due. Una più chiara che sembrava maschile e una lontana, debole, femminile. Cantavano una ninnananna. Poi la voce maschile disse "Ascoltaci, ascoltaci..."
- Luce, andiamo?
Una mano le fu sventolata davanti gli occhi:
- Ci sei? Sebri in trance
- Aspetta... Zitti... Sentite anche voi delle voci?...
"Ascoltaci, ascoltaci..."
- No, perchè cosa dovremmo sentire?
- Ma davvero non sentite niente?
- No... Aspetta intendi questo "gorgle-gorgle"? Credo sia di nuovo lo stomaco di Renzo!
La bocca di Luce mostrò un accenno un sorriso, ma le orecchie erano ancora sull'attenti. Ora non sentiva più niente... Possibile che si fosse immaginata tutto?
- Dobbiamo muoverci sul serio se vogliamo prendere l'ultimo barcone per Camogli!
Si riscosse del tutto:
- Ok, è vero, andiamo!
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