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47. Sex toys.

Jay's POV.

Ero veramente impaziente di scoprire che sorpresa aveva in mente Jungwon, così, non appena fossero passati dieci minuti, mi sono precipitato nel suo alloggio. Come ha detto lui, la porta era aperta e sono entrato.

La stanza era illuminata da luci led rosse e dalle tapparelle entravano pochi deboli raggi di sole. Sul letto ho trovato un biglietto, adagiato sopra a numerosi petali di rosa sparpagliati di qua e di là.

"Aspetta ancora due minuti e avrai la tua sorpresa." C'era scritto e già ho capito di che si trattava e non vedevo l'ora.

Ho vagato con lo sguardo e ho notato dei preservativi sul comodino, il ché era strano siccome non li abbiamo mai usati, anche se un po' di prudenza a questo mondo non fa mai male. Accanto ad essi c'erano dei sex toys nuovi e dalle forme più stravaganti.

Un minuto mi è sembrato un' eternità. Non potevo più aspettare; il mio cuore batteva forte dall' emozione e fremevo al pensiero di farlo dopo tutto questo tempo.

Ad una certa la porta del bagno si è aperta e Jungwon ne è uscito, con addosso solo una camicia che gli arrivava alle cosce e calze a rete nere e alte fino al ginocchio. Al collo teneva un chocker con sonaglio e in testa delle orecchie da gatto finte, larghe e pelosette. Era così carino e allo stesso tempo sexy! Lo fissavo senza dire una parola, era così sensuale che mi ha incantato. Seguivo i movimenti sinuosi e decisi del suo corpo mentre si avvicinava a me.

"Che c'è? Non ti piaccio?" Ha chiesto.

"Sei spettacolare." Ho commentato.

Ha fatto un sorrisino timido.

"Speravo apprezzassi... Questo è per farmi perdonare..."

"N-non d-dovevi."

"Invece sì." Ha ribattuto serio e siccome odia essere contraddetto, non ho contestato.

"Tieni." Mi ha dato una sorta di telecomando, ma di un solo pulsante.

Non ho fatto a meno di premerlo, preso dalla curiosità, e Jungwon ha lanciato un lieve gemito ed è arrossito di colpo, leggevo il piacere nel suo volto, mentre continuava a produrre piccoli lamenti e ad accelerare i respiri... Un vibratore, ecco cos'è e intanto che andava, mi guardava sorridente, come se stesse facendo qualche fantasia erotica su di me.

"J-Jay... J-Jay..." Ripeteva. Si è appoggiato a me, sentivo la sua fronte umida di sudore sul collo e le sue braccia avvolgermi la schiena e stringere la presa sempre di più, tremava quasi in modo convulso, preso da quell' attimo di piacere.

Ho schiacciato di nuovo il pulsante e si è fermato.

"Un vibratore?" Domanda retorica a cui mi ero già dato la risposta.

"S-sì..." Ha risposto ansimante.

Non appena si fosse ripreso un attimo, si è staccato e ha stabilito un contatto visivo con me, il suo sguardo era pieno di amore e desiderio, i suoi occhi lucidi e vividi parlavano chiaro, mi stavano supplicando: "fammi tuo, ti prego, non aspetto altro..." Non facevano altro che ripetermi e io quasi mi ci perdevo, come in un labirinto e sprovvisto di un filo d'oro. Quelle iridi scurissime erano così belle da sembrare una dolcissima ma altrettanto fatale trappola.

"Così quando premerò quel pulsante, penserò a te." Ha detto.

"Sei veramente un pervertito." Questa mia risposta lo ha fatto ridere. La sua voce suona così limpida quando lo fa.

Si è avvicinato e mi ha sbottonato la camicia dell' uniforme, ha allentato la cravatta e infine ha sciolto il nodo che la vincolava. L'ha buttata a terra accanto a noi.
Si è avvicinato ancora di più.

"E tu cosa sei?" Ha sussurrato, molto vicino al collo, potevo sentire il suo fiato caldo e umido, dopodiché me lo ha leccato con fare provocatorio e seducente.
Ho quasi gemuto quando ho percepito la sua lingua scorrere sulla pelle, lasciando una dolce scia di saliva.
L'ha morso poi e non sono riuscito a trattenere un lamento.
Si è sporto verso il mio orecchio infine per mordicchiare il lobo, intanto con le mani esplorava altrove: lungo la schiena, l'inguine, il petto...

"Sono tutto tuo ora e per sempre, amore..." Mi ha sussurrato all' orecchio e riecco quel brivido che non sentivo da tanto tempo!
Amore non mi ha mai chiamato così, ma mi piace, mi piace da impazzire.

"Fa' di me quel che vuoi." Ha concluso.

In quel momento credo di aver perso il controllo, talmente mi stava facendo impazzire, questa voglia di farlo mio cresceva fino a diventare irrefrenabile, più forte di qualsiasi logica o istinto.
Gli ho afferrato i fianchi l'ho sbattuto contro il letto e in pochi istanti gli ero sopra a baciarlo con foga, facendolo quasi soffocare con la mia lingua. Aprivamo e chiudevamo le nostre bocche come se vi stessimo divorando a vicenda, talvolta mi interrompevo per riprendere fiato, siccome l'impeto del momento mi stava addirittura bloccando il respiro.

Quando i baci sono terminati già ansimavamo, ma non mi sono fermato, ho proseguito a segnare con le labbra ogni centimetro del suo corpo dal petto alle mie zone preferite. Gli ho sollevato le gambe e ho preso a baciare anche l'interno coscia, fino a salire...

Non ho mai assaggiato dello sperma fino a quel momento, in cui mi è venuto in bocca dopo neanche un minuto che ci "giocavo" mentre esso pulsava nella mia bocca fino a venire. Quel liquido denso ha un sapore indescrivibile.
Jungwon già ansimava il ché eccitava molto anche me.

Sono sceso con le mani fino a trovare l'apertura, da dove vi ho estratto il vibratore dalla forma assai singolare, com'è tipico che sia; ce ne sono di qualsiasi forma.
Sul comodino, accanto ai preservativi, ho notato anche del lubrificante, l'ho afferrato senza esitare e l'ho applicato rapidamente.

"Jongsong..."

Mi sono rivolto verso di lui. Il suo sguardo eccitato mi divorava e anche il mio, preso da una irrefrenabile fame.

"Sbattimi." Mi ha ordinato e io non ho fatto a meno di eseguire i suoi ordini.

Mi sono sfilato via rapidamente sia i jeans che i boxer.

Gli sono entrato dentro dopo tanto tempo ed era eccitante come se fosse la prima volta, ho soffocato dei gemiti di godimento, mentre lui ha lanciato un urlo seguito da lamenti acuti.
Mi ha appoggiato le gambe sulle spalle e mi tirava sempre più vicino al suo corpo, le calze a rete sfregavano contro la mia pelle costantemente. Di tanto in tanto gliele baciavo o leccavo persino, la coscia soprattutto, la mia parte preferita.

"Sì sì di più... Di più... Ah..." Ripeteva gemendo e ansimando. Io lo spingevo sempre più in profondità sempre con più forza, fino a provocare delle urla, delle urla che mi facevano pulsare di più il sangue nelle vene, che mi davano un piacere immenso.

Il suo viso era rosso fuoco, inumidito dal sudore e la sua espressione trasmetteva sia dolore sia godimento: gli occhi serrati, le labbra socchiuse, il trucco sbavato soprattutto sulle labbra; sento ancora il sapore di fragola di quel rossetto chiaro e brillante.

Gli stringevo le mani, incrociate nella mia, che le premeva contro il cuscino. I suoi polsi chiari pulsavano a ritmi cardiaci frenetici.
In quel momento il suo cuore batteva impazzito per me e il mio per lui: la cosa più bella che si possa desiderare.

Aumentavo sempre più di velocità, così come i lamenti e le urla di Jungwon. Respirava sempre più a fatica e anch'io.

Lo sentivo pulsare, dilatarsi e scaldarsi sempre di più, era così eccitato che mi doleva persino, ma non venivo, non ancora. Lo spingevo dentro sempre più violentemente, lanciando gemiti di godimento, Jungwon gridava e quasi piangeva dal dolore, ma sorrideva, consapevole che io gli stavo provocando tutto quel piacere e nessun altro.

"Jay... JAY STO VENEN..." Non ha fatto nemmeno in tempo a finire la frase, che ha lanciato un urlo ancora più acuto dei precedenti. Io intanto mi stavo ancora preparando per il mio orgasmo e qualche istante dopo l'ho spinto ancora più in profondità, ho eiaculato gemendo e ansimando come se avessi corso la maratona.
Quando sono venuto anch'io, Jungwon ha gridato per la seconda volta, ha inarcato la schiena di riflesso e ha espulso il seme iniettatogli dentro.

Mi sono staccato e ho cercato di riprendere fiato anch'io.

Intravedevo delle lacrime sul viso di Jungwon, così mi sono avvicinato per asciugargliele.

"Tutto bene?" Ho chiesto.

Non stava piangendo, sorrideva.

Ha ripreso ancora un po' di fiato e ha risposto ridendo:

"Credo che non camminerò più per una settimana."

"Scusa, forse ho un po' esagerato."

"Un po'?! Mi hai letteralmente rotto il culo! Ma me lo merito, dopo quello che ti ho fatto passare."

"Ancora con questa storia? Ti avevo già perdonato." Ho replicato.

Ha cercato di sollevarsi con le braccia come meglio poteva, è riuscito a sedersi, sempre mantenendo le gambe aperte per il dolore, si è sporto ancora e mi ha dato un dolce e breve bacio.

"Lo so, ma mi sentivo terribilmente in colpa per tutto e dovevo per forza fare qualcosa per rimediare."

"Ok, ma non ci pensare più- va bene?"

Ha annuito, dopodiché sono stato io a baciarlo.

"Quanto sei bello vestito così!" Ho aggiunto.

"Grazie, amore."

Si è coricato subito dopo e ha chiuso gli occhi sospirando.

Mi sono alzato e sono andato in bagno per rivestirmi.

"Se vuoi in bagno c'è un felpone se lo vuoi, io non lo metto mai." Ha detto e io l'ho ringraziato. Effettivamente la camicia della divisa era stropicciata assai.

Era così caldo e teneva il suo profumo, è viola e largo, di un cotone morbidissimo.

Appena sono uscito dal bagno, Jungwon stava dormendo profondamente. Senza far rumore ho preso un coperta, l'ho avvolto attorno ad essa, mi sono sdraiato anch'io con lui sul letto, stringendolo come un orsacchiotto e in pochi secondi mi sono addormentato anch'io.

Mi mancherà tutto questo.

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