31. Rosa rossa.
Heeseung's POV
Era da poco passato capodanno, un paio di giorni penso, trascorsi, a differenza degli altri anni, a farmi fuori vaschette di gelato e a guardarmi kdrama.
Jay continuava a ripetermi che dovrei dimenticarmelo, ma non potevo, non potrei mai, e questo dolore cui mi ha provocato, stava andando avanti ormai da settimane.
Quel giorno non è stato da meno rispetto agli altri: mi guardavo "the Sound of Magic" con un pacchetto di fazzoletti e in pijama. Mi piacerebbe avere un maghetto che risolvesse tutti i miei problemi, anche se, secondo me, non non riuscirebbe a far ricredere Sunghoon, per quello mi ci vorrebbe un miracolo.
Mentre ero alla conclusione, qualcuno ha bussato alla porta. Ho subito pensato a Jay e io non avevo nessuna voglia che mi vedesse in quelle condizioni: spettinato, struccato, in pijama e in più con gli occhi gonfi a causa del kdrama.
Ho cercato di apparire il più presentabile possibile: mi sono pettinato i capelli, ho asciugato le lacrime e mi sono infilato una felpa per coprire il pijama.
Ho espirato contro la mano... Beh... Non è che il mio alito fosse tra i più profumati, ma non c'era tempo per lavarmi i denti, così ho usato una mentina.
Ho aperto la porta lentamente... Non c'era nessuno. Mi sono guardato intorno e i corridoi erano vuoti. Mi sono dato del pazzo da solo, credendo che lo avessi solo immaginato. Stavo per tornare dentro, quando qualcosa ha catturato la mia attenzione: una splendida rosa rossa, legata ad essa da spago un post it bianco.
"Ti devo parlare. Ti aspetto davanti all' ingresso tra mezz'ora.
The Ice Prince <3" C'era scritto.
L'ho accartocciato e sono rientrato, abbandonandolo a terra, fuori in corridoio. La rosa, però, l'ho tenuta; sarebbe un peccato che un così meraviglioso fiore venisse buttato a terra, già la sua fragile vita è stata accorciata dalle mani di quel bellissimo coglione, il quale ha rischiato persino di essere accoppato dal giardiniere. Tutti sanno che le rose misteriose provengono da lì e che coglierle risulta un' impresa quasi "odisseica".
Ovviamente mi sono rifiutato di vederlo, essendo ancora in collera con lui.
Ho messo il fiore in una bottiglietta riempita d'acqua e mi sono rimesso a guardare la tv.
Sorprendentemente non aveva quasi spine e i suoi petali erano lisci e morbidi, ancora umidi e freschi.
Dopo un po' mi sono addormentato; la sera prima ho giocato a Minecraft fino alle 3 del mattino. Quando non ne potevo più, ho staccato e ho guardato un bl fino a che sono crollato dal sonno.
Qualcuno ha ribussato alla porta, svegliandomi quasi di soprassalto... Ancora lui!
Ho controllato l'ora e mi sono accorto che ho dormito fino alle cinque di pomeriggio (quasi 3 ore!)
Mi sono incamminato verso la porta... Gliela volevo tanto sbattere in faccia!
Non mi ero sbagliato... Era proprio Sunghoon.
"Cosa vuoi?" Ho chiesto freddamente.
"Parlarti... Ti sto aspettando da ore." Questo gesto mi lusinga molto, tuttavia non abbastanza da convincermi a cedere.
"Va' via." Dopodiché gli ho chiuso la porta in faccia.
"Heeseung, per favore."
"No."
"Ti prego, lascia che ti chieda scusa!" La sua voce si faceva man mano sempre più rotta. Mi faceva quasi pena.
Ho riaperto appena.
"Dammi dieci minuti." Dovevo avere delle occhiaie spaventose, ma niente che un po' di trucco non potesse risolvere.
Mi sono vestito, lavato e pettinato in tempi record e, quando sono uscito dalla camera, sembravo un' altra persona.
"Dove andiamo?"
"Non lo so, ma facciamo un giro." Ha proposto.
"Va bene."
***
Dopo un po' che passeggiavamo in giro per la scuola, ci siamo fermati accanto al campo da calcio, dove si stavano allenando dei ragazzi.
Si gelava; mi sono pentito di non aver portato una giacca.
Il sole illuminava il suo meraviglioso viso, soprattutto gli occhi scurissimi. Le iridi mi ricordavano pietre preziose sotto quelle intensa luce. Si è portato la mano davanti alla faccia, per evitare di venire abbagliato.
Stavamo uno davanti all' altro, in silenzio, che è stato rotto per la prima volta dopo minuti di camminata.
"Hee, non trovo le parole giuste per scusarmi con te... Sono stato veramente uno stronzo..."
Mi ha preso le mani, stringendole nelle sue. Per un attimo il mio cuoricino ha cessato di battere.
Sono rimasto senza parole.
"Sai... In questi giorni ho riflettuto..."
E sarebbe pure ora cazzo!
"Ho capito che è inutile insistere, perché tanto Jungwon non mi amerà mai e poi mai." Quelle parole gli morivano in gola, proprio mentre a fatica tentava di pronunciarne le ultime sillabe.
"Ma tu lo ami ancora?"
Ha esitato un attimo a rispondere.
"Non so... È difficile dimenticare colui che ho amato sin da quando ci siamo conosciuti."
"Capisco." Ho sentito una lacrima bagnarmi la guancia. Fa ancora molto male, quasi come uno spillo conficcato nella trachea: mi si è strozzato il respiro.
"Stai bene?"
"S-sì tranquillo." Ho balbettato a voce rotta. Non stavo affatto bene, però non volevo scoppiare a piangere davanti a lui.
"Scusa." Ho detto, prima di voltarmi per scappare via, ma appena ho mosso un solo passo, Sunghoon mi ha trattenuto.
Mi ero completamente dimenticato che stava ancora tenendo la mia mano e non aveva intenzione di lasciarla andare.
"Heeseung, per favore, non ho neancora finito."
"Sunghoon, non posso..."
"Non ti lascerò andare finché non mi perdonerai."
L'ho guardato dritto negli occhi e mi sono reso conto che era seriamente pentito.
"Io ti ho già perdonato." Ho mormorato, non appena mi fossi calmato un attimo.
"Allora perché fai così?"
"Non l'hai neancora capito?! Perché non sopporto di vederti così perso per un altro, Sunghoon."
Ha interrotto il contatto visivo che avevamo e ho preso a guardare in basso. Ho intravisto una lacrima scorrergli lungo la guancia scolpita. Il sole la faceva brillare come una stella posata sulla sua pelle.
"Tu mi ami ancora dopo tutto quello che ti ho fatto?!"
Con l'altra mano gli ho asciugato la guancia, accarezzandola dolcemente. I suoi occhi lucidi hanno ritrovato i miei.
"Certo, amore mio, e ti amerò per sempre, qualsiasi cosa tu deciderai di fare, purtroppo." Ancora non so da dove mi siano uscite queste parole, ma sono certo su una cosa: hanno fatto breccia nei suoi sentimenti.
Si è sporto verso di me senza esitare e mi ha baciato... Un sogno... Non c'è altra spiegazione... Un maledettissimo sogno da cui non volevo svegliarmi.
Quelle labbra che da tanto avevo desiderato sapevano di fragola, la sua mano calda avvolgeva la mia, che ancora gli toccava la guancia.
Ho perso un battito, forse due o tre... Finalmente! Una cosa del genere non me la immaginavo nemmeno e quando osavo, mi rimproveravo immediatamente, ribadendo che non era minimamente possibile, ma ehy! Eccomi lì! A versare calde lacrime di gioia, mentre lentamente poneva fine al bacio.
I suoi movimenti erano così delicati, che non si è sentito nemmeno uno schiocco. Ho riaperto gli occhi e lui pure. Il suo sguardo aveva qualcosa di diverso, non so cosa esattamente.
D'un tratto abbiamo visto un pallone da calcio rotolarci ai piedi.
"Scusatemi tanto per l'interruzione, piccioncini, non badate a me... Devo solo..." Ancora quel ragazzo... Kim Sunoo o, come lo chiamano in molti "il ragazzo raggi di sole". Ha sgranato gli occhi, quando ha notato Sunghoon, evidentemente devono essere amici o quanto meno conoscenti.
"Guarda guarda chi c'è!" Ha esclamato. Sunghoon è arrossito appena per l' imbarazzo.
"Sunoo, perché sei qui? Non hai mai sentito parlare di privacy?"
"Calma, amico! Punto primo: siete stati voi a venir qui mentre noi stavamo giocando, secondo: è colpa della palla, non mia e terzo: non riesco a farmi gli affari miei; è un vizio." Ha ribadito, sempre col suo smagliante sorriso.
"Lo vedo... Ora potresti lasciarci soli per favore?"
"Certo."
Prima di andarsene, si è rivolto verso di me.
"Se non dovessi più sopportarlo, vieni da me... Decideremo come punirlo."
"O-ok." Ho risposto imbarazzato.
"Appena Wonie lo saprà, darà di matto!" Ha esclamato tra sé e sé, poi è corso verso la sua squadra.
Siamo rimasti di nuovo soli e lui ha tirato un sospiro di sollievo.
"Sunghoon..."
Si è voltato all' istante.
"Sì?"
"Tu prima mi hai detto che è difficile dimenticare Jungwon, poi mi baci... Si può sapere che hai intenzione di fare? Cosa vuoi esattamente da me?"
Ha esitato a rispondermi.
"Un po' di amore... Non chiedo altro." Gli è tremolato il labbro in maniera quasi impercettibile, allora ho capito che ne ha ricevuto veramente poco nella sua vita.
"Tutto quello che voglio è essere amato da qualcuno. Per tutto questo tempo sono stato accecato dal dolore del rifiuto di Jungwon e non riuscivo a farmene una ragione... Che stupido che sono!" Ha spiegato con voce spezzata.
L'ho abbracciato e lui è scoppiato a piangere. Sentivo il suo corpo gemere e singhiozzare in modo quasi convulso.
Non deve aver avuto un'infanzia felicissima, forse per il pattinaggio? Non me l'ha detto e io non voglio nemmeno domandarglielo.
Ci è voluto qualche minuto per calmarlo. Io ho preferito non parlare, temevo che sarei scoppiato a piangere pure io, mi sono limitato a stringerlo tra le mie braccia.
Quando ha smesso finalmente, mi sono fatto coraggio e ho pronunciato le seguenti dolci parole:
"Ora è tutto passato. Ti amo e sono disposto a farlo sempre."
"Anch'io ti amo, Heeseung." Ha risposto e io non avrei desiderato sentirmi dire altro da lui.
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