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21. Unione.

Jungwon's POV

Era sera ormai. Una giornata di sesso e serie tv stava finendo e avevo paura che qualcuno, non vedendomi per tutto il tempo, si fosse preoccupato.

Avrei dormito un'altra volta in camera di Jongsong, siccome lui insisteva... Ma era diventato un rapimento?! Ho acconsentito... Perché no?

"Jongsong..."

"Sì?" Aveva alzato la testa dal libro di testo... E poi sono io il secchione!

"Ti dispiace se uso la tua doccia?"

"Assolutamente no."

"Grazie." Ho detto, così mi sono alzato, per andare in bagno.

Mi serviva una doccia rinfrescante, siccome il riscaldamento andava come un matto... Era quello o io? Ho avuto caldo tutto il giorno e credo di saperne il motivo e magari una doccia gelata mi avrebbe raffreddato i bollenti spiriti.

Mi sono fiondato dentro, ho acceso subito l'acqua... Un getto gelido mi ha fatto rabbrividire... Finalmente un po' di sollievo!

Mi sentivo strano, un insolito calore mi scaldava le membra... Non è mai successo... E se avessi ancora voglia? Strano, siccome quella mattina sono già stato sbattuto come un uovo.

Con le dita tiravo i capelli fradici indietro, lasciando la fronte scoperta, le goccioline ci picchiettavano insistentemente sopra. Ho chiuso gli occhi, ho tirato un respiro profondo.

Le gambe mi dolevano ancora da quella mattina, infatti camminavo male, quasi zoppicando. Se Seojoon mi avesse visto in quelle condizioni e con un succhiotto persino, secondo me non sarei sopravvissuto alla sua ira funesta.

Ero in pieno relax, quando ho sentito due braccia avvolgermi da dietro... Ero fottuto letteralmente.

Ho aperto di scatto gli occhi e mi sono girato con la testa... Indovinate un po'! Jongsong mi stava dando dei bacini sul collo, che poi sono saliti alle orecchie... Sentivo il suo respiro, il suo fiato caldo, le sue labbra morbide a contatto con i lobi e successivamente col resto... Mi piaceva così tanto!

"T-ti o-odio." Ho balbettato... Quel maledetto lo stava rifacendo un'altra volta! E io stupido che mi faccio sedurre! Ma che colpa ne ho se mi eccita?!

"Come prego?" Mi ha sussurrato all' orecchio, stringendo la presa.

Uccidetemi!

Ho sentito un tocco... Sì... Proprio lì. Un'ondata di piacere si è fatta strada tra le mie membra alla velocità di una scarica elettrica. Ho soffocato un gemito.

"Anch'io ti odio, sai? Così tanto da amarti." Ha continuato, infierendo sempre più con le dita... E con i baci.

I suoi respiri... Le sue labbra a contatto col collo, successivamente con la schiena, lungo ogni millimetro. L'acqua mi pareva bollente ad un certa, come il mio sangue che scorreva e pulsava, quasi a 3000 gradi... Lo volevo rifare ancora e ancora e ancora, non riesco più ad dissetarmi di lui, di quel grande piacere, pure per lui credo sia lo stesso.

Quella voglia cresceva sempre di più, che come una febbre mi faceva avvampare.

Stringevo intanto le sue mani, le quali continuavano a toccarmi, così forte che temevo di fargli male.

Ho iniziato a gemere, non appena me lo ha agguantato e ha preso un ritmo che mi piaceva. Ho buttato la testa all'indietro, lanciando un lieve lamento.

"Continua ti preg... Ah!" Ho esclamato, chiudendo gli occhi e sorridendo.

La sua mano ha preso a muoversi più velocemente e io ad ansimare, fino a quando sono venuto... Menomale che eravamo in doccia e l'acqua si mescolava con quel liquido bianco e denso, facendolo scorrere affianco ai nostri piedi. Si è fermato, mi guardava fiero e con desiderio.

Mi sono voltato verso il suo viso da divo, così attraente bagnato, le gocce gli risaltavano gli zigomi e le labbra, in quel momento socchiuse.

L'ho baciato con foga, ficcandogli quasi la lingua in gola. Jongsong ha ricambiato, facendo lo stesso.

Gli accarezzavo le guance, mentre le nostre bocche si aprivano e chiudevano, le une contro le altre, con un impeto aggressivo a dire poco... Ci stavamo divorando come le fiamme col legno, Urano e Gaia, due atomi instabili e desiderosi di unirsi, diventare una cosa, noi come loro ormai non siamo più due ragazzi che fingono di essere amanti, siamo... La Jaywon.

"Fammi tuo." Ho mormorato, non appena le nostre labbra si sono staccate.

"Non è lubrificato... Potrei farti male."

Ma perché si preoccupava tanto? Nemmeno quella mattina lo era.

"Non mi importa... Fallo! Fammi urlare, anche piangere... Ho sopportato ben peggio."

"Sei sicuro?"

"Si... Ti prego fallo!" Ho gridato.

Ha sorriso, per poi eseguire gli ordini.

Ho sentito le sue mani scorrere sui miei fianchi, ha stretto la presa su di essi.

Quando è entrato, ho lanciato un urletto acuto, ho appoggiato le mani sulla porta scorrevole della doccia, ho abbassato la testa e ho chiuso gli occhi, serrando i denti dal dolore, ma gemendo dal piecere.

Faceva più male di quella mattina.

Ha iniziato a muoversi... Urlavo, mi lamentavo dal dolore, stringevo i pugni contro la superficie umida.

"Jungwon, vuoi che mi fermi?"

"HO DETTO DI FARMI MALE! TI PREGO CONTINUA!" La mia voce era spezzata da singhiozzi e dall'affanno. Le lacrime mi scendevano giù dalle guance a fiumi, gemevo e piangevo.

Bruciava come fuoco. Le gocce di sudore si mescolavano con l'acqua.

Ma come può una cosa così dolorosa provocarmi tanto piacere?!

Ad una certa non respiravo quasi più; l'aria si faceva sempre più pesante nei polmoni e i gemiti più soffocati e sofferenti, così come i singhiozzi...

Ho lanciato un urlo quando si è dilatato, rendendo il bruciore ancora più insopportabile. Le mie unghie strisciavano sulla porta della doccia, cercando di graffiarla invano.

"J-Jungwon..." Il mio nome pronunciato così... Non lo sa fare nessun altro oltre a Jongsong, con la sua voce profonda, ma delicata, da farti venire i brividi.

"Sto venendo." Ha continuato, affannato anche lui.

Anch'io, ma ero preso da dolori lancinanti al col tempo da un piacere intenso e indescrivibile... Ardevo come fuoco e l'acqua sembrava scottarmi la pelle. Questa sensazione si è triplicata quando è venuto, così ho lanciato un urlo che, temo, si sia sentito anche nelle altre stanze e nel corridoio.

Si è staccato.

"Tutto ok?" Mi ha chiesto, accarezzandomi i capelli.

Non ho fatto uscire nessun suono dalla mia bocca, fuorché i singhiozzi.

"Scusami." Ha continuato.

Ero troppo ansimante per rispondergli, ma volevo dirgli che è stato bravissimo, molto meglio di Seojoon, e inoltre sono stato io a istigarlo.

Dopo qualche secondo ho sentito bussare alla porta... Cazzo! Ci hanno beccati! Poteva essere chiunque, magari anche il mio ragazzo e se fosse, altro che occhio nero...

Jongsong è corso fuori dalla doccia.

"Stai qui e vestiti." Ha ordinato, prima di uscire, coperto solo da un asciugamano legato attorno all'inguine.

Dopodiché sono uscito da quell'affare grande 2m per 2, ho cercato di asciugarmi al meglio che potevo, poi mi sono rivestito frettolosamente. La camicia e i jeans erano alquanto stropicciati, chiunque avrebbe frainteso.

Non appena avessi finito, mi sono appoggiato alla porta per sentire chi era e cosa stavano dicendo... Sembrava la voce di Riki, infatti era proprio lui.

"Jungwon è qui?" Ha domandato.

Non so esattamente cosa ha risposto Jongsong, ma sono riuscito a comprendere esattamente quello che il mio amico ha detto subito dopo.

"I professori vogliono discutere con lui per l'assemblea."

Me n'ero completamente dimenticato. Non appena ha pronunciato la parola "assemblea", sono schizzato fuori dal bagno, ancora con i capelli fradici, fiatone e occhi arrossati dalle lacrime.

La mia andatura era scoordinata e zoppicante, rischiavo di inciampare.

"Hey, Riki!" L'ho salutato e lui mi ha guardato confuso, per poi abbozzare un sorriso malizioso... Piccolo giapponesino pervertito! Perché deve sempre pensare male?!

Ho lanciato un'occhiata a Jongsong... Sembrava arrabbiato, forse perché avevo disobbedito, oppure perché voleva stare con me ancora, purtroppo però non era possibile quell'opzione.

"Scusami, Jongsong, ma adesso devo proprio andare."

Nessuno ha avuto il tempo di aggiungere altro, che sono corso fuori, verso la sala professori, la quale sta dall'altra parte della scuola.

Non ho mai corso così tanto, sono salito su per due rampe di scale e passato corridoi e corridoi per me infiniti.

Quando finalmente sono arrivato, ho cercato di sistemarmi al meglio i capelli ancora bagnati, il viso e i vestiti stropicciati, anche se le pieghe erano più tenaci di quanto pensassi.

Ho bussato, non appena ho ricevuto l' "avanti" sono entrato.

Non vorrei annoiarvi troppo col racconto di tutta la riunione, infatti evito... Dico solo che i prof mi hanno invitato a sedermi e, appena l'ho fatto, riecco quel dolore lancinante! Mi sono ritratto, ho chiuso gli occhi e mi sono morso la guancia per non gridare dal dolore.

Tutta colpa di Jongsong ovviamente, è così dannatamente attraente, che mi fa impazzire in tutti i sensi... Gli strapperei il viso a morsi.

Ovviamente i professori si sono preoccupati tutti, vedendomi soffocare un pianto di dolore e anche infastiditi, vedendomi così in disordine.

Malgrado questo "piccolissimo" disagio fisico, ho cercato di sopportarlo dignitosamente e continuare la riunione.

La prossima volta che lo rivedo, farò in modo che non si risieda mai più... Anzi... Che non cammini nemmeno!

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